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Autore: JessL_    12/03/2011    8 recensioni
Spin off di "Travolgimi", i personaggi sono Alessia e Gigi.
Un passo avanti, forse più di uno. Cosa bisogna aspettarsi? Come ci si sente? Ecco i dubbi e un nuovo pezzo di storia di Gigi e Alessia.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Travolgimi'
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Ennesimo spin-off di questa coppia. Sappiate che incolpo voi lettori se la mia voglia di scrivere di loro aumenta u.u non dovete adorarli così tanto xD no scherzo, sono contenta che vi piacciano e soprattutto vi ringrazia la vera Alessia – che continua a sperare di trovare un minchione come Gigi.
Non mi prolungo, voglio solo ringraziarvi anticipatamente, perché sinceramente trovo mi sia venuta meglio la copertina della OS. Ma questo lo lascio dire a voi – scusate per gli orrori di scrittura che sono certa ci siano, poiché ho riletto solo una volta.
 
Questa One Shot, è collegabile tra il capitolo 45-46 di Travolgimi.
Nel caso non abbiate letto le altre OS di questa coppia o la storia originale, trovate tutto a questo link.  Buona lettura.



 
 
Max Pezzali – Grazie mille.
Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
che sto vivendo grazie Mille
 
Alessia pov...
<< Ale sei troppo nervosa. >> Mi mormora Gigi sulle labbra per poi mordicchiarmi quello inferiore. Sbuffo e mi sdraio supina. Siamo a casa sua, sul suo letto ma io ho la mente da un’altra parte.
<< Non sono nervosa... e che ho altro per la testa. >> Ammetto guardando il soffitto della sua camera.
<< E me ne vuoi parlare? >> Mi chiede con voce tranquilla, rimanendo di lato ma appoggiando la testa sulla mano, con il braccio piegato per rimanere più in alto.
<< Non c’è molto da dire. Vorrei picchiare Sandra. Vorrei urlargli contro che è una stronza. Che Elise non merita di soffrire, non per lei. >> Mi sfogo, cercando di non piangere e soprattutto di guardarlo, so già che se incontrassi gli occhi verdi del mio ragazzo... beh l’oceano Atlantico mi farà un baffo.
<< So che non ha versato nemmeno una lacrima. >> Sussurra Gigi spostandomi una ciocca di capelli da davanti gli occhi non appena mi volto verso di lui.
<< Cosa? Chi te lo ha detto? >> Chiedo preoccupata, mettendomi quasi seduta, quasi certa di dover correre dalla mia amica e di abbracciarla... e poi di prenderla a schiaffi, perché non può chiudersi, non può cercare di allontanare il dolore e le emozioni.
<< Alex. Mi ha detto che sembra stare più male lui di lei. Perché lui la rabbia almeno la dà a vedere, lei neppure quella. Evita di parlarne, evita persino di pensarci; queste sono sempre parole di Alex, io sinceramente non penso che Elise non si sia messa lì a ragionarci su, credo che vorrebbe non pensarci, ma ho seri dubbi sul fatto che ci riesca. >>
Afflitta, quasi del tutto abbattuta, mi appoggio al suo petto, facendomi stringere da lui.
<< Perché non mi ha detto niente? >> Chiedo a nessuno in particolare. Forse avrei dovuto semplicemente pensarla questa frase ma... mi è uscita fuori.
<< Non è facile parlare di qualcosa che non capisci... o che non vuoi capire. >> Alzo lo sguardo e gli accarezzo una guancia leggermente ruvida per la barba.
<< Quanto sei saggio quest’oggi. >> Dico prendendolo in giro, e lui sta al mio gioco atteggiandosi e facendomi ridere, tanto che poco dopo ci ritroviamo l’uno sopra l’altro che ci baciamo.
A staccarsi per primo è nuovamente lui. Ma non mi lamento, anche se sono più che certa che non stavo pensando di nuovo ad Elise.
<< Ho trovato la cosa che ci rappresenta. >> Aggrotto la fronte, ancora sotto di lui, sotto il suo dolce peso. Lo osservo mentre si sfila la sua collana – di cui non sapevo nemmeno l’esistenza – e non posso non sgranare gli occhi quando vedo i ciondoli.
<< Gigi quella... quella è la collana di Nana! >>
<< Beh se vogliamo essere precisi di Ren e Nana. >> Senza dargli veramente retta, afferro entrambi i ciondoli tra le mani e li guardo con occhi sognanti. Sapevo che Gigi amava il mio manga preferito ma non pensavo fino a questo punto. Porto i miei occhi nei suoi e mi sembra quasi di sentire il mio cuore smettere di battere quando mi perdo a osservare il suo sorriso dolce ma nello stesso tempo divertito.
<< Voglio darti la chiave. Il lucchetto lo terrò io, ma voglio che tu tenga la chiave. >> La sua voce non mostra segni d’incertezza ma oramai lo conosco abbastanza bene da poter dire che il non guardarmi negli occhi è un modo per nascondere il suo imbarazzo. Purtroppo non riesco a far sparire un supermega sorrisone dalle mie labbra. Sento anche di aver nuovamente gli occhi lucidi, per non parlare del cuore che batte a mille.
<< È inutile chiederti se sai il significato di questa collana. >> Al contrario della sua voce, la mia trema, m’incespico come se nulla fosse tra una parola e l’altra.
<< Ovvio che lo so. Solo quella collana può aprire questo lucchetto e dandolo a te... beh forse sto esagerando ma voglio veramente che ce l’abbia tu. >> Non so se mi ama, penso che come ha detto lui prima, è meglio fingerle di non saperle certe cose e io concordo, non è il momento di pensarci, di stare lì a trovare le parole a questo gesto. Mi basta semplicemente il suo bisogno che io abbia questo ciondolo. E io voglio questo ciondolo.
Lo bacio e intreccio una mia mano con la sua, dentro alle nostre mani c’è la chiave.
 
Gigi pov...
<< Stento a credere che tu abbia casa libera... >> Ammiro come se fosse la prima volta la stanza di Alessia, da quando stiamo insieme... cioè da quando usciamo insieme, sono entrato in questa camera solamente tre volte. Questa è la terza. E questa volta non c’è nessuno in casa, l’altra volta c’era il figlio del compagno di sua madre. Non ha detto niente. Anche perché sarebbe da stronzo fare la spia quando lui era il primo ad avere qualcuno in camera.
Lui però ci ha dato dentro alla grande, quanta invidia!
<< A volte capita anche a me di avere il via libera. >> Sbaglio o il tono era malizioso? No Gigi, non iniziare a fantasticare che poi ci rimani fregato... come sempre.
È piuttosto stressante darci di mano. Da solo per giunta. Anzi, proprio perché devo fare tutto da solo è stressante e nemmeno molto appagante ma non voglio metterle fretta, non voglio fare le cose troppo veloci con lei. Ho intenzione di andare ai suoi ritmi... anche perché non so che cosa spinga una vergine a perdere la verginità. Penso che per noi ragazzi sia più semplice...
<< La finisci di guardarti attorno? >> Mi dice Alessia, divertita, oramai sdraiata sul letto.
Sdraiata sul letto? E io sono ancora accanto allo stipite della porta?Mi sto rincoglionendo, oh sì!
<< Perché il letto rotondo? >> Le chiedo sdraiandomi – dopo aver tolto le scarpe – accanto a lei.
<< Non lo so, quando l’ho visto mi è piaciuto e ho chiesto se potevamo prenderlo. >>
<< È stato difficile venire a vivere a Caselle, vero? >>
<< Molto. >> Mi dice senza guardarmi. Mi volto, appoggiando la testa sul suo petto e chiudo gli occhi. Una sua mano corre tra i miei capelli e io mi beo anche del calore del suo corpo. E delle sue tette, perché è sue quello che mi sono appoggiato.
<< Gigi? >>
<< Mm. >>
<< Mi fai fare una cosa? Però tu devi stare fermo e soprattutto non devi fare domande e commentare. >> Apro gli occhi e alzo il viso. Penso di avere un enorme “come?” scritto in faccia ma evito di porre domande, quindi annuisco e mi lascio sdraiare supino da lei. M’irrigidisco, ma solo a volta che mi fa capire che vuole sfilarmi la maglia.
<< Ale ma che stai facendo? >> Chiedo. La mia voce trema, sento persino qualcuno fin troppo sveglio ma è il battito del mio cuore che mi spaventa. Sta battendo a mille.
Sono i miracoli di Alessia. Il mio cuore batte. Batte come non ha mai fatto.
<< Hai annuito. Quindi taci. Levati la maglia. >> Deglutendo a fatica, mi metto seduto e mi sfilo la maglia ma quando la sento armeggiare con mani tremanti con la cintura dei miei jeans, non posso non fermarle le mani.
<< So di aver detto che sarei stato buono e fermo ma... che stai facendo? >> La osservo mentre arrossisce, mentre si morde le labbra e sposta in continuazione lo sguardo. È stupenda con questi capelli biondi, spettinati e ricci. Ma c’è qualcuno che è davvero troppo sull’attenti e non so come la prenderebbe a essere preso in giro. Ora sono ancora in tempo a tenerlo fermo. Ma solo per ora.
<< Voglio fare una cosa. >>
<< Ehm sì questo l’ho capito. È solo che... Ale devi essere sicura di quello che stai per fare perché... in questo periodo io sono piuttosto... >> Tentenno, cercando il termine più adatto. << Delicato. >> Faccio una smorfia per la parola che ho scelto ma Alessia sembra non farci caso, sta sorridendo.
<< Lo so. So che... che sei alle strette. >>
<< Non devi farlo per me. >> La interrompo, sicuro di aver capito il perché di questo suo slancio.
<< Non lo faccio per te. >> Mormoro arrossendo nuovamente. Le accarezzo il viso e nel frattempo penso che magari è giusto far sciogliere un po’ di ghiaccio. Non so come bisogna fare le cose in situazioni simili, non almeno quando ci sono sentimenti di mezzo ma... è troppo agitata. Sorrido.
<< Che ne dici se prima ti coccolo un po’ io? >> Sgrana gli occhi e le sue guance diventano rosso fuoco. È adorabile.
<< No. Cioè... cioè... >> Le blocco le parole baciandola, accarezzandole i fianchi, facendola sdraiare.
In poco tempo ci ritroviamo quasi del tutto nudi, io solo con i boxer e la sua mano all’interno. Io sono di certo più impegnato, non posso di certo parlare... sono occupato a fare qualcosa di più soddisfacente. Anche sentirla mentre si lascia andare a gemiti, o “oh dio!” e sospiri è piuttosto eccitante ma quando raggiunge l’orgasmo, mi spiace solo non riuscire a vederla. La posizione sessantanove ha i suoi piccoli difetti, anche se non è che siamo proprio in quella posizione, io non sono su di lei, sono accanto... non mi andava di metterle il culo in faccia, tanto per essere precisi.
 
<< Sei stato... stato... >> Conclude la frase con un sospiro sognante e io gongolo ma qualcuno, più in basso, scalpita per farsi sentire. Non sono ancora arrivato all’apice. E Alessia in questo momento è come dire... troppo rilassata per occuparsi di me. E io non voglio obbligarla. Ma è difficile non stringerla maggiormente a me e farle sentire quanto vorrei che allungasse una mano.
Mi stiracchio, cercando così di allontanarmi un po’ ma mentre sto distendendo la schiena, la mano di Alessia vola dentro i boxer e il mio respiro si blocca, gemo, senza nemmeno sapere dove ho trovato la forza e non la ferma – sia mai! Non sono mica così scemo – e cerco di darmi un contegno, soprattutto quando la signorinella prende a baciarmi il petto e decide di accanirsi sui miei poveri capezzoli indifesi.
<< È giusto che ora venga tu coccolato, no? >> Chiedo con voce lieve ed estremamente sensuale, ma la sento a malapena perché... beh sono molto – fin troppo veramente – preso ad andare incontro alla sua mano col bacino... tanto te che quando si ferma quasi mi viene un infarto. Penso di aver parlato ma... naaaa magari mi sbaglio. Con il fiato corto, apro gli occhi e la guardo come per chiederle “Ammettilo, mi vuoi morto, perché diavolo hai fermato la mano?” ma lei, che ha ancora la mano stretta a pugno sul mio amico... beh mi sta guardando male.
<< Che cos’hai detto scusa? >> Sgrano gli occhi. Cazzo.
Che cos’ho detto? Perché parlo senza rendermene conto?
Cazzo.
Cazzo.
Cazzissimo.
Stramegacazzo!
<< Non lo so. >> Oddio è veramente la mia voce? Che schifo.
<< Lo hai appena detto. >>
<< Non me lo ricordo. >>
<< Cos’è che sarei? >> Mi chiede ora con sguardo tagliente.
<< Ale, non lo so. Ho parlato senza rendermene conto ma se togliessi la mano – fin troppo stretta – dal mio c... membro, sarei più tranquillo. >>
<< La regina delle seghe. Vorresti che ti facessi un pompino... bene, ti do un consiglio, chiedi a un buon medico di toglierti qualche costola così puoi fare tutto da solo, proprio come ha fatto Marilyn Manson! >> La sua mano lascia le mie parti intime, lei si alza dal letto, lei si riveste e lei, una volta vestita, mi guarda in modo truce dall’alto al basso. Ovviamente è inutile dire che io sono ancora sul letto con un’erezione che sembra impassibile al fatto che dovrà accontentarsi ancora una volta della mia mano.  Lentamente mi alzo e lei, con le braccia incrociate, guarda il mio amico.
<< Come mai è ancora sveglio? >> Chiede arrossendo, con voce persino più tranquilla confronto a qualche minuto prima.
<< Non pensavo di aver parlato. Non pensavo nemmeno che ti saresti offesa ma ti chiedo scusa. Comunque... è l’effetto che gli fai e quindi non si abbassa nemmeno sotto tortura quindi... quindi se mi lasci andare in bagno... >> Ridacchio, passandomi una mano tra i capelli. Mi sto vergognando come un ladro, e non perché ho il mio amico all’aria o perché sono nudo.
<< Ti rendi conto che ti sto chiedendo se mi lasci il permesso di usare il tuo bagno personale per masturbarmi? >> Sono scioccato ma lei che scoppia a ridere, mi sciocca ancora di più. << Che c’è da ridere? >> Chiedo innervosendomi.
<< La tua faccia. Scusa è che... cavolo dovevi vederti! >> Riprende a ridere ma smette quasi subito. Mi afferra una mano e fa un passo avanti.
<< Gigi... per favore, non contenerti. >> Dice abbassandosi, mettendosi in ginocchio. Tra le mie gambe. Un sorriso spunta sulle mie labbra e non posso non ringraziare il cielo, gli angoletti e anche il creatore per avermi fatto questa grazia.
   
 
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