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Autore: giadadarla    18/03/2011    10 recensioni
Bella e Alice vivono in un mondo in cui i vampiri,usciti allo scoperto, sono una minaccia per l'umanità. Il loro compito è ucciderli. Cosa accadrebbe se incontrassero i Cullen? Sarebbe possibile rinunciare a tutto ciò che l'odio ha nutrito in loro per anni ed anni e lottare contro se stesse per un amore incomprensibile? se vi incuriosisce almeno un pò ... correte a leggere!!!!!
Genere: Romantico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve care lettrici!
Non sappiamo nemmeno da dove iniziare …
Scusateci immensamente per non aver più pubblicato e per non aver mandato nessun avviso.
Non abbiamo intenzione di lasciare questa storia in sospeso, è nostra abitudine finire tutto ciò che iniziamo e logicamente porteremo a termine anche questa missione! :)
Abbiamo avuto un periodo affollato di impegni e la mancanza di ispirazione ha contribuito a rallentarci moltissimo.
Oltre che ad essere delle '' scrittrici' '' amiamo anche leggere le numerose fanfiction di questo sito e da lettrici possiamo assicurarvi che anche noi detestiamo i ritardi ma ora più che mai abbiamo capito che se mancano le idee è inutile scrivere.
Quando abbiamo iniziato questa storia ci eravamo ripromesse di impegnarci per creare qualcosa di creativo, piacevole da leggere e non ci sembrava giusto per voi e per noi mettere su carta qualcosa che non riusciva proprio a soddisfarci.
Quindi chiediamo ancora scusa!
Non possiamo promettermi una pubblicazione regolarissima perché ci sono ancora dei problemi ma possiamo assicurarci che ce la metteremo tutta!
Detto questo, buona lettura!

Pov Alice

ashley

Il nodo

Quando si soffre arriva un momento ben preciso, non importa quanto tempo ci si impieghi, in cui trovi inevitabilmente la forza di reagire.
Mentre ero in piedi di fronte alla finestra, tenendo con una mano il lenzuolo intorno al mio corpo, realizzai di aver rimandato quel momento di svolta, di lucidità da sempre.
Avevo accettato il lavoro al DSD non per spirito altruista, ma per semplice sete di vendetta contro quelli che avevano distrutto la mia vita. Avevo evitato di instaurare relazioni serie e durature con le altre persone, perché talmente presuntuosa da pensare che nessuno avrebbe potuto comprendermi.
Mi ero così illusa di aver superato la morte della mia famiglia riuscendo ad essere più forte, più coraggiosa, ma la verità che mi apparve lampante davanti agli occhi in quel momento, era ben diversa. La verità era che invece di andare avanti ero rimasta bloccata in una specie di limbo emotivo, continuando a nuotare ogni giorno in quel mare di dolore che credevo di aver superato.
Il lavoro, la mia vita personale, erano solo un modo che il mio inconscio aveva scelto per ricordarmi di dover soffrire.
Chi soffre vorrebbe solo essere felice. Ma la verità è che la prima ad impedire che ciò potesse accadere a me stessa, ero proprio io.
Ora era arrivato il momento.
Il momento giusto per lasciarli andare…per lasciare andare la mia famiglia.
'' Tutto bene piccola?''
Jasper mi avvolse da dietro, cogliendomi come al solito di sorpresa e circondandomi la vita con le braccia. Dal freddo che invase totalmente il mio corpo, intuii che fosse nudo…come lo avevo lasciato qualche minuto fa sul letto. Anche io lo ero, se non fosse stato per il lenzuolo in cui mi ero avvolta.
Mi fu impossibile trattenere un sorrisetto, e lui sembrò pensare alla stessa cosa.
'' A cosa serve questo inutile pezzo di stoffa?'' mi sussurrò nell’orecchio, sfilandomelo dolcemente con una mano, fino a farlo cadere sul pavimento.
Rabbrividii sorridendo, mentre lui mi sfiorò lentamente il braccio, lasciando un bacio leggero sulla spalla.
Finita la cena di Natale, mi aveva chiesto di restare con lui quella notte, mentre tutti gli altri erano impegnati a salutare nonna Swan. Non mi occorse molto tempo per rispondergli, né per sgattaiolare nella sua stanza.
Sentire di nuovo le sue mani fredde sulla mia pelle esplorare il mio corpo furono un ulteriore conferma per la mia mente bacata che continuava a credere che fosse tutto un sogno. Il suo tocco diventava sempre più sicuro, deciso, trovando i pulsanti giusti per farmi cedere completamente. Era incredibile come un ragazzo all’apparenza così freddo e distaccati diventasse un’altra persona con me, sotto le coperte. Mi piaceva pensare di essere l’unica a riuscire a scatenare queste sue reazioni. Così come lui riusciva a frenare le mie inibizioni, nonostante fossi consapevole di trovarmi in casa con la sua famiglia al piano di sotto…una famiglia con il super udito.
Un altro brivido attraversò la mia schiena, quando lui si avvicinò a me facendo aderire i nostri corpi. La sua bocca continuava il percorso lungo il mio collo, mentre le mani erano impegnate ad accarezzare il mio addome, ad avvolgere il mio seno.
Neanche la finestra spalancata sul paesaggio buio di fronte a noi riuscì a distrarlo.
Lasciai cadere la testa all’indietro sul suo petto, chiudendo gli occhi e gemendo silenziosamente. Una mano lasciò il mio seno per spostarmi i capelli di lato, in modo che la sua lingua potesse arrivare al mio orecchio.
'' Sei così calda…''
'' Mmm…sembra la frase adatta per un film porno'' ridacchiai ascoltando il suono basso della sua risata.
'' Si…sono decisamente un poco di buono…'' continuò con il suo tono malizioso.
Mi fece voltare verso di lui e, mentre il suo sguardo famelico era occupato a osservare il mio corpo, ed un sorrisetto soddisfatto gli comparve sul volto, presi lo slancio per baciarlo.
Lasciai libera la mia lingua di intrecciarsi alla sua, fremendo ogni volta che le sue labbra si avvolgevano ancor più profondamente alle mie. Mi allontanai controvoglia per riprendere fiato, dopo aver succhiato il suo labbro inferiore.
'' Sai i dottori hanno detto che non dovresti stare tanto tempo in piedi'' sussurrò lascivo spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
'' Hanno anche detto di evitare l’esercizio fisico se è per questo…'' ribattei con un sorriso, calcando con la voce le ultime parole.
Lui abbassò lo sguardo sospirando.
'' Hai ragione…non avrei dovuto…non avremmo dovuto…''
'' Hey Jazz, stavo scherzando'' gli presi il viso tra le mani per fargli alzare gli occhi, sorridendo alla sua parte protettiva che spesso con me prendeva il sopravvento.
'' No, hanno ragione'' si riprese baciandomi la fronte. Mi sollevò prendendomi in braccio e mi portò sul letto facendomi sdraiare.
'' Dobbiamo andarci piano…mi prenderò io cura di te''
Si allungò affianco a me, tenendosi la testa con un braccio mentre con l’altro mi accarezzava il viso.
'' Forse è meglio coprirti''
'' Ti ricordo che sei stato tu a spogliarmi poco fa''
'' Appunto…''
Guardai i suoi occhi neri posarsi nuovamente sul mio corpo. Sembrò faticare parecchio per riportare lo sguardo sul mio.
Colsi l’occasione per provocarlo un po’, mi era servito solo uno sguardo per riaccendere il desiderio.
Mi avvicinai ancora di più a lui, schiacciando interamente il mio corpo sul suo, senza mai scostare i miei occhi dai suoi. Sentivo il mio petto alzarsi ritmicamente secondo il mio respiro, il battito del mio cuore faceva sussultare entrambi.
'' Vedi…'' parlò a fatica cercando di trattenere un fremito quando iniziai a graffiargli leggermente la schiena ''prima di essere un vampiro sono un maschio…''
'' Uhm''
'' …e i maschi, come i vampiri, fanno fatica a soffocare certi istinti…''
Sfiorai le sue labbra per qualche secondo, costringendole ad aprirsi e stuzzicandole con la mia bocca. Respirai il suo profumo fino infondo ai miei polmoni.
Portando una mano sui miei capelli non resistette fino alla fine, e le sue labbra avvolsero le mie in un bacio tutt’altro che delicato ma estremamente dolce.
'' Sei terribile'' biascicò poco dopo scostandosi da me per guardarmi negli occhi.
Mi appoggiai a lui continuando ad accarezzargli la schiena.
'' A cosa stavi pensando prima, davanti alla finestra?'' mi chiese tornando serio.
Ingoiai il vuoto presa alla sprovvista. Era impossibile far cadere un discorso con Jasper, così attento a scandagliare ogni mia emozione. Tentai lo stesso.
'' Niente in particolare''
Balle.
'' Balle'' rispose precedendo il mio stesso pensiero.
'' Diciamo che il Natale tende a far riaffiorare certi ricordi…'' rimasi sul vago.
'' Belli o brutti?''
Riflettei un attimo cercando di pensare alla risposta.
'' Non lo so''
'' Pensavo, sai, che tu sai di me tutto, anche quello che avrei preferito non sapessi, mentre io di te so davvero poco''
Alzai un sopracciglio alquanto scettica.
'' Hai davvero intenzione di giocare la carta della condivisione?!''
Sorrise sollevandosi per appoggiare il busto allo schienale del letto.
'' Mi piacerebbe darti una mano a conservare certi ricordi…tutto qui''
Calò il silenzio per qualche istante nella stanza. Non sapevo da dove cominciare. Non ero sicura che parlare della mia famiglia mi avrebbe fatto sentire meglio. Avevo sempre creduto che parlandone con qualcuno sarebbe stato come “svenderli”… accettare.
Ero una sciocca. Me ne accorsi solo ora.
'' Penso che parlarne a un vampiro come me sia assurdo. Terribile. Lo so, capisco e credimi non vorrei mai…''
'' Avevo sempre desiderato avere una sorella'' lo interruppi senza neanche pensarci '' E quando nacque Cynthia mi sembrò che i miei genitori mi avessero fatto un regalo. Solo per me'' sorrisi ripensandoci, mentre guardavo un punto indistinto sopra il comodino.
'' Era bellissima, molto diversa da me. Assomigliava alla mamma, mentre io ho ripreso tutto da mio padre''
Lui mi ascoltava attento, senza provare a dire niente. Mi sorrideva e basta.
'' Le cose erano ancora tranquille a quei tempi, ma strani omicidi, sparizioni inspiegabili anticiparono quello che poi sarebbe avvenuto.''
Ora arrivava la parte difficile. Feci un profondo respiro e mi concentrai per evitare che l’inflessione della mia voce tradisse tutta la tristezza che mi portavo dietro, come uno zaino troppo pesante.
''Avevo nove anni quando mia madre e mia sorella furono ritrovate morte all’uscita di un parco giochi. '' sputai fuori in maniera meccanica, con voce piatta.
Ma non riuscii a reggere il suo sguardo, per cui abbassai gli occhi torturandomi le dita.
'' Ali, tranquilla. Quando vuoi fermarti io…''
'' No, no. Voglio continuare''
Annuii prendendomi una mano e stringendola forte.
'' Mio padre non si dava pace, era distrutto, non riusciva a credere che la polizia lo avesse archiviato come l’attacco di un animale. Così iniziò a fare delle ricerche, raccogliendo indizi e altre testimonianze. Credevo che fosse un modo per non arrendersi a quello che era successo, che fosse inutile, ma non dissi niente.''
'' Eri solo una bambina Alice…''
'' Già…dopo qualche anno iniziò a insegnarmi delle cose…diceva che erano solo dei giochi, delle favole. Così imparai a non dare a nessuno il permesso di entrare in casa, ad avere sempre con me un oggetto di legno nello zaino della scuola, e non avevo mai il permesso di uscire dopo il tramonto. Mi arrabbiavo così tanto con lui''
La stessa rabbia che avevo provato per anni, da quando mi aveva lasciato.
Le vittime normalmente si infuriano contro chi ha perpetuato il crimine, contro la giustizia lenta a procedere. Mentre io ero arrabbiata con mio padre.
Mi resi conto che la rabbia verso di lui era solo un altro modo per non accettare quello che mi era successo. Mi aveva abbandonata anche lui. E più mi arrabbiavo più mi sentivo in colpa, più non riuscivo ad andare avanti.
Sentivo che gli occhi iniziavano a velarsi di lacrime, e come sempre cercai di trattenerle dentro il più possibile. Avevo promesso a mio padre che non sarei mai stata triste da piccola.
Ma nonostante lo sforzò iniziarono lo stesso a rigarmi il viso.
Le lacrime per mio padre non sono lacrime sprecate, mi dissi.
Feci un profondo respiro e continuai esitante, evitando di guardare Jasper negli occhi.
''Non appena divenni più grande mi insegnò a usare la balestra…e capii il perché non fossi mai stata una bambina normale''
'' Tuo padre doveva essere una bella persona'' sentii la sua voce limpida e sincera colpirmi direttamente il cuore.
'' Si…lo era. Io e lui eravamo sempre stati legati, mi è sempre stato vicino. Si prese cura di me come nessuno sarebbe stato in grado di fare dopo quello che era successo…''
'' Ti hanno…portato via anche lui'' mi chiese incerto dopo qualche minuto di silenzio.
'' I vampiri si stavano facendo conoscere ormai e mio padre era sempre a caccia di notte. Avevo sedici anni e mi sentivo abbastanza grande da poter andare con lui…ma non ha mai voluto. E una sera…non…ritornò da me. Lo ritrovarono a qualche isolato da casa''
'' Ali…''
'' N-non fa niente, non devi dire niente. E’ successo e…'' un altro profondo respiro mentre anche la mia voce mi aveva abbandonato.
Jasper mi abbracciò delicatamente, stringendomi a lui. L’unica cosa che davvero mi serviva in quel momento, e per questo lo apprezzai molto di più di qualsiasi parola di conforto che avrebbe potuto regalarmi.
'' E’ giusto che io ne parli…è giusto che ricordi lui'' sussurrai appoggiandomi alla sua spalla.
'' E’ anche giusto che tu pianga Alice…''
Jasper era a disagio, potevo sentirlo. Non perché mi ero aperta con lui, nemmeno per le mie lacrime. Sapevo che si sentiva indegno di ascoltare la mia storia.
Lui era un vampiro, e dei vampiri avevano distrutto la mia vita.
Mi fu inevitabile pensare alle persone a cui lui stesso aveva portato via un padre, una madre, una sorella.
Ma non sciolsi quell’abbraccio. Anzi, mi strinsi ancora di più tra le sue braccia.
Era stato così semplice aprirmi con lui, piangere di fronte a lui.
Non avrei mai pensato che potesse accadere.
Ma le cose cambiano, pensai. Io e Jasper ne eravamo prova vivente.
Era un vampiro e lo sapevo.
Il fatto è che non c’era bisogno di fare finta che non lo fosse, non rinnegavo nemmeno quella sua natura. Io lo amavo, e amavo tutto di lui.
Sorrisi spostando il viso per rincontrare i suoi occhi ambrati. Sorrisi perché per la prima volta in vita mia non mi sentii in colpa.




'' Signorina Brandon che piacere averla di nuovo qui con noi!''
Non appena rientrai in ufficio, terminata la lunga convalescenza venni accolta dalla mia segretaria con in mano un’enorme scatola di cioccolatini alla menta.
'' Grazie Nancy'' l’abbracciai serena mentre con una mano cercai di rubarne uno dalla scatola.
'' Allora, preferisce ricominciare gradualmente o buttarsi di peso nella marea di lavoro arretrato?''
Osservai per un attimo tutte le pile di scartoffie sulla scrivania e gli scatoloni di macchine imballate nel laboratorio.
'' Se mi lasci il cioccolato penso di potercela fare'' sorrisi.
Una volta sola mi accasciai sulla sedia della scrivania e sbuffai facendo alzare un ciuffo di capelli dalla fronte.
'' Coraggio…'' esclamai tra me e me prendendo in mano la prima cartella.
Dopo un paio d’ore, più di un paio di caffè e la scatola di cioccolatini intera, venni interrotta dallo squillo del telefono.
'' Brandon''
'' Signorina sono Gianna dell’ufficio del signor Menners, volevo avvisarla che è prevista una riunione straordinaria alle due ''
'' Che gioia…'' borbottai.
'' Come dice?''
'' C-ci sarò, si si ci sarò''
'' Bene, in sala conferenze 3 alle due''
'' Perfetto''
Riattaccai alquanto scocciata al pensiero che avrei dovuto disdire la prenotazione per pranzo al ristorante italiano infondo alla strada.
Odiavo le riunioni. Passavamo ore a elencare i progressi del laboratorio ad un gruppo di altezzosi e presuntuosi dirigenti baffuti. Chiacchiere e chiacchiere inutili su come procedere, numerose strette di mano e sorrisi tirati.
Afferrai il cellulare per mandare un messaggio a Bella, sicura che avessero chiamato anche lei, sperando di poter almeno sparlare un po’ per consolarmi.
Ma non feci in tempo perché la mia amica irritata e arrossata in viso, fece un’entrata degna di un cowboy in un saloon, spalancando la porta del mio ufficio.
'' Riunione delle due'' affermai sorridendo, facendole segno di sedersi.
La sentii mugugnare qualche parolaccia sottovoce.
'' Pensavo che oggi riuscissimo ad uscire prima ma…''
''…le riunioni straordinarie durano molto tempo'' continuai da sola la sua frase.
'' Considerata poi la presenza di Alec e Jane, quei due rompico…''
'' Alec e Jane? A-alec e…e Jane?'' la interruppi con il mio balbettio alzando il tono di voce, sconvolta.
Era come se un campanello avesse iniziato a suonare nella mia testa, mentre le immagini dei momenti passati nella cella di James riaffioravano dal cassetto nascosto in cui li avevo accuratamente seppelliti.
Rividi chiaramente i due gemelli parlare con James, girare le spalle alla stanza in cui mi aveva rinchiuso.
Jane e Alec, i giovani investitori del Dipartimento, che avevano fatto visita a James, il capo del clan più pericoloso. Non di certo una visita di cortesia. Non per liberarmi.
Mi sentii una stupida come mai in vita mia per non averne parlato prima. Avevo avuto tutto quel tempo libero a casa senza lavoro eppure solo ora mi era venuto in mente.
Poi mi ricordai le parole dello psicologo del DSD, con cui avevo avuto dei colloqui, per così dire forzati, durante la convalescenza. Il trauma del rapimento era stato incisivo per la mia mente, per cui era probabile che dimenticassi alcuni particolari di quei giorni terribili.
Strizzai gli occhi pensando che avrei avuto tempo per maledire il mio senso di autoconservazione più tardi.
'' Alice…cosa c’è?'' Bella mi guardava preoccupata, si appoggiò sulla scrivania per stringermi delicatamente il braccio.
Mi alzai di scatto e prima di parlarne con Bella controllai che fossimo veramente sole. Abbassai le veneziane delle porte a vetro che circondavano il mio ufficio dopo aver chiuso a chiave la porta e aver staccato il telefono.
'' Alice così sei inquietante, mi vuoi spiegare che succede?''
Le feci segno di abbassare la voce e posizionai la mia sedia affianco alla sua.
'' Bella non c’è tempo, per cui andrò dritta al sodo'' affermai decisa e lei annuì seria.
'' Quando ero nella cella di James, ho visto Alec e Jane parlare con lui''
Mi fermai per osservare la sua espressione sorpresa, scioccata, mentre aspettavo che mi bombardasse di domande.
'' Alice…ma sei sicura? Cioè questo è-è…''
'' E’ incredibile, lo so. Ma sono sicura di quello che ho visto. Erano coperti da dei mantelli ma ho riconosciuto il viso di Jane prima che se ne andasse.''
Bella si alzò in piedi portandosi una mano sulla fronte, iniziando a girovagare per la stanza. Poi si voltò verso di me.
'' Raccontami tutto''
Restammo chiuse lì fino all’ora di pranzo, cercando di riflettere su cosa tutto quello potesse significare. Probabilmente lo sapevamo già entrambe, ma evitammo inizialmente di dirlo ad alta voce l’una all’altra, dato che altrimenti avremmo ammesso quanto grave fosse la situazione.
'' Se due investitori qualunque facessero visita ad un vampiro, cosa penseresti?''
'' Ali ti ricordo che anche noi parliamo con dei vampiri in segreto…''
'' Non è lo stesso lo sai. Noi non abbiamo avuto altra scelta dall’inizio…è diverso. E non credo che James vada a letto con Jane o…Alec…''
Ci scappò una risata, piuttosto isterica dato che avevamo i nervi a fior di pelle.
'' Sapevano che ero lì, Holland gli avrà di sicuro avvisati. Ma non sono venuti per quello, altrimenti le cose sarebbero andate diversamente.'' affermai, mentre cercavo di ricordare più particolari possibili di quegli istanti.
'' Allora direi che avevano degli affari da discutere''
'' Infondo non sappiamo nulla di loro, se non quello che Holland stesso ci ha detto''
'' Se stanno dalla parte di James siamo nei guai fino al collo…noi e tutto il DSD…e tutta la città'' terminò Bella accasciandosi sulla sedia.
'' Cosa dobbiamo fare? Avvisare Holland?''
'' No, è troppo rischioso. Se ci sbagliamo rischiamo grosso''
'' E se invece avessimo ragione?''
'' Allora dobbiamo indagare per conto nostro. Dobbiamo scoprire tutto ciò che possiamo su di loro'' affermò decisa piegandosi sulle ginocchia.
'' Bella ti rendi conto che se sono dalla parte di James vuol dire che sono…''
'' Vampiri? Si.''
'' Due vampiri che girano indisturbati tra le mura dell’unico edificio sicuro di tutto lo stato…''
Mancava ancora un po’ di tempo prima dell’incontro con i dirigenti. Uscimmo rapidamente dal mio ufficio, pronte per metterci subito all’opera. Dovevamo scoprire più informazioni possibili.
'' L’unico posto in cui li abbiamo sempre visti è lo studio di Holland'' sussurrò Bella, mentre imboccavamo le scale secondarie dirette al decimo piano.
'' Continuo a pensare che dovremmo avvisarlo''
'' Ali te l’ho già detto rischieremo di mandare all’aria tutto. Una notizia del genere lo farà collassare, attiveranno allarmi e squadre speciali per prenderli, e sai quanto sono lente e inutili le reazioni qui…''
'' Hai ragione'' approvai, ripensando all’imbarazzante missione per il mio salvataggio.
'' Siamo sole da un po’ ormai.''
Decidemmo di dover entrare nell’ufficio di Holland, senza essere viste.
Io lo avrei distratto invitandolo ad un pranzo veloce prima della riunione, così da lasciare spazio a Bella per entrare e dare una occhiata alle carte sui fondi del Dipartimento che erano conservati nella sua scrivania. Era l’unico posto in cui avremmo potuto trovare qualche indizio scritto sulla vera esistenza dei due gemelli. Magari un indirizzo, un fax, un biglietto con su scritto “siamo cattivi e vi faremo fuori tutti”, qualsiasi stramaledetta indicazione.
Mi posizionai vicino alla postazione della segretaria, che era andata in pausa poco prima, nel grande foyer che introduceva all’ ufficio del nostro capo.
Bella si era invece appostata dietro il muro all’angolo della tromba delle scale, pronta a scattare dentro una volta rimasta sola.
Controllai un ultima volta l’orologio. Erano le dodici e un quarto e avrei dovuto lasciare via libera alla mia amica per almeno un’ora.
Mi sistemai i capelli velocemente, preparai il mio sorriso brevettato, pronta a scatenare la parlantina che avrebbe evitato a chiunque di rifiutare un invito.
''Holland!'' esclamai sorridente quando lo vidi sbucare dalla porta dell’ufficio.
'' Alice cara, che piacevole sorpresa!'' si dilungò in complimenti e abbracci calorosi venendomi incontro, contento di vedermi di nuovo a lavoro.
Sia a me che a Bella dispiacque non potergli riferire la nostra scoperta e soprattutto dovere agire dietro le sue spalle, ma c’era in ballo la sicurezza della città e l’integrità dell’intero Dipartimento. Per cui mi limitai ad abbracciarlo di rimando, pensando che per lo meno c’era ancora qualcuno di speciale in quell’edificio.
'' Stavo uscendo per prendermi un caffè al bar del piano, sai ad una certa età bisogna sgranchirsi spesso le ossa!''
'' Perfetto, allora colgo l’occasione per invitarti a pranzo!'' esordii senza perdere altro tempo.
''Oh mi piacerebbe molto cara, ma vedi la riunione…Gianna te l’ha comunicato vero?'' rispose con tono dispiaciuto portando una mano tra i capelli bianchi.
'' Si, si certo! Ma pensavo di fare un salto da Carlo’s per riempire un po’ lo stomaco…''
'' Ovviamente, dopo quel tragico, tragico incidente devi pensare prima di tutto alla tua salute'' si fece apprensivo come al solito riservandomi un sorriso paterno.
Sorrisi di rimando, notando con la coda dell’occhio Bella che sbuffava dietro l’angolo, facendo segno di insistere.
'' Appunto…io mi chiedevo se ti andrebbe di farmi compagnia…'' scagliai lo sguardo stile Bambi, più smielato e compassionevole che potessi.
'' Beh io…''
Bella continuava a gesticolare come una pazza rischiando di farsi scorgere, cosi infilai il mio braccio sotto a quello di Holland e lo girai verso gli ascensori.
'' Così coglierei l’occasione per parlarti delle mie nuove idee sul galà di beneficienza del mese prossimo!'' sputai una scusa assurda inventata sul momento.
'' E’ in programma un galà il prossimo mese?''
Stupida, stupida me e le mie assurde idee.
'' Oh ma si…Oh certo! Non mi dire che Mark delle relazioni pubbliche non te l’ha comunicato?'' mi finsi scandalizzata sbarrando gli occhi.
'' In effetti no…ma è proprio il caso che me ne parli allora!''
Sorrisi finalmente contenta di averlo convinto a spostarsi dal quel diavolo di piano.
'' Ah, questi nuovi acquisti fanno più danni di quelli che aggiustano!'' conclusi trascinandolo dentro l’ascensore.
Merda ora mi tocca anche organizzare un nuovo galà! Pensai scoraggiata, consolandomi però con il fatto che avrei fatto shopping sfrenato fino al prossimo mese.
Tra una chiacchiera e l’altra arrivammo al ristorante in fondo alla strada, pronti ad essere accolti dal metre, e dopo un’oretta scarsa di delizioso cibo italiano, non riuscendo più a trattenerlo oltre, ci rincamminammo verso la sede.
Inviai subito un messaggio a Bella per avvisarla del nostro ritorno, e darle modo di uscire dall’ufficio. Sperai con tutta me stessa che arrivasse con tutte le risposte alle nostre domande, anche se mi resi conto di quanto fosse impossibile.
Lasciai Holland all’ingresso e mi fiondai nel laboratorio di Bella dove avevamo concordato di vederci. Arrivò affannata dopo qualche minuto, e ci spostammo verso i distributori automatici del caffè.
'' Allora?'' le chiesi impaziente.
'' Niente di niente…''
'' Come?''
'' Non c’è nessun foglio con la loro firma, nessun pagamento, bonifico o qualsiasi altro documento ufficiale che porti il loro nome…sembrano dei fantasmi''
'' Vampiri fantasmi'' bofonchiai sorseggiando la bevanda bollente.
'' A parte questo…'' Bella portò una mano in tasca ed estrasse un foglio scritto che portava la sigla del DSD e la firma riconoscibile di Holland.
Alzai un sopracciglio attendendo spiegazioni.
'' L’unica cosa strana che mi è saltata all’occhio è questo strano timbro rosso…''
''Sembra un marchio o roba del genere'' dissi prendendo il foglio per avvicinarlo agli occhi.
Allora capii.
La spilla!
Sentii l’adrenalina scorrere veloce nelle vene, un misto di eccitazione per la scoperta e paura.
'' Era su un sacco di ricevute bancarie e alcune circolari riguardo riunioni straordinarie in cui non siamo state invitate'' continuò Bella girando il suo caffè ''ma non lo avevo mai visto prima''
'' Io si.'' affermai con estrema certezza.
Una V maiuscola stilizzata con ricchi ghirigori ad adornarne il contorno. Ricollegai subito le immagini della prima volta in cui l’avevo notata, sul petto di Jane.
'' Jane e Alec avevano lo stesso simbolo come spilla sul petto, quando li ho visti quella notte'' dissi velocemente trascinando la mia amica dentro uno stanzino vuoto.
'' C-ci ho fatto caso perché…perchè sembrava preziosa e grande e….'' iniziai a farfugliare presa dall’ansia.
'' Tranquilla Ali'' Bella portò le mani sulle mie spalle, stringendomi '' ci siamo, abbiamo un indizio!'' rassicurò entrambe.
Restammo in silenzio per qualche minuto in quel piccolo cubicolo buio, ognuna immersa nei propri pensieri su come dover agire ora.
Mi ritornò in mente la prima volta che mi ritrovai chiusa in una stanza con Bella, il primo giorno che ci siamo conosciute, quando avevamo passato il tempo a raccontare l’una all’altra i propri segreti. Sorrisi nel buio pensando a quanto fosse strano talvolta vedere che la storia torna a ripetersi.
'' Quel simbolo è l’unica cosa che ci ricollega a loro. Potrebbe essere legato ad un gruppo…'' ipotizzo Bella, risvegliandomi dai miei sciocchi pensieri.
'' I clan di vampiri non hanno emblemi…''
'' Beh…ultimamente direi che ne abbiamo scoperte così tante nuove sui vampiri che non so più nemmeno io cosa so veramente….'' affermò ironica con un sorrisetto probabilmente rivolto ai Cullen.
Ma certo i Cullen!
'' Noi conosciamo dei vampiri, e se c’è qualcuno tanto vecchio da poter saper qualcosa su simboli e clan è…''
'' Carlisle!'' anche Bella giunse alla mia stessa conclusione.
Uscimmo velocemente da quello stanzino facendo spaventare la donna delle pulizie davanti alla porta e corremmo verso gli ascensori.
Al diavolo la riunione, pensai. L’ultima cosa che volevo era trovarmi faccia a faccia con quei due traditori infiltrati. Sperai che B. fosse d’accordo.
'' Al diavolo la riunione!'' esclamò lei stessa ad alta voce mentre schiacciava freneticamente il pulsante di chiamata dell’ascensore.
Ridemmo entrambe.
'' Beh, non c’è che dire. Passiamo la notte con due vampiri, li combattiamo di giorno, entriamo di nascosto negli uffici del capo e ci prepariamo a sventare colpi di stato nella nostra stessa Direzione!'' esclamai fingendomi scandalizzata, nonostante il peso di quelle parole colpì entrambe.
'' Che vita monotona…'' concluse Bella con un sorriso amaro.





Note delle autrici:
Eccoci di nuovo qui!
Speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento e ora passiamo alle note dolenti:
da come avete potuto intuire la situazione comincia a complicarsi notevolmente per i nostri protagonisti, le carte verranno ben resto scoperte e tutto ciò porterà ad una catena di eventi che ci condurranno al gran finale.
Non sappiamo quanti capitoli ci restano ma non sono poi così tanti.
Grazie mille a tutte le persone che continuano a seguirci nonostante tutto!
A presto!
Alessia e Giada.
   
 
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