3.
HIVER– INVERNO
“Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie.”
Non c’è alcuna traccia di vita, nella foresta, tranne i vostri respiri.
La neve ha ricoperto ogni cosa e, se non fosse un momento così drammaticamente serio, potresti anche scoppiare a ridere per lo strano sarcasmo che ha il destino.
Il bianco del suo braccio – pronto, sicuro, in immobile attesa - quasi si confonde in tutto quell’inverosimile candore.
Entrambi avete sfoderato le bacchette ma nessuno dei due sembra avere intenzione di pronunciare un incantesimo; il vostro duello si sta combattendo con le sole armi dei vostri sguardi e in quel campo lui è nettamente superiore a te.
“Ne è passato di tempo, mein Phönix.”
Soffochi il tenue calore che senti irradiarsi nel tuo corpo, malgrado il freddo.
“Quarantasette anni, tre mesi e venti giorni”, sussurri; gli angoli della sua bocca sembrano curvarsi in un lieve sorriso ma il tono ti appare distaccato ed indossa la solita espressione sicura.
Non è più il tuo Gellert, hai accettato l’idea da molto tempo, eppure non puoi smettere di sperare che quel breve luccichio nei suoi occhi o che l’assenza di spavalderia dal suo volto possano voler dire qualcosa.
Magari un perdono, forse un accenno di rimorsi.
“Neunzehn.* Oggi non conta.”
Chiudi gli occhi, sopraffatto; ha vinto lui. Di nuovo.
“Incarceramus.”
[200 parole]
* : diciannove
L'angolino dell'autrice
Forse non è molto chiaro, ma la frase finale viene pronunciata da Albus.