Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Taila    13/03/2011    4 recensioni
Io seguii il suo cenno annoiata, aspettandomi uno di quei pomposi soldati con la parrucca arricciata che ero solita vedere sorvegliare le varie sale della reggia. Invece quello che vidi ebbe il potere di mandare in frantumi tutto quanto attorno a me.
È troppo giovane per ricoprire la carica di colonnello, fu la prima cosa che pensai. Era abbastanza distante da me per impedirmi di scorgere nitidamente il suo volto, ma da quello che riuscivo a vedere doveva essere bellissimo. I lunghi capelli biondi ondeggiavano ribelli al vento, catturando e riflettendo in mille scintille dorate la luce del sole. La divisa rossa brillava come un rubino, mentre in groppa al suo cavallo bianco impartiva deciso ordini che i suoi soldati eseguivano perfettamente e all’istante.
Sembrava uno degli eroi dipinti sui quadri che adornavano le pareti della reggia. Come potevano esistere uomini così affascinanti al mondo?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve salvino gentili lettrici e ben ritrovate ^O^ Mi scuso per il vergognoso ritardo, ma tra l’università e altre fic da finire è una tragedia -.-‘’’ Ma passiamo alle cose serie. Ringraziamenti: Un grazie speciale va a Paperetta che ha letto e corretto anche il secondo capitolo di questa storia. Ti ringrazio davvero per le belle parole: me emozionata ^//^ Ringrazio Ninfea Blu: Ops! Ammetto che quella frase mi è sfuggita ^^''' Purtroppo anche se rileggo cinquanta volte c'è sempre qualcosa che non vedo... quindi ti ringrazio della segnalazione e continua pure a tenermi d'occhi: mi fa solo piacere! ^.^ Sono contenta che l'idea e il personaggio ti siano piaciuti. Charlotte è uno dei personaggi del manga che mi piacciono di più, perchè pur mostrandosi all'inizio una bimbetta viziata, poi ha modo di dimostrare che c'è molto altro ^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Ringrazio CosmopolitanGirl: Ti ringrazio tantissimo, spero di riuscire a mantenermi sulla stessa lunghezza del primo capitolo ^^
Ringrazio: yami no tenshi che ha inserito la fic tra i seguiti. Ringrazio tutti coloro che hanno solo letto e tutti coloro che leggeranno e commenteranno questo capitolo (inchino!)
Adesso vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente \^o^/


Capitolo II: La rosa che sboccia

Nel pomeriggio del giorno successivo mia madre e io ci recammo a una rappresentazione teatrale che si sarebbe tenuta nei giardini della reggia alla presenza della Regina. Non era la prima volta che avrei incontrato la sovrana di Francia, ma ugualmente avvertivo una scintilla di imbarazzo. Maria Antonietta era una donna bellissima, dolce e gentile, ma proprio per questo talmente ingenua da cadere negli intrighi orditi da mia madre. A quei tempi non riusciva ancora a distinguere tra amici e nemici, ancora non aveva capito che non tutti erano brave persone, che le persone che le erano veramente fedeli erano pochissime.
Mia madre era la donna più potente a Versailles dopo Sua Maestà e per questo avevamo diritto al rispetto delle altre dame. Un rispetto condito di odio e sospetto, ma a noi non importava. Ora possedevamo ciò che avevamo sempre desiderato e non aveva importanza come lo avessimo conquistato o se l’ossequio della corte fosse fasullo e temporaneo. Ciò che contava era che le altre nobildonne ora si fermavano al nostro passaggio e ci cedevano il loro posto, chiedevano consigli e favori a mia madre.
La Regina era in piedi accanto al suo trono, di spalle a noi, e sembrava conversare con qualcuno che non riuscivo a vedere. Pensai che stesse commentando con una nobildonna l’ultima festa da ballo a cui aveva partecipato a Parigi. Mia madre si avvicinò loro per prima.
- I miei omaggi Maestà.- disse profondendosi in un ampio inchino.
La Regina si volse verso di noi e sorrise riconoscendo mia madre. Grazie a quel movimento potei vedere con chi Sua Maestà stesse conversando prima del nostro arrivo. Il giovane Colonnello che avevo visto il giorno prima da una delle vetrate della reggia era davanti a me. Per la sorpresa di quell’incontro inatteso, un’emozione violenta mi investì facendomi tremare dall’interno e quasi feci cadere il ventaglio che stringevo tra le mani. Facendo forza su me stessa per superare quello strano imbarazzo che mi aveva colto così all’improvviso, lo osservai con più attenzione: era straordinariamente bello. L’impressione che avevo avuto il giorno addietro, quando lo avevo osservato da lontano, non era comparabile a ciò che stavo vedendo in quel momento.
La Regina lo presentò a mia madre e lui si inchinò in un saluto militare rigido ma rispettoso. Era un soldato, ma sembrava essere anche molto elegante e raffinato, e per questo molto affascinante. Ero così concentrata su di lui che non mi resi conto che sua Maestà stava presentando me.
- Oscar lei invece è Charlotte de Polignac, figlia della Contessa.- disse indicandomi con un gesto aggraziato della mano.
Gli occhi azzurri del Colonnello si spostarono su di me e avvertii qualcosa spezzarsi dentro al mio petto. Il suo sguardo era severo e impenetrabile, metteva soggezione e forse per questo non riuscii a sostenerlo e lo abbassai, mentre sentivo quella sensazione di calore tornare a scorrermi verso il volto e tutto attorno a me iniziò a girare come se avessi un capogiro improvviso. Il cuore mi batteva impazzito dentro al petto, le mani erano gelide e sudate, e tremavano vistosamente.
- O… onorata di f… fare la vostra conoscenza.- balbettai mentre mi esibivo in un goffo inchino.
Mi sentivo strana, come se qualcosa non funzionasse bene dentro di me. Non riuscivo a capire cosa mi stesse accadendo, mai prima di quel momento mi ero sentita in quel modo. Come ci riusciva?
- Mademoiselle Charlotte.- mi rispose.
Aveva una voce decisa, ma sembrava troppo sottile per essere quella di un uomo. Mi arrischiai a sollevare lo sguardo su di lui e con un po’ di delusione scoprii che era tornato a concentrarsi sulla Regina. Mi dissi che era normale, che infondo era il Colonnello della Guardia Reale e il suo compito era proteggere i nostri Sovrani, ma quella sensazione di fastidio non voleva andarsene. Ero circondata dal brusio delle altre dame che osservavano anch’esse affascinate Monsieur Oscar e, non senza sorpresa, scoprii che era una cosa che mi irritava molto.
Lo vidi fare un inchino a Sua Maestà prima di allontanarsi e raggiungere i suoi soldati. Con pochi gesti decisi e secchi, impartì gli ordini che furono eseguiti all’istante. Poi scomparve, inghiottito dal verde dei cespugli e dal rosso delle rose del giardino. Alla delusione si mescolò una strana tristezza che mi appesantì il petto: avevo desiderato che restasse con noi, che assistesse anche lui alla rappresentazione teatrale invece di svolgere i suoi compiti e invece le mie speranze erano state frustrate.
- Un ufficiale davvero affascinante, monsieur Oscar. Siete fortunata Vostra Maestà.- stava intanto dicendo mia madre mentre si sedeva sulla sedia accanto al trono della Regina.
- Oh, non potete immaginare quanto, Contessa. Oscar mi ha salvato più volte la vita. – rispose la nostra sovrana con un sorriso così affettuoso che sentii il petto farmi male – Ma non fatevi ingannare dal suo aspetto marziale: Oscar è una donna, con grande dispiacere di molte delle nobildonne di corte.- aggiunse con un sorriso giocoso.
Una donna. Quel giovane ufficiale era davvero una donna? Quella scoperta era così lontana da me e da quanto mi avevano insegnato, che mi lasciò stupefatta. Fino a quel momento, per me le donne erano soltanto delle dame che si dilettavano con vestiti e gioielli, che facevano a gara tra loro per essere la più bella e ammirata. Non avevo mai sentito parlare di una donna che indossasse una divisa militare invece di pizzi e merletti, e si interessasse di spade e pistole piuttosto che di gioielli.
Ma quella scoperta non bastò a fermare l’attrazione che sentivo verso di lei. Mi incuriosiva terribilmente, ora ancora più di prima, volevo sapere tutto di lei. E quel folle batticuore non accennava a quietarsi, anzi tutt’altro: era diventato ancora più veloce.
Cercando di mostrarmi il più calma possibile presi posto accanto a mia madre. Non avevo alcuna voglia di restare seduta e ferma ad ascoltare una noiosa rappresentazione teatrale, desideravo solo alzarmi e immergermi nel giardino, percorrere i vialetti di ghiaia cercando monsieur Oscar. Mentre gli attori si avvicendavano sul piccolo palco immaginavo una romantica passeggiata nel giardino, di vederlo comparire in tutta la sua altera bellezza da dietro una delle siepi, che mi venisse incontro e di poter così discorrere un po’ con lui.
Sospirai irritata dai miei stessi pensieri, che sembravano prendere strade tutte loro, diverse l’una dall’altra. Cercai di riportare la mia attenzione sulla rappresentazione, altrimenti non avrei saputo cosa dire quando le altre nobildonne mi avrebbero chiesto cosa ne pensassi. All’inizio fu difficile restare concentrata, ma quando mi resi conto che era la storia di due giovani innamorati, allora mi immedesimai completamente. I palpiti del loro amore erano gli stessi fremiti che avevo provato io, la loro struggente speranza di vedersi il mio desiderio di incrociare quegli occhi di ghiaccio.
Ero innamorata di monsieur Oscar, realizzai con un fremito di paura e speranza.

Aver scoperto che monsieur Oscar fosse in realtà una donna non aveva mutato la natura di ciò che provavo nei suoi confronti. Quel giorno, quando l’avevo visto per la prima volta mentre addestrava le sue truppe, qualcosa era nato dentro di me. Qualcosa che mai avrei dovuto nutrire, non per lui almeno.
Sapevo che non sarebbe nato niente di buono da tutto quello. Sapevo che tra tutti gli abiti e i gioielli che potevo desiderare, quella era l’unica cosa che mai avrei potuto avere. Ma ugualmente non potevo trattenere quel tremito al cuore ogni volta che scorgevo la sua figura perfetta, quel sottile senso di sconvolgimento che mi prendeva quando riuscivo a incrociare i suoi splendidi occhi azzurri.
Tutto in monsieur Oscar mi attirava come una calamita. Ero affamata di notizie sul suo conto e ben presto iniziai a inventare ogni stratagemma per far parlare le dame di corte e soddisfare così la mia curiosità. Ma non mi ci volle molto per scoprire che per lo più erano pettegolezzi senza alcuno fondamento. Così iniziai a osservarlo.
Monsieur Oscar era una persona introversa e di poche parole, sfuggente e misteriosa, e questo non faceva altro che aumentare il suo fascino. Non prendeva parte alla vita di corte, si limitava a svolgere il suo lavoro di Colonnello della Guardia Reale, pattugliando le stanze della regia assieme ai suoi soldati, assicurando così la protezione dei reali. Ai balli di corte partecipava solo se era strettamente necessario, mentre disertava del tutto quelli che si tenevano presso le residenze private dei nobili. Non era un tipo mondano, non gli interessavano i vantaggi che potevano venirgli dall’allacciare alleanze con quello o quell’altro nobile.
Accompagnare mia madre ai balli di corte o delle nobildonne che la invitavano nei loro palazzi, non era mai stato così necessario per me, speravo sempre che fosse l’occasione giusta, che magari avrebbe presenziato anche lui nonostante sapessi era solo un’illusione. Facevo di tutto per trovare un’occasione per vedere monsieur Oscar, speravo di poter scambiare con lui qualche parola. Desideravo ardentemente sentire di nuovo quegli occhi azzurri su di me, ascoltare ancora la sua voce. Avrei dato qualsiasi cosa per poter danzare un minuetto insieme a lui.
Ma niente di tutto questo sarebbe stato possibile. E tutto per il semplice fatto che ero la figlia della Contessa de Polignac. Mia madre aveva compreso subito quale pericolo costituisse il giovane colonnello per la riuscita dei suoi piani. Monsieur Oscar non era una persona che poteva controllare e manovrare a suo piacimento, non era implicato in nessuno dei sordidi affari che coinvolgevano gli aristocratici all’ombra di Versailles, apparentemente sembrava non avere alcun punto debole su cui fare forza per poterlo avere in pugno. Al contrario, la sua reputazione era immacolata e godeva della piena fiducia della Regina. Sua Maestà ascoltava sempre le parole di monsieur Oscar, accettando i suoi consigli e giudizi come se fosse il suo consigliere personale. E questo mia madre non poteva permetterlo. Da brandelli si conversazioni ascoltate di nascosto, sapevo che mia madre aveva perso grosse somme di denaro a causa di monsieur Oscar e questo non gliel’avrebbe perdonato molto facilmente.
L’odio di mia madre nei suoi confronti era solo aumentato con il passare del tempo. Per questo ero certa che mi avrebbe impedito in ogni modo di avvicinarmi a monsieur Oscar. Era il suo nemico da battere ed eliminare.
Sola nella solitudine della mia stanza, mi perdevo sempre più spesso in fantasie romantiche che coinvolgevano me e monsieur Oscar. Fantasticavo che sfidasse mia madre e mi conducesse via con sé, per sposarmi. Chiudevo gli occhi e immaginavo la cappella della reggia adornata a fasta, gli invitati riccamente vestiti che si accalcavano nei banchi e monsieur Oscar che mi attendeva davanti l’altare, altero e bellissimo nella sua uniforme rossa.
Subito dopo aprivo gli occhi e mi davo della sciocca. Quelle erano solo delle stupide fantasie che non avrebbero mai potuto realizzarsi. Monsieur Oscar era una donna, nonostante le apparenze, mia madre l’odiava e certamente stava già accordandosi con qualche nobile per farmi sposare il suo ricco rampollo.
I miei sarebbero rimasti solo i sogni irrealizzabili di una bambina.

  
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