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Autore: _4BadGirls_    15/03/2011    0 recensioni
Non importa quanto tu faccia la brava, non si può tenere a freno una ragazzaccia.
E se le ragazzacce poi sono 4, provate a fermarle...nessuna tana è sicura...
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Asia POV

Quando lo individuai Darko era già parecchio distante.
La falcata ampia e pulita, più simile a quella del lupo che di un cane, non dava scampo, né aveva senso chiamarlo: l’obbedienza non era mai stata una sua dote.
Accelerai la mia corsa per quanto i tacchi potevano permettere, ma quanto successe sotto i miei occhi mi impietrì poiché lo vidi distintamente piegarsi sulle zampe posteriori per guadagnare lo slancio maggiore possibile e scagliarsi contro un gruppetto che procedeva malauguratamente nella sua direzione.
Mi portai istintivamente la mano alla gola ed attesi le urla, che però non arrivarono, riuscii a riavermi e mi precipitai in un lampo sul posto.
Sdraiata ancora sotto il suo peso, c’era una ragazza più o meno della mia età, afferrai Darko per il collare senza neanche preoccuparmi di agganciare il guinzaglio e le porsi la mano per aiutarla a rialzarsi.
L’afferrò immediatamente e rimessasi in piedi con rapidità, la lasciò subito andare, ma ebbi il tempo di pensare a quanto fosse incredibilmente calda; ingenuamente in un primo momento immaginai fosse per lo spavento, però quando la guardai negli occhi , con mia grande sorpresa, la vidi sorridere nient’affatto intimorita.
“Stai bene?” La mia voce era scossa ed affannata.
“Si, tutto ok, è solo un cucciolone, non importa!” e gli allungò una mano sulla testa per carezzarlo.
In quel preciso istante capii che sua reazione non aveva scosso solo me perché una voce maschile proruppe sarcastica alle sue spalle “Leah che ride... questa si che è una novità”
“Sta’ zitto Jacob Black o sentiremo te piangere!”fece lei passandosi le mani sul vestito per ripulirlo.
Solo allora focalizzai il gruppetto di ragazzi con cui era e capii che quella veramente sotto shock dovevo essere io per non averli notati subito: altissimi e possenti, la muscolatura delineata ed evidente sotto l’abbigliamento stranamente leggero considerando la temperatura non proprio mite, la carnagione ambrata, i capelli cortissimi, i tratti del viso delicati e decisi insieme, c’era qualcosa nella loro fisicità e nelle loro movenze che li accomunava, che donava loro un’aria quasi sovrannaturale... fu uno di quei semidei a liberarmi dalla trance-da-troppa-perfezione in cui ero caduta.
“Seth moccioso, perché non le dici di darsi una regolata?” tuonò alle loro spalle una voce calda, roca e tanto profonda che mi penetrò fin nelle ossa come una lama “sappiamo tutti che la nostra Lee Lee ha un debole per i lupi” aggiunse inchiodandomi coi suoi occhi color pece e posandole una mano sulla spalla “peccato la cosa non sia reciproca...” concluse in tono pungente.
Quella frase, per me tanto banale e senza senso, scatenò la furia della ragazza: si scrollò con violenza la sua mano di dosso, lo guardò con odio vero e fece mezzo passo nella sua direzione, tremando di rabbia, poi improvvisamente chiuse gli occhi, strinse i pugni e corse via.
Mi voltai un attimo verso di lei, sentendo una singolare empatia per una che in fondo mi era sconosciuta.
“Maleducato” biascicai, istintivamente velenosa, rivolta al tipo che aveva scatenato quella reazione, per poi piegarmi in due a riprendere fiato, era stato tutto talmente veloce.
“Ma dove va’?” riprese quel dio chiamato Jacob
“Sicuramente da Quil, al negozio di caramelle, magari si addolcisce un po’” continuo il guastafeste
“Caramelle??? ma non aveva un negozio di accessori per neonati” riprese qualcuno alle sue spalle
“Si... aveva... Ma, ora Claire è cresciuta... - fece allusivo e pungente. Proprio non li seguivo, possibile che questo Quil cambiasse tipo di negozio a seconda dell’età di Claire??? Lilliput era davvero un posto insolito - Vedrai tra un po’ cambierà di nuovo”
“Giocattoli, scommetto” alzai la testa di scatto a quelle parole, riconoscendo la voce: era il ragazzo che aveva scommesso al ristorante... chissà se stavolta gli sarebbe andata meglio che con Claud, pensai divertita.
“Il bello deve ancora venire... voglio proprio vederlo a vendere reggiseni ed autoreggenti quando Claire avrà 15 anni!!!” concluse il tipo che aveva scatenato quel putiferio.
Cercavo ancora di regolarizzare il respiro quando lo vidi chinarsi su Darko:“Povero cucciolo” riprese, accarezzandogli il collo “deve essere una tragedia avere un proprietario tanto incompetente” poi guardandomi con aria di sfida “non dovrebbero affidare animali del genere a persone incapaci di gestirli”
Quelle parole furono una pugnalata che mi fece drizzare immediatamente la schiena, riguadagnando subito tutta la mia considerevole altezza.
Ma con chi credeva di avere a che fare quello sbruffone? Forse con quel gruppo di ochette che continuava apprensivo, a seguirne ogni movimento da quando mi si era avvicinato? Le guardai con odio per una frazione di secondo e poi sollevai la mano intenzionata a colpirlo ma lui la fermò a mezz’aria tra le sue con un movimento invisibile e, stranamente, delicato che mi sorprese:
“Non provarci Principessa” sibilò “qui sei fuori dal tuo regno!”
“Io so gestire benissimo il mio cane, forse sei tu a non saper gestire il tuo caratteraccio!!!” gli urlai in faccia, riferendomi evidentemente all’episodio di poco prima con la sua amica.
“Dici?” fece lui con un sorriso ironico, sollevando un sopraciglio e indicando con un movimento impercettibile della testa la mia mano ancora imprigionata tra le sue.
La liberai di scatto e la chiusi a pugno, lui sorrise divertito e solo a quel punto lo osservai con maggior attenzione: mi sovrastava incredibilmente in altezza ed era tanto vicino che potevo sentire il suo odore, sapeva di muschio e terra, aveva un che di caldo e rassicurante.
Così dovette pensarla anche Darko che, con un movimento fulmineo - che mi sbilanciò verso quel presuntuoso - sfuggì dalla mia presa e posando le sue zampe infangate sul petto di quel borioso essere.
Essere che, purtroppo per il mio orgoglio ma fortunatamente per la mia stabilità, cogliendo il pericoloso sbilanciamento causatomi dal mio cane, ebbe il tempo di afferrarmi per il gomito e rimettermi in equilibrio prima di affondare entrambe le mani nel pelo fitto e morbido di Darko.
Era incredibile quello che il mio cane stava combinando: non si era mai comportato così con degli estranei, lui di solito li terrorizzava e sbranava, invece ora era fermamente intenzionato a giocare con quei ragazzi.
Sospirai spazientita e, questa volta, assicurai saldamente il guinzaglio al collare per poi tenerlo alla lunghezza minima possibile, onde evitare altri spiacevoli inconvenienti.
“Bene bene” fece coprendo le distanze tra noi "ed ora come la mettiamo con queste?
Mi chiese indicando le macchie di fango che campeggiavano al centro della sua maglietta bianca.
Lo guardai interrogativa e con un sorriso ironico sulle labbra.
“Guarda come ha ridotto i miei vestiti il tuo cane!!!”
“Puah, vestiti...” risi “sei fortunato che non ti abbia sentito Ely” e così dicendo estrassi 10 dollari dal mio portafogli porgendoglieli, certa che ciò l’avrebbe mandato su tutte le furie “con questi la ripago abbondantemente e ti ci compri anche il caffè” aggiunsi “tranquillo, offre Darko...”
I ragazzi alle sue spalle risero divertiti.
“Osso duro questa” commentò uno dai tratti del viso ancora infantili, ma dal corpo divino.
“Scommetto che la spunta” credetti di riconoscere il ragazzo che ci aveva gentilmente offerto il pranzo.
Poi si sentì chiamare “È Sam” sussurrò qualcuno e tutti si allontanarono verso l’origine di quel suono, quasi correndo verso una piazzola distante qualche metro.
Anche il tipo il-mio-ego-è-troppo-superiore-a-tutti fece istintivamente mezzo passo nella loro direzione per poi voltarsi nuovamente verso di me, mi guardò per un istante, poi sorrise ad un pensiero tutto suo
“Eh no Principessa, così è troppo facile... io voglio esattamente questa maglietta...perciò” e così dicendo se la sfilò, lentamente, anzi direi eccessivamente e volutamente a rilento.
Senza potermelo impedire, i miei occhi corsero lungo tutto il suo torace, perfettamente scolpito e delineato, la pelle trasmetteva una sensazione di morbidezza inaudita, quasi a contrastare con l’idea di potenza che il suo corpo emanava e la tentazione di sfiorarla era così forte che..
“perciò... tu ora me la lavi!” sentenziò con estrema arroganza, raggelando i miei recentissimi istinti.
Per non farsi mancare nulla, l’appallottolò veloce e, resa ormai pari pari ad uno straccio, spinse la sua adorata maglietta con violenza tra le mie mani.
Quel gesto mi fece riavere totalmente da quella visione paradisiaca e durante la quale mi ero convinta avesse muscoli di cui ignoravo letteralmente l’esistenza.
“Non preoccuparti” continuò ironico e con una luce di soddisfazione negli occhi “provvederò poi io a recuperarla, resto pur sempre un gentiluomo, in fondo”
“Puoi scordartelo!!!” la strinsi per un attimo tra le mani notando che era innaturalmente calda, per poi lasciarla cadere a terra con sprezzante noncuranza.
Si chinò a raccoglierla con un movimento elegante ma anziché raddrizzarsi del tutto, rimase proteso verso Darko, gli scompigliò le orecchie e massaggiò il collo e poi gli passò veloce due o tre volte la maglia davanti al muso, come a giocarci, lui l’afferrò istintivamente e il ragazzo sorrise soddisfatto, al che con voce bassa e vellutata, quasi volesse convincerlo aggiunse “Bravo cucciolo, ora portala a casa, così la tua mammina potrà lavarmela”
Mi piegai in un lampo, cercando di sfilargliela dalle fauci, tentativo perfettamente inutile, ne ero previdentemente consapevole in quanto Darko non mollava per giorni ciò che reputava suo.
Alzai lo sguardo, furiosa come la ragazza che aveva fatto fuggire prima in preda all’ira, ma lui era già sparito ed aveva raggiunto i suoi amici.
Sentii solo un allegro rumore di zuffa e poi una voce aggiungere divertita “Sam vuole parlarti” e gli altri giù a ridere sguaiati. Sperai ardentemente che quel Sam lo pestasse a sangue.
Guardai ancora una volta, sconsolata Darko e riprovai a prendergli la maglietta con le buone, ma anche quel tentativo fu vano, lui allegro e noncurante, la coda arricciata all’insù e lo sguardo fiero trotterellava col suo trofeo tra le zanne.
“Sei una cane indisciplinato, disubbidiente, capriccioso ed egoista” cantilenai mentre ci accingevamo a tornare delle mie amiche, poi mi scappò da ridere, quelle parole erano esattamente ciò chi i nostri genitori dicevano di noi... delle Bad, già le Bad, cosa avrei raccontato a loro? Sicuramente per ora nulla, ero troppo di cattivo umore.
  
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