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Autore: Mapiamica    17/03/2011    1 recensioni
Ho sempre pensato cosa sarebbe successo se al posto di Susanna ci sarebbe stato Terence a subire l'incidente. Candy l'avrebbe amato lo stesso? O Susanna avrebbe continuato a stargli vicina? Premetto che è la prima volta che scrivo una storia su un sito, che mi piace scrivere(scrivo recensioni di libri su un giornalr online, e che sono una fans sfegatata di Terence e Candy anche se Albert non mi dispiace. Perdonatemi se farò errori o mi permetterò qualche licenza poetica. Spero vi piaccia la storia. Scrivetemi le vostre impressioni e critiche. Bye bye, alla prossima:
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Terrence Granchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XV

 

PROGETTI

 

Il dottor Stevens stava esaminando delle cartelle cliniche nel suo studio ma quella mattina non riusciva a concentrarsi. Ripensava a quanto era successo a Candy e al modo per aiutarla a superare quel brutto momento. Gli era venuta un’idea brillante e gliela aveva proposta, la ragazza sembrava interessata ma si era riservata un po’ di tempo per pensarci. Le aveva concesso qualche giorno di riposo, sperando che si rimettesse da quel brutto colpo.

 

Immerso nei suoi pensieri ad un tratto sentì bussare alla porta e quando aprì non credeva ai suoi occhi. Si trovava davanti un Terence abbronzato, sorridente, in forma smagliante e… in piedi!

 

 

Terence…. ma… com’è accaduto…!!??? – fece il dottore stupito.
 

 

Il merito è anche tuo, Alex. Mi dicevi sempre che se avessi voluto sarei guarito e io ho seguito il tuo consiglio. C’è voluto solo un piccolo "aiuto" da parte di mio padre. – e cominciò a raccontare l’episodio del calesse e tutto il resto. Poi gli confidò i suoi progetti futuri e naturalmente gli chiese di Candy. Stevens sembrava turbato e imbarazzato, non sapendo se dirgli quello che era successo. Alla fine disse: - Ho dato a Candy qualche giorno di ferie. Puoi trovarla a casa. –
 

 

Andrò a trovarla subito. Deve aver sofferto tantissimo per colpa mia, povero tesoro. Ma d’ora in poi non sarà più così, qualunque cosa succeda. – e salutando il medico, ormai suo amico, gli annunciò: - Sei invitato al nostro matrimonio e mi farai da testimone, preparati! –
 

 

Quando si fermò davanti alla porta di casa della sua amata il suo cuore batteva tanto forte che gli faceva male. Comunque si fece coraggio e bussò.

 

Per poco Candy non svenne vedendo la faccia di Terry davanti a sé. Aveva letto i giornali quella mattina, che riportavano la notizia della sua guarigione miracolosa, ma non pensava che sarebbe venuto così presto a trovarla.

 

 

Terry…! – Esclamò sorpresa.
 

 

Posso entrare? – chiese lui titubante.
 

 

Lei lo fece accomodare in un piccolo soggiorno, arredato con gusto, con un divano davanti al camino, dove si sedettero guardandosi intensamente, incapaci di esprimere a parole tutti i sentimenti che li attraversavano. Poi si abbracciarono, non potendo più trattenere la gioia di essersi ritrovati.

 

Dopo un tempo incalcolabile Candy fu la prima a parlare e con voce rotta dall’emozione iniziò a raccontare quello che le era accaduto. Quando finì aveva il viso inondato di lagrime e anche Terence era molto scosso. Alla fine proruppe:

 

 

Oh, tesoro! E’ tutta colpa mia! Non dovevo abbandonarti così, non potrò mai perdonarmi per questo…! Ma voglio che tu sappia, io sono tornato e non intendo più scappare. Ho capito che i problemi vanno affrontati, qualunque essi siano. E voglio affrontarli con te, perciò ti chiedo se vuoi sposarmi. – e detto ciò tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto, che porse a Candy. Lei, intuendo il contenuto, lo aprì con mani tremanti. Dentro una scatoletta di velluto rosso c’era uno stupendo anello con diamanti e smeraldi, incastonati a formare una veretta. La ragazza restò a bocca aperta ma Terence non le permise di riaversi perché le prese l’anello, glielo mise al dito e la baciò sulle labbra, dapprima delicatamente, poi sempre più con passione. Lei lo lasciò fare per un po’, incapace di sottrarsi a tanto ardore ma poi si staccò con fatica da lui e guardandolo negli occhi gli disse:
 

 

Terry, io sono molto felice che tu mi voglia sposare ma… prima vorrei fare una cosa a cui tengo molto. Il dottor Stevens mi ha dato l’idea: vorrei iscrivermi all’università e diventare psichiatra. Lui dice che ho le doti giuste, sono sensibile, altruista e so ascoltare le persone. So che questo vorrà dire aspettare ancora qualche anno ma ti prego, lasciami aiutare le persone che sono più sfortunate di noi… -
 

 

Terence ascoltò in silenzio e attentamente quello che gli diceva Candy. Alla fine non poté fare a meno di abbracciarla forte, dicendole con un sospiro: - Ma certo amore! Come potrei impedirtelo? Sono sicuro che sarai un’ottima dottoressa! Del resto anch’io pensavo di iscrivermi ad un corso universitario di Letteratura e Drammaturgia, per poi tentare di tenere dei corsi di recitazione e anche diventare commediografo o drammaturgo, oltre che attore. Ma dimmi, come farai col lavoro? –

 

 

Beh, Stevens m’ha promesso d’aiutarmi, farò qualche sacrificio, qualche turno in più di notte… ma non mi spavento… e non voglio perdere questa opportunità. E poi, è bellissimo quello che vuoi fare! Sono fiera di te, amore mio! – E felici si baciarono.
 

 

***

 

Passarono quasi cinque anni prima che si potessero sposare. Candy si dimostrò una studentessa modello, laureandosi col massimo dei voti e diventando una luminare nel campo della psichiatria soprattutto infantile. Continuò a lavorare con Alex Stevens, nella sua clinica, anche dopo essersi sposata, compatibilmente coi suoi doveri di moglie e madre.

 

Terence non fu da meno. Dopo la laurea, conseguita brillantemente, alternò il suo lavoro di attore e scrittore di drammi e commedie a quello di insegnante universitario di Tecnica Teatrale. Il pubblico e la critica lo acclamava come il più grande interprete teatrale e le sue lezioni erano sempre gremite di studenti, soprattutto ragazze, desiderose di farsi notare dall’affascinante e tenebroso professore, pur se con la fama di severissimo e intransigente docente.

 

Il matrimonio si svolse in un clima allegro e sereno. La cerimonia fu celebrata in una graziosa chiesetta fuori città, per evitare curiosi e giornalisti. Solo pochi, accreditati fotografi e addetti stampa, il resto degli invitati erano parenti e tanti amici.

 

C’erano Eleonor e Richard, che avevano avuto la gioia di diventare di nuovo genitori di una meravigliosa bambina di nome Chantal. Raggianti come non mai assistevano commossi alla felicità del loro adorato figlio.

 

Testimone dello sposo Alex Stevens sorrideva soddisfatto al braccio della moglie Sonja.

 

C’era Albert, ormai "guarito" dall’amore per Candy e disponibile per un altro sentimento, altrettanto forte e puro. Durante quei cinque anni si rese conto che la sua vita era come imprigionata fra i suoi doveri famigliari e sociali di capofamiglia degli Andrews e il suo desiderio di libertà. Così aveva trovato un compromesso. Per sei mesi all’anno se ne andava in Africa a occuparsi di una missione da lui fondata, oppure in giro per il mondo ad aiutare i poveri e i bisognosi, lasciando gli affari nelle mani del fidato segretario tuttofare George e del nipote Archie, che nel frattempo si era sposato con Annie, la migliore amica di Candy. Naturalmente erano fra gli invitati, insieme a tutti i componenti la compagnia teatrale Stratford, i bambini dell’orfanotrofio dov’era cresciuta Candy, con miss Pony e suor Mary. Infine c’era l’altra grande amica della sposa, Patty, insieme a Stear, fratello di Archie e reduce della Grande Guerra.

 

La luna di miele si svolse prima sul Mauritania, poi a Londra e in Scozia, dove i due novelli sposi si divertivano a rivedere i luoghi dove si erano conosciuti e innamorati. Infine si recarono a Parigi, la città per antonomasia dell’amore e degli spiriti romantici.

 

La loro vita si svolse serenamente, circondati dall’affetto dei loro quattro figli, più due adottati. Insieme formavano una famiglia felice, serena e solidale com’era nella natura di Candy e Terence. Non mancarono problemi e discussioni ma seppero superarli sempre con l’amore che li univa, la comprensione e l’altruismo.

 

Fine.

  
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