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Autore: Sognatrice85    17/03/2011    5 recensioni
Storia ambientata ad Hogwarts subito dopo la Guerra Magica svoltasi nei mesi estivi. Silente e Fred sono morti.
A settembre il trio magico rientra a Scuola, con essi molti altri studenti. Tutti col solo ed unico intento di ridare alla propria esistenza una parvenza di normalità.
Ma un episodio grave come la guerra ha costretto molti a cambiare, a rivedere le proprie priorità, i propri valori. Due studenti, due protagonisti di quel sanguinoso scontro, saranno costretti a viverne uno nuovo. Forse quello più difficile: contro sé stessi.
Un quaderno, un misterioso proprietario, straordinari disegni e magiche poesie, dipingeranno la vita di Hermione ad Hogwarts...dove la condurrà tutto questo? Leggete per scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Questione di sex appeal?

Capitolo 3 “Questione di sex appeal?”

 

Le settimane passavano velocemente.
A nessuno era permesso fermare il tempo. Un nemico imbattibile.
E più le ore passavano, più Hermione si sentiva strana.
Quel quaderno le dava il tormento, ma allo stesso tempo era diventato la fonte di vita di cui alimentarsi.
Ogni traccia lasciata su quelle pagine la faceva stare bene. Avrebbe voluto conoscere la persona che le stava consumando l’anima. Cresceva insidioso quel desiderio e diveniva sempre più difficile nascondersi agli occhi dei suoi amici.
Le dispiaceva mentire, celare quel piccolo segreto, ma lo sentiva solo suo e lo custodiva gelosamente. Esporlo significava rompere la bolla magica nella quale stava vivendo.
E poi da quando era in possesso di quel quaderno non pensava più a Ron e non se ne capacitava.
Non faceva altro che rimuginare sul misterioso proprietario di quel diario. Non aveva il coraggio di separarsene, allontanarsene significava privarsi di una parte di lei.

“Hermione” la ragazza gironzolava nel castello da mezz’ora, senza una meta precisa.
Mentalmente stanca.
Il fatto che Ginny l’avesse fermata non le piaceva. Parlare era l’ultima cosa che voleva fare in quel momento.
“Dimmi” si stampò sul viso un sorriso di circostanza.
La sua migliore amica si avvicinò cauta, lo sguardo ardente.
Una vera Grifondoro.
La timida ragazzina dei primi anni, aveva lasciato spazio ad una giovane ragazza sicura di sé e delle proprie capacità, magiche e non.
“Non stiamo insieme da molto” cominciò affiancandola “Sei sempre super indaffarata” sistemò i suoi lunghi capelli rossi dietro l’orecchio, guardando la sua amica.
Un tempo quello era un gesto d’imbarazzo, ora invece, era carico di una marcata sensualità.
Quanto conta la fiducia nella propria persona!!!
Hermione era vista da tutti come la secchiona per eccellenza. Colei che in ogni situazione sapeva cavarsela, non vergognandosi mai di mostrare la sua superiorità.
Ma se tutto quello fosse stata solo una facciata di circostanza?
Un modo per proteggersi?
Ma chi poteva conoscere quella verità?
“Essere un Prefetto comporta avere numerosi impegni” rispose infatti con una leggera nota saccente nella voce.
“Poi quest’anno le lezioni sono dure per via dei M.A.G.O.” continuò, evitando di guardare Ginny negli occhi.
Ogni parola era una bugia.
Una Grifondoro bugiarda. Ecco cosa stava diventando.
Ma cosa le succedeva?
“Harry e Ron non sembrano così preoccupati” frecciò l’amica.
“Ti sembra che in passato lo siano stati?” rispose Hermione, corrucciando la fronte.
“Sei la solita rompi scatole” la rossa roteò gli occhi verso il soffitto.
“Devi pur divertirti! E a tal proposito avrei una proposta da farti” la voce di Ginny tentennò.
Che anche la sua sicurezza stesse vacillando?
“Di che si tratta?” la voce stanca di Hermione le riecheggiava nella testa.
“Stasera ci sarebbe una festa…regolare ovviamente!” aggiunse in fretta, muovendo le mani. Il timore che la rigidità di Hermione potesse palesarsi anche in quell’occasione, la spinse ad essere più precisa nella sua affermazione.
Ecco cos’era: paura di essere giudicata superficiale e interessata solo al superfluo dalla severa Caposcuola.
“Una festa?” la Granger sembrò riscuotersi dal suo torpore.
“Si. Una festa di inizio anno. La McGranitt ci ha dato il permesso di usare la Stanza delle Necessità” Ginny annuì con forza colpita dalla strana espressione positiva della sua amica. “Ti va di venire?” chiese, questa volta ostentando una maggiore sicurezza.
“Perché no!” il sorriso di Hermione si allargò vistosamente. Ne avrebbe approfittato per guardarsi attorno e cercare di capire chi poteva aver scritto quelle cose su di lei. Magari avrebbe notato qualcuno che la osservava.
Ormai era il suo pensiero fisso.
Ginny era davvero sbalordita, quasi incredula, ma cercò di non farlo trapelare.
“Mi fa davvero piacere che tu venga!” esclamò, battendo le mani come una bambina.
“Ho un vestito fatto apposta per te! Vieni!” e la trascinò verso la torre dei Grifondoro.

 

“E stai ferma, altrimenti come ti sistemo la gonna!” strillò scocciata una Ginny alquanto irritata.
Era un’ora che si stava dedicando alla preparazione di Hermione.
Il vestito che le aveva mostrato le era piaciuto, ma era stato difficile convincerla ad indossarlo. La Caposcuola sosteneva fosse troppo vistoso per una come lei, mentre Ginny era dell’idea che le stesse più che bene e tirasse fuori il suo lato femminile.
Non si aspettava di certo tutte quelle lamentele.
“Uff” l’ennesimo sbuffo della Granger proruppe sulle sue labbra. “Mi sento come una bambola. Non starai esagerando? Che razza di festa sarà mai?” domandò iniziando a pensare di aver fatto una stupidata ad accettare l’invito.
“Una festa di ballo” la voce di Ginny apparve allegra e decisamente sopra le righe.
“Ballo???” Hermione sbarrò gli occhi sconvolta. L’ultima volta che era stata ad una festa di quel tipo era con Victor Krum.
Un’altra grande delusione.
Lei piccina era rimasta affascinata dal quel ragazzo più grande di lei, dall’aspetto e dal carattere rude. Ma ancora una volta aveva celato a se stessa il suo vero intento: far ingelosire Ronald Weasley.
Ma quest’ultimo non era stato minimamente scalfito. Almeno in apparenza.
E lei c’era rimasta molto male.
Di nuovo!
“Dai Hermione che sarà mai?” Ginny le arrivò davanti, quando i loro occhi si incrociarono, quelli della rossa sembravano implorarla. La Grifondoro sospirò rassegnata.

 

“Finito!” trillò la rossa, alzandosi in piedi e sorridendo al volto di Hermione.
“Ho sistemato tutto. Guardati allo specchio e dimmi se ti piace come ti ho truccata. È leggero tranquilla!” disse, prendendo dal letto il suo abito per indossarlo.
Hermione fece come le aveva suggerito l’amica e quando si fissò, le parve di vedere davanti a lei qualcun’ altro.
Il trucco appena accennato sulle guance, la faceva sembrare una piccola rosa appena sbocciata. Quel colore rosato si posava bene sul candore della sua pelle.
Il dorato degli occhi era esaltato dalla matita nera e un filo d’ombretto giallo e infine le sue piccole e carnose labbra, erano disegnate dal luccichio di un lucidalabbra  alla fragola.
I capelli ricadevano mossi sulle sue spalle. Nessun accorgimento particolare.
Hermione si avvicinò di più allo specchio in modo da potersi vedere meglio, quasi si piaceva conciata in quel modo.
Ginny aveva fatto davvero un ottimo lavoro. Non aveva esagerato come promesso.




“Ti piace?” Ginny comparve alle sue spalle, il corpo fasciato da un vestito leggero, senza spalline, rosso e nero, tempestato di strani disegni.
L’azzurro dei suoi occhi, risaltava grazie all’effetto della matita nera e del mascara. Una marcata linea nera evidenziava maggiormente la forma particolare di quegli occhi meravigliosi.
Hermione la fissò a lungo.
“Wow! Sei bellissima! Harry impazzirà per te” e le sorrise con sincerità.






Ginny ridacchiò portandosi malamente una mano sulle labbra, con fare volutamente sensuale.
La Caposcuola la invidiò appena. Avrebbe voluto essere dotata almeno la metà del suo sex appeal. Probabilmente tutti avrebbero cominciato a vederla come una ragazza.
“Lascia stare me. Tu piuttosto, come ti trovi?” la rossa si era accostata alla bruna, comparendo anch’essa nello specchio. Hermione si guardò nuovamente, sorridendo.
“Hai fatto un miracolo” mormorò.
Ginny mosse il capo in senso di diniego “No, questa sei semplicemente tu. Devi solo valorizzarti di più. Sono certa che stasera tutti noteranno quanto tu sia diventata una bellissima ragazza. Anche quello stupido di mio fratello!” aggiunse, facendo arrossire Hermione, la quale però non riusciva a smettere di sorridere.
Hermione e Ginny raggiunsero la Stanza delle Necessità qualche minuto più tardi.
Harry e gli altri le aspettavano lì.
In realtà, il Bambino Sopravvissuto non si aspettava certamente di vedere Hermione.
Ginny aveva volutamente taciuto quel particolare. Hermione doveva essere l’effetto sorpresa.
Infatti  Harry prima rimase stupito nel vedere la sua giovane fidanzata vestita in quel modo, poi sbarrò gli occhi quando notò la timida Hermione comparire alle spalle della rossa, intenta a torturarsi le mani.
“Ma-ma-ma” balbettò facendo ridere la Caposcuola.
“Harry chiudi quella boccaccia, altrimenti la bava ti sporcherà il vestito nuovo” cinguettò Ginny, scuotendo il capo.
“E’ che…che…” niente non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.
“E’ Hermione si! Per una sera ha svestito i panni della studentessa ligia al dovere e ha indossato quelli di una sexy fanciulla” ammiccò Ginny in direzione dell’amica.
Hermione annuì appena, imbarazzatissima.
“Ti prego Harry smettila di guardarmi come se fossi un’aliena!” esclamò esasperata, sul punto di scappare a gambe levate.
“Scusa, scusa” borbottò il moro abbassando lo sguardo, colpevole.
“Ron?” chiese la sua fidanzata. Harry le fece un cenno con la testa indicandole il centro della stanza, dove Lavanda e Ron ballavano appiccicati l’uno all’altra.
“Bleah!” esclamò la rossa “Non posso digerirli! Sarà che lui è mio fratello e ancora non capisco come qualcuna possa interessarsi ad un imbecille come lui”, Hermione la fulminò con lo sguardo, lei rispose con un sorriso fin troppo accentuato.
“Ginny!” la richiamò Harry in tono di rimprovero “Tuo fratello non è un imbecille. È solo…” ma anche questa volta, gli mancarono le parole.
“Solo un ragazzo che dovrebbe usare di più il cervello!” rispose la rossa, aggrappandosi al suo braccio.
“Hermione è innamorata di lui da una vita e lui che fa? Corre dietro la gonnella di quella tizia. Mamma
sperava che loro due si fidanzassero” sospirò dispiaciuta.
Hermione avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non ascoltare.
Quei due parlavano di lei, come se non ci fosse.
“Vi ricordo che sono qui” disse infatti attirando i loro sguardi su di sé “E sto bene! Basta con questa storia di Ron. Io l’ho dimenticato, ok?” continuò seccata, in risposta ai loro sguardi ammonitori.
“Buona sera ragazzi!” esordì una voce alle loro spalle.
Una voce ben conosciuta.
“Ron” rispose Ginny con un cenno della testa.
Il rosso respirava in modo affannoso per via del ballo e stringeva con forza la mano di Lavanda.
Fu quest’ultima ad accorgersi di Hermione.
“Granger sei proprio tu?!?” domandò basita.
“Chi altri sennò? Conosci qualcun altro con questa faccia?” rispose lei con un tono di fastidio nella voce.
“Mione?” l’incredulità di Ron la irritò ulteriormente.
“Oh accidenti! Solo perché non mi sono mai preparata non significa che io non sia anche questo. Mi guardate come se stesse vedendo un fantasma, per la barba di Merlino!” sbottò. “A scuola devo mantenere un certo contegno, ma quando c’è l’occasione mostro la mia femminilità! E ora se volete scusarmi, vado a farmi un giro! A dopo” e se ne andò senza aspettare che qualcuno di loro le dicesse qualcosa.
Era irritante, maledettamente irritante quella situazione! E lei si odiava, perché per vergogna e paura non aveva mai osato mostrare quel lato del suo carattere.
Ma davvero studiare tanto portava con sé il non essere considerata femminile?
Era assurdo! Totalmente assurdo!
Hermione cercò di calmarsi, bevendo un succo di zucca.
Una volta placato il suo animo Grifondoro, si girò verso il centro della stanza e poggiata al tavolo delle bevande, si mise a osservare ciò che accadeva.
Non vedeva i suoi amici, probabilmente erano rimasti dove li aveva lasciati o più semplicemente, vi erano troppe persone per poterli anche solo rintracciare in mezzo a quel caos.
Dopo un po’ notò Neville Paciok che si muoveva piano a ritmo di musica, con in mano un bicchiere ricolmo di qualcosa. Poco distante intercettò anche Dean e
Seamus che facevano il filo a due ragazze Corvonero.
Disseminati qua e là c’erano numerosi Serpeverde.
Hermione intravide Pansy Parkinson, avvolta in un attillato e scollatissimo abito nero, sembrava alla disperata ricerca di qualcosa.

O di qualcuno.
La ragazza sussultò. Non c’erano tracce di Malfoy.
Cercò di ignorare quel campanello d’allarme che s’era attivato nella sua testa e si concentrò su altro.
Il suo obiettivo era cercare di capire chi fosse il misterioso proprietario di quel quaderno.
Ma più si guardava attorno, più le sembrava che nessuno la stesse calcolando.
Ogni tanto qualche sguardo curioso si posava su di lei, quando però capivano che era la Granger sorridevano beffardi e se ne andavano via.
“Stupidi maschi idioti!” sibilò tra i denti la giovane, sempre più convinta di aver fatto una stronzata ad essere andata a quella festa.

“Non ti getti nella mischia, Mezzosangue?” Hermione ebbe un momento di smarrimento, ma si riprese subito, incrociando lo sguardo del Principe delle Serpi che si era avvicinato al tavolo. Dipinta sul volto la solita aria meschina e strafottente.
La ragazza non poté non notare il suo abbigliamento.
Niente di verde per una volta, ma una semplice camicia grigia dal collo argentato. La cravatta slacciata e i primi bottoni aperti, lasciavano intravedere parte della sua candida pelle.





Il ragazzo prese a fissarla con insistenza. Gli parve strano che lei non rispondesse, per tale motivo si fermò a riflettere. Forse troppo. Perché si ritrovò a perdersi nelle iridi dorate della giovane Grifondoro.
Nessuna debolezza, Malfoy.
Distolse lo sguardo, quasi imbarazzato, ma fu lesto a indurire la sua espressione.
“Cos’è Grattastinchi ti ha mangiato la lingua?” l’unico modo che conosceva per difendersi era attaccare e con la Granger gli veniva così naturale che quasi gli era mancato stuzzicarla. Il suo volerla ignorare era dovuto a ben altre motivazioni, ma era stata lei a alimentare nuovamente quell’astio e lui di certo, non si sarebbe tirato indietro.
Restava pur sempre un Serpeverde.
“Fammi capire una cosa” iniziò Hermione facendo un passo verso di lui “Stasera non hai chi ti fila e vuoi rompere le scatole a me? Eppure qualche secondo fa mi è sembrato di vedere Pansy che, poverina” disse con finto tono dispiaciuto, accompagnato da un gesto teatrale delle braccia.
“Quasi con disperazione, cercava qualcuno tra la folla. Non so perché ma ho l’impressione che volesse te. Cos’è oggi nessuna scopata?” non era da lei usare certi termini. Si rendeva conto che poteva sembrare innaturale, ma era davvero nervosa.
Draco ne restò colpito, anzi affascinato, ma non lo fece notare.
“Oh, oh, oh cos’abbiamo qui? La copia Serpeverde della Granger? Se non avessi quella faccia e nel tuo corpo non scorresse sangue sporco, potrei quasi considerarti decente” Malfoy sputò quelle parole con il massimo disprezzo di cui era dotato.
“Va al diavolo!” sbottò lei, passandogli accanto.
“Cosa cerchi, Granger?” domandò Malfoy, lasciando la giovane spiazzata.
“Ti guardi attorno come se aspettassi di trovare una risposta. Dico bene?” gli occhi del giovane luccicarono, mentre Hermione tremò appena.
“Non sono affari che ti riguardano” rispose, celando appena uno strano tremolio della voce.
Draco ghignò “Non ti fila nessuno, vero Sangue Sporco? Non do torto a questi ragazzi, chi mai ti vorrebbe?” urlò con malcelato odio.
Una lacrima dispettosa rotolò giù, lungo il viso di Hermione, la quale rapidamente l’asciugò, prima che qualcuno potesse vederla.
Non rispose, preferì allontanarsi da lui
Draco rimase lì a fissarla scappare via.


Hermione si muoveva a disagio nella Stanza delle Necessità, sentendosi dannatamente fuori posto. Con gli occhi continuava a guardare ovunque, non vedendo altro che masse di corpi in movimento.
Quella musica babbana aveva fatto salire a livelli disumani, l’eccitazione di quei ragazzi che ora si dimenavano come impazziti.
E lei che credeva sarebbe stata una festa tranquilla.
Ancora non comprendeva perché la McGranitt avesse dato il permesso per quel…casino!
E ancora di più, non si capacitava dell’idea di averci partecipato.
Sbuffò, sollevando i lembi dell’ingombrante gonna e si fece spazio tra la folla, raggiungendo una finestra e riuscendo finalmente a prendere aria.
Improvvisamente si era sentita opprimere.
Per le parole di Malfoy o per il caldo eccessiva di quella stanza?
Non lo sapeva e in verità, non le importava.
Si appoggiò al davanzale della finestra, rabbrividendo a contatto col marmo freddo.
Fuori il cielo era sereno, ma l’aria era molto rigida, infatti la stessa Hermione tremò. Questo non la convinse a richiudere le ante. Restò lì con lo sguardo fisso nel vuoto.
Perché Malfoy aveva insinuato che cercasse qualcuno?
Che l’avesse spiata scoprendo così l’esistenza di quel quaderno?
No, no non era possibile. Lei era sempre stata molto attenta.
Malfoy stava solo prendendola in giro come al solito.
Fu in quel momento che, sobbalzando, si rese conto che il ragazzo era, apparentemente, tornato lo stesso bastardo di un tempo. Aveva ricominciato a prendersi gioco di lei.

Chissà perché questa cosa la fece sorridere…

***

Il capitolo scorso è piaciuto poco e me ne dispiace.
Probabilmente vi aspettavate qualcosa di meglio o un Draco diverso da quello che vi ho presentato io.
In questo nuovo capitolo, fa di nuovo la sua comparsa e sembra essere tornato il bastardo di un tempo. Chissà cosa ci riserverà quest'enigmatico personaggio.
Il vostro giudizio mi aiuterà a capire se sto riuscendo nel mio intento. Per quello che mi riguarda, quando scrivo di loro mi emoziono sempre e mi sento in pace col mondo :).
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra preferite/seguite, ne sono onoratissima <3.
Grazie ai lettori silenziosi e ai recensori. Vi sono grata!


Ps: ricordo come sempre, che questi personaggi sono frutto dell'immaginazione della Rowling e che la fan fiction non è scritta a scopo di lucro, ma per mio mero diletto.

Marghe
   
 
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