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Autore: ghirigoro    15/03/2011    11 recensioni
Quando cresci da sola impari a cavartela.
Quando tuo padre è in prigione impari a non farti scoprire.
Quando tua madre se ne va impari a non attaccarti troppo alle persone.
Quando tuo fratello va a vivere lontano impari a contare su te stessa.
Quando tua sorella è una puttana impari a non esserlo.
Perchè alla fine è questo che conta, no?
Sono Blackie. E no, non sono una groupie.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Vieni con me o vai a casa?- mi chiede Simon quando abbiamo finito tutti di mangiare.
Che diavolo dovrei fare adesso?!
-Ehm... dove?-
-Abbiamo le prove adesso, magari se ti interessa potresti venire a sentirci...-
Oh cavolo. Assolutamente no! No, non verrò chissà dove da sola con te!
-Ok!-
...ma devo essere deficiente.

Però, sono bravi! Il sound in questa specie di magazzino fa un po' schifo, rimbomba, gli impianti audio non sono dei migliori e ho il vago sospetto che il batterista sia fatto.
Il cantante non è che sia di quella bravura, poi... E non lo dico solo perchè è quel bastardo di Matt.
Simon è tutto concentrato sul basso, così posso guardarlo senza che lui lo sappia.
E' curvo sul suo strumento, quindi le ciocche scure che di solito gli coprono gli occhi li lasciano scoperti. Ha lo sguardo basso e non si vedono bene, ma tanto lo so già che sono nocciola. E sono bellissimi.
Non avevo notato il tatuaggio sul collo, penso sia qualcosa come un teschio, ma è troppo lontano.
Cavolo, anche io ne voglio uno... lo chiederò a Kurt.
Simon è sudato, e si è tolto la maglietta dopo la seconda canzone. E sotto aveva una canottiera. Maledizione. Ma adesso anche quella è zuppa e gli sta appiccicata come una seconda pelle, quindi è anche meglio.
Ogni volta che scuote la testa a tempo schizza goccioline dai capelli bagnati. E' così bello che faccio fatica a respirare.
Ha una sigaretta tra le labbra, e giuro che mentre fuma è ancora più sexy... ispira brutti pensieri.
Ho un sorriso ebete stampato in faccia, ma tanto chissene frega!
Saremo già alla quarta o quinta canzone, non si sono fermati nemmeno per cinque minuti.
Questa è la canzone che mi piace di più, è quella con più ritmo. E poi Simon fa il coro, quindi...
Sento il rumore di una porta che si chiude, mi giro. Adesso sono incazzata.
Tre ragazze, più nude che vestite.
Stringo i pugni così forte che mi fanno male le dita, mentre quelle mi guardano e ridono.
Una si avvicina, seguita dalle altre due.
-Ciao!-
-Ciao.- sibilo mentre mi si siedono di fianco.
-Per chi sei qui?-
-Scusa?-
-Intendo chi ti ha fatta venire qui.-
-Simon.-
Quella confabula con le sue amiche e ritorna a guardarmi.
-Sei una sua amica?-
-Sì, direi di sì.-
Oddio adesso la ammazzo se non se ne va! Mi rivolge un sorriso da serpe.
-Ah. Anche noi!-
... oh.
-Io... sono in ritardo, adesso è meglio che vada.-
Mi alzo dal divanetto dove sono seduta e raggiungo la porta, lancio un ultimo sguardo a Simon e me ne vado.
Stupido bastardo. Stupide stronze.
Stupida me, prima di tutti.

* * * *

E all'improvviso me la ritrovo davanti, con gli occhi rossi e furenti e i pungi serrati, e l'aria di una che sta per cominciare ad urlare.
Si chiude in camera sua sbattendosi dietro la porta senza una parola.
Cazzo, Kurt, sei nei guai. Quando una ragazza fa così, bisogna prepararsi al peggio.

* * * *

Non è ancora uscita di lì, sono tre ore che aspetto e non ha ancora fatto una scenata per le solite cose che fanno arrabbiare le ragazze.
Anche se non penso che sia così per colpa di un negozio chiuso o dei capelli rovinati.
Oso bussare a questa porta? Decido che oso.
Toc toc.
Niente. Sto scivolando sempre più nella merda.
Temo che se busso un'altra volta si scatenerà la Terza Guerra Mondiale, ma peggio di così non può andare, no? Cercherò alleati tra gli asiatici.
Toc toc.
-Sarah?- la chiamo.
-CHE C'E'?!-
Non posso continuare! Porca vacca, è un suicidio!
-Sarah apri?- Non ho il coraggio di dare ordini.
Strano ma vero, sento la chiave girare nella serratura e la porta si apre.
Eccola lì, con gli occhi gonfi e rossi e il labbro che trema dalla rabbia.
-Cosa c'è?- ripete, questa volta con voce incrinata.
-Come va?-
In un attimo me la ritrovo stretta al petto, singhiozzante.
-Siete dei bastardi!- mi accusa.
Ma che ho fatto adesso?!
-Siete tutti uguali!-
Ahi, c'entrano i maschietti!
-Ragazzi?- le chiedo, e lei si stringe di più.
Sì, ragazzi.
Mi siedo sul suo letto e lei di fianco a me, con il viso nascosto nella mia maglietta.
-Su, racconta...-

*Si nasconde tremando*
Scusatemi per il ritardo! Siete liberi di uccidermi!
Vi imploro comunque di avere pietà, nel farlo!
Se questo corto, sdegnoso capitolo vi ha fatto schifo allora potete anche non averne... *@*
Spero di essere ancora viva per arrivare al prossimo capitolo...
ghirigoro *che si nasconde*
  
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