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Autore: Aoi chan    11/03/2011    1 recensioni
Lei... Nuova vita... un sogno scoperto e realizzato...
Lui... Serio... Solitario... Scapa da...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 2



PASSAGGI SEGRETI


Continuava ad alzare il viso dal libro di continuo, guardando il ragazzo alla lavagna.
– Cosa cavolo ci fa qui? – Chiese a bassa voce innervosita.

Quando finì di scrivere si voltò verso tutta la classe, che battè le mani, assieme al professore.
– Grazie Kamura–san! Ora può andare – Il ragazzo annuì. Fece un veloce inchino al professore, si spostò la frangia e guardò per un piccolo momento la nuova arrivata prima di uscire dalla classe. Le ragazze se ne accorsero, così si voltarono tutte a guardarla male, mentre lei abbassava la testa nascondendosi col libro.
– Cosa ho fatto? – Si chiese quasi piangendo. Sbuffò “Tutta colpa sua!”
– Hirokawa–san, verrebbe alla lavagna a fare questo problema? Kamura–san, lo ha preparato apposta per lei! É il più bravo del collegio, quindi la direttrice, per metterti alla prova, gli ha chiesto di crearne uno apposta per te! Pensi, l’ha fatto velocemente dopo pranzo! – Nanako gli sorrise “Ma che gentile!” Prima di alzarsi, guardò il problema alla lavagna. Rimase a bocca aperta vedendo quanto era difficile.
– Non.. non... – Non aveva il coraggio di ammettere di non essere al suo livello! Si sentì chiamare, e si volta a guardare la compagna di banco. Le sussurrò qualcosa che non aveva capito, poi notò che stava scrivendo la soluzione su un bigliettino e la fermò, toccandole il braccio – Non mi serve.. – Disse quasi severa, senza accorgersene. Quel ragazzo la faceva troppo innervosire! – Non lo so – Disse in fine rimettendosi a sedere. Il professore si schiarì la gola prima di annuire.
– É naturale, è un problema da università. Lei che è solo di seconda, non potrebbe saperlo! – Sospirò. Questo non la fece tornare su di morale. Guardò con odio la porta. Perché proprio a lei doveva capitare un tipo simile? Fortunatamente, però, non erano nella stessa classe!

Si alzò subito sentendo suonare la campanella, prima di uscire dalla classe, ebbe il presentimento che la ragazza ch’era accanto a lei, di banco, le volesse parlare, ma, vedendola tornare a posto, alzò le spalle correndo nella stanza. Voleva sprofondare! Era così che ci si sentiva in una nuova scuola dove non si conosce nessuno? Girando l’angolo, andò a sbattere contro qualcuno, facendo una bella caduta all’indietro. Si massaggiò il sedere alzandosi, poi guardò chi c’era davanti a lei.
– Un bambino? Cosa ci fai qui? – Chiese. Il piccolo, si strofinò i capelli neri per poi aprire i grandi occhi castani. Sorrise guardandoli, sembravano cioccolato! Si abbassa offrendo al piccolo una mano.
– Cosa ci fai qui? – Gli chiese. Lui schiaffeggiò la mano guardandola male.
– Ma sei stupida? Questo dormitorio è per tutti! Solo perché ci vanno i liceali non vuol dire che noi dobbiamo dormire fuori! – Nanako lo guardò stranita. Tanta arroganza in un bambino così piccolo? Non sapeva perché ma le ricordava qualcuno.
– Non sono stupida, sono nuova! Di che classe sei? – Lui alzò il viso a guardarla. Che fosse stupito per non esseri accorta che fosse nuova?
– Sono di quinta elementare – Lei rimase a bocca aperta senza dire altro.
– Le elementari sono nell’edificio accanto, invece, dall’altra parte ci sono le medie. Le classi liceali e i dormitori sono qui – Allora, Nanako sorrise, vedendo ch’era gentile, in fondo.
– Piacere di conoscerti! Io sono Nanako Hirokawa – Lui le prese la mano.
– Il mio nome è Itsuki – Nanako sorrise ma, prima che potesse dire qualsiasi cosa, quello cominciò a correre.
– Dove mi stai portando, Itsuki–kun? – Il bambino rise.
– Nella mia stanza, no? – Allora, Nanako, piantò i piedi a terra facendo fermare il ragazzino – Non vuoi giocare con me? – Chiese. Nanako si morse il labbro.
– Non sai che mi è proibito accedere ai dormitori maschili? – Lui rise sotto i baffi.
– Perché? Non sei un ragazzo? – Chiese. Nanako tremò per un istante, poi fece un largo sorriso, ripetendosi di non stare ai giochetti di un bambino.
– Ah, ah! Molto divertente! – Itsuki tornò a correre.
– Ti porto al giardino nel retro! Dovresti vederlo prima di altro! –

Appena chiusa la porta, si trovò in un’enorme giardino verde. Aveva piccoli fiori posti a cerchio, all’interno di bassi muretti, quasi in tutto il giardino. Vide moti studenti seduti sui muretti, a parlare o a studiare.
– Bello vero? Puoi venire qui è fare ciò che vuoi! – Nanako non rispose. Era davvero a bocca aperta. Era bellissimo! Quel verde, quei fiori, la fontana in mezzo al giardino... Tutti quei studenti tranquilli che litigano per gioco.. Le mancava la vecchia scuola. Certo, il giardino non era come quello, ma era comunque enorme e ci andava sempre a pranzare con i compagni, divertendosi un mondo.
– Vieni spesso qui? – Chiese poi a Itsuki. Lui annuì.
– Do da mangiare ai pesci che ci sono nella fontana, li vuoi vedere? – Nanako annuì e si avvicinarono mentre lui prendeva del cibo per pesci dal piccolo zainetto sulle spalle.
– Dove sono? – Chiese vedendo l’acqua scura.
– Scusa, è che ci ho messo così tante piante, poi ci si è messo pure il muschio... Ma aspetta che ora vedano questo e li vedrai tutti – Nanako annuì, guardando, con quanta cura, metteva il cibo nell’acqua, come per dosarlo ma, quando guardò la quantità che c’era in acqua, si spaventò fermandolo subito.
– Se ne metti sempre così, non ci saranno più pesci! – Lui rise guardando le bolle che stavano venendo in superficie. Nanako s’incuriosì avvicinando il viso all’enorme bacinella di marmo. Vide qualcosa di piccolo e arancione, in fondo ma....
– Aaaaah! – Urlò così forte, che tutti si voltarono verso di lei, vedendola a terra e si misero a ridere. Fece finta di non sentire le risate e si avvicinò nuovamente all’acqua vedendo cinque pesci enormi e alcuni piccoli, lottare tra loro per il cibo che c’era.
– Belli vero? – Nanako lo guardò come se fosse pazzo.
– Belli? Enormi vorrai dire! Come hanno fatto a diventare così? Con tutto il cibo che gli dai dovrebbero essere morti! – Si tappò la bocca pensando che si sarebbe arrabbiato o messo a piangere, invece lo vide tranquillo.
– Prima ne mettevo poco, ma quando sono cresciuti ne volevano di più, così ne metto tanto! Vedi come bisticciano per questa quantità? Se ne metto di più invece pure i piccoli riescono a mangiare! – Tornò a metterne ancora mentre Nanako guardava, silenziosa, i pesci che mangiavano e, quando erano sazi, tornare verso il fondo.
– Quest’acqua cambia da sola, quindi non c’è nemmeno bisogno di cambiare l’acqua! Bisognerebbe solo pulirlo dal muschio, solo che da solo non ce la faccio! – Nanako gli sorrise, allontanando subito la mano dal muretto prima che gli e la mangiassero.
– Se vuoi, ti aiuterò. Però prima dovrai togliere quei giganti! – Lui annuì contento rimettendo il cibo nello zainetto.
– Siamo amici? – Chiese lui. Lei annuì con naturalezza facendogli fare un sorriso bellissimo.
– Vieni? Facciamo una bella merenda – Lui annuì portandola nella mensa.
– A che ore finiscono le lezioni? – Chiese. Lui alzò le spalle.
– Alle cinque finiscono tutte le lezioni. Però i liceali finiscono alle tre – Nanako incrociò le braccia guardandolo con rimprovero.
– Quindi ora non dovresti essere in classe? – Lui rise.
– Ecco... Abbiamo finito prima! – Lei alzò un sopracciglio.
– Sicuro? Non vedo nessuno della tua stessa età! – Lui annuì.
– Certamente! – Un ultimo sguardo e lui abbassò la testa – Non avevo voglia. Appena è suonato l’intervallo sono scappato via! –
– Non ti hanno detto nulla? – Lui scosse la testa.
– Non mi dicono mai niente. Posso fare quello che voglio! – Lei puntò il dito contro di lui.
– Non prendertela comoda! Se gira loro male, un giorno ti prenderai una bella punizione! – Lui annuì.
– Si, certo, mangia ora! –

Le mostrò tutta la scuola.

– É già così tardi? Andiamo a cena? – Chiese guardando l’enorme orologio antico all’entrata. Itsuki annuì.
– Però, la mia mensa è sotto la tua, dovremmo mangiare separati! – Nanako si morse il labbro. Questo era un problema. Ora che conosceva qualcuno, credeva che avrebbe trovato posto accanto, invece quel simpatico ragazzo, aveva un’altra mensa. E se non c’era posto? Le sarebbe toccato di nuovo i posti di pranzo? Sospirò.
– Allora a domani – Itsuki si mise un dito sul labbro.
– La tua stanza.. che numero è? – Chiese. Nanako, non ricordandoselo, guardò il quaderno che non aveva ancora posato.
– La numero ottantacinque. É proprio l’ultima del corridoio.. Come mai vuoi saperlo? – Chiese curiosa. Itsuki scosse la testa.
– Allora ci vediamo! – E corse nei piani alti per posare lo zaino. Anche lei fece lo stesso, corse in camera e prese una felpa da mettere addosso, dato che stava cominciando a fare freddo.

Sospirò vedendo la lunga fila che arrivava fino all’entrata della mensa. C’impiegò ben venti minuti, prima di vedere lo stesso spettacolo di quella mattina. Solo quei quattro posti.
Sbuffò sedendosi. Sentì di nuovo il vociferare, ma non le diede fastidio come quella mattina, ora immaginava ciò che dicevano – Ha il coraggio di tornare lì! – Oppure – Kamura–san si arrabbierà di nuovo! – E tante altre cose simili.
Cominciò a mangiare, aspettandosi che, qualche secondo dopo ci sarebbe stato quel vanitoso ragazzo lì davanti.
Improvvisamente, si sentì più leggera, la sua vista sfocò e poi non vide più nulla. Certo! Aveva chiuso gli occhi per il dolore! Si toccò la testa con le mani, sentendola calda. Sicuramente era caduta all’indietro sbattendo. Però non si ricordava di avere il vizio di dondolarsi, soprattutto mentre pensava!
– Ora hai capito? – Aprì di scatto gli occhi riconoscendo subito quella voce.
– Tu! – Urlò. Si alzò subito in piedi stringendo i pugni.
– Ti riprendi in fretta! – Non riuscendo più a controllarsi, tirò un forte pugno diretto verso la sua guancia sinistra, andato a vuoto, ma, prima che lo ritirasse, lui lo bloccò.
– Come osi fare una cosa del genere? Chi ti credi di essere! Ci potevo rimanere secca! – Lui rise.
– Che caratterino, ed anche manesca! – La sua risata la fece infuriare ancora di più così, a sorpresa, alzò il ginocchio, colpendolo proprio in mezzo allo stomaco. Le lasciò la mano indietreggiando.
– Avrei voluto beccarti un po’ più in basso, ma non avevo voglia di sentire i tuoi urletti! – Vedendolo tornare in posizione eretta, si mise subito in difesa, alzando i pugni – Ne vuoi ancora? – Il sorriso, dipinto sulle labbra di lui, la sconcertò per qualche istante, istante in cui lui alzò il braccio destro e le tirò un forte schiaffo sulla guancia facendola cadere a terra.
– Non permetterti più di fare una cosa simile! Io non sono da buttare come te! Il mio corpo mi serve! – Disse con voce calma, ma fredda allo stesso tempo, cosa che la bloccò a terra. Si sentì toccare le spalle però.
– Kamura –san.. – Disse timidamente una voce femminile. Lui alza di poco lo sguardo vedendo una ragazza dai corti capelli castani con un fiocco rosso sulla destra, con i due lacci, lasciati liberi lunghi quanto i capelli. Anche lei aveva la divisa e, osservandola meglio, si ricordò chi fosse.
– Cosa c’è? – Chiese. Sempre con la stessa voce.
– Non.. non dovrebbe fare queste cose.. Anche se potrebbe sembrare forte, alla fine è la forza di un uomo contro quella di una donna! Ha.. ha esagerato... – Lui la guardò stupito.
– Io ho esagerato? – Nanako, ripresasi, si alzò, più lentamente. La guancia le faceva terribilmente male... Aveva una voglia folle di piangere, ma non poteva farlo, soprattutto, non davanti a lui.
– Dove poteva sedersi se non lì? Non ci sono più posti! – Riuscì a dire con un pò più di coraggio aiutando la ragazza ad alzarsi. Quella frase lo fece riflettere per qualche secondo.
– Mangia per terra, come i cani fanno! – Disse in fine.
– L–lascialo stare. É stupido. Non capisce nulla! Forse per questo è da solo – Kamura stava per alzare di nuovo la mano ma lei gli diede le spalle.
– Grazie – Disse alla ragazza, prima di uscire dalla mensa. Le lacrime, cominciarono a punzecchiarle gli occhi. Ormai sapevano di poter uscire, non c’era nessuno in corridoio, ma lei non voleva piangere! Lo aveva fatto così tante volte! Non voleva più piangere!
Corse in bagno, ricordandosi che ne aveva visto uno prima della mensa. Entrò subito in quello di destra, bagno femmine, guardandolo meravigliata. Era enorme! Aveva cinque bagni, chiusi dentro delle porte bianche con muri in plastica neri. Aveva lo spazio sotto, come i soliti bagni, però, la cosa bella è che c’erano quattro lavandini con uno specchio enorme lunghissimo davanti, quattro saponi di colore diverso... Sicuramente avevano odori stupendi! C’era anche il phon per le mani. Prese subito un pezzo di carta chiudendosi in bagno. Avevano cominciato a ascendere, quelle dannate lacrime, non voleva che nessuno la vedesse. Rimase per quasi un’ora, nemmeno se ne era accorta.
– Ma l’avete vista? Che ragazza stupida! Ah avuto quel che si meritava! – Sentì dire a una ragazza che aveva aperto il rubinetto, forse per lavarsi le mani.
– Già! Con che coraggio ha alzato le mani a Yuuki–sama? – Chiese un’altra. Si misero a ridere.
– Non durerà molto qui dentro! Sembra una stracciona, non potrà permettersi il collegio ancora per molto! Se fosse mio, l’avrei già sbattuta fuori! – Continuò la prima ragazza che aveva parlato.
– Buttiamola noi fuori, no? Basterà farle passare i guai peggiori! – Disse una nuova ragazza che, fino a quel momento aveva solo riso.
– Tutte la odiano per quello che ha fatto, potremmo farci aiutare anche da altre! – Una sbuffò.
– Dai ragazzi sicuramente no! Loro odiano Yuuki–sama! – Tornarono a ridere.
– Invidia! – E uscirono dal bagno.

La cosa, fece scendere ancora più lacrime sul viso rosso della ragazza. Continuava a piangere senza interrompersi nemmeno i singhiozzi diminuivano, anzi, peggioravano, man mano che pensava alla situazione. Se tutti la odiavano, l’unica cosa da fare sarebbe stata tornare a casa.
Strinse i pugni.
Più che tornare a casa, voleva far vedere loro che era più furba di quanto pensassero, però, come avrebbe potuto fare? Sospirò. Si asciugò le lacrime e mise a posto la frangia in modo che le coprisse gli occhi, se camminava a testa bassa.
Appena uscita dal bagno, vide, la ragazza che prima l’aveva aiutata, correre verso il bagno.
– Hirokawa–san! Allora eri qui! Ti cercano al telefono pubblico – Nanako fece un lieve cenno del capo e continuò ad andare avanti.
– Aspetti, il telefono è vicino lo studio della direttrice, vuoi che ti ci accompagni? – Nanako scosse la testa e corse via, raggiungendo, in fretta, il telefono.
– Pronto? – Chiese con voce, ancora un po’ tremante.
– Nana–chan! É successo qualcosa? – Chiese preoccupata la madre. Nanako scosse la testa senza dire nulla, avendo paura che se avesse parlato l’avrebbe implorata di riportarla a casa, cosa che non voleva, quindi non rispose – Nana... Non hai cambiato idea? – Chiese.
– No – Disse seccamente lei, ritrovando un po’ della sua grinta.
– La casa è così vuota senza di te! – Nanako rise ironica.
– Che strano, e io che me n’ero andata perché era troppo affollata! – La madre non riuscì più a dire nulla.
– É Nanako–chan? – Chiese una voce che lei conosceva bene, sentì il si della madre – Passamela! La voglio salutare! Non capisco perché se ne sia andata! – Non sentendo più il respiro affannato della madre, che lottava contro la persona ch'era con lei per tenere il telefono, riattaccò subito appena sentì la voce che tanto odiava.
– Nanako–chaaaa... – Guardò con odio il telefono immaginandosi a distruggerlo. Fece un lungo sospiro per calmarsi e fece marcia indietro per andare nella sua stanza. Prima di arrivare, vide la ragazza di prima che aveva alzato la mano per salutarla. Abbassò nuovamente lo sguardo, per non far vedere li occhi rossi e si coprì subito la guancia sapendo che c’era ancora il segno della schiaffo. Camminò più velocemente vedendo anche altre ragazze, vedendo in tutte, quelle del bagno.
Chiuse la porta con respiro affannato e chiuse la mano a pugno all’altezza del cuore, come per calmarlo, dato che batteva all’impazzata.
– Nanako–onee–san? – Sentì. Alzò lo sguardo vedendo il letto vuoto che vedeva sempre appena entrava, voltò la testa vedendo una piccola luce e notò il camino acceso. Vide una mano sul bracciolo di una delle due poltrone, poi dei piedi poggiare a terra e, infine, un piccolo corpo che correva verso di lei – Nanako–onee–san! Ti stavo aspettando! – La guardò bene, vedendola alquanto sorpresa.
– C–come hai fatto ad arrivare qui? – Chiese mentre si copriva in fretta la guancia.
– Io ci sono praticamente nato qui! Appena compiuto quattro anni, sono venuto qui a giocare con... – Smise di parlare mentre lei lo guardava stupita, non credeva che si potesse venire già da piccoli nella scuola.
– Perché? La tua famiglia non ti voleva? – Chiese triste. Lui scosse la testa.
– No, solo che la mia intera famiglia è passata per questa scuola, non potevo far altro che venire anch’io no? – Chiese con un sorriso. Lei ricambiò.
– É successo qualcosa? – Chiese, sentendo la sua voce, un po’ tremante e vedendo come le tremavano le mani.
– No, perché? – Itsuki accese la luce e tirò via la mano dalla guancia.
– Allora sei tu la ragazza che hanno picchiato! Non sapevo chi fosse stato ma sapevo che ce l’avevano con una ragazza! Chi è stato? – Chiese. Sembrava arrabbiato. Si appoggia alle ginocchia sorridendogli.
– Tranquillo, sto bene! Sei gentile a preoccuparti per me! – Lui arrossì subito e tolse la mano che Nanako gli aveva messo sulla testa per accarezzargli i capelli.
– Non sono preoccupato! Sono curioso! – Mentì. Nanako sorrise.
– Solite cose da capi! Quando le persone diventano troppo stupide fanno ciò che vogliono – Disse solo. Itsuki annuì, capendo che non avrebbe più detto nulla, così le prese la mano e la tirò vicino al fuoco, facendo finta di non notare gli occhi rossi. Mentre lei si sedeva, spense la luce e tornò sulla poltrona.
– Guarda cos’ho portato! – Disse contento togliendo un fazzoletto. Sotto di esso, c’era un piccolo barattolo ricolmo di biscotti, due piccole tazzine da te e un piccolo termostato accanto ad essi – Non hai mangiato no? – Chiese. Nanako guardava tutto con occhi lucidi.
– Aaaah! Non sai quanto mi brontola lo stomaco! Sono così contenta di averti conosciuto! – Itsuki mise il muso mentre lei cominciava a mangiare i biscotti.
– Solo per questo? – Lei rise.
– Certo che no! Sei l’unico amico che ho! – Disse, contenta di riempirsi la pancia. Itsuki sorrise e le fece compagnia, mettendo il tè nelle tazze e mangiando anche lui.

– Come hai fatto a venire qui? Le scale sono sorvegliate! – Lui sorrise.
– Te l’ho detto che sono cresciuto qui! Quando scappavo dalle lezioni, mi guardavo attorno notando ogni più piccola cosa nella scuola e poi da bambino, giocavo spesso a... – Smise di parlare per poi indicare il camino – Poi ho scoperto passaggi segreti! – Rise – Mio padre mi ha detto che la mia stanza è connessa con tutte le altre! Da quella posso andare dove voglio, per questo ha insistito tanto per farmela dare – Lei rimase a bocca aperta sentendo tutto quello che aveva detto.
– Il camino, sarebbe un passaggio? – Lui annuì. Guardò l’orologio sopra il camino.
– A proposito, dovrei tornare prima di farmi scoprire dal mio coinquilino – Disse alzandosi. Spense il fuoco col poco tè rimasto e abbassò una piccola leva che c’era all’interno del camino. Il piccolo muro di pietra dentro, si alzò mostrando un piccolo buco.
– É fantastico! – Disse infilando la testa – Come hai fatto a trovare la mia stanza? – Chiese guardandosi attorno non vedendo nulla dato ch’era completamente buio. Itsuki accese la torcia che aveva in tasca e passò nel buco, mentre Nanako rimetteva la testa.
– Ci sono dei numeri ad ogni angolo! Sembra che chi ha fatto costruire questo edificio fosse un guardone! – Disse ridendo. Nanako rise.
– Un giorno mi farai fare un giro vero? – Chiese guardandolo gattonare. Lui annuì, si voltò sorridendole.
– Ci vediamo domani allora! Al giardino? – Chiese. Nanako annuì.
– Sta attenta, il passaggio si chiude tra poco! – Disse invitandola a rientrare la testa.
– A domani, Itsuki–kun! – Lo salutò lei sentendo il rumore della pietra. Vide il bambino muovere la mano prima che la pietra coprisse completamente la visuale.
Sorrise, avvicinandosi a letto. Certo, come primo giorno nella sua nuova casa, non era stato dei migliori, ma almeno era finito meglio di quanto si aspettasse! Dopo essersi cambiata, postò le coperte dal letto e si coricò coprendosi, beandosi di quel piccolo momento di freschezza delle coperte, prima che s’intiepidiscano. Accarezza un angolo del cuscino chiudendo lentamente gli occhi, non pensò, nemmeno per un secondo a quel ragazzo. Se sarebbe successo, sicuramente non sarebbe riuscita a prendere sonno!

– Dove sei stato? – Chiese qualcuno spostando le coperte. Il piccolo Itsuki chiuse il passaggio del camino e si ripulì i vestiti prima di toglierli e mettersi il pigiama.
– Non sono affari che ti riguardano! – Disse freddo, facendogli capire che non aveva voglia di parlare con lui.
– Quando hai finito spegni la luce e fila a dormire. É tardi! – Sospirò coprendosi la testa. Sentì che il ragazzino intonava un leggero motivetto a bocca chiusa – Cosa è successo di bello? – Chiese con voce roca.
– Che t’importa? – Chiese ancora scorbutico.
– Sei andato da una bella ragazza? Forse la tua fidanzata? – Itsuki arrossì subito.
– Non è la mia ragazza! – Quasi urlò. Il ragazzo nel letto si tappò le orecchie – Però è bella! – Disse con un dolce sorriso – É anche simpatica e non mi tratta come un bambino, anche se è più grande di me! – Il ragazzo nel letto si alzò di scatto.
– Cosa? Ci prova con te? – Chiese. Itsuki sbuffò e s’infilò nel letto.
– No! Siamo solo amici! E poi a te che importa? Fatti gli affari tuoi no? Non è la cosa che sai fare meglio? – Chiese zittendolo.




continua...

Che ve ne pare?
Al prossimo capitolo!!
  
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