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Autore: barbyg90    19/03/2011    4 recensioni
Bella è stata adottata fin dalla nascita dalla famiglia Cullen, ma quando raggiunge l'età di sei anni, i suoi sogni iniziano a diventare qualcosa di più. Edward scompare all'improvviso senza lasciare nessuna traccia di se, ma Bella non resterà sola nell'attesa del suo ritorno. Quasi inconsciamente si avvicinerà a...
Tratto dal capitolo 10: " Come hai potuto? ".
Inarcò un sopracciglio. Chissà perché, ma avevo come la sensazione che mi avrebbe detto che non lo avevo allontanato subito.
" Non mi sembrava ti dispiacesse, all’inizio ", ecco.
" Non dovevi farlo. Co…come ti è venuto in mente? Non hai pensato che sono fidanzata e che ho appena tradito Jacob? ".
Non capii il suo sguardo cosa volesse dire. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, o a piangere.
Ma erano poco plausibili entrambe le cose… bhè forse la prima no.
" Credimi Bella, non hai tradito ".
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6

 

Il campanello suonò all’improvviso.

Solitamente, o almeno in famiglie normali, il suono del campanello non rappresenta niente di eccezionale; ma nella famiglia Cullen, il campanello non aveva quasi mai avuto modo di suonare.

I membri della mia famiglia lo utilizzavano di rado, e per quanto riguardava gli umani, nessuno si addentrava nel bosco per raggiungere la villa, neanche il postino.

Infatti, la posta di casa Cullen, veniva spedita allo studio di Carlisle, decisamente più comodo e sicuro.

Ciò che non mi aspettavo, fu soprattutto la reazione dei miei familiari.

Sebbene alcuni di loro fossero in altre stanze, raggiunsero me ed Emmett che eravamo in salotto in un batter d’occhi.

Erano allarmati. I loro volti così deformati dalla sorpresa mista a timore, non presagivano niente di buono.

Alice scosse la testa impaurita ad una domanda silenziosa di Edward, e il sussurro di quest’ultimo fece girare tutti verso di me.

Il campanello suonò di nuovo, ma nessuno di loro si mosse di un millimetro.

Io li guardavo, immobile, sul divano dove qualche minuto prima giocavo tranquillamente con Emmett.

Il primo a muoversi fu Carlisle, dopo che Edward annuì.

Mi girai verso mia sorella Alice.

Se era in grado di prevedere il futuro, avrebbe di certo intuito l’esito di quella visita.

Il suo sguardo vitreo mi avvertì che stava vagliando ogni singola ipotesi. In quei giorni avevo imparato ad apprendere meglio ognuno di loro.

Era un po’ strano per me, seppur conoscendoli dalla mia nascita, adesso stavo imparando cose completamente nuove che li riguardavano.

Come se li stessi osservando da tutt’altra prospettiva.

Alice si riscosse dopo meno di un minuto, guardando Edward e continuando il loro discorso mentale.

Che frustrazione!

Sembrava apparentemente serena, ma qualcosa mi suggeriva di non sentirmi del tutto tranquilla.

Carlisle era giunto alla porta d’ingresso e la stava aprendo.

Mi accorsi di essere rimasta a fissarli imbambolata solo quando Edward si avvicinò cingendomi le spalle.

Quattro figure meravigliose erano entrate in salotto e conversavano amabilmente con i miei familiari.

Ma chi erano?

Dalla mia esperienza ero sicura che si trattasse di vampiri perché avevano la pelle chiarissima e i loro occhi erano ambrati.

Quindi anche loro si nutrivano di animali? Nota positiva.

Papà mi aveva spiegato che gli occhi dei vampiri potevano essere di tre colori: neri quando erano affamati, rossi se si nutrivano di umani, e ambrati se erano vegetariani.

Mi aveva avvertita che il colore degli occhi era il primo indizio per comprendere la vera natura di un vampiro.

Ma allora perché continuavo a sentirmi a disagio?

Forse perché ero l’unica umana? Possibile.

Guardai Jasper e mi chiesi cosa avrebbe potuto comportare la loro presenza, per me.

Sapevo che essere a conoscenza della loro natura, soprattutto per una bambina quale ero, comportava qualche rischio.

C’era un gruppo di vampiri, in Italia, che si occupava di far rispettare le leggi, e noi ne avevamo infranta qualcuna.

Questi vecchi amici di papà, come lui stesso li aveva definiti presentandomeli, come avrebbero reagito?

Forse era questo a spaventare tutti.

Una donna con lunghi capelli neri si avvicinò a me, molto lentamente, come se non volesse spaventarmi.

<< Ciao piccola, io sono Carmen >>, sorrise tendendomi la mano.

Il suo viso trasudava dolcezza, e mi ricordava vagamente la mamma.

<< Io sono Bella >>, le risposi imbarazzata.

Forse erano i suoi vestiti o i suoi modi di fare ma la associai immediatamente ad Esmeralda, la gitana del cartone animato de “Il gobbo di Notre Dame”.

Anche i suoi orecchini erano un chiaro indizio.

Un uomo la raggiunse, immaginai dovesse essere il suo compagno visto che fino ad un attimo prima erano mano nella mano.

Era più scuro di carnagione, ma aveva conservato il tipico pallore vampiresco. Aveva capelli corti nerissimi e un abito arancione pallido, una casacca forse.

Immaginai i commenti mentali di Alice sul loro abbigliamento. Ero del tutto certa che se avesse avuto maggiore confidenza, non avrebbe avuto nessun freno a trascinarseli nel primo centro commerciale a sua disposizione per un rinnovamento (drastico) del loro stile.

Sghignazzai tra me, per quella fantasia e mi costrinsi a rimanere seria.

Non ero maleducata, io.

<< Lui è Eleazar >>, mi disse Carmen continuando a sorridermi, << e loro sono Tanya e Irina >>, terminò indicandomi due ragazze che erano rimaste accanto alla porta.

Mi sporsi per vederle meglio e gli sorrisi debolmente, più per educazione che per simpatia.

Rimasero lì, facendomi a stento un cenno col capo.

Che modi!

 Dopo un po’ notai che la bionda, Tanya, squadrava Edward, dall’alto in basso. Cosa voleva da lui?

Ma uno sguardo più pressante mi distrasse: la mora, l’altra sorella, mi squadrava, con uno sguardo truce, come se la mia presenza le desse immensamente fastidio.

Edward le ringhiò ed io sobbalzai, non mi aspettavo una reazione simile.

Irina si riscosse subito, sorridendomi amabilmente, in modo assolutamente falso. Non aveva niente a che fare con il sorriso dolce di Carmen.

Fu proprio lei a parlare e a scusarsi per il suo comportamento.

La giustificò dicendo che non era abituata alla vicinanza di umani come sua sorella Tanya e che aveva avuto brutte esperienze che riguardavano i bambini.

Valla un po’ a capire!

***

 

 

La famiglia Denali rimase poco tempo con noi, come se fossero venuti a farci visita solo per controllarci.

Ma al loro ritorno a casa, per la famiglia Cullen ci furono dei cambiamenti…

Inspiegabilmente, Edward decise di andare con loro e di trascorrere qualche anno in Alaska.

Non avrei mai immaginato che sarebbero passati sette anni prima di rivederlo.

 

 

Otto anni dopo...  

   
 
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