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Autore: allaboutme    13/03/2011    1 recensioni
Roxanne, è una ragazza intelligente e anche bella, le piacerebbe vivere una storia tipo romanzo ma non andrà così. Avrà mai quello che ha sognato? Le persone cambiano?
Nicholas sarà il ragazzo destinato a lei? sarà vero amore o è solo una presa in giro?
Nonostante gli ostacoli Roxanne riuscirà a sopportare il dolore?
Leggete vi prego :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi piace molto questo pezzo, è una nuova FF una novità per me, comunque forse perchè l'ho scritto e perchè sono stata discontinua, spero vi piaccia l'introduzione e VI PREGO RECENSITE! HO BISOGNO DEI VOSTRI CONSIGLI! :)



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Sono distesa sul tappeto con un torcicollo pazzesco, mentre scrivo frasi su frasi per le mie…canzoni. Ok non sono una cantante ma è un sogno nel mio privatissimo cassettino d’oro dove tengo tutto ciò d’imbarazzante, impossibile e imbarazzante. Mi piace moltissimo scrivere testi perché scrivo seguendo l’ ispirazione del momento, seguendo quello che vedo, ascoltando ogni singolo rumore o movimento, assaporando ogni singolo assaggio d’ispirazione. 

Il mio nome è Roxanne ma io preferisco Roxy, è più carino e completo. Vi do una mia breve presentazione sono alta-bassa (nella media), magra, capelli bruni scuri a volte anche ramati, occhi marroni scuro, pelle olivastra e mi ritengo o almeno gli altri mi ritengono ‘carina’. Dovevo andare in centro con mia madre per comprare la mia nuova borsa, quindi mi disabilitai dalla mia posizione e mi preparai erano le tre del pomeriggio. Verso le tre e mezza riuscimmo a muovere la baracca: avevo un paio di jeans, converse nere, t-shirt, foulard, cardigan, cappotto, borsa fuxia e capelli legati alla cavolo ( sono una piuttosto dettagliata ). Vabbè arrivammo con la metro in centro verso le 4 , comprammo la borsa, e accompagnai mia mamma a lavoro che era da quelle parti, poi mi avviai verso casa. Come al solito quando esco mi porto sempre più del dovuto, e di solito anche testi e robe varie. Mentre aspettavo la metro presi i fogli e li rilessi appuntando con la penna qualche modifica o addirittura scrivendo nuove frasi. Presi la metro sempre concentrata e scesi alla seconda fermata per cambiare, mi stavo incamminando verso la metro con i miei fogli in mani vidi la metro arrivare e mi misi a correre. Guardavo avanti come una demente, per non parlare della mia corsa…e poi il pavimento.

 

Avevo il palmo della mano sfregiato e avevo anche un dolore lacerante al viso, sentivo di aver perso i miei occhiali ( ecco un piccolo particolare porto dei semplici occhiali solo per leggere non li uso sempre ). Mi tirò su qualcuno, ci volle un po’ per capirci qualcosa. - scusami - disse un ragazzo. appena in piedi riuscì a vedere bene il ragazzo che intanto mi porgeva gli occhiali, - grazie -  dissi leggermente scombussolata. - tutto a posto?- disse il ragazzo incerto con un ghignò che incominciavo ad odiare - sisi, insomma - risposi senza trasparire nessun emozione o compiacimento, perchè non era stato un incontro da racconto quello. Neanche 5 secondi dopo lo raggiunserodue suo amici - hai fatto conoscenza? - ridendo, io li squadrai a mia volta. ok che cavolo stavo lì avevo una carriera da promuovere, me ne andai.



- And long, long live the look on your face, and bring on all the pretenders, one day we will be remembered. - stavo ascoltando Long Live By Taylor Swift. Non so Perchè ma in quel periodo Taylor riusciva a trasmettermi quello che io provavo e che io stessa non riuscivo a capire, un concetto veramente complicato da capire o almeno come io credo. Ero sulla metro diretta a casa, arrivata a destinazione aprì la porta, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai sul divano. Siamo in tempo pre-primaverile ma fa comunque abbastanza freddino; mi misi in tenuta 'da casa' e accesi la Tv. Mio padre è partito per lavoro, lui fa spesso quei viaggi-lavoro dappertutto e ha promesso che tra qualche tempo mi avrebbe portato con se, ho anche una sorella, si chiama Ginevra, è sposata e in questo momento sta vivendo un viaggio di nozze favoloso in giro al mondo.
Purtroppo sono l'unica che dovrà rimanere bloccata per l'eternità in questa periferia fumosa e noiosa del cavolo.
Mentre vedevo la Tv mi si accese una lampadina! Corsi a prendere la mia vita cioè dei ricavi di legno intagliati o meglio tradotto, fogli di carta scritti. Poche ore fa avevo scritto un pezzo stupendo, l'avevo previsto subito come un successo lo adoravo e volevo continuarlo assolutamente, e proprio ora l'immaginazione era scoppita: un palco stupendo, una chitarra elettrica pronta ad accudirmi, gente di tutte l'età che gridava in festa 'Roxy!Roxy!Roxy!' e poi vidi che - NON C'E'! - non riuscivo più a trovare il mio foglio quello che adoravo, nonostante fosse appena nato. - O NO DOV'è FINITO?!?!? - cercai dappertutto ma niente, alla fine mi buttai sul divano, mi si stavano bagnando gli occhi; volevo arrabbiarmi ma non sapevo con chi anche  perchè nessuno se non me aveva colpa. Mi ripresi e mi rimisi a cercare fino al calar del sole e fino a quando non stetti per crollare dal sonno, dalla fame e dalla stanchezza, e mi arresi. Cucinai un misero piatto di pasta e una misera bistecca, poi provai a ricordarmi cosa c'era scritto, pronta a riscriverlo, ma non mi piaceva e poi mi ricordavo semplici parole neanche frasi.
Dopo 'cena' decisi di sprofondare nell'oscuro più totale del mio letto e inizia a riflettere - certo che solo io sono l'unica babba sulla terra che perde un pomeriggio a cercare quei sacrosanti fogli, certo come no. può darsi che domani ti venga un'idea migliore. -

Mattina.
Quella mattina mi sveglia presto, come al solito la colazione non era pronta, e poi eravano nelle vacanze di Pasqua, un pò di riposo ci voleva. Mia mamma era in camera a dormire e di sicuro prima delle 10 non si sarebbe svegliata e in quel preciso momento erano le 8, quindi decisi di preparare del latte per mia madre e andare a fare colazione fuori, avevo bisogno d'aria e d un bel cappuccino fatto come si deve.
A casa mia è tutto diverso: ho 17 ed ero molto più matura di un ventenne, le cose tra lei e papà, per via del lavoro, erano andate male, quindi quando mio padre era a casa ( un altra di casa) io venivo sballottata da una casa all'altra, ma questo fin da piccola ed non è stato traumatizzante, su di me ha fatto un altro effetto, mi ha dato un pò più di saggezza e maturità. la mattina mi capitava spesso di uscire spesso senza avvertire.
Lasciai un bigliettino a mia madre, mi vestii in tinta al tempo che circolava fuori: orribile, pioggia nebbia sembrava dovesse venire una tempesta: cioè converse, jeans, pullover e una giacca, lasciai i capelli sciolti senza indossare gli occhiali, tanto non avevo bisogno di leggere. Entrai da Starbucks, quello più vicino, cioè almeno venti minuti di metro, perchè si trovava in centro, arrivata il posto era popolato da una marea di gente, anche se fosse stata la fine del mondo quel posto sarebbe sempre così popolato. Dopo aver fatto un pò di fila presi un frappuccino e mi affrettai a uscire, mi sedetti su una panchina la più nascosta e aspettai di bere il mio cappuccino. Poi presi il mio scrauso cellulare e inviai un messaggio a Jane e a Mary, dicendo loro - oggi pomeriggio andiamo in centro? appena esco dal dentista? pliss :3 -
Quel pomeriggio stesso sarei dovuta ritornare in centro, dovevo andare dal dentista, praticamente la mia seconda casa, in realtà era da secoli che non ci andavo, quando ero piccola ci andavo molto spesso per curare cavolate come le carie...ma lasciamo stare, quella di oggi sarebbe stata solo una visita di controllo.
Presi di nuovo la metro del ritorno, e me la feci tutta ascoltando il mio i-pod e arrivai a casa ascoltando - Baby, you're a firework, Come on, let your colors burst, Make 'em go "Oh, oh, oh" You're gonna leave 'em falling down-own-own - by Katy Perry.

- guarda oggi non sono a casa sono uscita con i miei e credo ci resterò per tutta la giornata scusa ti voglio bene :) Mary -.-ciao Roxy <3 ehm... oggi non posso proprio ho dato appuntamente alle mie compagne di classe l'ho promesso loro da anni, capisci vero?! ahah scusami ti voglio bene :) jane -
Avevo ricevuto i 2 messaggi proprio mentre uscivo di nuovo di casa per ritornare in centro, - va bene - sospirai mentre rispondevo.
Mi ero cambiata di nuovo, erano le 13 e il tempo era diventato stupendo, bè in quel periodo il sole mi veniva a trovare più spesso, salutai mia madre che mi chiese per la decima volta se mi doveva accompagnare e io per la 10 volta risposi che non ero più una bambina (tipica risposta pronta e stampata che si da alla mamma preoccupata.) Uscì e ripresi la metro, questa volta mi ero vestita decentemente una gonna, calze lunghe leggerem ballerine e un pulloverino con sopra uno spolverino (sempre senza occhiali ).
Arrivata dal dentista mi accorse la segretaria che ormai conoscevo da secoli, - ciao roxy come sei cresciuta è da tanto che non ci vediamo!- . - si lo so- dissi sorridendo e mostrando la mia dentatura. - siediti tra poco dovrebbe toccare a te - -grazie mille - andai a sedermi in sala d'attesa, c'era solo un vecchio signore - salve- -salve- mi sedetti e presi una rivista 5 minuti dopo arrivò un altro paziente, un ragazzo alto, atletico, molto carino con una felpa, jeans e converse nere. Distolsi il mio sguardo per una frazione di secondo per poi riporlo alle immagini della rivista, appena incontrato quegli occhi verdi a dir  poco stupendi. - è in largo anticipo, quindi credo che debba aspettare - disse angela la segretaria, al ragazzo, e poi mi sorrise. il ragazzo si sedette e iniziò a giocherellare con il suo i-phone 4. - il signore Peroni? è il suo turno - il vecchio signore si alzò e seguì angela. Mi venne sete, tirai fuori una bottiglietta frizzante nuova dalla mia borsetta e tentai di aprirla, facendo una figuraccia del cavolo, perchè non ci riuscì, provai tipo per tremila volte ma quella sigillatura era di ferro! Provai a non fare faccie assurde ma fu impossibile, guardai un attimo il ragazzo che aveva un ghigno quel ghigno che avevo già visto su quel idiota che avevo scontrato alla metro!. Ripresa dallo schock misi la bottiglia nella borsa. Stavo morendo di sete, oh fa niente presi la bottiglia e chiesi al ragazzo - ehm... scusa? potresti aprire la mia bottiglia? - il ragazzo alzò il suo meraviglioso sguardo e mi disse - certo - prese la bottiglia che gli porgevo e l'aprì quasi sfiorandola, poi me la porse - grazie - dissi tra lo stupore, l'imbarazzo e la presa in giro. Bevvi un sorso - senti ma noi ci siamo già visti - mi andò di traverso l'acqua, non era una domanda ma una affermazione - si credo di si - dissi facendo finta di essere confusa - comunque bella quella canzone l'hai scritta tu? - . -Roxy vieni tocca a te - presa dall'imbarazzo e dalla voglia di uscire da lì corsi di fretta e furia da angela e andai dalla mia dentista di fiducia che stabilì - devi togliere dei denti che non hai ancora tolto - .



  
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