Sweet Disposition
I. Second thoughts {udito}
Odiavo la sua voce, era troppo acuta.
Le poche volte che l’avevo
sentita parlare ricordo di essermi chiesto come si potesse avere un tono così
acuto.
Dalle sue labbra uscivano solo insulti verso noi Grifondoro, perché le
parole dolci le teneva per Malfoy.
Il fastidio che provavo cresceva giorno
dopo giorno, perpetuandosi in me quasi come fosse amore.
Lo sentivo parlare con i suoi amici, cercavo di non dargli
importanza.
Non mi piaceva la sua voce: non era roca come quella di Draco né
sensuale come quella di Zabini.
Somigliava più ad una cantilena
compassionevole, decisamente poco seducente.
A dream, aloud.
Credo accadde per caso.
Mi era capitato di essere abbastanza vicino a
lei per udire la sua risata.
Può una persona cambiare così tanto in un solo
istante?
Pansy Parkinson in quel momento era raggiante. Gli occhi le
brillavano come piccole onici splendenti, tutti i difetti che solitamente notavo
scomparsi sotto una coltre di luce e serenità.
Desiderai sentirla ridere ancora, solo per
me.
Anche i Serpeverde hanno un cuore, eppure se lo dimenticano sempre
tutti.
Forse è perché gli unici sorrisi che ci permettiamo rimangono nascosti
sulle nostre labbra finché non siamo soli.
Mi è sempre piaciuto ridere,
meglio ancora se in compagnia.
Quando quel giorno vidi Potter ridere con i
suoi amici, venne voglia di farlo anche a me.
Era come se i suoi occhi verdi
mi stessero parlando sfidandomi ad essere felice.
Desiderai sentirlo ridere ancora, insieme a
me.