Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Kyuketsuki Assassin    19/03/2011    3 recensioni
HOLAAAAAAAAAAAAAAA!!!! XD storia sistemata, scritta da me e dalla mia grande amica Moniko Chan. Cosa accadrebbe se io e lei, mentre siamo al Lucca, venissimo catapultate nel mondo di Hetalia a causa di uno degli incantesi fallimentari di Inghilterra? Riusciremo mai a tornare a casa? Ma soprattutto: riusciranno mai le nazioni a sopportare le nostre menti bakate?! venite a scoprirlo, io e Moniko Chan vi aspettiamo!!!! XD DASVIDANYAAAAAAAAA!!!!
(presenti paring vari)
Genere: Avventura, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
il giorno dopo le ragazze si alzarono di buon ora, stupirono Inghilterra con una bella colazione, e Alfred stupì loro, neanche più di tanto, con la sua presenza
 
“alla fine sei rimasto a dormire!”
 
“Arthur ha insistito tanto, diceva che era troppo tardi per tornare a casa”
 
“uuuuuh Artie ormai non ci scappi più!” disse ghignante Sara.
 
L’inglese divenne di un bel colore bordeaux: “s-smettila” borbottò imbarazzato
 
Ridendo si misero tutti a tavola, per poi andarsi a preparare per il viaggio.
 
le ragazze si cambiarono lentamente, guardando di continuo le stanza prima di uscire.
 
“ci mancherà…”
 
“a chi lo dici …”
 
“su con la vita ragazze! non state mica morendo!” intervenne Alfred notando la loro aria afflitta
 
Le due lo squadrarono malissimo: “è come se lo fosse” borbottarono con voce cavernosa.
 
“urgh....” si allontanò lentamente e andò a cercare Arthur.
 
“le ragazze sono giù di brutto....”
 
“immagino, ma non sono le uniche”
 
“uh? vuoi dirmi.....che ti ci sei affezionato?”
 
L'inglese sospirò pesantemente, annuendo.
 
“anche se mi hanno fatto passare le pene dell'inferno, alla fine mi ci sono affezionato, a modo loro sono delle brave ragazze” disse porgendogli delle lettere: “leggi un po'”
 
“ma......questa l'ha scritta Italia!?”
 
“si, sono le lettere di tutti gli altri, mi pregano di non farle andare via”
 
“mpf, che strano, alla fine siamo noi quelle che non vogliono farle andare” mormorò l’americano leggendo con fare distratto la lettera di Giappone
 
“ma che posso farci? dopotutto è giusto che tornino nel loro mondo, a casa loro!”
 
America guardò prima l'inglese poi le ragazze che camminava mogie e con la testa bassa, sospirò anche lui, non sapeva che fare per tirare su di morale.
 
Camminarono in silenzio fino a raggiungere il limitare di un bosco, qui Arthur si voltò e guardò gli altri: “ora, la pietra dovrebbe trovarsi qui da qualche parte, purtroppo il libro non diceva la sua ubicazione esatta, quindi ci toccherà dividerci, e siccome non voglio che andiate da sole, America accompagnerà Sara, mentre andrò con Monica, tenete i cellulari, se trovate qualcosa chiamate”
 
“sei sicuro che coprano tutto il campo?”
 
“basta che non usciate dai confini”
 
E così si divisero, iniziando la ricerca, ma sia Sara che Monica non erano molto entusiaste della cosa, e facevano il minimo indispensabile.
 
L'inglese e l'americano non riuscivano a concentrarsi, erano troppo impietositi dallo sguardo tristissimo delle due ragazze che ogni tre per due sospiravano rassegnate
 
“insomma!!” sbottò all'improvviso Arthur, facendo sobbalzare la ragazza: “smettila di tenere il muso lungo! sei peggio di me accipigna!"
 
“ma …”
 
“niente ma! cavolo, solitamente eri tu quella che sorrideva sempre, anche per il motivo più stupido!”
 
Monica abbassò lo sguardo: “è che non voglio andare a casa …” sussurrò
 
L’inglese sospirò: “lo so, ma dovete, i vostri genitori vi staranno cercando, ti immagini come saranno preoccupati? siete qui da più di 3 settimane!”
 
“…”
 
“ascolta” disse cambiando tono e avvicinandosi: “dispiace a tutti partire, ma bisogna farlo prima o poi, qualsiasi cosa finisce prima o poi, ma bisogna guardare a tutto quello che ci è capitato prima ed esserne felici”
 
la ragazza guardò stupita Arthur, era incredibile: lo spocchioso, cinico e freddo Inghilterra che consolava in modo dolce e sereno una ragazza. Questo lo doveva scrivere.
 
“allora, va meglio?”
 
“s-si, grazie Artie” balbettò Monica accennando a un sorriso.
 
“finalmente torni a sorridere. Andiamo, sento che la pietra è qui vicina”
 
“dimostreremo alla squadra blu chi comanda!” urlò contenta.
 
“ma quale squadra blu!? ... va bene, siamo noi la rossa?”
 
“siiiiiiii!!!”
 
Nel frattempo, anche America era alle prese con una depressa Sara, che più da un'ora era seduta sotto lo stesso albero mogia mogia, continuando a fissare il ciondolo a forma di cuore che gli aveva regalato Russia per Natale.
 
“avanti Sara, lo so che è brutto dover partire, ma non puoi stare così per sempre!”
 
“lo so ma.......non voglio abbandonare Ivan …”
 
“so quello che provi, ma non pensi che anche la a famiglia stia soffrendo?”
 
Sara rimase in silenzio
 
“non pensare che vogliamo sbarazzarci di voi, ma questo non è il vostro mondo, dovete tornare a casa vostra”
 
“...Alfie?”
 
“ si?”
 
“ promettimi che non ci dimenticherete mai, mai e poi mai!”
 
l'americano sorrise gentilmente.
 
“ certo che non vi dimenticheremo mai! puoi starne certa!”
 
La ragazza parve rincuorata e si alzò, la determinazione che tornava lampante sul suo volto.
 
“ andiamo Alfie! abbiamo una pietra da trovare!”
 
“ così ti voglio! dobbiamo battere Monica e Artie assolutamente!”
 
“ ci puoi giurare!”
 
E con rinnovato fervore, i due ricominciarono la ricerca.
 
Inghilterra e Monica stava camminando da un bel po’, più di una volta si era fermati per controllare di fare la via giusta.
 
“è giusta questa? come fai a non sapere dove andare?”
 
“beh si dà il caso che non vengo in queste foreste da quando ero piccolo!” borbottò scocciato e stanco dalla camminata: “e poi è tutto uguale, maledizione mi sembra di girare in tondo!”
 
Monica sospirò, guardandosi attorno, alberi alberi alberi, cespugli di lamponi, alberi alberi aspetta, cespuglio di lamponi!?
 
Come un fulmine si diresse in quella urlando : "LAMPONIIIIII!!!"
 
“ma che?” Inghilterra si voltò e vide che stava correndo verso il cespuglio, si rilassò ma solo per un attimo, perché si accorse che il terreno stava cominciava a franare.
 
Aprì la bocca per urlare ma non ne uscì nessun suono, le sue gambe si mossero da sole.
 
“che bontà!” disse allegra la ragazza completamente ignara di quello che stava per accadere, quando si sentì vacillare, alzò lo sguardo e vide Arthur che correva terrorizzato verso di lei: “ma che…” riuscì a pronunciare prima che il terreno si alzasse e la figura di Inghilterra sparire troppo velocemente.
 
Per un attimo pensò che quelli non fossero lamponi, magari erano le bacche che mangiava Arthur per vedere i suoi amichetti.
 
Poi si rese conto che quello che stava pensando era totalmente assurdo, avvertì la presa di Arthur sul suo polso, poi del trambusto.
 
E come tutto era iniziato, tutto finì.
 
Monica tentò di rialzarsi, ma la testa le doleva e vedeva che tutto girava, si mise a sedere portandosi una mano agli occhi, accorgendosi di essere piena di polvere e che le mancava gli occhiali.
 
“oh” borbottò strizzando gli occhi, alla ricerca degli occhiali, tastò tutto intorno, senza risultati: “Inghilterra?” chiamò, l'unica risposta che le giunse era un leggero mugolio, preoccupata si alzò, nonostante la testa le girasse e vedesse tutto sfuocato: “maledetti occhiali”
 
Si fermò quando vide al figura di Arthur china su sé stesso, si stava tenendo una gamba: “Arthur che succede?” chiese allarmata.
 
La nazione alzò la testa e fece un sorrisetto: “non è niente è un graffietto e urgh!" emise un mugolio strozzato quando la ragazza senza ascoltarlo gli alzò la stoffa: “un graffietto? ma se sei ferito!” urlò.
 
“p-per noi nazioni lo è"
 
la ragazza si ammutolì e abbassò la testa.
 
“mh? dove sono i tuoi occhiali? ah eccoli, perché non te li metti? Monica?”
 
Si sporse verso di lei e notò che aveva cominciato a piangere.
 
La ragazza, ormai in lacrime, si portò le mani al viso asciugandosele, finendo così per impiastricciarsi la faccia con la polvere.
 
L'inglese spaventato le mise una mano sulla testa: “c-calmati ora, non è colpa tua!”
 
“si invece”
 
“ooh ascoltami, è solo colpa mia, sono io che vi ho portate qui e sono io che non sono stato attento adesso, tu non centri” sussurrò sperando di assicurarla.
 
Monica tirò su la testa, strofinandosi per l'ennesima volta gli occhi, Inghilterra sorrise: “così va meglio” disse tirando fuori un fazzoletto dalla tasca e pulendole la faccia.
 
“ora dobbiamo rimetterci in marcia” alzò lo sguardo: “siamo rotolati per un po’ vedo, di risalire non se ne parla, direi di proseguire nella stessa direzione di prima”
 
Monica annuì, ma poi si ricordò della gamba di Arthur: “m-ma come farai?”
 
“riuscirò a camminare, ci sono abituato” sussurrò.
 
La ragazza lo guardò per un attimo, si voltò, prese i suoi occhiali e se li inforcò, afferrò la sua fedele borsa e la lanciò ad Arthur.
 
“che stai facendo?” le chiese allarmato dal repentino cambiamento d’umore.
 
“in piedi” disse seria.
 
L'inglese rimase frastornato: prima era preoccupata per lui e ora gli stava dando ordini. Perplesso, si alzò
 
“mettiti la mia borsa, svelto” disse mentre si dava una ripulita
 
“o-ok” borbottò ubbidendo: “fatto e ora? che vuoi faAAAAaaare!”
 
Neanche finita la frase che si ritrovò sollevato da terra, sulla schiena della ragazza.
 
“CHE STAI FACENDO?!” urlò rosso in volto.
 
“ti porto” disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
 
“c-che!?” esclamò imbarazzato" io peso! e non si addice a una ragazza!”
 
“oooh sta zitto, che qua l'uomo sono io!”
 
“ma”
 
“zitto! deconcentri l'eroe!”
 
“ma quale eroe ed eroe?! mettimi giù!” urlò rendendosi conto che era già partiti.
 
“no”
 
“si!”
 
“no”
 
Continuarono a battibeccare per un bel po’, ma Monica non mise giù l'inglese e Arthur non fece più tentativi.
 
Torniamo da Sara e ad Alfred, che a quanto pare, erano sulla strada giusta.
 
“sento che ci stiamo avvicinando!”
 
“come fai ad esserne sicuro?”
 
“sento un fremito nella Forza!” disse teatrale
 
“hai visto per troppo tempo Star Wars mio caro”
 
“e hai visto troppo Hellsing” ribatté Alfred, offeso.
 
“problemi?!”
 
“si!”
 
“risolviteli!”
 
“…”
 
Sara ridacchiò divertita, ma aveva appena fatto un passo che inciampò in qualcosa e cadde a terra, facendosi un male cane.
 
“...ahi...”
 
“ti sei fatta male?!”
 
“non tanto … ma in cosa sono caduta?”
 
La ragazza si alzò e si voltò, notando che era inciampata in un blocco di pietra, coperto di muschio
 
“strano che ci siamo pietre così in una foresta.....vuoi vedere che...?”
 
La ragazza iniziò a togliere muschio e foglie secche, rivelando che al centro della pietra, c'era una conca circolare che sembrava equivalere....con l'amuleto!
 
“Alfie! abbiamo trovato la pietra per incastrare l'amuleto! chiamiamo Monica e Artie!”
 
“subito!”
 
L'americano tirò fuori il cellulare e compose il numero di Monica
 
“ehi, ti suona il telefono, vuoi vedere che Sara e America l'hanno trovata?!”
 
“rispondi tu? sai com'è, ho le mani un tantino occupate!”
 
L'inglese iniziò a frugare nella borsa, che sembrava la versione ridotta della Stanza delle Necessità, ma alla fine riuscì a trovare l'apparecchio e rispose.
 
“pronto?”
 
“ciao Arthur! io e Sara abbiamo trovato la pietra! raggiungeteci subito!”
 
“idiot! come facciamo a raggiungervi?! dimmi almeno com'è fatto il posto in cui vi trovate!”
 
“ecco.......siamo circondati da alberi e ....”
 
“molla il cel!” esclamò Sara strappandolo dalle mani dell’americano
 
“ehi!”
 
“dove vi trovate ora?”
 
“bella domanda, siamo caduti e abbiamo perso la strada”
 
“CHE COSA!?” sbraitò: “Arthur avevi detto che venivate con noi per proteggerci e tu ti perdi?!”
 
Inghilterra preferì tacere sul fatto che fosse ferito e che Monica lo stava portando sulla schiena: “ehm … è stato un incidente, m-ma ritroverò subito la strada, è casa mia dopotutto! Voi aspettateci ok?”
 
“ma, Arthur aspetta!” ma l'inglese aveva già riattaccato.
 
“Sara è arrabbiata” si limitò a dire, sbuffando.
 
“ho dovuto chiudere, spendere soldi è inutile in situazioni del genere” sospirò: “sei sicura di farcela? ti vedo accaldata”
 
“ce la faccio!” ribatte secca: “non farmi parlare però”
 
“scusa” borbottò, le uniche parole che si rivolsero furono per indicazioni.
 
“senti è da troppo che mi porti, fermati! ti verranno i crampi alle gambe, e se cadi non ti farai male solo tu!”
 
“se mi fermo non riparto più”
 
Inghilterra sospirò esasperato: “è come parlare ad America”
 
“esatto”
 
Arthur si guardò attorno, quella ragazzina era più cocciuta di un mulo: “ehi, gira di là” disse alzando lo guardo.
 
Monica obbedì e si avviò per una piccola stradina, continuò finché non vide una struttura: “che cos’è?”
 
“è un vecchio rifugio anti aereo, possiamo fermarci qui” disse tentando di scendere.
 
“ehi! che fai?! stai fermo vado io in avanscoperta”
 
Arthur non obbiettò e si mise ad aspettarla su una roccia, mentre la ragazza saltellava tra gli arbusti: ”ho trovato la porta!” disse e con un calcio l'aprì: “ed è anche aperta!” urlò senza fiato, tornò a prendere l'inglese ed entrarono.
 
intanto Sara e Alfred stava perdendo la pazienza ad aspettare: “quei due dove saranno!? accidenti se prendo Inghilterra giuro che l'ho ammazzo!” borbottò Sara cupa.
 
Alfred invece cercava di nascondere la sua preoccupazione: “vedrai che staranno bene, è casa di Arthur qui, dopo tutto”
 
La ragazza si passò una mano sulla faccia: ”li richiamo”
 
Afferrò il cellulare e chiamò l'amica, sentì rispondere Arthur per la seconda volta: ”dove siete?”
 
“ehm...ecco...”
 
“Arthur Kirkland! che sta succedendo?! dove $%&£ siete?!” sbraitò, inca voltata nera, guadagnandosi un’occhiata semi terrorizzata da parte di Alfred
 
“ma che modi di parlare sono questi?!”
 
“rispondimi consumatore di tè incallito che non sei altro!”
 
“ehm...io e Monica...”
 
“e che diamine! passamela!” sbottò l’altra ragazza afferrando il cellulare dalle mani dell’inglese
 
“ehi!”
 
“dica dicca!”
 
“Moni. dove. cavolo. vi. siete. cacciati?!?!”
 
“siamo in un vecchio rifugio anti aereo, sperduto”
 
“ma perché glielo hai detto!?” chiese terrorizzato Arthur, che dalla disperazione si mise le mani tra i capelli.
 
“ma porca putroccola!!! e dirlo prima no invece di fa stì giri di parole?!?!”
 
“porca putroccola?!” chiesero in simultaneo gli altri tre.
 
“fusione di zoccola e puttana, inventata da una mia amica, e comunque, perché siete in un rifugio anti aereo della Seconda Guerra Mondiale?! così, tanto per curiosity!”
 
“perché ci siamo persi!” rispose con la sua solita ingenuità
 
“questo lo sapevo già, grazie”
 
“prego!”
 
“…”
 
“senti passa qua a me, che è meglio!” disse d’un tratto l’inglese, prendendole il telefono
 
“sembri Quattrocchi!”
 
“chi?”
 
“nessuno”
 
“Sara, non sappiamo per quanto dovremo star qui, ma di sicuro Monica deve riposare e ci vorrà un po’, la sapete la strada di casa no? tornate indietro e aspettateci lì!”
 
“ok, va bene Inghilterra, come vuoi tu … MA SEI SCEMO?! non vi abbandono così diamine! torniamo indietro sì, ma per cercare soccorsi cacchio! quando ti metti a fare quello che non ha bisogno di aiuto diventi incredibile!”
 
“…”
 
“che sta dicendo?”
 
“dice che ci vuole tanto bene”
 
“ok”
 
“senti, fai quello che vuoi, ma noi non possiamo muoverci, chiaro?”
 
“si che è chiaro! grrrrrr quando ti trovo ti ammazzo!” e riattaccò.
 
“allora? che ha detto?”
 
“… ci augura la buona notte”
 
“bene, perché sono distrutta” borbottò massaggiandosi i polpacci.
 
“te l'avevo detto io!”
 
“sta zitto e fammi vedere la gamba”
 
Senza aspettare risposta, gli afferrò i piede facendolo cadere.
 
“ c-che modi so-ahia!” urlò mentre Monica rimuoveva la stoffa: “sarai anche una nazione ma il dolore lo senti comunque”
 
Arthur la guardò storto.
 
“non è che c'è dell'acqua?”
 
“forse …”
 
Monica si alzò e si diresse verso quella che sembrava la dispensa: “trovata!” urlò trionfante: ” ahia!”
 
“c-che succede?”
 
“ho batto la testa” pigolò: “soffitto troppo basso”
 
“sei senza speranze”
 
Monica gli fece una linguaccia e si rimise seduta, prendendo di nuovo la gamba dell'inglese
 
“ti farà un po’ male”
 
“che?”
 
Il dolore acuto gli partì dalla gamba diffondendosi quando Monica cominciò a strofinare delicatamente la sua maglietta sulla ferita, versandoci sopra l'acqua
 
“stringi i denti soldato …” mormorò lei facendogli un mezzo sorriso.
 
Inghilterra si mise una mano davanti alla bocca pur di non urlare a squarcia gola, finendo col mordersi fortissimo la mano in questione. Lasciando il segno.
 
“fatto, adesso è a posto! ma che bravo il nostro Iggy! non ha detto "ah"! sono orgogliosa di te!”
 
“che sono? un bambino?!” commentò lui con le lacrimucce agli occhi.
 
“scherzavo!”
 
Monica fasciò la ferita, cercando di non fare del male all'inglese
 
“Monica...”
 
“si?”
 
“g-grazie.....”
 
Monica rimase sbigottita: Inghilterra che ringraziava rosso in faccia?! altra cosa da segnare sul calendario!
 
La ragazza arrossì a sua volta: ”di nulla”
 
Ma torniamo a Sara e ad Alfred che erano usciti dalla foresta. Si precipitarono a casa di Inghilterra dove Sara corse immediatamente al telefono, facendo un giro di chiamate che sarebbero pesate di sicuro sulla bolletta telefonica di Inghilterra.
 
Pochi minuti dopo le nazioni che aveva chiamato erano arrivate, e aspettavano i due davanti all'ingresso.
 
Sara uscì è iniziò ad illustrare la "missione" come se fossero nei Marines
 
Cominciò a parlare, con divisa militare saltata fuori da chissà dove: ”signori, sarò breve! nella foresta alle mie spalle Monica e Inghilterra si trovano all'interno di un vecchio rifugio anti aereo della Seconda Guerra Mondiale, e come se non bastasse, Inghilterra è ferito alla gamba da quanto ci è stato detto dall'ultimo contatto avuto.L’obbiettivo della nostra missione è trovare i due e riportarli immediatamente qui. Ci sono domande, dubbio o perplessità?”
 
le nazioni si scambiarono occhiate molto perplesse
 
“ehm.....Sara....” iniziò Alfred, venendo però interrotto
 
“sono il generale Konoha_Hellsing_ 94 per voi!”
 
“generale Konoha_Hellsing_94, non le sembra di esagerare un pochino? dopo tutto non siamo in guerra!”
 
“qui si parla di vite umane, e non ho mai lasciato indietro i miei uomini, soldato semplice Jones!”
 
“perché sono un soldato semplice?!” esclamò l’americano, offeso
 
“decido io, problemi?!”
 
“si!”
“risolviteli!” a quella risposta America non poté fare altro che sbuffare e incrociare le braccia guardando dalla parte opposta
 
“comunque....ci divideremo in 5 coppie, e ogni coppia avrà il compito di setacciare la sua zona di foresta. se doveste trovare i soggetti, riportateli immediatamente alla base. ci siamo capiti?”
 
“si è lasciata prendere la mano-aru …”
 
“sergente Wang! qualcosa da ridire?!”
 
“n-no aru” rispose piuttosto perplesso il cinese dal repentino cambio di comportamento della ragazza.
 
“bene! signori, si dia inizio alle ricerche!”
 
“scusi generale delle forze armate, come facciamo ad avvisare gli altri se riusciamo a trovarli?” domandò, ingenuamente, Ludwig
 
Sara sbuffò: “e me lo chiedi caporale?! fa un colpo di telefono!”
 
Disse, mentre si addentrava nella foresta, seguita a ruota dalle nazioni.
 
Inghilterra ritirò la gamba rannicchiandosi imbarazzato, mentre Monica continuava a ridacchiare, poi però rabbrividì
 
“accidenti, fa un freddo cane, non è che ci so delle coperte qui?”
 
“forse, al massimo le troverai piene di tarli”
 
La ragazza di alzò e cominciò a cercare.
 
Arthur tentò di capire che stesse combinando, le uniche cose che sentiva era i passi e qualche lamento, seguiti da delle imprecazioni.
 
“tutto a posto?”
 
“p-più o meno …” disse spuntando dall'oscurità piena di ragnatele: “o preso in pieno più di una trave!” borbottò sfregandosi la fronte: “ma non ho trovato niente”
 
Sbuffò sedendosi accanto all'inglese.
 
Inghilterra la guardò mentre si rannicchiava per cercare calore, sbuffò, si guardò attorno imbarazzato e sbuffò ancora.
 
Si tolse la giacca e la mise sulle spalle della ragazza.
 
“c-che?”
 
“le nazioni soffrono di meno il freddo, è meglio che la tieni” disse impedendole di commentare, incrociò le braccia al petto e guardò da un altra parte.
 
Monica lo guardò sorpresa ma poi fece un sorriso enorme, rise e mise una parte della giacca anche sulla nazione.
 
“che fai!?” strillò scioccato arrossendo di botto.
 
“haha, stiamo vicini vicini!”
 
“staccati!”
 
“no!”
 
Arthur aggrottò le sopracciglia e guardò da un’altra parte.
 
Nonostante non apprezzasse la vicinanza di persone accanto a lui, a parte Alfred, non gli dava tanto fastidio ritrovarsi la ragazza così vicina.
 
provò a pensare per quale motivo, nonostante gliene avesse fatte passare di tutti i colori, apprezzasse la sua compagnia, le ricordava molto Alfred, i suoi modi infantili, la sua iperattività e la stupidità.
 
Sospirò, le rivolse uno sguardo veloce e si accorse che lo stava fissando, sobbalzò.
 
“che fai?”
 
“ti guardo!”
 
“perché?”
 
“così” disse alzando le spalle.
 
Si, era insopportabile proprio come America.
 
“mi annoiavo e tu sei la cosa più interessante che c'è qui” disse con naturalezza.
 
“a-ah …”
 
“Arthur mi racconti di quando eri piccolo?”
 
“che!?”
 
“ti preeego, vorrei sapere qualcosa sui celti, come vivevano, la loro religione la loro cultura tutto!! Tipregotipregotiprego!!!” disse a raffica facendogli gli occhi dolci.
 
“urgh s-se la metti così” sospirò e poi iniziò a raccontare.
 
Dopo neanche 10 min si ritrovò a parlare di tutto e di più: scoprì che adorava il tè, e che avrebbe pagato oro per berlo in Inghilterra alle 5, e che credeva nelle fate o qualsiasi cosa di magico.
 
“anche Sara ci crede” disse quando l’inglese finì di raccontare.
 
“ mi fa piacere sentirlo”
 
“che c'è?”
 
L'inglese si zitti e abbassò lo sguardo.
 
“che succede? stai male!?”
 
“non adesso … ma tra poco forse si”
 
“perchè?”
 
“prometti che non mi farai del male?”
 
”e perchè dovrei?”
 
“ecco … io posso chiamare le fatine e …” deglutì: “ e loro sanno la strada di casa …”
 
“perchè non le hai chiamate prima?” chiese con voce neutra.”
 
“m-mi so dimenticato e …”
 
“se le chiamavi prima potevamo evitarci di camminare per la foresta e di perderci giusto?
 
“si” pigolò.
 
La ragazza non sembrava essere turbata più di tanto, solo quando sentì un dolore lancinante al bracciò capì che era mooolto arrabbiata.
 
“e quindi ti ho portato sulla schiena fino a qui per nulla?”
 
“m-mi fai male, mi dispiace non volevo! è che me ne sono dimenticato!”
 
Monica non mollava la presa e non smetteva di sorridere: ”gli errori si pagano Arthur-chan” cantilenò lugubre.
 
“help me!”
 
all'improvviso sentirono dei rumori e per fortuna di Arthur, Monica mollò la presa e si avvicinò alla porta.
 
“arriva qualcuno”
 
“e se fossero i soccorsi?”
 
La ragazza gli rivolse uno sguardo gelido, zittendolo.
 
“sto zitto, sto zitto”
 
Monica si avvicinò alla porta cautamente, prendendo in mano una sbarra di ferro che si trovava vicino a lei.
 
“chi è?”
 
“ma sei scema?!”
 
Monica guardò in cagnesco l'inglese.
 
“come non detto” e si tappò la bocca.
 
Dall'altra parte una voce famigliare ai due disse, allegramente: “il grillo del marchese sempre zompa!”
 
“chi zompa allegramente, bene campa!” rispose Monica altrettanto allegra.
 
La ragazza aprì la porta, e come aveva immaginato, fuori c'era Sara (che indossava, stranamente, una divisa militare) e dietro di lei Ivan, che le sorrise non appena la vide.
 
“Moniiiiiiiiii!!! come state?! tutto a posto?!”
 
“io si, ma Arthur no, ha la gamba rotta”
 
Sara guardò verso l'interno, ma non vedendo niente, puntò la torcia elettrica nella stanza, proprio addosso all'inglese.
 
“e che cavolo! c'era bisogno di puntarmi la torcia in faccia?!?!”
 
“TU! INGLESE MALEDETTO!!!”
 
Come una furia, la ragazza si piazzò davanti ad Arthur, fissandolo schiumante di rabbia.
 
L'inglese chiuse gli occhi, aspettandosi di essere picchiato a sangue, ma ciò non avvenne.
 
Si sentì abbracciare, e quando osò riaprirli, rimase sorpreso nel vedere che Sara lo stava abbracciando.
 
“baka baka baka baka!!!! ci avete fatto preoccupare un casino!” si staccò: “osa farlo ancora e giuro sui miei manga di Hellsing che ti spiezzo in due!!!”
 
“e-ehm...o-ok …”
 
“ce la fai ad alzarti Inghilterra?” chiese Russia avvicinandosi.
 
“credo di si...”
 
E così l'incubo dei due ebbe fine: mentre Ivan aiutava Arthur a camminare, Sara mandava un messaggio agli altri per dire che i due dispersi erano stati trovati.
 
Una volta arrivati a casa dell'inglese......
 
“signori, missione compiuta! obbiettivo raggiunto!” disse allegra mentre entrava in casa.
 
Poco entusiasmo dalle truppe.
 
“di solito a questo punto si esulta …” commentò Sara
 
Nessun accenno di vita
 
“lasciamo stare che è meglio...” borbottarono le due, vedendo lo stato di catalessi in cui sembravano caduti tutti i presenti.
 
“pronto? siamo tornati! Inghilterra e Monica sono salvi!”
 
“…”
 
“cosa gli hai fatto?”
 
“niente, ho solo dato delle disposizioni”
 
“nel tuo modo militare?”
 
“si”
 
“allora capisco”
 
Monica fece un passo avanti, in modo da essere vista da tutti.
 
“ragazzi, siamo tornati!”
 
A sentire la voce dell'altra ragazza, tutti tornarono normali.
 
Feliciano corse incontro a Monica e l'abbracciò gettandola a terra.
 
“Monica! finalmente siete tornati! ero preoccupatissimo!” disse tra le lacrime.
 
“F-Feli, mi strozzi” ansimò pattandogli la schiena
 
“Arthur!” esclamò l'americano non appena vide il suo inglese aggrappato a Ivan, gli corse incontro e gli si gettò addosso, abbracciandolo: “e poi sono io lo scemo?! Damn!”
 
L'unica a non essere partecipe alla cosa era Sara che, indignata, si era rifugiata nel caro e vecchio angolino della depressione, che da un po' di tempo si sentiva solo.
 
“sigh.....questo si chiama ammutinamento!!”
 
Monica staccò Feliciano da sè e si alzò, andando dall'amica: “oi, per poco mi stavo dimenticando di te! Grazie!” disse abbracciandola.
 
Sara tirò su col naso: “d-davvero?”
 
“certo!”
 
Sara abbracciò l’amica, in un modo molto simile a quello di Feliciano.
 
“g-grazieeeeee!!!! Ero così preoccupata per teeeeee!!! io non ci campo senza la mia migliore amicaaaaaaaaaaaa!!!!”
 
“m-mi soffochi...”
 
La ragazza lasciò la presa.
 
“molto commuovente, davvero, ma non ci avevi detto che tu e America non avevate trovato la pietra dove mettere l'amuleto?” si intromise l’inglese che aveva rinunciato a scollarsi di dosso Alfred che continuava a tenerlo stretto tra le braccia
 
“infatti! era in mezzo a una radura circondata da querce, su un lato c'era un laghetto” spiegò Sara guardandolo
 
“prendiamo i pezzi e andiamo subito allora!” esclamò Monica
 
“alle 3 di mattina?“ chiesero tutti guardandola storto.
 
“è già così tardi?”
 
“un po’, sai com’è siete rimasti in quella foresta per ore!” commentò Alfred
 
“aaaah, a chiacchierare con Arthur il tempo passa in fretta!”
 
“chiacchierare con quel bacucco?”
 
“ehi! non sono vecchio!” protestò il diretto interessato, pestando il piede buono.
 
“noooooo, hai solo la bellezza di 2000 e passa anni!”
 
“Cina è anche più vecchio!”
 
“si ma li porta meglio! tu invece sembri un vecchietto inacidito!”
 
“colpo basso Sara!” esclamò Monica dandole il cinque
 
“lo so!”
 
“grrrrr …”
 
“su su non litigate, non è ora di andare a dormire?”
 
“direi” borbottò Arthur scocciato.
 
le ragazze si alzarono e salutarono tutte le nazioni ringraziandole, poi andarono a letto.
 
Inghilterra sospirò pesantemente: “sono distrutto, devo mettermi a dormire …” borbottò prima di fare un sonoro sbadiglio.
 
“ti accompagno!”
 
“tu che ci fai ancora qui!?”
 
Alfred alzò le spalle e sorrise: ”sei ferito con due pseudo-ragazze in casa, un vero eroe non lascia da sola la sua fanciulla!”
 
“ma quale fanciulla e fanciulla!! sparisco divora-hamburger!”
 
“pseudo ragazze?!” esclamarono le due interessate molto offese, scoccando delle occhiatacce all’americano, che ridendo prese in braccio Arthur e si diresse in casa: “buona notte ragazze!”
 
“mettimi giù maledizione!”
 
“seguiamo i due piccioncini??” chiese Monica tirando di nuovo fuori la macchina fotografica.
 
“ma non avevamo promesso a Iggy che ci saremo fatte i fatti nostri?
 
“quando ci ricapita l'occasione di finire qui!?”
 
“mmmm...non so...Iggy si arrabbierà...”
 
“avantiiiiiiii!!! domani andremo via, non vorrai perderti lo spettacolo! dove puoi vedere Iggy e Alfie che ci danno dentro?!”
 
Le due, quatte quatte si avviarono verso la stanza dell'inglese, fortuna che la porta era aperta un tantino, si sistemarono e sbirciarono dentro.
 
“no Alfred, non possiamo”
 
Sentirono la voce di America, chiaramente deluso: ”perchè? sono due giorni che faccio a meno di te, mi sento in astinenza......ho bisogno della mia razione quotidiana di vitamina Arthur...”
 
“dio se è malizioso! Tu-sai-chi-2 la vendetta!” sussurrò Sara.
 
Le due si alzarono, purtroppo non era successo niente, i due si erano limitati a baci e carezze, ma gli avvenimenti di quel giorno erano stati abbastanza, così non appena toccarono il materasso si addormentarono placidamente.
 
 
 
 
Piccolo sclero di fine capitolo, enjoy!
 
”Moni.............ti rendi conto?”
 
“allora......è vero?”
 
“.....................si”
 
“SIAMO ARRIVATE A 54 RECENSIONIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!! YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!” *aprono bottiglia di spumante come i piloti di formula 1*
 
“che avete da urlare?!” spuntò Inghilterra, dal nulla.
 
“siamo arrivate alle 54 recensioni!!!”
 
“tutto qui? “
 
“come tutto qui?! è un grande obbiettivo per delle scrittrici!”
 
l'inglese storse il naso: “contente voi...”
 
“contente si!...ehi! dove stai andando!?”
 
“a casa!”
 
“no! non puoi!”
 
“e perchè?”
 
”perchè devi ringraziare le lettrici!”
 
“col cavolo! ho da fare io!”
 
“a se? e cosa di preciso? le porcate con le divise assieme ad Alfred?” chiese maliziosa Monica ghignando.
 
L'inglese divenne bordeaux.
 
“e-e smettila con questa storia!! quella delle divise non è mai esistita! se l'è inventata Alfred per fare scena!”
 
“aaaaaaaaaaaartieeeeeeeeeeee...........”
 
L'inglese si girò lentamente, e appena vide l'americano, iniziò a sbavare e a perdere sangue dal naso
 
“ammazza...” sbavarono le due, aumentando pericolosamente il livello di bava sul pavimento.
 
Alfred gli rivolse uno sguardo malizioso, con addosso (appunto) una divisa femminile, con tanto di gonna, anzi, minigonna, che metteva in bella mostra le sue gambe e che lasciava poco spazio alla fantasia: ”sono stata una ragazzina cattiva........devo essere punita....” mormorò leccando un frustino e alzando appena la minigonna.
 
“porca miseria se è perverso!!!!” esclamarono le due, mentre l’americano si avvicinava pericolosamente all’inglese
 
“m-m-ma perchè sei vestito così?!”
 
“come perchè?! mi avevi chiesto di vestirmi così... avevi detto che avevi voglia di farlo violento e....”
 
“ ZITTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!”
 
Le due ragazze li spinsero via, sorridendo ebeti:”uhuhuhuhu....andate andate allora!”
 
“ok, scleri a parte, siamo contentissime di essere arrivate a 54 recensioni!”
 
“quindi vi ringraziamo tantissimissimo per averci seguite fin ora, e purtroppo, il prossimo sarà....l'ultimo capitolo”
 
“lo so, fa male, ma tanto torner....” Monica le tappò la bocca: “mpfmpfff!!!”
 
“ahahah......ignoratela!”
 
Fine
 
:D 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Kyuketsuki Assassin