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Autore: Araiha    19/03/2011    2 recensioni
Il rumore stridulo di una sveglia squarciò il silenzio. La povera ragazza presa alla sprovvista, cadde senza alcuna grazia dal letto sbattendo con il sedere sul pavimento. “ Per le mutande di pizzo di Giacomo Leopardi, che sempre sia lodato” sbraitò, lanciando con violenza quell'aggeggio infernale contro il muro. Il rumore cessò di colpo. Ovviamente l'idea di resettare la sveglia premendo l'apposito pulsante, non le aveva neanche sfiorato la mente.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi ancora. Vi ringrazio per i commenti, e cercherò di stare più attenta. Questa è la mia prima ff , sto cercando ancora di orientarmi, quindi mi fa piacere ricevere i vostri consigli. Non mi dilungo troppo, e vi lascio al capitolo.

Baci Araiha

 

 

Dopo la triste osservazione Giulio si limitò ad una piccola smorfia, prima di girarsi ed andarsi a sedere sul divano. Era indiscutibilmente offesa, ma certo che era maggiorenne i suoi 21 anni se li era ampiamente guadagnati. Accese con stizza il televisore, sperando di calmarsi e di ignorarli il più possibile. Erano in programma solo alcuni cartoni, quindi cercò di concentrarsi sulle figure animate, ma la sua attenzione fu di nuovo attirata dai due ragazzi. Andavano avanti e indietro trasportando una serie di scatoloni, Emanuele era così bello con quella maglietta a maniche corte blu e la fronte leggermente sudata a causa dello sforzo. Oh Santo Cielo, ma a che cavolo pensava?, si riscosse subito, chiuse di colpo la bocca, prima in modalità sbavo automatico. Stava portando delle scatole, non debellando di certo la peste bubbonica. Eppure avrebbe giurato di aver visto un'aura luminosa avvolgerlo, tipo film d'amore di serie B.

un gran numero di scatole, due borse e una valigia dopo, Emanuele e Giulio stavano tranquillamente in cucina a bere una birra, offerta da una riluttante Gala . “ Ehi bambolina sei molto graziosa, sai? Anche se ancora non hai risposto alla mia domanda” ecco qui come si libera una iena affamata dalla gabbia, “ certo che sono maggiorenne, idiota. E se non la finisci con questa storia, ti dimostro che sono anche in grado di infilarti quella bottiglia di birra lì dove non batte il sole, d'accordo?” puntò il dito prima verso la bottiglia che il ragazzo teneva in mano, e poi davanti al suo viso. “ Aggressiva la bambolina, non credo sarà così facile portartela a letto, amico.” e lasciò una pacca sulla spalla a Emanuele che lo guardava perplesso. Galatea aveva già aperto la bocca pronta a replicare, mostrando  l'ampia gamma di epiteti poco carini che riusciva a ricordare, quando la voce di Emanuele la anticipò “ smettila di fare il cretino e lasciala stare” . Poche parole che le fecero battere il cuore, la ragazza si girò verso di lui con uno sguardo carico di gratitudine, ma lui continuò “ non vorrai farla mettere a piangere? Odio sentire le ragazze frignare”. Perfetto le bastava una padella, l'avrebbe dolcemente schiantata in testa a quei due deficienti e avrebbe occultato i cadaveri nelle aiuole del palazzo. Sarebbe stato certamente, un grande spreco sotterrare quel corpo da sogno, ma era per il bene del suo orgoglio.

Io non piango e tanto meno frigno, inoltre sono in grado di difendermi da sola, grazie” urlò come se fosse posseduta poi, complice la sua rabbia, sbattè la porta della sua stanza così forte dietro sé, che sembrò si stesse per scardinare. Subito dopo udì una risata provenire dall'ingresso e ringhiò ancora una volta. Si strappò letteralmente di dosso la camicetta e la scaraventò in un angolo. “Brutti idioti!” pensò prima di stendersi sul letto, e cercare di riprendere il controllo.

Un'ora dopo era ancora nella stessa identica posizione, le braccia dietro la testa iniziavano ad intorpidirsi e le gambe era appoggiate su un groviglio di carte e lenzuola arrotolate. Ma almeno aveva ritrovato la calma.

Decise che era il momento di uscire da quella stanza. Indossò una maglietta sforma, al centro del petto una enorme scritta recitava: “Off with her head!”. Indubbiamente la maglietta era adatta al suo umore. Scalza si incamminò lungo il corridoio, cercando di fare il meno rumore possibile.

Fortunatamente il coinquilino non era nei paraggi, probabilmente si era rintanato nella sua stanza. Decise che avrebbe visto un DVD, non aveva nessuna voglia di studiare. “Pretty Woman”, il suo film preferito iniziò, mentre con poca grazia buttava a terra tutto ciò che vi era sul divano per farsi spazio.

Era alla scena dove Vivian ritornava in albergo dopo la giornata di shopping, quando il sonno colse Galatea. Prima di chiudere gli occhi pensò a quanto sarebbe stato bello avere un uomo come Edward.

Il mattino seguente un forte mal di testa le diede il buon giorno. Si era addormentata sul divano e li aveva passato tutta la notte, in una posizione alquanto scomoda. Si alzò a sedere, portandosi le mani nei capelli. Qualcosa però le cadde dalle spalle. Osservò con attenzione il tessuto morbido della coperta panna che fino a pochi secondi prima le era poggiata sulle spalle. Galatea non si ricordava di essersi coperta, anzi ricordava con certezza che la coperta in questione la sera prima si trovasse sulla poltrona alla sua destra. Ma allora....

Si sbattè una mano sul viso, e si lasciò andare sul divano. Sicuramente Emanuele l'aveva vista in quelle condizioni, e mosso da pietà l'aveva coperta. Aveva fatto la figura della vecchietta che si addormenta davanti alla televisione, magari anche con un rivolo di bava e un leggero russare a completare il quadro idilliaco. Merda!!!

Si alzò di colpo, il mal di testa aumentò, e corse in bagno. Lavatasi in tempo record indossò velocemente jeans e un maglione bianco minimo tre taglie più grandi della sua.

Aveva infilato una scarpa sola, quando il campanello squillò. Così con una scarpa in mano andò ad aprire. Lara e si presentò in tutto il suo dorato splendore, dietro di lei Riccardo reggeva la solita busta con la colazione, con un sorriso smagliante.

Non le diedero neanche il tempo di salutarli, che subito si catapultarono dentro. Riccardo si fermò improvvisamente al centro del soggiorno e iniziò a scrutare attentamente ogni angolo come se fosse in cerca di qualcosa. Galatea intuendo le sue intenzioni, lo anticipò, e con fare annoiato disse:”è in camera sua, non esce da ieri pomeriggio, quindi finiscila” lui sbuffò deluso “ voleva vedere se è davvero così affascinate come dici tu” si lasciò cadere di fianco a Lara, sul divano. La bionda si stava legando i capelli in una coda alta, ed il fatto che non aveva fatto nessun commento sul loro piccolo battibecco, incuriosì Galatea. “Lara, cosa c'è?” odiava immischiarsi nei fatti degli altri, ma un buon amico chiede sempre, anche se in realtà non vorrebbe sentire la risposta. “Quell'idiota continua a chiamarmi, anche se io gli ho detto di lasciarmi in pace” ecco appunto, avrebbe preferito ficcare la testa nel water, piuttosto che sentirla mentre era in fase “lamento acuto” . Era una grande amica certo, ma quel teatrino si ripeteva ogni mese, e ormai era stufa.

Dove è andato il grande amore idilliaco, e quel “ questa volta è diverso” di cui tanto andavi fiera ?” chiese Riccardo, con mezzo cornetto in bocca. Lara non rispose, se non con un occhiataccia, e si mise a sorseggiare il suo cappuccino.

Aveva quasi finito di fare colazione e Gala stava raccattando le sue cose per poi infilarle nella tracolla, quando il suo incubo in tecnicolor fece il suo ingresso in soggiorno. Aveva ancora il pigiama addosso, e i capelli disordinati, ma le sembrò comunque una visione. Salutò velocemente i due amici della ragazza con un mezzo sorriso di circostanza poi si allontanò verso la cucina.

A Galatea sembrò stano, che non avesse battuto ciglio davanti a quella babie umana che era Lara, nessuno si era mai comportato così. Le aveva semplicemente stretto la mano e poi aveva distolto lo sguardo. Forse era semplicemente troppo assonnato, pensò.

Era ancora intenta a cercare una giustificazione plausibile, quando vide il biondino alzarsi di scatto. Entrò in cucina seguito dalle due amiche, curiose come scimmie, e si posizionò di fronte ad un confuso Emanuele. “ Ti prego, dimmi la verità...” gli punto un affusolato dito contro, mentre con l'altra mano si torturava il piercing sotto il labbro. Aveva uno sguardo spaventosamente serio. “ … ti prego dimmi che non sei etero, sarebbe uno spreco colossale”. Emanuele spalancò la bocca sorpreso, ma non ebbe il tempo di rispondere perchè Galatea e Lara trascinarono Riccardo fuori dall'appartamento. 

   
 
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