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Autore: chemicalscollide    11/03/2011    1 recensioni
Tre ragazze italiane, migliori amiche, si ritrovano a vivere in una città nuova come Londra. Qui faranno amicizia con quattro ragazzi che le aiuteranno, le faranno crescere e con i quali instaureranno una bellissima amicizia (e, chissà, forse qualcosa di più) che li porterà ad appoggiarsi sempre l'un l'altro. Durante questa storia tutte e tre si troveranno in situazioni in cui dovranno compiere scelte importanti ed è per questo che è stato scelto questo titolo.
Il racconto è visto da Giulia, una delle tre ragazze, ma non mancano i POV dei vari personaggi.
E' la prima fanfic che abbiamo scritto, io e le mie due amiche, qualche anno fa, quindi siate magnanimi :) E' già completa, perciò posterò regolarmente. Solo un avvertimento, è un po' lunghetta!
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora allora, scusate il ritardo ma questi giorni sono stati infernali, tra l'università e impegni vari. Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa storia e spero vivamente che vi piaccia.
Chiaramente ringrazio la nostra Ciry che ci recensisce sempre e ci fa sempre tanti complimenti. Già, chissà cosa succederà :P
Volevo avvisarvi che domenica parto e non ci sarò per una settimana, quindi non riuscirò a postare nulla. Ma tranquilli che dalla settimana dopo ci saranno bei capitoletti succosi pronti per voi.
Buona lettura!


***

Dopo la festa andammo a dormire a casa di Francesca, anche se, come al solito, passammo tutta la serata a parlare della serata e ad analizzare le parole di Francesca su quanto era successo e sulle cose che le aveva detto Dougie sotto l’effetto degli alcolici.
Il fine settimana passò e la scuola ricominciò in baleno. Il suono della campanella mi risvegliò dal pisolino durante la lezione di letteratura inglese e, presi i libri, mi diressi verso gli armadietti con le altre; arrivate nel corridoio, vedemmo i ragazzi appostati al muro a parlottare concitati, probabilmente di qualcosa veramente interessante, data l’attenzione di tutti.
“Ciao ragazzi!” esclamò Fabiola interrompendo la loro entusiasmante discussione.
“Di cosa parlavate?” aggiunsi curiosa.
“Ma no niente… cose da uomini!” intervenne Danny, con aria di sufficienza.
“Aaaaah ora capisco, stavate parlando di donne… allora togliamo il disturbo” esclamò Francesca ammiccando.
“Ma che donne! Stavamo dicendo che non vediamo l’ora di vedere la grande partita di domani sera, Inghilterra-Italia!” rispose Harry entusiasta.
“Ah già quasi me ne dimenticavo, anche noi non vediamo l’ora di vederla!” affermai.
“Già infatti è da 2 settimane che ci stressi con il famoso problema esistenziale del: chi tiferai? L’Italia, il tuo paese natale o l’Inghilterra, luogo da sempre dei tuoi sogni?” aggiunse Fabiola, creando una rumorosa risata da parte di tutti.
“Però! non vi facevo così ossessionate dal calcio!” affermò meravigliato Tom
“Ci sono molte cose che ancora non sapete di noi...” rispose Francesca, con un sospiro teatrale.
“Beh allora se è così perché non venite tutti a casa mia per guardarci insieme la partita? Tanto i miei non ci sono” propose Danny.
Tutti accettammo entusiasti. Guardare le partite tutti insieme era decisamente una delle cose più divertenti.
“Perfetto allora tutti a casa mia domani sera alle 7?”
“Io non vengo!” esoridì Tom, con uno sguardo dispiaciuto.
“E perchè?”
“Perché è il compleanno della sorella di Gì e mi hanno invitato alla sua festa e poi, lo sapete, a me non piace molto il calcio... ma non preoccupatevi, divertitevi!” spiegò Tom, facendoci un sorriso incoraggiante.
“Mi dispiace Tom che non ci sarai, e soprattutto che non potrai vedere la realizzazione del mio piano…” ammiccai io, alzando le sopracciglia con fare diabolico.
“Che piano?” chiese Danny curioso.
“Oddio ma è tardissimo, devo scappare alle audizioni per il musical!” esclamò improvvisamente Francesca.
“Aspetta, veniamo con te!” feco io, pronta a seguirla anche per evitare di svelare la mia idea.
“Mi dispiace Fra, io non posso proprio! Mi sono scordata di fare i compiti di filosofia e ce l’abbiamo proprio alla prossima ora!” disse Fabiola con rammarico.
“Non fa niente! Mi starai vicino col cuore” propose Francesca sorridendo.
“Allora in bocca al lupo!” le gridò Fabiola, mentre ci allontanavamo in direzione del teatro.
Martedì arrivò e stranamente le ore a scuola passarono velocemente, forse anche perché eravamo tutte eccitate per la serata con i ragazzi; perciò, dopo esserci ricordati l’orario dell’appuntamento, ci avviammo verso casa mia: avevo bisogno delle mie amiche per attuare il piano che avevo in mente per la partita.
“Allora di cosa si tratta?” domandò curiosa Francesca.
“Sì, dai, diccelo! Ci hai tenuto sulle spine tutto il giorno!” aggiunse Fabiola, esasperata.
“Ok ve lo dico! Allora come sapete bene, io per questa sera non ho ancora scelto chi tifare, perciò… ho deciso che tiferò per tutte e due le squadre!”
“E a cosa ti serviamo noi?” chiese Francesca perplessa.
“Voi mi servite per aiutarmi a dipingermi il viso: bandiera inglese su un lato e bandiera italiana sull’altro!”
“Carina come idea, però ci vorrà un po’ prima che si asciughi la pittura” spiegò Francesca “perciò mettiamoci a lavoro!”
Una volta finito, prendemmo le ultime cose e andammo dritte a casa di Danny, grazie alle indicazioni dateci dal ragazzo. Arrivammo davanti ad una graziosa casa su due piani, non molto grande, con un piccolo giardino nella parte anteriore; accanto alla casa si intravedeva una piccola costruzione che avrebbe potuto essere un garage. Suonammo il campanello, e da dietro la porta spuntò Danny, il quale non fece in tempo a salutarci, che scoppiò a ridere dopo aver visto la mia faccia. Ricevette una bella occhiataccia.
“Ehi non ti facevo così patriottica!” esclamò, ancora con le lacrime agli occhi. Imbarazzata perché ero l’oggetto di tutta la discussione, cercai di cambiare discorso.
“Vero che hai i pop-corn?” chiesi, affamata.
“Oddio, Giulia, ma sei incredibile!” esclamò Fabiola spalancando gli occhi. Danny ridacchiò.
“Mi pare logico! Ho anche da bere! Gli altri si sono già spaparanzati sul divano… venite…”
Dopo aver chiuso la porta, ci fece strada verso sinistra, dove un salottino ben arredato ci si presentò davanti. Doug e Harry alzarono lo sguardo verso di noi.
“Eccole! Ben arrivate!”
Si alzarono per salutarci e, chiaramente, una volta posati gli occhi su di me, anche loro scoppiarono a ridere.
“Oh, ma che volete? Non so per chi tifare…”
“Fantastico!”
“Vabbè…” mi avvai verso il divano e sul tavolino di fronte scorsi ciotole di pop-corn, patatine e… birre! A quintali!
“Ma siete matti, ma quante ne avete prese?”
“Quanto basta…” rispose Dougie, rimettendosi seduto e afferrandone una.
Guardai le altre, che alzarono le spalle, con indifferenza.
“Non hai qualcos’altro?” chiesi a Danny.
“Dovrei avere della coca cola in frigo… vado a vedere” e sparì in cucina, ritornando poco dopo con una bottiglietta.
“Ti è andata bene, è l’ultima!”
“Wow, che culo!” dissi io ironicamente.
Ci accomodammo sul divano, Francesca alla mia sinistra. Danny, dopo aver tirato fuori da un cassetto una mega bandiera inglese, si sedette accanto a me.
“Tanto perdete, siamo troppo forti!” lo sfotté Francesca, tirando fuori dalla borsa una bandiera dell’Italia.
“Non penso proprio!” Harry scosse la testa.
“Chi sono i campioni del mondo?”
“Voi, allora?”
“Appunto! Siamo troppo forti!”
“Ma smettetela” (1)
Tutti si voltarono verso di me, che non avevo ancora detto niente. Io sorrisi “Che volete?”
“Non dici niente?”
“No, sono neutrale!”
Intanto la TV si era già collegata con lo stadio, e stavano trasmettendo le formazioni. E subito ecco gli inni: prima quello dell’Italia e Francesca e Fabiola scattarono in piedi e si posarono la mano sul cuore, con un misto di divertimento e serietà in volto. Fra si voltò verso di me.
“Ma dai, non ti alzi?”
Ci pensai su un momento, poi mi alzai anche io. “Vabbè, li canto tutti e due!”
E cantammo a squarciagola, finendo con il “Sì” e poi ridendo all’espressione dei ragazzi. Ecco l’inno inglese. Quella volta era il turno dei ragazzi alzarsi e cantare; io cantai, ma da seduta. *Magari potrei tifare un po’ di più per l’Italia… boh, non so… vediamo.. com’è difficile scegliere!*
Calcio d’inizio. Le azioni si susseguivano senza sosta, una dopo l’altra; una bellissima partita; molta tensione costernata da nostre esclamazioni del tipo: “Ma dai, quello era fallo!” oppure “L’arbitro ha le fette di prosciutto sugli occhi?” “Rigoreee!!” “Ma come si faa! doveva passarla! Rooney era libero!” e cose del genere. Finita la partita in pareggio (2-2), ormai senza voce, mi isolai un po’ dal gruppo per riprendermi dal gran chiasso e, guardando verso il tavolino davanti al divano, notai che le bottiglie vuote di birre lo avevano occupato completamente tutto ed improvvisamente mi resi conto di una brutta realtà: tutti tranne me e Fabiola stavano bevendo a dismisura; persino Francesca, che era partita da casa con l’idea di non divertirsi, sembrava aver preso il via con la birra e pareva anche che stesse conversando tranquillamente con Dougie, sicuramente sotto l’effetto delle birre!
Scioccata dalla scena, cercai disperatamente con lo sguardo l’unica via di salvezza: Fabiola. Mi sedetti accanto a lei e le chiesi se aveva qualche idea per smuovere la serata e distrarre i ragazzi dalle birre.
“Ehi! Che ne dite di fare un gioco?” propose lei speranzosa.
“Cosa avevi in mente?” chiese Harry mezzo ubriaco.
Ci pensò un attimo e poi si fiondò su Danny, anche lui non molto lucido “Hai Twister? Sai, il gioco…”
“Ti pare che io non abbia Twister?” risposi lui con aria di chi non sapeva quello che stava dicendo. ”Gli inglesi sono famosi giocatori di Twister!” esclamò entusiasta.
Sorprese dall’esclamazione sicuramente poco veritiera, lo seguimmo nello stanzino dove, da uno scaffale impolverato, tirò fuori con qualche difficoltà una scatola molto sporca e, dopo averla pulita, tornammo in salone dove la situazione stava degenerando: Harry  e Francesca si erano sistemati in modo da formare un cerchio con Dougie al centro e stavano giocando a… “La bella lavanderina!”
“Oh santo cielo qui state tutti fuori!” esclamai, scioccata perennemente da quella scena.
“Gli sto insegnando questo gioco divertente” disse Francesca allegramente.
“Dobbiamo fare qualcosa Fabiola!”
“Prima cosa, buttiamo tutte queste bottiglie vuote e mettiamo via quelle piene!”
Una volta liberato e tolto il tavolino, sistemammo per terra il telo di plastica.
“Allora chi vuole fare un torneo di twister?” urlai cercando di attirare l’attenzione di tutti.
“io” “io!” “io…” gridarono gli altri; quindi, una volta posizionati sul divano, ad estrazione ci dividemmo in squadre da 2 : Fabiola e Harry , Danny ed io e Francesca e Dougie.
Iniziò la sfida: “mano destra sul rosso”, “ piede sinistro sul blu”, “mano sinistra sul verde”, “piede destro sul giallo” e la serata continuò così per un’altra ora.
“Allora cosa pensi di fare? Andare avanti a giocare fino a domani mattina?” mi chiese scocciata Fabiola in una posizione tutt’altro che comoda.
“Non so! Almeno così non bevono più!”
Arrivò di nuovo il turno di Francesca e Dougie che quella sera sembravano stranamente molto affiatati; il gioco ricominciò, ma dopo poco si ritrovarono in una posizione particolare: il classico lei sotto e lui sopra. Ma improvvisamente Dougie perse l’equilibrio e cadde esattamente sopra Francesca, ritrovando i proprio volti a soli 5 cm di distanza l’uno dall’altro.
*oh mio dio, dimmi che non sta per succedere ciò che penso!* mi guardai attorno e mentre Danny e Harry si divertivano ad intonare la canzone “without you” dei Divo, mi girai verso Fabiola che guardava scioccata Dougie e Francesca, i qual non sembrano aver intenzione di volersi spostare dalla posizione presa. “Dobbiamo fare qualcosa! Aiutami a tirarli su!” feci io; ci abbassammo e riuscimmo a tirarli su appena in tempo, prima del bacio che sembrava stesse per avvenire.
Dopo averli alzati, li facemmo sedere sul divano e sfinita, mi buttai anche io vicino a loro, mentre Fabiola andava in cucina a prendere un po’ d’acqua; automaticamente guardai l’orologio: “Cazzo! È mezzanotte! Dobbiamo assolutamente tornare a casa!” urlai io. “Cosa?” gridò Fabiola incredula uscendo dalla cucina.
“Dobbiamo andare!” mi alzai e presi le nostre cose ma, appena mi girai, scoprii che Harry e Danny avevano in mano le birre che avevamo nascosto.
“Non c’è proprio speranza!”
“Portiamo via Francesca e facciamo in fretta!”
Cercammo inutilmente di metterle il cappotto.
“Ehi, ma dove state andando ?” chiese Danny.
“Torniamo a casa! È tardi!” spiegai, ma lui neanche mi diede retta.
Afferrammo Francesca per le braccia, ma lei non si reggeva in piedi. Con fatica cercammo di rialzarla ma ogni tentativo era nullo.
“Non ce la faremo mai!”
“Allora perché non restate qui a dormire? Vi offro la mia stanza”
Noi due ci guardammo incerte e sconfortate e alla fine optammo per il sì.
“il problema ora sono i genitori…”
“Ah per me va bene tanto i miei non sono a casa”
Presi il telefono e chiamai i miei, che erano alquanto arrabbiati, ma mi inventai che avrei dormito da Fabiola e li convinsi pienamente.
Mancavano solo i genitori di Francesca. “Non può chiamarli lei!” mi disse Fabiola.
Decidemmo di mandargli un messaggio, sperando che non avrebbero richiamato.
Fortunatamente poco dopo ci risposero per sms. Era fatta. Genitori avvisati. 




(1) Questa storia l'ho scritta quando i campioni eravamo ancora noi :P Quindi prima del 2010 e i nuovi campioni spagnoli.
  
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