Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: DeaEris    18/03/2011    4 recensioni
Dopo la Guerra Santa, non tutti i Saint riescono a riposare. Shun è inquieto e si reca nella camera di Hyoga.
Attenzione..ve lo dico qua: i ruoli in questa storia sono invertiti! Se siete curiosi prego..leggete!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una piacevole notte. Le stelle illuminavano il loco silenzioso. La villa si stagliava gigante su una collina splendida. I fiori delicati e compagni silenziosi di una notte senza sogni profumavano l’aria con il loro squisito ondeggiare nel vento della sera. Tutto era silenzio, ovunque gli uomini si godevano la pace e la tranquillità della notte, mentre Morfeo cingeva ogni essere vivente nella sua placida morsa. Vi era un’anima all’interno della mastodontica villa che non trovava riposo. Pensava. Pensava alla precedente guerra, alle morti che aveva causato, al dolore che aveva arrecato al cuore di molti, compreso al già provato cuore di Hyoga di Cygnus. Shun di Andromeda non poteva credere di aver ospitato seco il cuore di Hades, di averlo nutrito e di aver causato dolore. Ancora non riusciva a credere di aver visto quel singolo occhio ceruleo sbigottito. Lo ricordava. Come Hades, aveva visto la sorpresa e il dolore che aveva causato nel cuore del Cigno d’Argento, quando gli era stato detto chi fosse Hades. Shun rifletteva anche riguardo alla forza che aveva dimostrato di avere, una forza di cui nessuno lo aveva mai sentito capace. Chi avrebbe potuto ospitare lo spirito di Hades e non rimanerne intaccato in purezza? Solo qualcuno di molto potente, il cui gentile e forte cuore poteva sopravvivere a cotanta sofferenza. Shun era convinto che solo lui tra i fratelli guerrieri poteva portare simil fardello senza subire alcuna conseguenza. Si alzò dal letto e a piedi scalzi, con indosso solo una camicia candida si recò nelle stanze ad osservare i volti dormienti degli amici. La prima stanza nella quale entrò fu quella di Seiya. Il letto vuoto gli fece venire una grande confusione. Ancora andava a controllare quella camera, nonostante dentro di essa non vi fosse alcun esser umano. Tra loro l’unico a morire per mano di Hades fu proprio Seiya. Una leggera lacrima uscì dai suoi puri occhi.
*Perdonami, Seiya. Fratello caro ed amato. Non avrei voluto che fossi tu a morire.*
Sussurrò, carezzando il guanciale, sul quale poco tempo prima Seiya aveva riposato. Gli sembrava quasi di poterlo vedere: il corpo abbandonato nella posa del sonno più profondo, il respiro pesante, le coperte disordinate e nel guardare una lacrima salì dai suoi occhi. Quella camera portava ancora l’odore di Seiya. Uscì dalla stanza e si recò in quella di Shiryu. Il cinese riposava supino nel letto, le coperte tirate su fino al mento. Era in una posa talmente rigida che sembrava assolutamente sveglio. Unico segno del sonno era la bocca socchiusa di Shiryu di Dragoon: socchiusa e dal quale si percepiva uscire il caldo fiato. Shun uscì persino da quella stanza, leggiadro come se fosse stato un ectoplasma. Entrò nella stanza del fratello maggiore e come sempre la trovò deserta. Ikki non dormiva mai in loro compagnia. Solitamente lo si poteva trovare al Palazzo della Vergine, immerso nella meditazione o all’isola di Kanon a prendersi cura di una ragazzina rimasta orfana tristemente. L’ultima stanza nella quale entrò fu quella di Hyoga. Subito ai suoi apparve chiara una cosa: Hyoga non era nel letto. Hyoga era alla finestra e stava osservando il giardino fiocamente illuminato dalla luce della Luna. Shun sorrise e si avvicinò.
*Cosa guardi, Hyo-Kun?*
Domandò con un gradevole sorriso sull’infantile viso. Hyoga indicò un fiore candido che veniva portato dolcemente nel vento.
*Ogni notte è lì. Non si muove mai. Candido come solo la neve sa essere, è lì ogni notte.*
Disse enigmatico. Shun sapeva. Sapeva che a Hyoga la cosa che più mancava era la sua terra. Luxor era una bella città, ma forse per il giovane cigno era troppo calda. Shun sapeva anche che, benché nessuno lo dicesse, nessuno andava più via dalla casa per non lasciarlo solo. Seiya era deceduto per colpa sua, Saori era infelice e non vi erano più Gold Saint per proteggere Athena. Facevano il possibile per rimanere e farsi forza a vicenda. Shun si avvicinò nuovamente a Hyoga ed osservò il suo bel viso, illuminato da quella luce perfetta…dalla luce della Luna. Sorrise e passò una mano su quelle guancie scure e bellissime, lisce e splendide. Erano prive di qualsiasi imperfezione dovuta alla crescita: né un filo di barba e neppure un foruncolo. Hyoga aveva la pelle di un principe. Shun la carezzò a lungo, fino al momento in cui non sentì Hyoga completamente perso in quel momento di tenerezze tra loro. Non era la prima volta che si coccolavano. Fra loro vi era un legame assolutamente speciale. Tuttavia, era la prima volta che era Shun a prendere l’iniziativa. Era la prima volta che era Shun a voler compiere qualcosa. Hyoga si stava già dirigendo verso il letto, afferrando per una mano Shun, ma il giovane dalla chioma ramata gli sorrise. Gli occhi azzurri si posarono su quel viso dolce.
*No. Stasera non avverrà come sempre. Ti prego.*
Disse il giovane Shun con un sorriso sincero. Hyoga comprese. Da sempre erano gli altri a trascinare Shun, ma era giusto per una volta concedere a lui il potere di compiere qualcosa. Di Shun si fidava ciecamente e non vedeva come potesse non accontentarlo in quello che non era un capriccio, ma un bisogno. Si sdraiò sul letto e lasciò che per una volta fosse Shun a mettersi sopra il suo corpo. Le mani delicate e leggiadre, come delicate ali di farfalla, passeggiarono sul suo corpo, esplorandolo, facendolo gemere e facendogli sentire ogni singolo singulto, stuzzicando i suoi punti più sensibili e facendo sentire tutta la dolcezza di quella passione. Shun arrivò con le mani a carezzare l’intimità del ragazzo biondo, che lo lasciò condurre quel gioco. Sentiva le mani del suo cucciolo passare in ogni angolo, stuzzicare ogni singolo passaggio. Era così bella quella sensazione. Dava così piacere essere abbandonati tra quelle affettuose mani. Fu Shun per la prima volta ad entrare in lui e lo fece con la delicatezza di un passerotto che compie per la prima volta il volo dal nido. Shun stava crescendo ed era giusto che fosse con lui che facesse tali esperienze. Non sentì dolore. Come sentirlo con Shun? Sentì solo il piacere di quel dolce attacco. Il seme di Hyoga si riversò tra il suo stomaco e quello di Shun, mentre avvertiva quello di Shun all’interno del suo corpo. Era stata una prima volta per entrambi. Si strinsero in un morbido abbraccio e si addormentarono. Il fiore candido venne staccato dal vento e portato in una terra lontana, disperso dal vento della notte.

Note dell’Autrice:
Salve a tutti! Lo so…è una storia strana..scritta in un momento di ispirazione. Ora mi rendo conto che uno Shun seme sia una cosa totalmente inconcepibile, ma io sentivo il bisogno di scriverlo. Per carità pure io vedo Shun come uke..chi potrebbe non vederlo come uke? Ma avevo il bisogno di scrivere qualcosa che ancora nessuno ha scritto. Uno Shun fragile ed al contempo forte. Che dire? Questo è stato un primo tentativo ed io mi auguro che solo perché è cambiata la prospettiva non vi disgusti questa storia. Credo di aver rispettato tutti i caratteri dei personaggi. Come si è capito è una storia post-Hades. Buonanotte a tutti quanti! Kiss! 
  
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