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Autore: Luna_Miku    15/03/2011    9 recensioni
Fine e Rein sono due comunissime gemelle di 15 anni che vivono la loro adolescenza spensierate e felici. Quando però un giorno il padre gli comunicherà che per motivi di lavoro dovranno trasferirsi in un’altra città, la loro vita cambierà radicalmente. Alla nuova scuola infatti, non avranno solo il piacere di incontrare nuove amiche ma anche di dover confrontarsi con Elisabeth la reginetta della scuola : bella,ricca e popolare nonché capitano delle cheerleader del liceo che, per qualche strana ragione ,le prende subito in antipatia. Oltre a lei si farà presente un altro ragazzo, il bellissimo Bright, il classico principe azzurro gentile e solare che, altri non è ,che il ragazzo più corteggiato dalle ragazze di tutta la scuola. Per finire dovranno fare i conti anche con Shade un prepotente e affascinante bulletto, con un passato turbolento alle spalle ,che gli causerà non pochi problemi … C’è la faranno le nostre due protagoniste a sopravvivere alle novità che queste nuove conoscenze porteranno con se e a scoprire pian piano sentimenti sempre più forti e nuovi? Leggete e vedrete … ^^
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grazie ...

 

Scendo velocemente le scale, sbuffando seccata.

Accidenti, penso, proprio ora doveva suonare quel cavolo di campanello?!

<< Rein! >> mi richiama mia madre, quando ormai sono vicina al pianerottolo dell’ingresso.

<< si ecc-  >> la risposta mi muore in gola quando vedo Lione ,ansimante e fradicia, appoggiata allo stipite del portone.

<< vi lascio sole … >> sussurra mia madre, visibilmente preoccupata e ,prima di tornarsene in cucina, mi lancia un lungo sguardo di intesa, che sembra volermi dire : non continuare a cacciarti nei guai!

Come se fosse facile! Vorrei giustamente ribattere.

In questo periodo sembra che i guai siano irrimediabilmente attratti da me!

Annuisco sicura, prima di ritornare a fissare Lione ,con sguardo incerto.

<< Lione è successo qualcosa? >> le chiedo angosciata, avvertendo sulla pelle un gran brutto presentimento.

La mia amica mi lancia un lungo sguardo triste e ,cercando di recuperare fiato, mi risponde con il pianto strozzato in gola.

<< è successa una cosa terribile, Rein! >> mi annuncia di botto, mentre i miei occhi si spalancano increduli.

<< di che parli?! >> aggiungo agitata ,invitandola ad entrare, ma lei scuote la testa e ,portandosi le mani al cuore, continua a parlare.

<< il fratello di Mirlo … è scomparso! >>

<< COSAAAA?? >> urlo talmente forte da far tremare i vetri della vetrinetta alla mia sinistra e forse persino tutto la casa.

Oddio! Come è successo?

<< come sarebbe a dire scomparso? Insomma, spiegami esattamente come stanno le cose! >> affermò in iperventilazione.

Se non sbaglio il fratello di Mirlo ha solo cinque anni e non voglio neppure immaginare cosa potesse essergli successo!

<< io … io … non so tutto. Poco fa mi ha chiamato Mirlo, era in lacrime poverina e mi ha chiesto se potevo aiutarla a cercarlo, sua madre è ad un convegno di lavoro fuori città e lei si sente molto in colpa! >>

<< dov’è adesso? >>

<< erano vicino al Parco Nord quando è successo.>> conclude Lione con occhi grandi e languidi, trattenendo a stento le lacrime.

Il mio cervello in questo momento assomiglia ad una vecchia macchina rotta, che non riesce a mettersi in moto.

Gli ingranaggi sembrano bloccati dalla paura e dall’ansia e una confusione totale non permette al mio cervello di pensare lucidamente.

Poi ,pian piano, le informazioni riescono a penetrane quello stato di incredulità in cui ero piombata e ,veloce come un razzo, mi precipito in camera di Fine, per riprendere il giubbotto e l’ombrello e andare ad aiutare Mirlo.

Non appena apro la porta mia sorella inizia a fissarmi stralunata ,puntandomi i suoi occhi fucsia contro.

<< che cosa è successo? >> mi chiede confusa, mentre intanto afferro il mio giubbotto e me lo infilo frenetica.

<< Mirlo … suo fratello … un disastro! >> comincio a balbettare, non preoccupandomi di dare un senso logico alla frase.

Gli aggettivi  “ sconvolta ” ed “ esterrefatta ” ,credo si addicano alla perfezione allo stato d’animo che ora avverto ,appiccicoso e asfissiante, sulla mia pelle.

<< eh?! >>

Ignoro la domanda - più che lecita - di Fine, dandole un leggero bacio sulla guancia e salutandola frettolosamente.

<< ti spiego tutto quando torno! >> le dico per rassicurarla anche se ,grazie al mio sguardo angosciato, non credo che se la sia bevuta.

<< Rein, dove vai? >> mi chiede perplessa mia madre, quando vede che sto di nuovo scendendo le scale con in mano l’ombrello.

<< tranquilla mamma, torno presto. Ora devo aiutare un’amica! >>le rispondo vaga, raggiungendo velocemente Lione e chiudendomi il portone dietro.

L’acqua fredda della pioggia ci accoglie sotto il suo manto, mentre insieme corriamo per raggiungere Mirlo al Parco Nord.

<< ha già chiamato la polizia ? >> le chiedo agitata, seguendola tra le varie vie e strade ,più o meno affollate, della città.

<< non … non lo so, non credo … >> mi risponde l’arancione titubante, scuotendo la testa.

Annuisco lentamente, non sapendo né cosa dire né cosa fare.

Non so nemmeno come diamine mi dovrei comportare davanti ad una soluzione del genere!

Lione continua a farmi strada verso il parco e ,quando finalmente arriviamo, mi accorgo di aver già visto questo posto.

Le villette a schiera circondate da un giardino all’inglese, il cancello d’argento che sbuca fra gli alberi alti, le panchine verdi …

Spalanco gli occhi incredula.

Questo è il quartiere dove abita Shade!

Mi mordo una guancia per non imprecare ad alta voce e ,stringendo forte il manico dell’ombrello, mi dirigo verso la figura di Mirlo che ,incappucciata di viola, ci aspetta vicino ad una delle panchine all’entrata del parco.

Non appena le siamo davanti noto subito i suoi occhi rossissimi per il pianto, le sue guancie bagnate non solo per la pioggia e le sue mani tremanti ,che stringono convulsivamente la stecca dell’ombrello, come se fosse ormai diventata l’unica sua ancora di salvezza, in un oceano in piena tempesta.

<< Mirlo … >> sussurra spaventata Lione ,abbracciandola di slancio, mentre io la fisso con tutta la compassione che avrei mai potuto provare.

<< non lo trovo Lione … non lo trovo … >> sussurra fra i singhiozzi la castana, nascondendo il viso disperato nella spalla della nostra amica.

Sento un groppo salirmi alla gola e impedirmi di respirare con regolarità.

Le mie ginocchia tremano ,ma non solo per il freddo, mentre la pioggia ,sopra di noi, sta pian piano diminuendo la sua discesa.

<< com’ è successo, Mirlo? >> le chiedo apprensiva, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla.

Lei si stacca dall’abbraccio e ,con il dorso della mano, cerca di bloccare le stille salate, che le scendono prepotenti dagli occhi lilla.

<< eravamo insieme … nel parco … prima che cominciasse a piovere … sono andata a prendere un gelato … lui era sullo scivolo insieme ad altri bambini … ma quando sono tornata non c’era più … non c’era più … Rein! >>

Non appena finisce di sussurrare il mio nome, scoppia di nuovo a piangere ininterrottamente e io lotto interiormente contro me stessa per non imitarla.

È una situazione così assurda, cosa posso dirle?

Cosa potrebbe farla stare meglio?

<< dobbiamo continuare a cercarlo! >> affermò risoluta, puntando gli occhi all’interno del parco davanti a me.

<< magari si è spaventato perché non ti ha visto, ed è andato a cercati, poi gli sarà preso un colpo per colpa del temporale, è un bambino piccolo non sarà uscito dal parco vedrai, è ancora lì dentro!>> cerco di rassicurarla ,ma ho paura anch’io.

Paura che ciò che ho appena detto non sia vero.

<< dividiamoci, avremo più possibilità di trovarlo! >> aggiungo tenace, cercando di non far tremare la voce per le troppe emozioni che in questo momento invadono la mia mente.

Annuiscono, e insieme entriamo all’interno del parco, per poi dividerci.

È pericoloso stare qui dentro mentre piove, mi ritrovo a pensare, quando un lampo improvviso illumina il cielo grigio e un tuono in lontananza mi fa sobbalzare.

E ciò non fa altro che aumentare la mia ansia e il mio smarrimento.

Non conosco questo posto – per dirla tutta è la primissima volta che ci metto piede - quindi seguo il mio istinto, voltando sentiero, ad ogni incrocio di alberi che vedo.

Corro così veloce da non vedere quasi dove vado, mentre grido al vento il nome del piccolo disperso.

<< NARLO! NAR - >>

Con la mente nel panico, non mi accorgo di essermi imbattuta contro qualcuno e vado a sbattergli direttamente contro.

Il mio equilibro viene meno e ,se non fosse per la mano salda del mio investitore ,che mi afferra rapida per un braccio ,mi ritroverei già con il sedere sul fango untuoso del parco.

<< m-mi … scusi … >> sussurro intontita, sentendo le goccioline fredde della pioggia sulla faccia.

All’impatto ho lasciato andare istintivamente l’ombrello a terra, che ora è ruzzolato ad un metro da me.

<< tu … ? >> mi chiede dubbiosa una voce, ormai fin troppo familiare ,per non sapere a chi appartiene.

Apro gli occhi – che non sapevo neanche di aver chiuso – e li punto su quelli oltremare dello zotico-cafone di fronte a me.

Sembra spaesato e perplesso, esattamente come mi sento io in questo momento.

Per alcuni ,lunghissimi, istanti ci limitiamo a guardarci intensamente negli occhi poi, come se fossimo appena ritornati alla realtà, distogliamo contemporaneamente il nostro sguardo e Shade ritira anche la sua mano dal mio braccio.

Un silenzio carico di tensioni contrastanti cala su di noi.

Maledizione, penso seccata, mordendomi il labbro inferiore fino a farmi male.

Perché dovevo incontrare proprio lui oggi?!

<< che cosa ci fai qui? >> la sua voce pretensiosa mi distoglie dalle mie personali imprecazioni e ritorno a rivolgermi con il viso su di lui.

Noto che ha spostato il suo ombrello anche sopra la mia testa e che ora ha iniziato a fissarmi severo, come se mi stesse rimproverando di qualcosa.

Non ho tempo di chiedermi per cosa e ,agendo d’impulso, gli afferro svelta la mano, abbandonando – ma solo momentaneamente – ogni ostilità nei suoi riguardi.

Lui è del posto e forse può aiutarmi a scoprire dove può essersi cacciato il fratellino di Mirlo!

<< devi aiutarmi! >> gli impongo, con un tono che non ammette repliche, mentre un suo sopracciglio scuro scatta inevitabilmente all’in su.

<< cosa? E perché dov- >>

<< non c’è tempo per queste sciocchezze! >> lo interrompo audace, stringendo la presa che ho sulla sua mano fredda.

Shade assottiglia gli occhi, ed un’espressione curiosa gli si dipinge velocemente in volto.

<< sto cercando un bambino, il fratello minore di Mirlo, non conosco questo posto ma tu fo- >>

<< vieni con me! >>

Stavolta è lui a non permettermi di finire la frase e ,svelto come un ghepardo, inizia a correre verso il sentiero alla nostra destra, oltrepassando gli scivoli e le altalene dove di solito giocano i bambini.

Per avanzare più veloce, ha buttato all’aria anche il suo ombrello, anche se ora sta solo piovigginando e quindi riusciamo perfettamente a vedere davanti a noi.

Non mi oppongo al suo “ ordine ” e lo seguo docile, facendomi guidare.

Dopo qualche minuto – in cui sono inciampata notevoli volte, finendo quasi spiaccicata con la faccia nel fango - si ferma davanti ad una statua a forma di pinguino, che troneggia al centro di uno spazio vuoto fra gli alberi, vicino ad una fontana vecchia e rotta in più punti, che contiene solo acqua melmosa.

Shade ,ansimante, si avvicina ad essa e io con lui.

Distintamente ,fra i rumori dei nostri respiri irregolare e il ticchettio leggero della pioggia, inizio a sentire dei singhiozzi, piccoli e sommessi provenire da lì.

Mi dirigo veloce dietro lo statua, dove vi è una specie di entrata minuscola, dove solo un bambino può entrare.

Un bambino!

<< Narlo …? >> lo chiamo ,abbassandomi insieme a Shade, ed entrando la testa in quella porticina.

Lo vedo.

Rannicchiato come un cucciolo spaurito, se ne sta il fratellino di Mirlo ,con la faccia affondata sulle ginocchia strette al petto.

 << piccolo … >> gli tendo la mano e lui vedendomi la afferra e si attacca al mio braccio, con il moccio che gli scola dal naso.

Lo tiro fuori e lo prendo in braccio, premendomelo al petto.

<< per fortuna sta bene. >> dico sollevata, iniziando a sorridere contenta.

Mi volto verso il bulletto e lo vedo che mi fissa intensamente, come in una sorte di stato di trance.

Arrossisco un po’ ,distogliendo il mio sguardo dal suo viso.

Che diavolo ha? Ho per caso qualcosa nella faccia?!

<< c-come … facevi a sapere che era qui? >> gli domando titubante, anche per spezzare questo strano silenzio imbarazzante in cui ci siamo ritrovati.

Shade sposta un attimo i suoi occhi dai miei, poi , con assoluta indifferenza , si limita ad alzare le spalle.

<< esperienza personale, non sono cose che ti riguardano! >> mi risponde acido, alche tutto l’odio che ho verso di lui ritorna a galla facendomi alterare.

Gli stringo di più la mano come a voler fargli male ,ma lui fa una cosa che non mi sarei mai aspettata.

Mi passa un dito sulle sopracciglia corrugate, ghignando divertito.

<< sei molto più carina quando sorridi marmocchia, lo sai? >>

Grr … lo odio!

<< smettila di prendermi in giro idiota, non è il momento! Dobbiamo riportare Narlo da Mirlo.>> gli sbraito contro, staccandomi da lui e stringendo con tutte e due le braccia il bambino contro di me.

<< dobbiamo …? Tu riporterai il moccioso dalla sorella, per quanto ne so io, io e te non ci siamo mai incontrati! >> mi risponde tranquillamente, affondando le mani nelle tasche dei jeans scuri.

Ha assunto il suo solito cipiglio da sbruffone e mi verrebbe voglia di prenderlo a calci e a sberle fino alla fine dei suoi giorni.

Ma non posso traumatizzare il povero Narlo, che per oggi ne ha già avute abbastanza di esperienze.

Accidenti! Impreco tra me e me.

Non ho la benché minima idea di dove mi trovo e non posso di certo girarmi tutto il parco alla ricerca di Mirlo e Lione.

Quindi i fatti sono due : o corro il rischio di perdermi anch’io in questo stramaledetto posto o devo chiedere gentilmente a questo pallone gonfiato di aiutarmi a trovare l’uscita.

Bene!

<< addio! >> sento dirgli mentre ,facendo dietrofront, mi comincia a dare le spalle.

Sbrigati, Rein! Non pensare sempre al tuo orgoglio ,maledizione! Mirlo sarà preoccupatissima!

Deglutisco, prima di fare quello che mai avrei pensato di fare : chiedergli aiuto!

<< S-shade, aspetta! >> esclamo, raggiungendolo di corsa.

Naturalmente lui continua a camminare come se nulla fosse, ma per fortuna riesco a fermarlo per la manica della giacca.

Si volta lentamente verso di me, trapassandomi con i suoi occhi imperscrutabili.

Sento il solito brivido attraversarmi la schiena e mi accorgo di star pur trattenendo il respiro.

Stacco la mia mano dal suo braccio e ,abbassando frettolosamente gli occhi, mi affretto ad aggiungere imbarazzata.

<< ecco … non è che … per favore … mi accompagneresti fuori da qui? >> gli chiedo tutto d’un fiato, mentre la manina piccola di Narlo inizia a giocare con alcune ciocche dei miei capelli bagnati.

Il ragazzo sogghigna compiaciuto, voltandosi completamente verso di me.

<< e tu cosa faresti in cambio, per me? >>

Te pareva! Dovevo aspettarmela una battuta del genere, da un tipo come lui!

Stringo i denti furiosa e inizio a fissarlo dritta negli occhi ,con tutto l’astio che riesco a provare.

<< lascia perdere! >> affermo irritata ,girandomi dall’altra parte.

<< me la posso cavare benissimo anche senza di te, grazie dell’aiuto! >> concludo sarcastica, iniziando a camminare dalla parte opposta alla sua ,con passo militare.

<< non ne dubito … >> il suo commento mi arriva all’orecchio qualche secondo dopo, con una malcelata ironia strafottente e una risatina divertita mezza trattenuta.

Mi mordo l’interno di una guancia per non urlagli contro i peggior disprezzativi che conosco e continuo a camminare spedita.

Non starlo a sentire ,Rein! Non starlo a sentire!

Mi ripeto mentalmente, come se fosse una nenia.

Poi una presa ferrea sulla spalla mi costringe a girarmi.

<< cosa vuoi? >> gli urlo contro acida.

Shade fa un classico sorriso a mezza bocca e mi indica con il pollice un punto non preciso dietro di se.

<< guarda ragazzina, che l’uscita è da quella parte! >> risponde trionfante, mentre sento le mie gote diventare di fuoco.

Narlo ridacchia contro la mia spalla e il ragazzo continua a fissarmi divertito, quando intanto io vorrei solo sprofondare dieci metri sotto terra.

D’un tratto però sento la mano di Shade afferrare la mia, come io avevo fatto all’inizio con la sua.

<< vieni, non voglio avere quel moccioso sulla coscienza per colpa tua! >> mi dice freddo, iniziando a trascinarmi dietro di se.

Vorrei ribattergli contro qualcosa di odioso ,ma ora il mio unico cruccio è uscire fuori da qui, riportare Narlo da sua sorella e poi tornarmene tranquillamente a casa.

Inoltre ,la sensazione della sua mano che stringe la mia ,non è poi così pessima come l’avevo immaginata e mi ritrovo, come un ebete, a fissare le nostre mani giunte sorpresa.

Lancio un attimo un’occhiata indispettita in direzione del ragazzo che cammina piano davanti a se, stando attento ad ogni sentiero che prendiamo.

Ha i capelli ribelli tutti appiccicai sulla fronte ,che fanno sgocciolare delle piccole stille di pioggia ,che poi gli scivolano giù dalla zigomo come tante lacrime.

Lacrime … penso.

Chissà se ha mai pianto a causa dei cattivi rapporti con la sua famiglia …

Questo pensiero mi rattrista e di conseguenza smetto di fissarlo, puntando i miei occhi per terra.

Mi ero completamente dimenticata – a causa della scomparsa di Narlo – delle informazioni che sono venuta a sapere oggi su di lui.

Infondo non deve essere facile vivere in una casa dove tua madre ti odia.

Non l’ho sto giustificando è ovvio, ma …

Ma, non è di certo una bella sensazione!

Tra gli alberi, circa dieci minuti dopo, riesco ad intravedere le figure di Mirlo e Lione.

Anche Shade se ne accorge e di scatto mi lascia la mano ,allontanandosi.

Non so da dove mi venne fuori ,ma uscii spontaneo dalle mie labbra in un sussurro leggero, come le gocce di pioggia che in quel momento cadevano dal cielo.

<< ehi gran capo … grazie … >>

Glielo devo.

Mi ha aiutata a trovare Narlo e a non perdermi … nonostante tutto.

Shade sorride appena ,salutandomi con un gesto fugace della mano ,per poi sparire fra gli alberi.

Mi dirigo svelta da Mirlo e quando finalmente i due fratelli ritornano insieme e si abbracciano, lascio che il mio cuore ritorni finalmente a battere regolarmente.

 

 

 

Angolo delle autrici …

Eccoci ritornate care fan ^^

Speriamo che il cap ( scritto da Luna ) vi sia piaciuto!

Da qui in poi le cose inizieranno a complicarsi per i nostri protagonisti, ma non vogliamo aggiungere nient’altro U__U

Alla prossima e grazie infinitamente a tutte ,per lo stimolo che ci date, con le vostre stupende recensioni! xD

Luna e Miku.

 

 

  
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