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Autore: IAmWillyWonka    13/03/2011    1 recensioni
ogni notte sempre lo stesso sogno... posso pecepire il suo dolore la sua sofferenza... mentre lei cade... la mia anima si distrugge. chi cosa sono in realtà? i suoi occhi, i suoi capelli, il suo viso sono identici ai mei il suo nome era Theresia...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Crimson Butterfly'
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cap. 6  ombre riflesse "zero"



lentamente ritornammo verso gli edifici privati del direttore, hikari mi faceva poggiare su di lei, stingendo la mano del braccio che attorcigliavo al suo collo, mentre ancora ripensavo ad ogni singolo avvenimento, non ne potevo più tutti che cercavano di fare pressione su di noi, e poi questa stupida storia degli angeli, avevo i nervi a fior di pelle, mentre hikari sembrava diventare sempre più debole ogni giorno che passava, malgrado si fosse nutrita col mio sangue fino a pochi minuti fa.
quando arrivammo nei pressi dell'allogio solo allora mi resi conto che tra le mani stringevo ancora la katana che mi aveva dato gabriel...
- zero quella... -
-... è stato gabriel a darmela -
hikari sbarro gli occhi poi calò lo sguardo cercando di nascondere la sua inquietudine, mentre lentamente entrammo nell'alloggio, liberai hikari dal mio peso, e mi poggiai ad un muro, l'intenso dolore ventre ritornò digrignai i denti mentre sentii una mano di hikari stringere un mio braccio, mi osservava preoccupata, ma in quella preoccupazione si riusciva a vedere una lieve scaglia d'ira e di tristezza.
- tranquilla, sto bene -
- cosa ti ha fatto mia madre? -
- nulla... -
- bugiardo! - ribbattè lei con voce adirata
- conosco bene mia madre! è un essere privo di scrupoli quando si trova davanti ad un suo possibile nemico! -
rimasi in silensio mentre vidi una piccola lacrima scendere sul suo viso, sentivo la presa di hikari sul mio braccio stringersi sempre di più mentre le sopracciglia si scontravano tra di loro dando al suo sguardo un'ulteriore nota di rabbia, poi calò lo sguardo e poggio la testa sul mio torace.
- hikari non è stata tua madre a farmi questo... -
- allora chi? -
osservai nuovamente la spada che stringevo, per un istante mi sembrò  come se all'interno della mio corpo si stesse creando qualcosa di nuovo ma non di sconosciuto come una pianta che cresce dal suo germoglio.
- non lo sò... non lo sò hikari -
- non è vero... è solo che non vuoi dirmelo -
- forse... -
- stupido! -
- ora capisci cosa si prova ad essere tenuto all'oscuro di cose importanti? - gli canzonai mentre lei affondava il viso nel mio petto, poi la strinsi forte a me, mentre i suoi piccoli singhiozzi risuonavano nell'aria.
- testona... dai finiscila di piangere -
lei annuì ripulendo gli occhi dalle lacrime, ma senza riuscire a farle fermare, le stampai un piccolo bacio sulle palpebre bagnando le mie labbra con quelle piccole gocce d'argento, attorcigliai nuovamente il braccio sul suo collo accennando un lieve sorriso.
- ti va di accompagnarmi in camera? -
lei si limitò ad annuire, osservandomi con quei grandi occhi scarlatti che sembravano brillare di luce propria, lentamente salimmo le scale, scalino dopo scalino uniti come eravamo sempre, e come lo saremmo stati per sempre.
quando arrivammo nella mia vecchia stanza posai la spada contro una parete e mi sedetti sul materasso spoglio di lenzuola, mentre hikari attaccò alla corrente una piccola lampadina che emetteva una luce giallognola e soffusa.
- per stanotte ci conviene rimanere qui -
- vado a farmi una doccia... -
annuii mentre hikari si voltò ed aprì la porta pigramente.
- zero... sta lontano da mia madre -
- dai! cosa potrebbe mai farmi di tanto orribile? -
- non scherzare! tu non hai la più pallida idea di cosa sia capace di fare! -
mi alzai dal letto e la raggiunsi posai la mia fronte sulla sua sfregando il suo naso con la punta del mio.
- non ti devi preoccupare... -
- non mi preoccupo sono solo prudente -
- fifona -
- dai smettila! -
accorciai la distanza tra le mie labbra e le sue fin che non stabilimmo un contatto le dischiudemmo in sincronia lasciandoci andare ad un infinita passione, qualcosa di così intenso da far tremare entrambi per la gioia che provavamo in quel momento.
- non devi mai dubitare di me capito testona?! -
hikari abbassò per un momento la testa poi usci dalla stanza, rivolgendomi un ultimo e dolce sorriso che io ricambiai
- torno subito... tu intanto cerca di riposarti -
annui poi richiusi a porta... appena ciò avvenne percepì l'ennesima scossa di dolore, mi accasciai a per qualche istante poi ricorsi a tutte le forze che avevo in corpo mi diressi verso il letto e caddi sopra di esso raggomitolandomi e cercando di non far fuoriuscire dalle mie labbra alcun tipo di suono che potesse far intendere cosa mi stava accadendo, strinsi i denti sempre più forte sbarrai gli occhi, era un dolore allucinante a stento riuscivo a respirare mi sembrava di morire, non avevo mai provato una sensazione del genere.

improvvisamente ebbi come una stana visione, non capivo dove mi trovassi riuscivo solo a vedere le mie mani sporche di sangue, mentre davanti a me vidi qualcosa di così orribile, per un istante sentii il mio cuore fermarsi...
era li a terra ricoperta di sangue sapevo che era lei malgrado lo sfarzoso kimono nero ed il velo dello stesso colore sopra gli occhi riuscivo perfettamente a capire chi fosse i suoi occhi scarlatti della stessa tonalità dei capelli.
il suo corpo bianco era macchiato da sangue ed un orrenda ferita le trapassava il cuore.
nelle mie mani la stringevo stringevo quella maledettissima spada intirsa del suo sangue, che cos'avevo fatto?
- perché theresia? perché proprio tu?! -
"theresia?"
- perché hai lasciato che accadesse?! -
no non ero io quello con le mani sporche di sangue e non era quella che credevo fosse hikari a giacere senza vita sul pavimento macchiando i tatami della quale era rivestito con il proprio sangue...
- theresia!!! -

quando quello straziante urlò penetrò nei mie timpani riaprii gli occhi, per un momento mi sembrò come se quell'allucinazione non fosse stata solo frutto della mia fantasia, ma poi mi convinsi che non poteva di certo essere nulla di più.
il dolore era sparito del tutto lentamente distesi i muscoli ed i tendini che si erano tesi, mi sollevai lentamente dal letto e osservai fuori dalla finestra dalla quale era ancora visibile il dormitorio luna con le luci accese, all'improvviso piccoli fiocchi di neve iniziarono a scendere, per depositarsi sul terreno...
[sembrano i petali dei ciliegi in fiore...]
- eh? -
una voce o meglio un sussurro interruppe il silenzio dentro la stanza, mi voltai cercando di capire chi o cosa ci fosse, misi una mano sotto la giacca della divisa pronto ad estrarre la bloody rose.
[anche quella notte i ciliegi disperdevano i petali dei loro fiori...]
- chi diavolo sei? fatti vedere! -
[come ho potuto ucciderla? la mia amata theresia... il mio angelo]
non cera nessuno avevo studiato ogni centimetro della stanza, ed avevo perfino aperto l'armadio per sicurezza
"sto impazzendo?"
[pazzia... si forse sei pazzo... proprio come me...]
- mantieni la calma mantieni la calma... -
[è così difficile accettare ciò che per te no è tangibile?]
- è solo la tua immaginazione stai calmo maledizione! -
sentii un suono metallico propagarsi nella stanza, improvvisamente dal nulla la lama di una spada di andò a conficcare in un muro tra il mio volto e la lama cerano appena due centimetri di distanza  sbarrai gli occhi estrassi la bloody rose cominciando a puntare ogni singolo angolo della stanza, poi feci ricadere un ultimo sguardo sulla spada notando che era quella che mi aveva "donato" gabriel, sogghignai convinto di aver compreso ciò che stava succedendo...
- gabriel... uh uh... avanti smettila con questi trucchi e fatti vedere! -
[theresia... io ti amavo... perché... perché! è accaduto tutto questo?]
- gabriel bastardo! smettila con questi giochetti! -
la coda dell'occhio finì nuovamente per osservare la lama d'argento, rimasi scioccato nel vedere cosa quella lama rispecchiasse... indietreggiai per un momento poi mi feci coraggio avvicinandomi nuovamente all'oggetto per studiarlo meglio, al suo interno vidi parte del volto di un uomo gli occhi spenti con un intensa tonalità violacea ed i capelli d'argento lunghi che coprivano parte del viso...
- no... non è possibile... -
[io continuerò a vivere... ed a ucciderla]
- uccidere? -
[theresia... perdonami...]
- hikari? no non è possibile - perché... per quale dannato motivo associavo hikari a quella donna, no lei era solo hikari... la mia hikari e basta nient'altro, eppure perché continuavo a sentire uno strano nodo all'esofago che si stringeva sempre di più? era come se mi sentissi colpevole di qualcosa...
- basta... lasciateci in pace... -
la figura che inizialmente si rifletteva sulla lama della spada prese forma davanti a me.
un brivido risalì lungo la mia schiena, era come se stessi guardando uno specchio, era a dir poco impressionate, indietreggiai alla vista di quell'uomo, lui continuava ad osservarmi in maniera fredda e insensibile, poi avanzò lentamente, ed estrasse la lama dal muro dove si era conficcata, nel momento in cui la spada fu tra le mani di quell'uomo una specie di aura bluastra si espanse da essa.
in quel momento il mio corpo fu come immobilizzato, l'uomo se ne approfittò e mi trafisse il ventre con la sua spada, mentre io rimanevo immobile a guardarlo, ma la cosa più sconvolgente era che non provavo dolore e che nel punto dove lui aveva conficcato la spada non accennava a fuoriuscire una goccia di sangue.
più osservavo il volto di quell'uomo più la mia somiglianza con  lui mi dava i brividi, mentre continuavo ad osservarlo la strana energia blu sembrò come fluire in me attraversare il mio corpo ed espandersi pian piano.
[tu devi proteggerla... devi salvarla]
- chi dovrei proteggere? -
[non commettere il mio stesso errore, non farti dominare dall'odio!]
- chi sei tu? chi diavolo sei?! -
[un assassino un traditore... un uomo che ha amato]
appena terminò la frase estrasse la lama dal mio corpo provocandomi una lieve scossa di dolore, in quel preciso istante senti qualcosa espandersi sul mio ventre, sbottonai la camicia e notai una cicatrice orizzontale, ma la cosa assurda è che non avevo mai avuto quell'enorme lacerazione sul corpo.
- cosa mi hai...?! -
non ebbi nemmeno il tempo di rispondere che l'uomo si era già dileguato nel nulla, era sparito esattamente come era comparso.
la spada giaceva a terra, la raccolsi, nell'istante in cui strinsi il manico una stana sensazione si espanse dentro di me, quell'arma sembrava essere parte integrante della mia anima, sentivo di appartenere ad essa, il che era stano, fino ad allora nessuna arma apparte la bloody rose mi aveva conquistato come quella spada.
- cosa sta succedendo? -
pochi istanti dopo entrò hikari, aveva un asciugamano sui capelli ed indossava solamente la camicia e la gonna della divisa, mi guardò incuriosita poi sbuffò e si avvicinò a me.
- ti avevo detto di riposare... poi sono io la testona? -
- hikari... -
prese la katana e me la stappo via, rinfoderandola, io la raggiunsi ancora un po stordito, cosa dovevo fare dirle ciò che era accaduto oppure tacere?
- insomma avvolte ti comporti come un bambino... -
lei si voltò verso di me poi sfiorò delicatamente una mia guancia con la sua mano, io ricambiai stampandole un bacio sulle labbra.
- sono molto stanco -
- che buffo non l'avrei mai detto - canzonò lei, poi mi accompagno a stendermi nel letto accanto a lei, stringendola forte attirando il suo esile corpo a me, poi lentamente chiusi gli occhi, ma qualcosa mi portò a riaprirli...
i vetri della finestra si frantumarono, e una gigantesca creatura a quattro zampe piombò nella stanza.

Ringrazio tutte le persone che hanno atteso questo nuovo capitolo chiedo infinitamente scusa per il forte ritardo ma purtroppo ho avuto pochissima ispirazione e la scuola non mi ha di certo aiutato XD
Ringrazio  anche chi ha messo la mia storia tra le preferite seguite ecc...
Grazie a tutti ^^ a presto speriamo XD
   
 
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