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Autore: Vals Fanwriter    15/03/2011    1 recensioni
La tristezza per la perdita di una persona amata ti crea un vuoto incolmabile. Può un cuore di ghiaccio provare amore? Può esso dare conforto all’altro cuore, distrutto dalla perdita?
Quarta classificata al concorso "Disney Song-fic Contest".
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NOME AUTORE SUL FORUM E SU EPF: TITTIVALECHAN91.

TITOLO: Like a Requiem.

CANZONE SCELTA: Perché la amo (L’incantesimo del lago 3).

PERSONAGGI/COPPIA (se presente) : Draco / Ginny.

RATING: Verde.

GENERE: Malinconico, Romantico, Introspettivo.

TIPOLOGIA: Song-fic.

AVVERTIMENTI: Nessuno.

INTRODUZIONE: La tristezza per la perdita di una persona amata ti crea un vuoto incolmabile. Può un cuore di ghiaccio provare amore? Può esso dare conforto all’altro cuore, distrutto dalla perdita?

NdA: E’ stato davvero difficile farmi venire in mente un idea decente, soprattutto per le coppie improbabili che mi erano venute fuori dal sorteggio. Mi è parsa questa la più plausibile, sebbene i miei orizzonti amorosi su “Harry Potter” siano ben lontani da questo pairing. Tuttavia spero non sia proprio da buttare questa song-fic e che sia apprezzata almeno un pochetto.

 

Like a Requiem

 





Perché dovrei inginocchiarmi, non so, e chiedere perdono?

 

Fissavo la sua schiena, che sussultava ogni tanto a causa dei singhiozzi, ormai da più di mezz’ora. L’avevo vista chiudersi in quella stanza, sfuggendo all’assordante chiasso della Sala Grande, e non ero riuscito a fare a meno di seguirla. Ora contemplava il corpo esanime di suo fratello, coperto da un lenzuolo candido, e piangeva. Tra i lamenti che emetteva nello struggersi di dolore, probabilmente non sentì il rumore dei miei passi. Avevo un peso sul cuore e più volte mi diedi dell’idiota nel pensare di volerla consolare con un abbraccio. Ma un Malfoy che pensa cose del genere, dove s’è mai visto? Certo, ne avrei avuto bisogno anche io se fossi stato al suo posto, ma questa situazione era differente. Lei non era mia amica, né altro. Eppure vederla così mi faceva sentire strano… Forse umano per la prima volta. In quel momento, era come se mi sentissi in colpa. Non avevo fatto niente per riscattarmi. Emisi un sospiro e fu in quel momento che Ginny Weasley si voltò verso di me. Mi fissò con aria riluttante. Ebbi il timore che da un momento all’altro mi chiedesse cosa ci facevo lì, in quanto non c’era davvero un motivo plausibile. Nemmeno io l’avevo capito. Decisi di parlare per primo, anche se ciò che dissi non ebbe molto senso. “Mi dispiace”, esalai, abbassando un po’ il capo, ma senza distogliere lo sguardo dagli occhi lucidi e rossi della Weasley.

“Non è il caso che ti sforzi”, fece lei e distolse lo sguardo da me, prendendo ad esaminare il pavimento in pietra. La frase che era fuoriuscita dalle sue rosee labbra, mi aveva colpito come un pugnale. Stavo solo tentando di tirarle su il morale e lei mi trattava così. Ma del resto, era così che mi avrebbe trattato in qualsiasi altra situazione. Tuttavia non mi espressi in maniera acida, come era mio solito; preferii farlo in modo più discreto. “Ti giuro che non sto fingendo”.

La sua espressione sembrò dapprima diventare stupita, poi addolcirsi, seppure non completamente. Tuttavia l’unica cosa che fece fu ricominciare a singhiozzare, mentre le lacrime riprendevano a rigarle il viso. “Come farò senza di lui?”, riuscì a dire, coprendosi il volto con le mani. Probabilmente si vergognava di farsi vedere così da me. Chi ero io per essere lì, al capezzale di una persona a lei cara ormai spirata?

La mia espressione si fece stranamente triste. Era ufficiale. Mi stavo rammollendo e a rendermi tale era una Weasley. Mi venne il dubbio che… Scossi la testa, spaventato da ciò che avevo pensato io stesso. Il mio cervello doveva essere fuori come un balcone!

Ma poi lei tornò a fissarmi con i suoi occhi color nocciola, facendomi sciogliere dentro.

Ero certo che quella sensazione l’avessi sentita altre volte in sua presenza.


Perché io l'amo, la voglio, lei è tutto per me, luce di vita che mi da speranza, coraggio e forza.

[…] è come la pioggia che bagna la terra che un giorno i frutti darà e questo il mio cuore lo sa.

Per un po’ non dissi nulla. Ero spaesato, ma allo stesso tempo certo di ciò che volevo fare. Volevo mandare al diavolo il Malfoy che era dentro di me, e restare soltanto Draco, senza radici e coscienza macchiate di disonore. Volevo stringerla a me. Accarezzarle quei capelli così rossi, che sembravano voler emanare calore. Baciare le sue labbra morbide…

Sbarrai gli occhi. Se mio padre fosse stato un abile Legilimens e fosse stato qui in questo istante, mi avrebbe già diseredato. Cosa diavolo mi prendeva? Dovevo essere completamente impazzito. Abbassai lo sguardo. Con tutti quegli strambi pensieri che mi avevano invaso il cervello, avevo perso il filo del discorso. Fortunatamente lei riprese a parlare e sinceramente non riuscivo a capire cosa la spingesse a rendermi partecipe del suo stato d’animo. “Mi manca già così tanto”, sussurrò… E mi dissi basta! Basta vederla piangere senza far nulla; basta fare la parte dell’idiota; lasciarla consolare da San Potter. Dov’era quel mentecatto mentre lei era così depressa? Dove diavolo era?


Anche se non sto con lei, la porto dentro me. Nei sogni miei la sua armonia è dolce melodia.

Mi avvicinai e lei non se ne accorse in un primo momento. Quando però avvertì che le ero vicino, spostò le mani dagli occhi bagnati di lacrime e mi guardò con un’espressione indecifrabile. Poi la vidi arretrare di qualche passo e pensai che sicuramente la fiducia che riponeva in me era pari a zero. Ma non ci diedi peso. La fermai, abbracciandola forte, mentre le sue braccia cadevano lungo in suo esile corpo, in segno di stupore. Non dissi nulla. Cosa avrei potuto dire? Già ora come ora probabilmente – anzi certamente – pensava che non ci stessi con la testa, figuriamoci se avessi proferito qualche frase calorica, glicemica, patetica e… sentimentale. Continuai semplicemente ad assaporare quel momento, ad inalare il suo profumo e ad imprimerlo nella mia mente. Qualcosa – non so bene cosa – mi fece venire un groppo alla gola e mi ripromisi che se mai avessi avuto un erede, non sarebbe stato… idiota come me. Non ci sarebbero stati altri Malfoy codardi ed estranei ad un sentimento così forte come quello che stavo provando adesso.

Mentre operavo quest’introspezione di me stesso, sentii le sue mani calde e tremanti andarsi a posare sulla mia schiena, e la sua testa adagiarsi sul mio petto. “Grazie”, mi bisbigliò ed ero certo che stesse sorridendo. L’avevo capito dal tono di voce e dal suo gesto. Per un secondo ebbi paura che mi venisse un infarto, ma probabilmente l’unico a cui sarebbe venuto poteva essere solo mio padre. Lo immaginai esclamare con indignazione una frase del tipo “Traditore del tuo sangue!”. Rabbrividii e mi affrettai a prenderla per le spalle e ad allontanarla da me. Mi schiarii la voce e le dissi col mio solito tono da idiota superiore a tutto e tutti, “Non c’è di che”. La mia voce non suonò molto convincente, anzi la indusse ad abbozzare un sorriso. Mi voltai prima che lei si accorgesse che stavo arrossendo. Arrossire io!? Mi convinsi che quella ragazza l’avrebbe dovuta pagare, ma allo stesso tempo sorrisi di rimando alla porta della stanza dove eravamo, e presi a camminare, intenzionato ad andarmene prima di combinare qualche altro casino. Non sarei mai riuscito a scacciare il mio orgoglio Malfoy. Ma era già un passo avanti sentire qualcosa di profondo per un'altra persona. Stranamente rimasi di buon umore per il resto della giornata, e non perché era finita la guerra, non perché la mia famiglia non era più schiava del Signore Oscuro, non perché mi ero – ahimè – innamorato. Del resto era pur sempre un requiem d’amore, un amore a senso unico, nato, morto e sepolto nello stesso istante! Ero di buon umore semplicemente perché lei aveva riservato a me uno dei suoi sorrisi più belli.


[…] un canto d'amore che mi fa gioire, stupire e capire che io sbagliare mai, no, non dovrei.

Ma rimedierò, migliore sarò, perché il mio amore è lei.

 

FINE

   
 
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