Cut.
I do not
want to be afraid
I do not want to die inside just to breathe in
I'm tired of feeling so numb
Relief exists I find it when
I am cut.
Cut. Plumb
Jeremy era vivo.
Jeremy era in grado di avvertire il dolore di un pugno mollato con forza sul suo sterno; assaporava le lacrime quando colavano umide dal precipizio delle sue palpebre.
Jeremy rabbrividiva all’insinuarsi di un alito di vento nel colletto della sua camicia e traeva conforto dal calore delle braci nel camino.
Sì, Jeremy era vivo: fuori.
La sua pelle era intatta e ruvida, ma la superficie del suo cuore era arida e secca: in frantumi.
Jeremy non sentiva nulla, dentro di sé.
Era vuoto. Un involucro privo di valore.
Questo finché non aveva conosciuto lei.
E finchè lei non aveva assaggiato il suo sangue.
Jeremy sollevò lentamente il capo, stringendo a pugno la mano solcata da un taglio netto ancora vivido sul suo palmo.
La sensazione di giramento che aveva provato quando le labbra di Anna si erano appoggiate avidamente alla sua ferita, non si era ancora dileguata del tutto.
Più volte aveva tentato di evocarla nella sua testa, per avvertire gli stessi sintomi, lo stesso campanello d’allarme che aveva preso a tintinnare con forza in ogni più piccola cellula del suo corpo.
Dapprima, il cuore aveva preso a rimbombare con violenza, contrariato dalla perdita di tutto quel sangue: il sangue che avrebbe dovuto nutrirlo e che in quel momento fluiva dalla mano di Jeremy per raggiungere la gola arsa di Anna.
Infine era arrivata la consapevolezza: sentiva qualcosa, finalmente. Ed era dentro di lui.
Jeremy aveva contemplato in silenzio lo scorrere inarrestabile del sangue nelle sue vene. L’adrenalina che si era impossessata del suo corpo allarmato dal pericolo incombente.
E la debolezza che si avventava su di lui, man mano che la linfa vitale abbandonava quella mano e raggiungeva Anna, aumentando il colore sulle sue gote pallide.
Pochi istanti e il dolore era scomparso assieme a quella sensazione di opprimente apatia che gli avvelenava l’anima da mesi.
Era vivo: ogni cellula del suo corpo, ogni nervo, ogni muscolo gridava le due parole più ardentemente desiderate da ogni creaura.
Jeremy era vivo.
E finalmente la sensazione aveva infettato anche l’interno della sua anima, permettendogli di assaporare quella consapevolezza fino in fondo, riconoscendo uno stato d’animo che da tempo non era più stato in grado di evocare.
Il pericolo, il disperato tentativo del suo corpo di ribellarsi a quell’imposizione, lo aveva costretto ad avvertire qualcosa che andava ben oltre il puro e semplice dolore fisico.
Era la vita.
“Jeremy?”
Anna sfiorò con tenerezza il capo del ragazzo adagiato su un fianco alla sua destra.
“Sei sveglio?”
Jeremy smise di osservare il taglio inciso sulla sua mano e contemplò con estrema attenzione la delicatezza emanata di polpastrelli di Anna, ora scivolati a sfiorargli il collo.
La sensazione scaturita da quel gesto si estendeva febbrile in ogni angolo del suo corpo, rendendolo interamente partecipe di ciò che stava provando.
Era vivo fino al midollo.
“Sono sveglio, Anna.”
Con uno scatto improvviso si sollevò e cinse con un braccio la vita della ragazza per stringerla a sé.
Gli occhi di Anna brillarono di una luce intensa che a Jeremy parve ancora più vivida rispetto ai giorni precedenti.
“Ora sono sveglio.”
Jeremy: Perché non l’hai fatto? Uccidermi,
intendo.
Anna:
Non lo so. Forse perché ho un debole per quelli come te.
Jeremy:
Come?
Anna:
Smarriti
1x16. Il male si avvicina
Nota dell’autrice.
Innanzitutto
un annuncio: qualche giorno fa ho scritto una one-shot per questa raccolta incentrata su Jeremy da
piccolino e suo papà, ma mi è uscita troppo lunga, dunque ho deciso di isolarla
da
questo contesto e di pubblicarla come one-shot “stand alone”.
Mi piacerebbe comunque sentire il vostro parere a riguardo, perché credo
sia la mia preferita in assoluto. Potrete trovarla qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=670461&i=1
Tralasciando
la pubblicità (pessima, sono pessima >.<), torniamo a noi. So che è da poco che ho pubblicato su
Jeremy, ma come ho già scritto più volte è il mio
personaggio preferito e di storie su di lui (e Anna) in questa sezione se ne
trovano davvero poche, perciò ho tentato di dare anche io un mio modesto
contributo. La canzone, la trovo decisamente azzeccata
per Jeremy. Parola per parola, descrive perfettamente
quello che penso possa aver provato il nostro “piccolo” Gilbert nel momento in cui
ha permesso ad Anna di assaggiare il suo sangue. Con
l’arrivo di Anna, Jeremy si è “risvegliato”; si è scrollato di dosso quel torpore che lo
caratterizzava a inizio serie. Dio quanto li amo questi due *piange
la morte di Anna*.
Un
abbraccio e un grazie gigantesco a tutte voi. Grazie infinite!
Laura
P.S. Come al
solito banner e ringraziamenti arrivano in serata ù_ù