Luna corse subito ad aprire, non lasciò loro nemmeno il tempo di
suonare quello strambo campanello che solo in una casa come la sua poteva
esistere.
Il primo ad entrare fu Dean, che le mise tra le mani un bouquet di
vischio.
“ Hai…controllato che non ci fossero…”
“ Nessun Nargillo ”
scosse la testa lui, prevenendo la sua domanda e guardandosi intorno mentre
entravano Ginny ed Hermione, Harry e Ron.
“ Allora, vuoi dirci cosa è
successo? ” chiese Neville, entrando per ultimo e chiudendo la porta.
“
Venite in salotto. Attenzione al Molliccio che potrebbe essere nello sgabuzzino.
”
Ron si pietrificò. “ E lo dici così? Con quella calma? ”
“ Ron, non la
conosci ancora? ” rise Ginny, sedendosi accanto a lui.
Lei conosceva Luna
abbastanza bene per poter restare tranquilla, sentiva che la notizia che Luna
voleva dar loro era positiva. Luna sembrava sempre più svagata del solito – e il
che era tutto dire – quando li richiamava all’ordine con una notizia che lei
reputava buona.
Il punto era che non sempre il suo metro di giudizio
corrispondeva a quello dei comuni “mortali” del mondo magico – si disse.
“
Dunque, so che mi direte quello che vorrà urlarmi dietro anche mio padre, ma…Ho
lasciato Ian. ”
Ron rischiò di strozzarsi con il succo di zucca che lei gli
aveva appena porto. “ Ma stai scherzando?! ”
“ Eravate fatti l’uno per
l’altra! ” replicò sconvolto Harry.
Luna gli sorrise comprensiva. Un po’
come si sorride ad un bambino che non ci arriva del tutto, ma non per colpa sua.
“ Non è proprio così. C’erano troppe incomprensioni, tra noi. Per tanto tempo io
non le ho volute vedere…ma era così. ”
“ Luna…uhm…” tastò il terreno
Hermione. “ Intendi il fatto che non credesse al Ricciocorno schiattoso? ”
Luna scosse la testa, solennemente. “ Non solo questo…Su questo avrei potuto
passare sopra, anche se…”
Dean, Neville, Ron ed Harry erano allibiti.
“
Cioè…Ti sembra il caso di dirci così, in scioltezza, che voi non eravate la
bella coppia che vedevano tutti?
Luna, le cose non son sempre rose e fiori,
ma…Lui ti vuole bene! ”
“ Non come mi voleva far credere! Io…so che dovevate
andare in vacanza insieme, quest’estate, ma…”
“ Ma lascia perdere la
vacanza, non è quella che ci preoccupa! ” disse Harry, temendo che Ginny gli
avrebbe presto maciullato un piede, e che una volta a casa avrebbe voluto
infierire, evidenziando la sua mancanza di tatto. “ E’ che…”
“ E’ che noi
sappiamo che lui ti ama! Che cose è successo? ” chiese Neville.
Luna si
ammutolì, fissando per un lungo istante il tappeto ai suoi piedi.
All’improvviso Hermione e Ginny la presero per mano. “ Ragazzi, aspettateci
un attimo…Vieni, Luna…” disse la prima.
“ Andiamo in cucina a parlarne…” si
unì Ginny.
Le tre si chiusero alle spalle la porta della cucina, lasciando i
maschi con un palmo di naso.
“ Luna…forse quei bifolchi là fuori non sono gli
ascoltatori migliori che potessi scegliere. Non hanno il minimo tatto, a volte.
”
“ Ginny, lo so. So che…sembra che io sia stata impulsiva, a lasciarlo.
”
“ Lo hai lasciato veramente tu, allora? ” domandò Hermione.
“ Certo! Non
potevo accettare quello che aveva deciso! Aveva già organizzato la mia vita! ”
Le amiche la guardavano ad occhi sgranati.
Si stava parlando dello
stesso Ian che conoscevano loro?
“ Voleva che andassimo in Francia, a
vivere." cominciò a spiegare Luna. " Voleva che io restassi in casa. Voleva
che…voleva portarmi lontano. ”
Ginny era esterrefatta.
“ Luna, noi
non…Davvero Ian è così…”
“ Tarato? Abbastanza. Io posso accettare che lui non
creda ai Pimpli ghiottoni, ma…lui è andato oltre. Non posso sposare qualcuno che
mi vuole…”
Luna sospirò, abbassando le spalle. Distolse lo sguardo da
Hermione, che aveva di fronte all’altro lato del tavolo, per estrarre la
bacchetta e – con un incantesimo – richiamare a sé una lettera.
“ Non mi ha
voluta capire, " riprese " anche se ne abbiamo parlato più volte. Così gli ho
scritto due righe. Temo che nemmeno la prossima volta mi vorrà ascoltare del
tutto, così…” Allungò la busta in mezzo al tavolo, restando in silenzio mentre
Ginny la prendeva e la leggeva.
Esitante, anche Hermione alla fine si
avvicinò alla pergamena per leggere la calligrafia di Luna, che prese a
guardarsi intorno, ascoltando le voci dei ragazzi dall’altra stanza. Le loro
risate, il loro semplice parlare.
Voleva portarmi lontano…
“
Luna…”
Tornò a voltarsi verso Hermione e Ginny, che mollarono la lettera e le
si avvicinarono, aggirando il tavolo.
I gorgosprizzi presero a volarle
intorno fastidiosamente, Luna li scacciò dal viso. Gli occhi già cominciavano a
essere umidi. Ginny non le lasciò ripetere il gesto, le prese le mani tra le
sue.
“ Luna, noi siamo maghi. Non c’è distanza che sia reale, tra di noi.
Saremmo…saremmo sempre vicini. ”
“ No, invece! E’ questo che diceva lui. E
non capiva! Io non voglio andarmene lontano, se non quando sarò io…quando lo
deciderò io. E non sono ancora pronta per fare quei viaggi al posto di papà. Se
Ian mi amasse davvero, dovrebbe capirlo. ”
Doveva capirlo subito e non
insistere più.
Non può portarmi lontano, lontano da
loro.