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Autore: littlediana    11/03/2011    3 recensioni
Salve a tutti, sono nuova del sito e questa è la mia prima fanfiction. Dopo aver letto delle bellissime storie sul mio gruppo preferito, ovvero i Green Day, mi è venuta voglia di continuare una bozza che avevo iniziato un po' di tempo fa. La storia è ambientata a Berkeley a cavallo fra il 1989 e il 1990, quando i nostri mitici musicisti erano solo dei diciassettenni un po' esuberanti. Spero vi piaccia, buona lettura!!!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20

CAPITOLO 20

 

Lizz

“ Cazzo Steve stai attento! “

“ Bah che schifo!!! “

“ Tu fai schifo! Ti sei mai guardato allo specchio? Ecco adesso chissà dov’è andata a finire… “

“ Aaaaaah! Potrebbe essere ovunqueeee! “

“ Shhhht! Non urlare! Lizz sta riposando “

“ Ma io… “

“ Smettila di piagnucolare e dammi una mano a cercarla… Jam? Jammy cara? Dove sei finita? Vieni dalla mamma… “

“ Tu sei fuori di testa Kim! “

Le loro voci mi giungevano ancora ovattate alle orecchie ma mi venne comunque da sorridere sentendo uno dei soliti battibecchi; socchiusi gli occhi lentamente e rimasi sorpresa di trovare la stanza ancora immersa nella penombra, la testa pulsava insistentemente all’altezza delle tempie come a volermi ricordare la serata appena passata, non potevo fare a meno di pensare allo sguardo distaccato e freddo di Mike, mi aveva guardata con disprezzo e sufficienza, è incredibile come due occhi così belli possano fare tanto male…

Ignorando il mal di testa cercai di mettere a fuoco la stanza: Steve in piedi su una sedia, la faccia schifata, gesticolava come un ossesso cercando di farsi capire dalla sorella, che non lo degnava di uno sguardo troppo intenta a cercare qualcosa nell’armadio; sorrisi e mi girai su un fianco emettendo un leggere mugolio per fargli capire che ormai ero sveglia

“ Ecco! L’hai svegliata… sei contento adesso? “ domandò Kim riemergendo dal vecchio armadio

“ Io??? Ma se sei… “ protestò il fratello

“ Ah taci! Anzi fai una bella cosa, quella è la porta! “ ordinò con tono fermo

“ Tzè bel ringraziamento per averti aiutata! Che ingratitudine “ borbottò Steve uscendo velocemente dalla stanza

Cercai di mettermi seduta ma un capogiro mi costrinse a ricadere sul letto con un tonfo sordo

“ Hey attenta… “ esclamò Kim, sbuffai in risposta

“ Tieni, aiuta sempre “ mi sorrise allungandomi un bicchiere d’acqua e una pastiglia che aveva tutta l’aria di essere un’aspirina

Annuii debolmente tenendo lo sguardo basso, mi sentivo in colpa per quello che era successo, le avevo fatto perdere il concerto di Billie al Gilman, l’avevo fatta vagare per mezza Berkeley in piena notte e le avevo urlato addosso tutti i miei problemi come se mi aspettassi che potesse fare qualcosa per risolverli, ma nonostante questo lei mi aveva ascoltata pazientemente e mi aveva riportata a casa tutta intera

“ Kim… mi dispiace… e... “ iniziai tenendo lo sguardo basso

“ No! Non ti azzardare nemmeno a ringraziarmi! “ mi interruppe con tono severo; sorrisi debolmente

“ Grazie! “ esclamai dopo un attimo d’esitazione

“ Ok! L’hai voluta tu… “ la  guardai interrogativa mentre si avvicinava alla finestra e con un gesto veloce apriva le tende permettendo ai raggi del sole di colpirmi in pieno viso

“ Ummmmh! “ mi lamentai sprofondando sotto al lenzuolo

“ Te l’avevo detto “ mi canzonò divertita, risposi con un grugno infastidito

“ Jaaaam! Oh finalmente ti ho trovata, ti stavi mimetizzando è? Vecchia volpe! Ci mancava poco che ti sfrittellassi per terra, devi stare più attenta… su vieni qui…. Ecco brava così “

“ Kim che diavolo stai facendo? “ domandai curiosa riemergendo dallo strato di coperte, nonostante le proteste dei miei occhi alla luce troppo forte

“ Oh niente di che, non ti preoccupare… è solo il mio progetto di scienze “ sorrise sventolando quella che aveva tutta l’aria di essere una lucertola; la guardai interrogativa

“ Beh stamattina mi sono ricordata che devo consegnarlo entro mercoledì e così ho chiesto a Steve di aiutarmi a trovare una lucertola in giardino “ spiegò “ Abbiamo trovato questa e ho deciso di chiamarla Jam! Non è carina? “ chiese avvicinandola al letto

“ Bah! Che schifo! Non ti azzardare a portarla qui! “ urlai schifata, lei si bloccò e assunse un’espressione perplessa

“ Che c’è? “ chiesi quasi intimorita, chissà cosa stava architettando…

“ Niente… pensavo solo che Steve ha avuto la tua stessa reazione… solo che lui è un ragazzo…. Pensi sia normale? “

“ Kim…? “

“ Umh? “

“ Ma vaffanculo! “ urlai tirandole il cuscino in piena faccia!

“ Ah si? Questa è guerra!!! “ esclamò balzando sul letto ed iniziando ad agitare la povera lucertola che aveva tutta l’aria di voler vomitare anche l’anima

“ Hey hey ferma! Stop! Time ooooout! Vorrei ricordati che sono in fase dopo sbornia ed è tutt’altro che piacevole! “ mi difesi alzando le mani insegno di resa

“ Umh… valida argomentazione, va bene, ma non finisce qui! “ mi minacciò scoppiando a ridere

“ Allora come hai deciso di sfruttare quella povera lucertola? “ domandai cercando di alzarmi lentamente dal mio letto improvvisato, ovvero un materasso, seppellito sotto uno strato di coperte, nel bel mezzo della piccola stanza di Kim

“ Voglio studiare gli effetti della nicotina su Jam… “ sorrise soddisfatta; la guardai interrogativa

“ Oh insomma! La chiudo in quella teca con delle sigarette accese e studio il suo comportamento… per tre giorni! “

“ Sigarette? “ mi illuminai a quella parola, altro che la lucertola ero io quella che aveva un disperato bisogno di nicotina!

“ Fffff Ma cosa devo fare con te? Fumare fa male… vuoi farti venire il cancro ai polmoni a quarant’anni? “ borbottò accendendosi una sigaretta che poi mi allungò

“ Miss coerenza “ la canzonai prendendo una lunga boccata di fumo e godendomi quella sensazione di pace che solo la nicotina riusciva a darmi, Kim rispose con un’alzata di spalle ma decisi di non lasciar cadere il discorso

“ Quel consiglio era diretto a me o a te, Kim? “ chiesi guardandola di sottecchi, sospirò riprese la sigaretta e si lasciò cadere al mio fianco, sulla montagna di coperte

“ Non so cosa fare, Lizz “ ammise infine buttando fuori il fumo dal naso, non le feci pressione, sapevo che se le andava di parlarmene l’avrebbe fatto senza troppi complimenti, infatti poco dopo continuò

“ Mancano solo due settimane al matrimonio di mia madre… Dave sembra un tipo a posto e penso che sarebbe anche un ottimo padre… ma… ho paura… “ aveva lo sguardo basso ma il tono di voce spezzato tradiva tutta la sua angoscia

“ Noi siamo diversi da lui… dalla sua famiglia… siamo solo degli scapestrati di periferia, ma per quanto la mia vita possa sembrare insignificante io la amo così com’è… non vorrei mai lasciare Rodeo, almeno non ora… non adesso che ho trovato Billie e che ho te… non adesso che la mia vita sembra perfette nella sua imperfezione… mi… mi capisci? “ una piccola lacrima rigò la sua guancia ma lei la asciugò con un veloce gesto della mano e puntò gli occhi lucidi nei miei

Le sorrisi debolmente, quasi emozionata dalla sua confessione così sincera

“ Ma non è detto che dobbiate per forza andarvene, dopo il matrimonio… voglio dire magari comprerete una casa più bella con un tetto senza buchi e le porte intatte, ma sempre qui a Berkeley… non ti preoccupare troppo… goditi ogni attimo finchè puoi… perché l’unica cosa che conta è che tu sei qui adesso, per stare con me e con Billie “ risposi cercando di mostrarmi sicura delle mie parole, ma in realtà sapevo che prima o poi Dave li avrebbe portati via da questa merda e forse sarebbe stato meglio per tutti loro

“ Wow questa frase mi sa tanto di scatola dei  cioccolatini! “ ironizzò spegnendo la sigaretta; le sorrisi

“ Colazione? “ propose dopo aver sistemato la lucertola nella teca

“ Si mamma! “ esclamai scendendo dal letto

 

Billie

Ok! Io non ci capivo più un cazzo! Era ufficiale! Quella storia mi stava facendo venire il mal di testa… ok forse no, forse il mal di testa era dovuto alla sbornia micidiale post-concerto, mq questi erano dettagli poco rilevanti… Restava il fatto che erano le 11 di mattina e io ero appena stato  svegliato da Mike, che già ubriaco, o ancora ubriaco, dipende dai punti di vista… beh dicevo da Mike che in slip da donna, con una cuffia per la doccia in testa,  vagava per la casa suonando, o meglio cercando si suonare, un violino di dubbia provenienza e cantando canzoni natalizie, senza azzeccare una fottutissima nota! E tra una “canzone” e l’altra pronunciava discorsi senza senso dei quali riuscivo a capire sempre e solo una parola: Lizz!

Scossi la testa sconsolato e lasciando il bassista ai suoi soliloqui mi diressi in cucina dove intrapresi una durissima battaglia contro la caffetteria; dopo qualche minuto ebbi la meglio e mi accasciai soddisfatto su una sedia accendendo una sigaretta

“ And sooooooo! Thiiiiis iiiiiisssss Christmas and whaaaat have yoooou… Ma io no… non volevo, Bi…Billie! Non volevo… io… Lizzieeeee! “ Mike entrò traballante in cucina gettando poco garbatamente il violino nel lavandino pieno di piatti sporchi, poi iniziò a vagare per la cucina dicendo cose senza senso, decisi di ignorarlo

“ Ma cos’è questo casino? “ si lamentò uno spettinatissimo Al entrando in cucina

“ Eeeh sapessi… abbiamo qui il John Lennon dei poveri “ ironizzai lanciando uno sguardo esasperato a Mike, che in piedi sul ripiano della cucina urlava “Happy Christmas” a gran voce fuori dalla finestra.

In quel momento anche Trè fece il suo trionfale ingresso in cucina, completamente nudo con un salvagente intorno alla vita e le mutande in testa, appena ci vide strabuzzò gli occhi e ci puntò con un dito contro urlando

“ Che ci fate voi in casa mia???? “

Decisi di ignorare la domanda e gli allungai una tazza piena di caffè bollente

“ Caffè? “ domandai ironico

“ Umh… ma si perché no… però lo voglio corretto e poi… dov’è la mia brioche??? “ si lamentò iniziando ad aprire ogni antina della cucina, accompagnando la sua impresa con esclamazioni di delusione ogni volta che trovava uno scomparto vuoto.

Sospirai rassegnato, ero finito in una gabbia di pazzi… e inevitabilmente il mio pensiero corse a Kim, quella ragazzina mi aveva fatto completamente perdere la testa, avevo voglia di vederla… così senza troppi convenevoli presi la giacca e uscii. 

 

_____________

Era quasi mezzogiorno quando raggiunsi la sua vecchia casa di Rodeo

Toc toc toc

Ma non rispose nessuno

Toc toc

Ma dove diavolo erano finiti tutti? Kim mi aveva detto che non avevano programmi per il fine settimana… magari una gita decisa all’ultimo momento, oppure sono andati a fare compere, o a trovare qualche lontano parente, oddio! Magari Kim non ha ancora trovato Lizz! Oppure hanno fatto indigestione di tacchino… o…

“ Non c’è nessuno! “ mi girai interrogativo verso la voce e notai una vecchia, affacciata alla finestra della casa vicina

“ Come? “ domandai

“ Ho detto che non c’è nessuno… “ ripeté con aria saccente, accreditando la mia ipotesi che l’aveva già catagolagata come la pettegola del quartiere

“ E dove sono andati? “ insistetti sperando di ottenere maggiori informazioni

“ In ospedale… “

“ Cosa???? Come in ospedale? Perché? Cos’è successo??? “ urlai avvicinandomi alla casa della signora disperato, cosa poteva essere successo? Kim…

“ E cosa vuoi che ne sappia io? Ho visto solo l’ambulanza… “ rispose acida per poi sbattermi la finestra in faccia

Rimasi interdetto a fissare il vuoto, troppo spaventato per fare qualunque cosa; mi frullavano in testa troppe domande ma l’unica cosa che volevo era vedere Kim e accertarmi che stesse bene.

Mi fiondai contro la porta di casa della pettegola

“ Signora! Signoraaaa! “ Toc toc toc toc toc

“ Ma Che cos’hai in testa ragazzo? Lasciami in pace! “ mi urlò spalancando la porta

“ In che ospedale…. In che ospedale sono andati? “ domandai col cuore in gola e la voce rotta dal nervoso

“ Al Fort Miley Hospital… e adesso sparisci! “ sbottò sbattendomi la porta in faccia

Rimasi di sasso quell’ospedale si trovava a San Francisco! Doveva essere una cosa grava se erano andati fin là… Tornai a casa di corsa, pronto a partire per la grande metropoli.

 

Cavolo gente! Sono in un ritardo abnorme come al solito! Chiedo umilmente perdono -.-“  Beh questo capitolo è piuttosto insignificante però avevo voglia di descrivere un po’ di dopo sbornia =) Chissà cosa sarà successo a Kim… o magari a qualcun altro… Mah chi lo sa…

 

Gloria Jailbird: Ciao carissima =) eh già Kim è piuttosto preoccupante quando ci si mette =) però dovremmo aspettare un po’ per vedere il suo piano messo in atto… adesso i nostri eroi avranno… come dire altri problemini

Icegirl46: Ciauuuu! Già già Stacy è decisamente odiosa… beh è il suo ruolo in fondo =) sto ancora decidendo se farla sopravvivere fino alla fine della storia o se permettere a Kim di ucciderla prima, però in questo caso la protagonista diventerebbe un’assassina e non andrebbe molto bene… magari le faccio cadere addosso accidentalmente un ciccione di 120 Kg così abbiamo risolto il problema * guarda Stacy con aria satanica * Cooomunque si diciamo che hanno avuto un gran bel culo a non essere beccate dalla mamma… ma ogni tanto ci vuole anche quello =)

Orange_RocketQueen: Hey =) hai cambiato nomeeee =) mi piace =) sono felice che la storia ti piaccia, ahahah si quella dei rutti è stato un lampo di follia =) non so che mi è preso XD grazie mille per i commenti!!!

FromBerkelyToItaly: Ciao =) non ti preoccupare ero curiosa di sentire la tua opinione =) Grazieeee

 

Bene ora posso anche andare in pace, ringrazio i lettori silenziosi Graziiiiiieeeee!

Bacioni

Littlediana

  
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