Anime & Manga > Altro - anime/manga shounen
Segui la storia  |       
Autore: nick nibbio    13/03/2011    2 recensioni
Salve a tutti, chiunque siate: mi chiamo Sauron Folgore Sandtimes e mi chiamano il Lupo, ma chiamatemi semplicemente Sauron.
Questa è la storia di uno dei più importanti tra i Sun's Knights.
Un ragazzo con tanti segreti che cercherà di realizzare un sogno impossibile e porre fine alla maledizione che grava su entrambi clan dai quali discende.
Dal capitolo 8 in poi, la storia è inserta nel genere Crossover: visto che in essa si mescolano elementi di varie storie. Buona lettura a tutti voi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
11. la prova del lupo

Ciao a tutti! Eccomi tornato per presentare un nuovo capitolo della storia. Ahimè, siamo quasi alla fine, ma non preoccupatevi, Sauron tornerà molto presto nell’altra storia che sto scrivendo (a me piace chiamarle storie, non fiction).
Angolo dei commenti.

 

Fria: ciao e grazie per il commento. Spero che questo capitolo ti piaccia.

 

Ciccio85: E’ un piacere averti tra i miei lettori e ti ringrazio per il tuo commento.
Le frasi sono in inglese perché mi sono ispirato a un bellissimo anime in cui il personaggio le pronuncia così: si chiama Fate/Stay night e Sauron vi è ispirato per 1/4; infatti in esso confluiscono ben quattro trame di anime e serie televisive che poi spiegherò alla fine della storia.
Spero di continuare a entusiasmarti.

 

Detto questo, sperando di avere altri lettori e commenti, vi auguro buona lettura.

 

 

 

 

Passarono due settimane.
Il mio viaggio proseguiva regolarmente, senza intoppi, alternato dagli allenamenti per controllare meglio i miei nuovi poteri: a detta d’Incanto avevo fatto passi da gigante.

 

Dopo questo periodo di momentanea tranquillità, giunsi a pochi passi dalla mia meta: il monte della bestia, che raffigurava una creatura abominevole, impossibile da descrivere a causa delle innumerevoli forme che aveva a seconda della prospettiva dalla quale si guardava.
“Che forma orrenda” commentò Incanto.
“Hai ragione” confermai “Questo monte è forse il più antico di tutto il Fantasy. Non oso immaginare che cos’altro possa trovarsi lì dentro”.
All’improvviso, l’apparente tranquillità di quel posto fu infranta da un potente ululato che sembrò trattenuto da qualcosa e, così com’era iniziato, smise.
“Che accidenti è?” chiese Incanto, mentre teneva le orecchie tappate.
“Temo che si tratti di Fenrir” risposi.
“Che ci abbia fiutato?” fece Incanto.
“Siamo sottovento” risposi “Quindi credo di si”.
“Stai in guardia, potrebbe attaccarci da un momento all’altro”.
“Impossibile. Secondo l’antica mitologia, Fenrir fu legato a tre macigni da un nastro magico, fatto di cinque elementi che ora non esistono più in natura”.
“Ne sei sicuro?”
“Certo! Inoltre le sue fauci dovrebbero essere bloccate da una potente spada che gli impedisce di chiuderle”.
“Allora perché abbiamo sentito quell’ululato?”
“Non saprei dirti-“ risposi.
“Se non sbaglio” intervenne Incanto “il nastro è fatto di sei elementi: le radici delle montagne, la saliva degli uccelli, il respiro dei pesci, i tendini dell’orso, il passo del gatto e la barba della donna.
In effetti, questi elementi non esistono in natura, almeno i primi tre”.
“Perché dici questo”, mentre ripresi a camminare.
“Credi davvero che gli orsi non abbiano i tendini o i gatti non facciano rumore con i loro passi?” fece Incanto “Questi due elementi esistono, ma sono impercettibili, mentre gli altri non sono mai esistiti. È possibile creare un laccio magico con cose che non esistono in natura?”
“Gli antichi hanno detto un mucchio di cose, per giustificare la mancanza di ciò che non si trova in natura” dissi “E’ probabile che il nastro sia stato fatto da un potente incantesimo o da qualche altra cosa. Pensa che dicevano che, a causa della spada, Fenrir non possa chiudere la bocca e, per questo sbava da mattina a sera, creando un fiume e poi ulula come un matto. Ecco spiegato perché abbiamo sentito l’ululato”.
“Chi mai andrebbe a farsi un bagno in un fiume fatto dalla bava di un lupo?” disse Incanto disgustato.
“Non chiederlo a me” risposi “Chissà se è vera quell’altra diceria: che sia la causa della licantropia”.
“Ora lo scopriremo” disse incanto “Anche se non è troppo tardi per tornare indietro”.
“Non se ne parla” dissi “Me ne andrò di qui solo quando l’avrò sconfitto”.
“Certe volte hai davvero una testa dura, ragazzo mio” fece Incanto poi si fermò un attimo.
“Che c’è?” chiesi.
“Te la sapresti immaginare una donna con la barba?” disse lui, trattenendo le risate.
Mi fermai un attimo e, quasi meccanicamente, immaginai mia madre con la barba.
“Oh cavolo!” e scoppiai a ridere.
“Già! E’ troppo comico!” e anche Incanto scoppiò.
“Sia ringraziata la natura che ha privato le donne di quel particolare ormone, altrimenti come faremmo a riconoscerle” feci mettendomi in ginocchio per il troppo ridere.
“Basta o scoppio davvero!” disse Incanto tenendosi la pancia.

Quel momento d’ilarità fu interrotto da un secondo ululato che fece tremare la terra. 
“Accidenti!” feci tornando serio “E’ quasi come se ci stesse sfidando ad andare a prenderlo”
 “Hai ragione, è meglio andare” fece Incanto “Piuttosto, non mi hai ancora detto che cosa intendi fare: perché vuoi affrontarlo?”
Fissai il monte per lunghi momenti prima di rispondere: “Per dare un significato alla mia vita, direi”.
“Che vuoi dire?” fece Incanto “Per caso mi stai nascondendo qualcosa?”
“Potrei mai farlo?” risposi “Forza andiamo”.

 

In verità, nemmeno io sapevo il perché: quella era una domanda che mi ponevo da anni ormai. Forse era per questo: volevo una risposta.
Da quanto posso ricordare, sin da piccolissimo sentivo di doverlo cercare: era come una voce che mi richiamava, facendomi passare notti insonni, quasi estraneo a tutto quello che mi circondava.
A parte quella sensazione, non sapevo altro e volevo scoprirlo.

 

 

Per circa un’ora continuai a scalare quella montagna senza mai fermarmi, finché non arrivai all’ingresso della caverna al cui interno lui era rinchiuso da millenni.
“Sto arrivando” e mi apprestai a entrare.
“Aspetta un momento” mi fermò Incanto “Guarda là, sopra l’ingresso”.
Seguendo l’indicazione d’Incanto, alzai lo sguardo verso il dolmen che sorreggeva la parte alta dell’ingresso: cancellate dal tempo, erano incise misteriose parole e agli estremi c’erano dei segni rossi.
“Chissà che cosa diranno?” fece Incanto “Temo che non lo sapremo mai”.
“E chi lo dice?” feci e, attivate le sabbie del Tempo, avvolsi la pietra.
In poco tempo la pietra tornò indietro nel tempo, rivelando ciò che aveva celato per migliaia di anni: sui lati erano incise due lune divise in quattro parti, due bianche e due rosse; al loro interno erano incise parole di cui non conoscevo il significato, anche se non le consideravo importanti.
“Che lingua è?” chiesi senza troppo interesse.
“Antiche rune germaniche, disposte a mo di monito” rispose Incanto preoccupato.
“Tu le conosci?” chiesi stupito.
“Abbastanza” disse incanto “Aspetta un po’: ora cerco di tradurla”.
Decisi di sedermi e fare una piccola pausa: ne avevo bisogno, considerando ciò che mi aspettava.
Passarono alcuni minuti e Incanto continuò a rimanere immobile, intento a decifrare quegli antichi caratteri.
“A grandi linee, credo di aver capito” disse dopo altri minuti e si voltò preoccupato.
“Quindi?”
“E’ una maledizione!” rispose dopo alcuni istanti di silenzio.
Un vento freddo attraversò la zona, entrandomi nelle ossa.
“Una maledizione?” ripetei mentre mi sentivo attraversare da un brivido.
“Esatto” rispose e si voltò verso l’iscrizione “Anche se è un po’ grossolana, la scritta recita queste parole: “Entro di me si sprofonda nell’oscurità. Entro di me solo la notte e la luna si possono vedere. Entro di me, la natura stessa cambia: non più pacifica e sana, ma violenta e tinta di sangue per una luna ogni stagione in eterno. Tu, che entri sei avvisato: varca la soglia e in eterno sarai dannato. Abbandona speranze e sogni, perché mai più realtà saranno se le zanne tinte d’odio, libere saranno”. È un avvertimento fin troppo evidente: se entrerai perderai tutto, ragazzo mio”.

 

Per la prima volta nella mia vita sentii il desiderio di scappare, fuggire lontano e non voltarmi indietro, ma il mio corpo non rispose: rimase fermo completamente insensibile ai comandi del cervello.
“Sauron” mi disse Incanto “Non so che cosa tu voglia dimostrare, ma non fare qualcosa di cui potresti pentirti per tutta la vita, quindi, per una volta, dammi retta e torniamo a casa”.
“Non posso” dissi tremando “Non ci riesco. La sento chiamare: sento quella voce sempre più forte. Non la posso più ignorare, non adesso” e senza dire altro, guidato dall’istinto, corsi verso l’ingresso ed entrai.
“Sauron!” mi gridò Incanto “Fermati!”
Una volta varcata la soglia, mi fermai e rimasi immobile poi, all’improvviso, mi accasciai a terra.
“Oh no! Sauron!” gridò Incanto e mi corse incontro.

 

“BLEAH!” feci tirando la lingua di fuori, facendolo saltare all’indietro e scoppiai a ridere.
“Come diavolo fai a scherzare in un momento così!” disse lui e mi menò un pugno in testa.
“Ahia!” feci tenendomi la testa.
“Sei un idiota, Sauron” mi gridò in faccia “Ti rendi conto di quello che hai fatto?”
Mi alzai e abbassai lo sguardo: “Me ne rendo conto, ma è qualcosa che devo fare. Non so dirti che cosa voglia dimostrare, ma sento che devo andare avanti, riesci a capirlo?”
Incanto mi fissò e, dopo lunghi attimi di silenzio, sospirò: “Certe volte non riesco a capire nulla di te, ma sono il tuo spirito e quindi, accada quel che accada, ti sarò sempre vicino”.
“Grazie!” feci.

 

Un altro potente ululato c’investì facendoci sobbalzare.
“Accidenti, sembra impaziente” fece incanto.
“No” dissi “Sta gridando la sua rabbia e il suo dolore”.
“Come fai a dirlo?” mi chiese Incanto.
“Lo sento nel profondo” risposi “Anch’io li ho provati molti anni fa”.
“L’unica differenza è che lui non ha trovato il modo per placarli” fece Incanto di rimando.
“Andiamo!” dissi e cominciai a scendere.

 

Non sapevo cosa avevo fatto o quale maledizione mi fossi addossato, ma in quel momento non m’importava: ciò che volevo era andare avanti, senza guardarmi indietro.
Ripensandoci adesso, se avessi la possibilità di tornare indietro rifarei questo sbaglio all’infinito: anche se adesso sono diverso, non me ne pento e mai lo farò.

 

 

Continuai a scendere per non so quanto tempo, finché non sentii un forte odore di saliva.
“Ci siamo!” dissi.
“Allora prepariamoci a ballare” disse Incanto mettendomi una mano sulla spalla e annuii.
Attraversai una parete di pietra e, finalmente, mi trovai di fronte all’oggetto della mia ricerca: Fenrir il lupo dell’abisso.
Era una bestia enorme, bianca come la neve, magnifica e, allo stesso tempo terrificante: la sua bocca, bloccata dalla leggendaria spada, era spalancata mostrando i suoi denti, rossi di sangue; non potevo ancora vederli, ma sentivo che i suoi occhi mi fissavano con odio e ferocia e desideravano vedermi morto.
Il suo collo era bloccato dal leggendario nastro magico, che gli aveva più volte penetrato le carni, provandogli un terribile dolore.
Povera bestia, pensai tra me e mi avvicinai.
“Ascoltami” dissi con voce tremante “Adesso ti toglierò la spada dalla bocca. Ti chiedo solo di ascoltare ciò che ho da dire, poi ti toglierò anche il collare”.
L’enorme lupo emise un ringhio e avvicinò la bocca davanti a me.
Con mano tremante, presi la lama intrisa della sua saliva e, con alcuni movimenti, la tolsi.
Fenrir, dopo tanto tempo, sentì la bocca libera e cominciò a chiuderla e a riaprirla per recuperare sensibilità, poi posò i suoi occhi gialli su di me, fissandomi con ferocia.
SE PENSI CHE TI SIA GRATO PER AVERMI TOLTO QUELLA DANNATA SPADA DALLA BOCCA, TI SBAGLI” disse con voce profonda e fredda “HAI QUALCOSA DA DIRMI? FAI IN FRETTA. VOGLIO SAZIARE LA MIA FAME”.
Presi un lungo respiro e iniziai: “In primo luogo, mi presento. Il mio nome è Sauron Folgore Sandtimes, membro della stirpe dei signori del tempo, lieto di conoscerti.
Sono qui non per ucciderti, ma per domarti e adempiere una muta promessa che ho fatto ancor prima di venire a questo mondo: placare la tua rabbia”.
CHE SCIOCCHEZZE” ringhiò il lupo “TU SEI QUI SOLO PER APPAGARE UN TUO STUPIDO DESIDERIO, FACENDOTI UNA REPUTAZIONE SULLA MIA PELLE. VOI UMANI SIETE TUTTI UGUALI, PER QUESTO VI’ DIVORERO’ TUTTI!
“Ti dimostrerò quanto di sbagli e ti sconfiggerò qui e adesso” e, materializzato un kunai, lo lanciai verso i massi cui era legato il nastro magico, distruggendoli.
NIENTE MALE” fece Fenrir afferrando il nastro e togliendoselo “ADESSO SONO LIBERO E SCATENERO’ LA MIA FURIA SU TUTTA L’UMANITA’ E TU LA PRECEDERAI NELLA TOMBA” e calò la zampa su di me, ma lo scudo d’Incanto la respinse.

 

“Non credere che sarà così facile sconfiggermi” gli dissi “Passiamo alle maniere forti.
I am the bone of my sword.
Unlimited Blades work!”

 

Saltando l’intera formula, attivai il mio Reality Marble insieme all’Eternal Sharingan e alle Sabbie del Tempo.
NOTEVOLE” fece Fenrir “SEI COSI’ GIOVANE EPPURE SAI GIA’ USARE UNA MAGIA DI’ QUESTA PORTATA. SARA’ INTERESSANTE BATTERTI” e, sotto i miei occhi ridusse le sue dimensioni e assunse sembianze umane.
Rimasi stupito: all’apparenza era un uomo sui venticinque anni, biondo e con gli occhi gialli, vestiva con abiti nordici e la sua pelliccia bianca gli copriva petto e collo.
“Wow! Ecco spiegato perché ti definiscono l’origine della licantropia: puoi diventare un uomo, nonostante tu sia un lupo”.
L’origine della licantropia?” fece Fenrir “E così William ha lasciato un piccolo ricordino del suo passaggio”.
“William? E chi è?”
Chi? È il primo folle che tentò di domarmi per ottenere il potere di un dio e fallì miseramente.
Esattamente come te venne qua, mi domò con dolci parole e mi portò via con sé, mostrandomi quanto voi umani siate meschini e crudeli. Dopo poco si rese conto di non potermi controllare e, con l’inganno, mi riportò qui e m’imprigionò di nuovo, ma io ottenni la mia vendetta e lo morsi.
La mia vera intenzione era ucciderlo, ma non ci riuscii: il suo corpo aveva uno strano potere che a contatto con la mia saliva, reagì e lo trasformò nel primo licantropo
”.
“In pratica aveva un particolare gene mutante che l’ha trasformato” conclusi io.
Non so che cosa sia, ma chiamalo come ti pare”.

 

“Ok, ti sei sfogato! Adesso dovrebbe toccare a me, ma non ho intenzione di parlare. Forza passiamo ai fatti”.
Su questo almeno siamo d’accordo, moccioso. Preparati a morire” ed estrasse una spada di tipo occidentale, sulla cui lama erano disegnate delle zanne e l’elsa era identica a delle fauci spalancate, poi attaccò.
In mano, avevo ancora la spada che fino a poco prima aveva bloccato le sue fauci: decisi di tenerla e di potenziarla con il potere del tracciamento e provai a combinarla con gli spiriti d’Incanto e della volpe, ma non calcolai i tempi, perché Fenrir mi fu addosso, impedendomi di provare.
Parai il colpo con la spada e fui spinto via dall’onda d’urto e questa mi volò via.
Fenrir non mi lasciò il tempo di recuperare l’equilibrio e attaccò di nuovo, ma io usai le sabbie del tempo e mi teletrasportai a qualche metro di distanza, rispondendo poi ad Amaterasu.
Fenrir scansò l’attacco e puntata la spada verso di me, mi lanciò contro un vento gelato che m’investì in pieno, ma usai la tecnica della moltiplicazione del corpo e dispersi alcune decine di copie tutt’intorno al Reality Marble.
Notevole!” commentò il lupo umano “Possiedi anche il dono dell’ubiquità. Hai i poteri di un dio, complimenti”.
“Questa è una tecnica ninja” dissi con tutte le copie “Si chiama “tecnica superiore della moltiplicazione del corpo” e permette di creare riproduzioni fisiche di se stessi e di altri. Le altre cose che, per il momento hai visto, sono abilità innate che appartengono alle famiglie da cui discendo. Non confondere il divino con quello che l’uomo può fare con la propria forza di volontà”.
Forza di volontà? Voi umani usate quella parola per spiegare solo un sacco di idiozie di cui ne ignorate il vero significato” disse Fenrir “E poi un pivello non deve permettersi di fare cose che non sono alla sua portata”.
“Ti dimostrerò che ti sbagli” gridai e tutte le copie afferrarono una spada lanciandosi all’attacco.
Sono curioso!” ghignò e fece altrettanto.

 

Ogni copia attaccava con perfetta sincronia ma Fenrir sembrava prevedere i miei attacchi, schivando e colpendole tutte quasi come vedesse tutte le scene a rallentatore e ne intuisse il prosieguo.
Alla fine rimasi solo io davanti a lui: ogni mio attacco era stato vanificato e cominciavo a essere a corto d’idee.
“Sauron” mi chiamò Incanto “Tutto bene?”
“Più o meno!” risposi “Il tipo è davvero duro”.

 

Quello è Incanto di Folgore, vero?” fece Fenrir.
“Cosa?” dissi stupito “Tu puoi vederlo?”
Certo che posso” rispose “Ti ricordo che ho molti millenni alle spalle: cose come vedere uno spirito sono normale routine per me.
Non mi sarei mai aspettato che lo spirito soprannominato “prova del lupo” avesse scelto un umano da proteggere: devi aver superato il suo test immagino
”.
“Prova del lupo?” ripetei.
Esattamente! Incanto è sempre stato solito sottoporre i suoi possibili padroni a questo piccolo test: tu sei il primo ad averlo superato in cinque millenni; se ci sei riuscito alla tua giovane età, vuol dire che sei in gamba”.
Per lunghi momenti, rimasi immobile senza parlare: ciò che avevo appena sentito mi aveva lasciato di sasso. Quante persone avevano subito la mia stessa sorte? Quante persone erano morte? Quante persone avevano espresso un desiderio e ne avevano trovato la morte?
Con sguardo indagatore guardai Incanto che ricambiò.
“Non c’è bisogno che tu dica qualcosa, ragazzo mio, so già cosa stai pensando” rispose Incanto “Tu sei il nono che ho sottoposto alla mia prova. Nessuno, prima di te è mai riuscito a vincere le sue paure e ne ha pagato il prezzo con la vita. Io non volevo questo, ma” lo interruppi con un cenno.
“Non è necessario che tu ti giustifichi” dissi “Sin da quando ci siamo incontrati, ho capito che nascondevi qualcosa, legato al tuo passato, di cui ti sei sempre vergognato. Ora che conosco la verità, ammetto di avere avuto paura, ma solo all’inizio.
Ciò che hai fatto è riprovevole, ma non posso odiarti: perché tu sei il mio spirito e non solo; sei un amico, un fratello, una guida. Abbiamo passato così tanti bei momenti insieme e affrontato chissà quanti pericoli e tu mi hai sempre assecondato. Perciò non scusarti con me, perché non devi” alzai lo sguardo verso Fenrir “Hai e avrai sempre la mia piena fiducia, indipendentemente dagli errori che hai commesso in passato”.
“Sauron” fece Incanto per la prima volta commosso “Ti ringrazio con tutto il cuore!”

 

Che scena commovente e patetica” disse Fenrir alzando la spada “Hai finito di parlare? Ho una certa fretta di distruggere tutto”.
“Parli così perché non hai mai avuto qualcuno che ti è stato amico” dissi io “Sei sempre stato solo e non hai mai provato ad avvicinarti agli altri e a fare amicizia. Ti dimostrerò quanto un amico possa essere prezioso”.
Tutte balle!” ringhiò Fenrir “Vi distruggerò insieme”.
“Ti sconfiggerò a qualunque costo” afferrai la spada che era nelle sue fauci e determinato mi rivolsi ai miei due spiriti “Incanto, Kyuubi facciamogli vedere di che cosa siamo capaci!”
“Con piacere!” rispose Incanto.
ORA CI’ DIVERTIAMO” ruggì la volpe.
Senza altre esitazioni, combinai i due spiriti dentro la spada del lupo (così decisi di chiamarla) e la riplasmai: la lama divenne viola con una sottile linea argentata da cui partivano delle saette; l’elsa divenne rossa con guardia a nove punte bianche e finiva con una luna alata.
Incredibile! Puoi anche modificare le armi già esistenti come se niente fosse. Sarà uno spasso ucciderti” disse Fenrir e si lanciò all’attacco.
Alzai la mano sinistra e materializzai una pistola viola e senza esitare, sparai un fascio di luce.
Fenrir lo scansò e riprese la carica, ma si trovò di fronte un fuoco incrociato: consistente in una miriade di armi che si sollevarono da terra e si lanciarono contro di lui e nella pistola che sparava in continuazione.
Non credere che basti così poco a battermi” ruggì Fenrir e mutò nuovamente forma, diventando un lupo bipede, poi spalancò le fauci e lanciò un potente ululato che spazzò via tutto quello che gli era intorno.
Mi lanciai in avanti e calai la spada verso di lui, generando una potente onda di energia che si abbatté sul lupo che lanciò un soffio di ghiaccio.
I due colpi si annullarono ed entrambi fummo spinti all’indietro.
Fenrir atterrò e, ritrasformatosi in forma umana, si lanciò all’attacco ed io risposi.

 

Che cosa cerchi?” disse una voce.
Spalancai gli occhi e arretrai.
“Che cosa è stato?” pensai.
Non ti distrarre moccioso” tuonò il lupo.
“Tappati la bocca, stupido lupo” e calai un fendente, che fu parato.
A quel punto, decisi di concludere lo scontro e concentrai le Sabbie del Tempo, il potere del mio Sharingan e il mio chakra di tipo fulmine (curiosamente, la natura elementare del mio chakra è di tipo fulmine) nella spada, feci un giro su me stesso e gridai “INCANTO DI’ FOLGORE”.
Dalla spada partì una sfera rotante color argento che a contatto con Fenrir generò una potente esplosione.
Il colpo che avevo appena lanciato lo avevo elaborato pensando di usarlo contro un avversario molto potente combinando tutti i miei poteri in un unico colpo, ciò di cui avevo bisogno, era un tramite, cioè un oggetto per concentrare l’energia e lanciarla. All’inizio la cosa era un problema, ma una volta che avevo scoperto il potere del tracciamento avevo risolto.
L’effetto collaterale era un consumo elevato di energie, quindi potevo al massimo usarlo tre volte.
“Ce l’ho fatta!” dissi ansimante.
“No” disse incanto.

 

Fenrir emerse furente dal polverone creato dall’esplosione: anche se leggere, il suo corpo era pieno di ferite e la sua testa perdeva sangue.
Come hai osato farmi questo, misero umano” ringhiò “TI FARO’ A PEZZI” e mi attaccò come una furia.
A fatica parai i colpi, ma non potevo resistere a lungo: l’attacco di prima, l’evocazione del Reality Marble e la creazione della spada mi avevano prosciugato quasi del tutto e il chakra passatomi dal Kyuubi non era sufficiente.
Fenrir divenne di nuovo un lupo bipede, mi afferrò i polsi e poi mi azzannò alla spalla.
Lanciai un urlo di dolore: sentivo le ossa spezzarsi e le carni dilaniate.
Cercai di liberarmi ma le sue zanne penetrarono ancora più in profondità quasi staccandomi la spalla e non riuscivo a fare niente per impedirglielo.
Il Reality Marble sparì e Fenrir mi sollevò da terra e mi lanciò verso una parete rocciosa. Sbattei di schiena e sentii le ossa scricchiolare pericolosamente.
A quanto sembra è finita” ringhiò il lupo trionfante “Non ci si poteva aspettare tanto da un moccioso” e si avvicinò lentamente a me.
Stavo per morire! Che cosa avevo sbagliato? Perché non ero riuscito a contrastarlo come avevo fatto con Malefica e gli altri Shad? Era davvero così diverso il suo livello? Questi dubbi mi schiacciarono ancora di più e alla fine svenni, ma, stranamente la mia mente no e continuai a vedere cosa stava per succedermi.
La tua fine è giunta” disse il lupo e presomi per il collo si apprestò ad azzannarmi al cuore.
Non farmi ridere!” disse una voce non mia e, aprendo gli occhi colpii Fenrir sul muso.

 

Il lupo fu fiondato dall’altra parte della caverna e sbatté alla parete con un tonfo.
Che accidenti!” ruggì Fenrir uscito dalla roccia, ma non proseguì.
Davanti ai suoi occhi, mi rialzai in piedi e le ferite si rimarginarono all’istante, poi alzai gli occhi, rivelando quelli del demone che avevo dentro.
Che cosa era successo? La volpe aveva preso il controllo del mio corpo e lo stava usando come se niente fosse ed io ero stato relegato in un angolo mentale dal quale potevo solo assistere senza intervenire.

 

Che cosa significa?” ringhiò Fenrir “Si può sapere chi sei? Il tuo odore è diverso da prima”.
Ah Ah Ah! Se credi che io sia quel moccioso ti sbagli di grosso bel lupetto!” rise la volpe “IO SONO LA SUA VERA FORZA” e, usando il mio corpo come tramite, si trasformò completamente in se stessa.
Una volpe con nove code?” fece Fenrir stupito “Non dirmelo: sei il demone del mondo antico, noto come il Re dei Binju”.
CHE BRAVO! E TU SEI FENRIR IL LUPO DELL’ABISSO. DEVO RINGRAZIRTI: SONO RIUSCITO A LIBEERARMI GRAZIE A TE. PER RIPAGARTI TI FARO’ A PEZZI!
TI SBAGLI STUPIDA VOLPE, SARO’ IO A FARTI A PEZZI E MI’ DIVERTITO’ UN MONDO  ruggì Fenrir tornando alle sue dimensioni iniziali.
ORA SI CHE MI’ DIVERTO” ruggì divertita la volpe e si lanciò all’attacco.
Le due creature si affrontarono con ferocia con graffi, morsi e testate senza alcuna interruzione.
In diverse occasioni si lanciavano contro onde di energia dalla bocca generando enormi devastazioni all’interno della caverna.

 

Potevo solo fare da spettatore senza avere la possibilità d’intervenire: ormai ero troppo debole e la voce d’Incanto si stava affievolendo sempre di più. Stavo per sparire e non ero riuscito a fare niente.
“Selen mi dispiace, ma non sono riuscito a realizzare il mio sogno” dissi infine e chiusi gli occhi.
Sauron!” risuonò di nuovo quella voce.

 

Aprii gli e rimasi senza parole: non ero più in quel luogo buio della mia mente, ma in un’immensa prateria, piena di candida e verde erba.
“Dove mi trovo?” mi chiesi mentre mi guardavo attorno.
Sono qui!” disse di nuovo la voce.

Mi voltai lentamente e, finalmente, lo vidi: era un uomo alto, ben piazzato, sulla trentina, capelli grigi e selvaggi, occhi azzurri come il cielo, volto perfettamente curato, vestito con una lunga tunica nera su cui era disegnata una luna piena ricamata in argento.
“Tu chi sei?” chiesi.

 

 

Nel prossimo capitolo.
La misteriosa figura fa un’importante domanda a Sauron per valutare la sua forza di volontà.
Quando il ragazzo riesce a soddisfare la richiesta, recupera la sua forza e, rimessa la volpe al suo posto, ricomincia a combattere contro Fenrir, sbloccando un nuovo incredibile potere
Questo e altro nel prossimo capitolo.

 

 

Angolo dell’autore.

 

Kaeleena, Yaphisan e Dorian stanno camminando verso nord cercando Sauron.
Alla fine raggiungono il polo nord e si trovano davanti niente popò di meno che Babbo Natale (ricordate che siamo nel Fantasy).

 

Babbo Natale: “Oh Oh Oh! Salve ragazzi. Posso sapere perché vi siete spinti fin qui? Se volete il vostro regalo, è ancora troppo presto”.
Yaphisan (inchino): “E’ un piacere incontrarla signor Babbo Natale. Veramente siamo qui perché stiamo cercando una persona” e viene spinto via dalla figlia.
Kaeleena (in lacrime): “La prego signor Babbo Natale, mi dica se ha visto il mio piccolo Sauron. Non riesco a trovarlo da nessuna parte e sono preoccupata per lui”.
Babbo Natale: “Oh Oh Oh! Mi dispiace piccola Kaeleena ma non lo vedo da Natale scorso, quando riuscì a sorprendermi sotto l’albero di Natale, però possiamo cercarlo subito. Aspettate qui e prendete un po’ di cioccolata calda, vi aiuterà a scaldarvi” e si avvia verso il magazzino.

 

Kaeleena: “Speriamo bene!”
Yaphisan: “Ottima questa cioccolata calda”.
Dorian: “Hai ragione. Devo chiedere la ricetta e farmela preparare al posto del the del pomeriggio”.
Kaeleena si volta e vede suo padre e Dorian tranquillamente seduti a gustarsi la cioccolata calda.
Yaphisan: “Vieni a sederti figlia mia e gustatela anche tu, è deliziosa”.
Kaeleena (sguardo omicida): “Stiamo cercando Sauron e ti metti a bere la cioccolata calda?”
Yaphisan (brivido freddo): “Andiamo figliola, Babbo Natale ci saprà aiutare, stai tranquilla e rilassati un attimo”.
Kaeleena è indiavolata.
Dorian (anche se sa che le prenderà): “Perché non ti siedi e aspetti? In alternativa puoi chiede di riavere tuo figlio come regalo di Natale”.
Kaeleena si avvicina minacciosa verso i due che si allontanano vero il muro.

 

Scena troppo violenta.

 

Dorian e Yaphisan sono appesi al muro e impacchettati come pacchi natalizi mentre Kaeleena si è finalmente seduta e sorseggia la cioccolata calda.
Kaeleena (sembra tranquilla): “Davvero ottima!”
Dorian e Yaphisan (occhi con le rotelle): “Te l’avevamo detto”.

 

Torna Babbo Natale e vede com’è ridotta la stanza.
Babbo Natale (non perde il sorriso): “Posso sapere che cosa è successo?”
Kaeleena: “Niente, solo un piccolo battibecco” alla faccia del battibecco “Allora? Ha trovato il mio Sauron”.
Babbo Natale: “No, nel magazzino non c’è!”

 

Kaeleena spalanca la bocca e i due “appesi” cascano a terra.
Babbo Natale: “Scherzetto!”
Tutti e tre (Facce enormi): “LE SEMBRA QUESTO IL MOMENTO DI’ SCHERZARE?” a Babbo Natale vola il cappello.
Babbo Natale (raccoglie il cappello): “Scusate, non ho saputo resistere. Prendete questo piccolo regalo” e porge un regalo tutto rosso.
Kaeleena (prende il regalo): “Grazie, ma non sono qui per il regalo”.
Babbo Natale: “Lì dentro c’è un sofisticatissimo radar, vi permetterà di trovare chi volete semplicemente digitando il nome e le caratteristiche”.
Kaeleena (non resiste e lo abbraccia): “Grazie infinite”.
Babbo Natale (leggermente rosso): “Prego figliola. Ora, prima di andare avrei un favore da chiedervi: potete rimettere a posto la mia casetta”.
Kaeleena (si stacca dall’abbraccio raggiante): “Certo nessun problema. Papà, Dorian pensateci voi”.
Yaphisan e Dorian (non se la tengono): “Scordatelo! Ora ci pensi tu”.
Kaeleena (sguardo assassino): “Avete detto qualcosa?”
Dorian e Yaphisan (tremarella): “NO!” e si mettono al lavoro.
Babbo Natale: “Dovresti essere più gentile con gli altri, figliola, altrimenti puoi farli soffrire”.
Kaeleena (solare): “Ma io sono sempre buona e gentile, solo che quando sono un po’ nervosa mi faccio prendere”.
Dorian e Yaphisan (lo pensano insieme): “E quand’è che non è nervosa?”

 

 

Cavolo, che tipa! Speriamo che non sia davvero sempre così, altrimenti siamo messi male (XD).
Al prossimo capitolo.

   


Ecco l'immagine di Sauron. Scusate se mi sono accorto solo adesso dell'errore.



www.elfwood.com/art/m/a/may44/fenrir_03.jpg


www.azaya.com/images/fenrir_character.gif




Queste invece sono le immagini di Fenrir, lupo dell'abisso in versione lupo gigante e lupo bipede; non sono riuscito a trovarne una in forma umana.



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga shounen / Vai alla pagina dell'autore: nick nibbio