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Autore: arual    14/03/2011    4 recensioni
La forza di un amore immenso, capace di superare persino le barriere fisiche tra Narnia e la Terra, permette a Susan e Caspian di ritrovarsi dopo l'ultimo doloroso addio alla fine della guerra contro Miraz.
Ma ai due innamorati non è permesso vivere in pace:una misteriosa e intrigante figura e un Lord traditore tramano contro il Nuovo Regno...
Possono l'amore, l'amicizia, la lealtà e la fedeltà a Narnia e Aslan vincere contro l'inganno e il tradimento?
Qual è il motivo del ritorno di Edmund a Narnia?
(pairing: Susan/Caspian)
ATTENZIONE: nuovo personaggio al capitolo 11!
[capitolo 15: "THE BATTLE OF ETTINSMOOR"]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Aslan, Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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THE BATTLE OF ETTINSMOOR

 

“Le Sentinelle del Nord, li chiamano.
Puah, nient’altro che insetti, misere formiche striscianti!

Le abbiamo colte di sorpresa, eppure le piccole formichine non sono scappate sotto i sassi… Oh no, resistono, e combattono ormai da due giorni! E tutto questo per cosa?
Eccolo qua, il “grande” muro di Narnia eretto contro di me: solo soldati patetici e disperati, riuniti sotto il piccolo re che non ha voluto piegarsi al mio volere… Stolto, troverà la sua tomba in questa valle!

Mmm… Finora mi sono divertita lasciando gli umani e le bestie scontrarsi sul campo di battaglia, ma sarà meglio che Donnon mi consegni la vittoria entro stasera. Lo spettacolo inizia ad annoiarmi…”

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“Polvere, maledetta polvere!”

Calda, secca, bruciante polvere, velenosa trasportatrice dell’orrendo fetore di morte che accompagnava quella battaglia e penetrava insinuandosi nella mente degli uomini, nauseandoli ma al tempo stesso istigandoli alla lotta per la sopravvivenza.

Edmund lottava con tutte le sue forze in quella nube rossastra, sotto la luce del giorno ormai volto alla fine, cercando di infondere nei suoi soldati la fiducia che, nonostante le condizioni disperate in cui si trovavano i narniani, resisteva nel suo cuore.
Ma combattevano in una terra straniera, di cui non conoscevano la morfologia, e questo li stava notevolmente penalizzando. Se solo avessero potuto contare su una visuale migliore…

Dannata-polvere!”  ribadì esasperato Edmund sputando per terra dopo aver inghiottito una tale quantità di sabbia da fare invidia al Sahara stesso…

 
La Strega non si era ancora fatta vedere, ma ne avvertiva la presenza nella retroguardia nemica, desiderosa di assistere al tragico spettacolo della caduta dei primi difensori di Narnia, ma forse troppo arrogante per intervenire direttamente nello scontro.

Sta andando tutto secondo i tuoi piani, non è vero?” pensò con odio il Giusto mentre abbatteva con forza un altro nemico, rivolgendo uno sguardo carico di disprezzo verso un lontano colle, approfittando di una folata di vento che aveva momentaneamente spazzato via il pulviscolo. Lassù si poteva scorgere a fatica la nera portantina da cui l’Incantatrice assisteva sadica allo scontro.

“Coraggio! Non tutto è perduto! Presto re Caspian sarà qui, dobbiamo solo resistere!” urlò ai soldati spronandoli contro lo scoraggiamento, ormai dilagante.

Infatti, mentre le ombre si allungavano pesanti sul campo di battaglia, la superiorità numerica dei ribelli e la forza sovrumana dei giganti di Ettinsmoor iniziavano a prevalere sul valore dei difensori. La situazione dei narniani stava peggiorando di minuto in minuto: ben presto si ritrovarono circondati su tre lati dalle forze nemiche, che potevano contare sulle energie fresche dei guerrieri delle retrovie.

Edmund, nonostante tutto, non sentiva la disperazione prendere piede nel suo animo, avvertendo ancora dentro di lui il caldo sostegno di Aslan, che non lo aveva mai abbandonato da quando era stato salvato dalle grinfie della Strega. Dentro di sé una sottile speranza gli sussurrava fiduciosa che sarebbe andato tutto bene…

E’ il caso che Caspian e Susan si sbrighino, però!” pensò irritato atterrando un guerriero minuto ma tenace che si rivelò essere uno gnomo.

“Che strano…” mormorò fermandosi un momento a riprendere fiato, approfittandone per osservare la battaglia che si stava svolgendo sotto i suoi occhi “Gnomi che escono volontariamente di giorno dal sottosuolo… Non l’ho mai…”

Un grido agghiacciante e un tonfo, che fece tremare la terra sotto i suoi piedi, lo riscossero dai suoi ragionamenti. La pausa che si era concesso si rivelò fatale: un grosso gigante si era aperto un varco tra i duellanti e i pochi grifoni che tenevano sotto controllo gli Ettins, intraprendendo una letale corsa nel cuore delle forze narniane. Puntava dritto verso il giovane re, l’unico che non si era messo al riparo dalla sua folle corsa!

Il cuore di Ed si riempì di terrore: un uomo solo, pur dotato di grande coraggio, non poteva far nulla contro un gigante impazzito! Finalmente, dopo qualche secondo che gli parvero ore, riuscì a vincere la paura che gli aveva congelato le membra: salì su una roccia e, spiccando un balzo, riuscì a schivare il primo colpo della pesante clava mettendo a segno un colpo che lacerò parzialmente i tendini del polso del colosso.

Il gigante si girò di scatto pieno d’ira, ma mentre stava per attaccare nuovamente il re una freccia dalle penne rosse gli si conficcò nell’occhio destro. Edmund si voltò incredulo per cercare l’arciere attraverso il denso pulviscolo, ma un tremendo urlo di dolore scaturì dalla gola dell’essere ferito che lasciò cadere la clava portandosi le mani al viso e brancolando semi-accecato, ricordando al Giusto di essere ancora in pericolo di vita: il gigante rischiava di travolgere con la sua mole chiunque non si fosse scansato in tempo.

Prima però che il colosso fuori controllo causasse qualche danno, un’aquila volò attorno a lui avvolgendogli le gambe con una corda e facendolo cadere a terra, infine un cavaliere dalla scura armatura, in groppa a uno stallone nero, si avvicinò al galoppo e tagliò la gola dell’Ettin ponendo fine alle sue sofferenze.

“Serve una mano, re Edmund?” chiese in tono divertito il cavaliere alzando la visiera dell’elmo, rivelando il volto ridente del legittimo re di Narnia.

Le Sentinelle acclamarono entusiaste all’arrivo del sovrano mentre l’esercito narniano raggiunse gli amici sul campo di battaglia suonando a perdifiato i corni di guerra.

“Caspian! Siete arrivati, finalmente!”

“Abbiamo fatto il più in fretta possibile, fratello, ma vedo che te la sei cavata egregiamente!”

“Già, già.” rispose lui senza prestare particolare attenzione all’ultima affermazione dell’amico, troppo impegnato a parare il colpo di un ribelle, che Caspian finì con un fendente. La battaglia non era ancora terminata.

“Edmund!”

Il viso macchiato di sangue del ragazzo si voltò per vedere l’espressione preoccupata di Susan che, smontata da cavallo per raggiungerlo, si stava aprendo ansiosamente un varco tra le persone che ostacolavano la sua corsa verso il fratello.

“Stai bene? Oh, grazie ad Aslan, ero così preoccupata di non arrivare in tempo!”

“Per un attimo l’ho temuto anch’io…” rispose con un sorriso rassicurante lui girandosi per affrontare un altro assalitore, poi tornò ad osservare perplesso la ragazza.

“Ehi! Cosa hai fatto al tuo abito? Da quando Caspian ti permette di andare in giro così?”

“Non è il momento giusto per questo discorso, Ed!” rispose lei scagliando una freccia rossa e incoccandone subito un’altra sull’arco “E comunque, non devo chiedere il permesso a nessuno!”

“Bé, ma se non sbaglio stiamo parlando delle gambe della futura moglie del re di Narnia in mostra sotto gli occhi di tutti, è giusto che lui se ne preoccupi almeno un po’!” ribatté il ragazzo guadagnando un’occhiata di riconoscenza da parte di Caspian che combatteva al suo fianco su Destriero: finalmente qualcuno che capiva le sue ragioni!

“Non – sono – in – mostra !” ribatté lei sottolineando ogni parola con un colpo ben assestato del fedele arco contro i soldati che tentavano di accerchiarla, mettendoli in fuga con l’aiuto del fratello.

“Sarà anche come dici tu, ma credevo che Caspian avesse l’esclusiva!” a questa affermazione la regina avvampò.

“Se non la pianti subito di dire idiozie, Edmund Pevensie, Caspian si dovrà preoccupare di più del benessere del suo futuro cognato che della sua futura sposa!” ribatté minacciosa Susan mentre con un calcio fulmineo all’altezza delle ginocchia atterrava un soldato che si stava avventando sul fratello minore.

“Fiu!” fischiò il ragazzo con uno sguardo misto tra il divertito e l’ammirato, notando che l’agilità della regina era notevolmente migliorata dall’ultima volta che l’aveva vista su un campo di battaglia “E con questo gesto non posso far altro che deporre a favore delle tue nuove scelte stilistiche, sorellina!”

“Ah, è bello vedere l’amore che lega due fratelli!” commentò ironico Trumpkin con il suo solito tono burbero, impegnato a fianco dei sovrani a ricacciare indietro le forze nemiche, provocando l’ilarità di Caspian.

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La battaglia infuriava nella piana.

Le forze di Narnia, contando sull’effetto sorpresa provocato dal loro arrivo, stavano riuscendo a respingere l’orda nemica senza grosse difficoltà, e continuavano ad attaccare senza dar tregua ai nemici.

“Vostre maestà! Maestà!” urlò Glenstorm raggiungendo il terzetto reale.
“Lord Donnon chiede una tregua per poter contrattare!”

“No, non se ne parla! Stiamo vincendo!” ruggì Edmund continuando a combattere.

“Edmund!” urlò Caspian per sovrastare il rumore della battaglia “I nostri uomini sono stanchi, dobbiamo fermarci anche noi!”

“Ma se ci fermiamo ora, faremo il loro gioco! Ho visto cosa sono capaci di fare nel pieno delle forze, e la Strega non è ancora scesa in campo!”

“Motivo in più per fermarci prima che lo faccia!”

“Non possiamo pretendere che i nostri soldati prosciughino tutte le loro energie, se c’è una sola possibilità di interrompere la battaglia e prenderci cura dei feriti!” si intromise Susan.

“Inoltre si sta facendo buio, prima o poi dovremo chiamare la ritirata!” rincarò la dose il telmarino. Edmund si fermò dubbioso, poi sospirò: “Scusatemi, avete ragione voi, ma sono così…”

“Non c’è bisogno che ti giustifichi Ed: combatti senza sosta da troppo tempo, è normale che tu voglia porre fine alla guerra il più presto possibile..”

Mentre le ultime note dell’accesa discussione sfumavano gradualmente, una sottile nebbia si alzò dal campo di battaglia, diversa dalla polvere che fino a quel momento li aveva accompagnati.
Ogni duellante si bloccò all’istante con le armi a mezz’aria, osservando sbigottito lo strano fenomeno. La nebbia era…

“Verde!” esclamò sbigottito Caspian osservando le lente spirali che il fumo disegnava attorno a lui.

“A quanto pare la Strega non condivide la decisione di Lord Donnon di fermarci per oggi…” borbottò Edmund.

“Cosa?”

“STATE ATTENTI!” urlò il ragazzo lanciando un monito ai soldati, intuendo dai loro sguardi attoniti che stavano già aprendo le loro menti all’Incantatrice “NON DATE RETTA A QUELLO CHE LA VOSTRA MENTE VI SUGGERISCE ORA! CONCENTRATEVI SUL VERO SCOPO DELLA VOSTRA PRESENZA QUI!”

Caspian comprese al volo, ricordando con una fitta di dolore e rimorso l’ammaliante forza persuasiva che la Strega Bianca aveva una volta esercitato su di lui: “Ha ragione lui… PENSATE AD ASLAN! VI DARA’ LA…”

“…FORZA, mio signore?!” una fredda voce, proveniente dalla fitta nebbia innaturale, completò la frase “Re Caspian, finalmente ci incontriamo!” continuò canzonatoria.

“Chi sei?” chiese nervosamente Edmund “Fatti vedere!”

L’uomo misterioso avanzò di qualche passo, rivelando la propria identità. Là, a pochi metri dal legittimo sovrano di Narnia, svettava l’imponente figura di lord Donnon con la spada insanguinata stretta nella mano salda. Indossava la scura armatura dei generali telmarini, così simile a quella di Caspian, ma i due uomini, posti l’uno di fronte all’altro, non avrebbero potuto essere più diversi. I neri capelli, tra cui si poteva già scorgere qualche filo grigio, incorniciavano il fiero volto irsuto, in cui risaltavano gli occhi scuri traboccanti di alterigia e fredda determinazione, che stridevano in contrasto con il sorriso sarcastico disegnato sulle sue labbra.

“Lord Donnon!” sussurrò Susan sorpresa.

“E c’è anche la nostra incantevole regina con il suo fratellino, bene bene!” disse il nemico lisciandosi la corta barba lanciando un lungo sguardo inquisitore ai tre sovrani.
“Come vedete la mia armata è molto potente, e siete circondati dalle arti magiche della mia Signora. Non avete via di scampo, consegnatemi il regno di Narnia ora e vi risparmierò la vita!”

“Mai!” gridò Edmund, incapace di trattenersi di fronte all’arroganza del Lord.

Donnon si girò lentamente osservandolo crudelmente “Sciocco! Non ti è bastato vedere la metà dei tuoi uomini morire per mano mia, prima che venissero a salvarti?”

“Ma ora siamo qua!” si intromise finalmente re Caspian “Sai che non potrai mai vincere, nemmeno con i sortilegi della tua strega! Abbiamo Aslan dalla nostra parte!”

A queste parole il viso del generale si accese di rabbia “Quel leone non può neanche lontanamente competere con i poteri della mia Signora! Come potete anche solo pensare che vi possa aiutare?”

“Evidentemente non ricordi chi ha sconfitto lord Sopespian durante la Guerra di Rivoluzione!” ribatté Susan.

“Ha solo fatto muovere qualche stupido albero e chiesto l’aiuto di una divinità del fiume, nient’altro. E ricordate che non siamo nel cuore di Narnia, ora, ma alle soglie del regno dell’ Incantatice!”

“Aslan è più potente di qualsiasi strega, lui ha creato il mondo!” ribatté Caspian.

“Re Caspian…” rispose Donnon scuotendo la testa come se fosse di fronte ai capricci di un bambino ”Non mi sorprende che proprio tu creda a queste sciocche favole per bambini. Tuttavia se anche aveste ragione, se Aslan fosse il padrone del mondo, ora dov’è? Perché non è qui ad aiutarvi?”

“Non fare l’errore di sottovalutare la nostra forza, come ha fatto mio zio prima di te! Hai visto che fine ha fatto lui.”

“Ora basta!” rispose tremante di rabbia ”Non parlare in quel modo del grande re Miraz! Tu, traditore del tuo sangue, hai trascinato la tua stessa gente alla rovina e non avrai pietà da parte mia. Non mi fermerò finché non avrò riportato la situazione a com’era prima! Finché la gloriosa stirpe telmarina non risorgerà dalla tomba in cui l’hai seppellita! Finché questi sporchi narniani non saranno costretti a tornare striscianti da dove sono venuti!”

A queste parole la collera di Caspian, trattenuta fino a quel momento, esplose. Si avvicinò minacciosamente al generale: “Come osi parlare così di un popolo nobile e antico come la stessa Narnia! Guardati, ipocrita: pur di soddisfare la tua sete di potere ti sei circondato delle creature che tanto disprezzi! Perché sai che altrimenti non riusciresti mai a vincere con le tue sole forze!”

“Il mio valore non può essere giudicato in base ai vili schiavi sotto il mio controllo.”

“Eppure ti servi di loro, non è forse vero?” intervenne Edmund “Gli gnomi non hanno mai abbandonato i loro domini sottoterra, mai una volta per secoli interi.”

“E’ vero” disse Susan “Non si sarebbero mai volontariamente esposti alla luce del sole. Qualcuno deve averli costretti con la forza.”

“O, peggio, stregati!” intuì Caspian.

“E i giganti? Anche loro non c’entrano in questa storia!” ribadì il Giusto.

“Ahahah, poveri piccoli presuntuosi!” la risata di Donnon echeggiò nella valle “Credete di aver capito tutto, vero? I giganti di Ettinsmoor non sono fedeli a Narnia, non lo sono mai stati: hanno deciso di schierarsi al nostro fianco in cambio delle montuose contrade settentrionali di Narnia. Pensate, un esercito invincibile in cambio di un pugno di monti e pietre!”

“Dunque sei sceso a patti con loro! Infine ti sei ‘abbassato’ alle loro richieste!” confermò con sarcastica ironia Caspian, fissando eloquente Edmund.

“Già” continuò l’amico intuendo le sue intenzioni “Chissà che bell’esempio hai dato ai tuoi soldati!”

“Pensa Ed, potremmo persino pensare di chiamarlo l’Amico Dei Giganti d’ora in poi!”

“E perché non il Gran Protettore Degli Gnomi?” concluse l’altro ridendo.

“Ora basta!” urlò Donnon tremante d’ira “Non mi faccio sbeffeggiare da due ragazzini come voi! Non mi servono né gnomi né giganti per sconfiggerti, traditore del tuo popolo!”

La sua mano si alzò di scatto puntando un dito contro Caspian, lo sguardo malvagio legato ai luminosi occhi neri del re. Tre corte frasi gli sfuggirono dai denti, serrati per mantenere il poco autocontrollo rimasto:

“Domani all’alba. Tu e io al centro del campo di battaglia. Nessuna possibilità di resa!”

“Accetto!” rispose fermamente il re.

Il cuore di Susan perse un battito, e si girò sbigottita verso il fratello che le posò una mano rassicurante sulla spalla e, avvicinando le labbra al suo orecchio, le sussurrò “Andrà tutto bene, te lo giuro. Caspian sa quello che fa!”

Fortunatamente, Susan non notò l’inflessione preoccupata e insicura celata nelle parole del fratello…

 

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Donnon stava organizzando la ritirata delle sue truppe, quando una voce, ormai ben nota, risuonò autoritaria nella sua mente: “Torna immediatamente sul campo di battaglia, combatti ancora! Con i tuoi uomini e le mie arti magiche possiamo batterli e conquistare il trono prima di sera!”

“Ma, mia Signora, ho giurato di riprendere in mano le armi contro Narnia solo dopo aver ucciso re Caspian. Mi batterò con lui domani all’alba, dopodiché annienteremo anche il suo esercito!” rispose il lord ad alta voce.

“Non mi importa nulla dei vostri futili screzi. Obbedisci!”

“Sono profondamente dispiaciuto, mia signora, ma questa volta non posso ubbidirvi. Non posso tirarmi indietro, voglio la mia vendetta: sono stato offeso da un ragazzo che ha la metà dei miei anni! Il mio popolo è stato rovinato da un insolente che fino a qualche anno fa era ancora attaccato alle sottane della sua nutrice! Voglio che il suo sangue scorra sulla mia lama domani!”

La voce nella sua testa tremò di rabbia mentre ripeteva l’ordine:

“OBBEDISCI!”

Il generale avvertì un dolore acuto, come se mille piccoli aghi gli stessero trafiggendo il cranio. Tuttavia non cedette, ma urlò con quanto fiato aveva in gola ribellandosi alla sua padrona: “NO!”

La voce nella sua testa cambiò improvvisamente atteggiamento, tornando dolce e soave come un tempo: “Come vuoi tu, mio amato… Vorrà dire che posticiperò di un giorno i festeggiamenti per la nostra ascesa al trono.”

“Grazie mia signora!”

“Tra due giorni all’alba celebreremo l’avvento del nostro dominio su Narnia! “ e con questo recise il contatto mentale con lord Donnon.

“Sempre che esista un’altra alba per te!” concluse malefica la Strega dalla Veste Verde. Solo la nera portantina poté sentire le sue parole.

 

----------

“Ma come hai potuto farlo!”

“Era mio dovere per uscire da quella situazione!”

“Ma questo non ha senso. Ci doveva pur essere un altro modo, non era necessario invitarlo a ucciderti!”

“Susan, abbassa la voce, o ti sentiranno fino a Cair Paravel…” intervenne il fratello comparendo all’entrata della tenda dove si erano rifugiati i due sovrani per potersi finalmente chiarire.

“Non provocarmi, Edmund Pevensie, è anche colpa tua se siamo in questa situazione!”

“Mia?” chiese offeso entrando nella tenda “E cosa avrei fatto io?”

“Non ti sei opposto, non l’hai fermato!”

Caspian si avvicinò alla fidanzata per cercare di calmarla “Susan, Susan ascoltami! Tutto questo è nato perché Donnon non accetta di essere sotto il mio comando. Non mi ha mai sopportato, ma fino a pochi mesi fa ha finto di essermi leale per convenienza. In segreto ha accresciuto la sua influenza sui suoi soldati poi, non appena ha trovato l’alleato perfetto,  ci ha traditi! Era inevitabile che prima o poi ci saremmo affrontati faccia a faccia.”

“Ma questo duello è inutile, non lotterete per decidere le sorti della guerra ma solo per soddisfare la sua sete di vendetta…” mormorò lei amareggiata abbassando lo sguardo.

“E’ vero, ma se Donnon sarà sconfitto, i suoi uomini perderanno fiducia in lui e forse capiranno finalmente che la dottrina che lui insegna è malvagia.”

“Rischi la tua vita per degli uomini che ti hanno rinnegato…”

Caspian posò le sue mani sulle delicate spalle della ragazza, e disse in tono raddolcito: “Ho fatto delle ricerche su quei soldati prima di partire. Non dico che non siano colpevoli, ma è da tempo che si sentono ripetere che gli abitanti di Narnia sono esseri inferiori, e coloro che si ribellavano a questa concezione erano duramente puniti. Se c’è anche la minima possibilità di salvare quegli uomini, ho il dovere di tentare. Ognuno ha diritto a una seconda chance, guarda me!”

Susan rimase colpita da quelle parole, comprendendo finalmente che Caspian non intendeva combattere per ribadire davanti a tutti chi fosse il vero sovrano, ma per dare una possibilità di salvezza a tutti quei ragazzi che avevano avuto la sfortuna di entrare a far parte del plotone del generale, e le cui menti erano state deviate da una personalità crudele.
Sentendosi infine sconfitta, la regina trasse un profondo respiro.

“E va bene, ho capito.” poi aggiunse in tono minaccioso: “Ma ascoltami bene, re Caspian il Liberatore, se ti farai ammazzare giuro che… Che non ti perdonerò mai e poi mai! Quindi trova il modo di restare vivo o non so cosa farò io…” concluse con un gemito.

Caspian sorrise intenerito accarezzandole la guancia “Non preoccuparti amore mio. Qualsiasi sfida la vita ci riserverà, troverò sempre il modo di tornare da te!” e suggellò la sua promessa con un bacio che Susan ricambiò all’istante.

Edmund, intuendo che ormai la sua presenza era del tutto superflua, uscì silenziosamente dal padiglione. Fuori la notte era ormai sopraggiunta e nell’accampamento brillavano numerosi fuochi attorno ai quali si stringevano gli uomini di Telmar e Narnia, in cerca di conforto e coraggio per la sfida che li attendeva il giorno dopo.

Il giovane re iniziò a vagare tra le bianche tende, perso nei suoi pensieri. Ormai sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma gli mancava il coraggio per compiere il passo successivo. In verità non pensava di esserne capace. Ma doveva farlo. Per questo aveva bisogno di un posto tranquillo per riflettere, lontano da tutti.
Infine, ai margini del campo, trovò quello che cercava. Si sedette su un masso al riparo da occhi indiscreti, con il favore dell’oscurità, e si mise ad osservare il cielo stellato, lievemente velato da qualche nuvola gonfia di pioggia.

Purtroppo la sua pace non era destinata a durare a lungo. Infatti dopo qualche minuto avvertì dei passi familiari avvicinarsi a lui. Intuendo chi potesse essere, voltò appena il capo tornando subito dopo nella sua posizione iniziale, con lo sguardo rivolto verso l’alto.

“Eccoti, finalmente!” disse il nuovo venuto sedendosi agevolmente al suo fianco sulla dura roccia. “Glenstorm vorrebbe parlare con noi di…”

“Devo partire, Caspian.” mormorò sovrappensiero Ed.

“Come?” chiese confuso il re telmarino voltandosi verso di lui e scrutandolo attentamente.

“Devo andare” ripeté fermamente senza staccare gli occhi dalla volta celeste “Devo cercare Aslan.”

“L’hai visto?” chiese con una nota di speranza “E dove?”

“Non so dove sia, ma sento che devo andare a cercarlo!”

Caspian sentì lo sconforto e il rancore crescere in lui. Ad un tratto realizzò che il giorno dopo si sarebbe ritrovato da solo ad affrontare il duello e, se fosse sopravvissuto, a guidare l’esercito in battaglia senza l’appoggio del suo migliore amico. Come poteva pensare di abbandonarlo proprio in quel momento così difficile? Come poteva pensare di abbandonare sua sorella, chi si sarebbe preso cura di lei se gli fosse successo qualcosa nello scontro con Donnon?

“Ma non puoi pensare che…” ribatté quindi irritato

“Devo farlo, Caspian!” lo bloccò subito fissandolo in volto. Il Giusto aveva intuito le sue incertezze.
Poi aggiunse con un mezzo sorriso “Una volta un saggio amico mi ha detto che devo avere più fede, che Aslan aveva un piano per me.” Caspian abbassò la testa riconoscendo le sue stesse parole, dette all’amico poco tempo prima.

“Ecco” continuò ”ora ho capito finalmente qual è il mio compito, cosa devo fare. Devo avere fiducia nel Grande Leone, come Lucy, anche se non credo di essere esattamente come lei. Ha sempre creduto in Aslan, sempre, anche quando noi avevamo dei dubbi. Ma in ogni caso devo andare. Me l’ha fatto capire lui quel giorno in cui mi ha salvato dalle spire della Strega.”

E iniziò a raccontare tutto ciò che era accaduto: l’attacco del serpente-strega sulla collina e l’aiuto di Aslan. Ricordò le sue parole: “…quando la speranza sembrerà venire meno ricordati di questo giorno, e ricordati anche di Lucy. Allora saprai cosa fare…”.

“Capisci ora? Lucy è andata a cercare Aslan alla vigilia del duello tra Peter e tuo zio. Domani tu sfiderai Donnon, e i nostri uomini hanno a malapena intravisto la potenza della Strega dalla Veste Verde, ma ti garantisco che non deve essere sottovalutata. Se non fosse stato per Aslan sarei morto su quella collina. Io dovevo resistere in questa piana finché non foste arrivati voi: ora che siete qui posso finalmente partire.”

Caspian sospirò, domando le sue frustrazioni: “Vorrei che ci fosse un altro modo, so di essere egoista, ma vorrei non dover fare a meno di te domani!” disse sinceramente. Edmund gli strinse una spalla, condividendo le sue parole.

“Anche io, fratello, anche io. Non mi sono mai tirato indietro di fronte a una sfida, e ora mi ritrovo a dovermene andare via così, come un vigliacco: partirò prima dell’alba, e tornerò il prima possibile, te lo prometto. Per favore, spiega tutto ai miei soldati, fai in modo che non pensino di essere stati abbandonati!”

“Certamente!” lo rassicurò Caspian alzandosi “Glenstorm mi sta aspettando, vieni con me?”

“Vai avanti, ti raggiungo tra qualche minuto.”

Il telmarino annuì, voltandosi e raggiungendo velocemente l’accampamento. Edmund tornò a guardare il cielo.

 

 

 

NOTE:

Rieccomi!

Ultimamente non mi sono fatta molto sentire, mi spiace tanto… Cercherò di rimediare! Approfitto per precisare che la nebbia verde di questo capitolo non centra niente con quella del Viaggio del Veliero (perché la nebbia nel Viaggio del Veliero, perché?!? -.-” Grr, lasciamo stare!)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, approfitto per ringraziare:

 pevensie: grazie per il commento! Dal mio punto di vista Ed non deve essere affatto geloso del fratello, e credo che comunque questo complesso l’abbia superato già alla fine de “Il leone la strega e l’armadio”. Lui è il Giusto, non può provare invidia né per Peter né per Caspian… (ma, mi domando, a cosa pensavano quando hanno scritto la sceneggiatura del terzo film??? Me arrabbiata!). Quella che descrivo io non è gelosia, piuttosto è paura di non essere all'altezza... A presto!

Rinalamisteriosa: Carissima! Si, avevo bisogno di un cattivo, e la strega dalla veste verde mi sembrava perfetta, ho approfittato per inserire anche il tema della tentazione, che mi ha permesso di far vedere come Ed sia in realtà più maturo di quanto non sembri… Non è più il ragazzino di un tempo, ha sconfitto la strega Bianca insomma! (Si nota forse quanto io sia indignata per le figuracce che hanno fatto fare a Ed nell’ultimo film? Oooopss… :D comunque, ne parleremo meglio, dai!). Come sempre, grazie per il tuo sostegno...

Freddy Barnes: Fedeee! La battaglia è finalmente iniziata… Sigh sono un po’ triste, sono già arrivata a questo punto… Mi sono appena accorta che anche in questa parte c’è tanto Edmund, ma il prossimo sarà più incentrato su Cas, promesso!! Grazie per i complimenti, bacioni!

Ringrazio anche chi ha inserito la mia storiella tra le preferite, le seguite o le ricordate… Come sempre, se avete commenti, critiche o altro da dire sono tutta orecchi! A presto!!!

  
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