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Autore: devilrose1982    18/03/2011    1 recensioni
Myles Kennedy, Alter Bridge, Slash
Una fan fiction inventata su Myles Kennedy e una mogliettina "in fuga".
Riuscirà il nostro eroe a convincerla a tornare a casa?
"So I'm coming home
Lost on a road I don't belong
I rest my soul I'm so alone
Far from the streets I call my own
I'm coming home"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Quella pazza ha perso la ragione, è totalmente fuori controllo, bisogna fare qualcosa" furono le ultime parole che ricordava di quel messaggio che arrivava da lontano, l'aveva letto e riletto mille volte, indecisa sul da farsi, aveva provato a chiamare la sua amica, ricordandole il loro patto, lei aveva risposto, certo, ubriaca fradicia chiedendo ancora un paio di giorni, aveva sopportato abbastanza, ora era arrivato il momento di prendere in mano la situazione.
Carolina scorse velocemente la rubrica del cellulare, rilesse il nome cento volte per essere sicura che stesse componendo il numero giusto, le mani le tremavano mentre si muoveva incerta sui tasti ma sapeva in cuor suo che quella era l'unica cosa giusta da fare anche se significava tradire la fiducia della sua migliore amica.
Già, la sua migliore amica; Eleonora era sempre stata uno spirito libero e ribelle, la conosceva fin dai tempi delle elementari e non era mai cambiata, quello che le riusciva meglio era fare pazzie, nessuno era mai stato veramente certo se si rendesse conto o no delle conseguenze delle sue azioni, non se ne era mai curata, a lei bastava guardare qualcuno negli occhi per farsi perdonare, era sempre successo così, quando si era fatta espellere da scuola, quando era scappata di casa per raggiungere le sue amiche in vacanza nonostante il divieto dei genitori, quando aveva mollato tutto per sposare quell'americano dagli occhi da bambino.
Tutti l'avevano sempre giustificata, è una testa matta dicevano, Carolina l'aveva sempre coperta ma ora non poteva più, non era più un'adolescente ribelle, era moglie e madre e questo ennesimo colpo di testa non poteva lasciarglielo correre.
Cercò di fare con la mente una revisione rapida del discorso che si era preparata, lui era in diritto di sapere, o forse no, troppi pensieri le avevano fatto cambiare idea, come avrebbe trovato le parole esatte, con che coraggio avrebbe chiamato lui per dirgli che sua moglie aveva lasciato lì il bambino mentre lui era in tour perchè si era stancata di tutto?
Non suonava granchè bene, anche se in fondo era la verità.
Squillò invece il cellulare di Eleonora, cinque lettere in bella mostra sul display luminoso: Myles.
Carolina si fece prendere dal panico, fino a pochi minuti prima era decisa a chiamarlo per spiegarli la situazione e ora che era lui a chiamare non avrebbe trovato le parole da dirgli, lasciò correre sperando che smettesse di squillare, cosa che non fece, si bloccò un attimo per squillare ancora più insistentemente di prima, lei si fece coraggio e rispose
"Pronto"
"Leinie..." disse titubante la voce all'altro capo
"Myles no, sono Carolina" disse lei il più lentamente possibile cercando di scandire bene le parole "Ele non c'è è fuori, ti faccio richiamare..."
"Ma perchè rispondi tu? E' un po' che provo a chiamarla ma l'altro numero è sempre staccato, è tutto ok, vero? Christian come sta?" chiese con un'italiano piuttosto incerto
"Ele è venuta qui in Italia a trovarci, l'altro numero ha avuto un guasto sul cellulare" mentì spudoratamente "Ora è in giro per compere, Christian sta benone, ora sta dormento" 
"Ok, dagli un bacione grande da parte mia, ciao a tutti" disse lui con affetto chiudendo la conversazione
Carolina guardò il bambino che dormiva tranquillo sul divano stretto al suo orsetto preferito, col dito il bocca, si sedette sul letto accanto a lui, era la copia esatta del padre, li stessi capelli castani, gli stessi occhi azzurri, lo stesso sorriso innocente e sincero, lo accarezzò sulla testa sistemandogli addosso la copertina, augurandogli di aver preso dal padre anche tutto il resto.
"Chi era al telefono" domandò Luca entrando in stanza
"Myles" rispose la ragazza non trovando ulteriore forza per mentire, non a lui
"Myles... e cosa voleva da te" 
"Luca ti devo parlare" disse lei cercando di sforzarsi di apparire serena "Promettimi che non ti arrabbi però..."
Le premesse non erano delle migliori, infatti il ragazzo capì subito dove voleva andare a parare lei
"No, frena... Dimmi solo se c'entra Eleonora, mia sorella appare dal nulla, mio nipote di nemmeno 3 anni è qui solo, da una decina di giorni, suo padre chiama, te mi dici di non incazzarmi,  prima che mi incazzi seriamente, cosa sta succedendo..."
"Avevo promesso a Ele di non dire niente a nessuno: è andata alle Canarie a trovare Chiara e Francesca"
"La storia si fa sempre più interessante" disse con sarcasmo lui "E' andata dove?"
"Alle Canarie, a trovare le ragazze che lavorano li, è in crisi esistenziale con Myles, anche se lui non sa niente, ha lasciato qui Christian e ha raggiunto loro a Corralejo per una vacanza, ma a voi ha detto che raggiungeva suo marito, mi aveva fatto promettere di non dire niente, che si sarebbe presa solo una pausa di relax"
"Mia sorella e il relax sono due universi ben distinti, continua"
"Aveva detto che sarebbe stata via solo una settimana, il tempo di riordinare un po' le idee, che avrebbe chiamato spesso per sentire il bambino, ma sono passati dieci giorni, le chiamate si sono fatte sempre meno frequenti e oggi mi è arrivato questo messaggio" disse porgendo al ragazzo il cellulare per permettergli di leggere quelle poche righe "Mi ero decisa di smettere di reggere il giorno a Eleonora, volevo chiamare Myles per dirgli tutto, ma non ho avuto il coraggio, lei all'altro numero non risponde mai, poi lui ha chiamato su questo cellulare, la cercava, ma non ce l'ho fatta a dirgli niente"
"Come hai fatto a fare una cosa del genere" urlò lui "Ti rendi conto che tutti siamo diventati schiavi di quella cretina?"
Il bambino aprì gli occhi svegliato da quelle grida, si accoccolò addosso allo zio, con un'espressione imbronciata "Mamma, papà" disse con una vocina flebile spalancando gli occhi azzurri.
"Tesoro dello zio vieni qui" disse il ragazzo prendendo in braccio il bambino "Ti mancano papà e mamma eh, non ti preoccupare vedrai che tra qualche giorno tornano, ora, che ne dici di venire allo zoo con lo zio? Eh, ti va di vedere tutti gli animali?"
"Siiiiii"
"Bravissimo, ora vai in camera, tra un minuto arrivo, così ci vestiamo e andiamo a vedere le scimmie, ok?"
"Siiii, scimmie" ripetè lui con una felicità contagiosa, avviandosi verso la stanzetta
"E' identico a suo padre" disse Carolina guardando il piccolo che camminava trascinandosi dietro il grosso orso di pezza
"Si, speriamo che abbia preso tutto da lui e niente da mia sorella" aggiunse il ragazzo condividendo lo stesso pensiero che aveva avuto lei qualche minuto prima
"Cosa facciamo ora?"
"Ora io porto mio nipote allo zoo, così si svaga un po'"
"E io?"
"Caro, ti rendi conto che per l'ennesima volta hai tappato Eleonora in una delle sue cazzate? Tu ora rimani qui, provi a chiamarla e a farla ragionare, se riesci a rintracciarla dille che salti sul primo aereo entro stasera, se non lo fa giuro su Dio che chiamo Myles e gli racconto tutto, fosse l'ultima cosa che faccio, ora scusami ma mio nipote mi aspetta".
 
 
Mi è venuta un po' così mentre guardavo dei video degli Alter Bridge, fatemi sapere se secondo voi vale la pena andare avanti...
Grazie
   
 
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