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Autore: aliasNLH    20/03/2011    2 recensioni
Draco Lucius Malfoy è un uomo potente e crudele, disposto a tutto per far vincere il suo signore. Harry James Potter e un uomo deciso e un punto fermo per tutti coloro che credono nella sua causa, porre fine all'assurda guerra che si stava combattendo.
Sono entrambi due giovani pronti a dare la propria vita per quello in cui credono, ma saranno disposti a cedere tutto in cambio del cuore che entrambi hanno perso?
L'ho scritta parecchio tempo fa ma, quando l'ho riletta, mi sono nuovamnte innamorata dei personaggi a cui ho dato vita; nella speranza che anche voi imparerete ad amarli.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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                                   Il sonno del cuore genera mostri

 
 
 
 

[Ave atque vale]

 
«Draco» fece solo leggermente affannato Lucius Malfoy «cosa ci fai tu qui? Non ti avevo ordinato di tenere d’occhio Zabini e la mezzosangue?»
Il giovane Malfoy alzò le spalle dissimulando con incredibile scioltezza la rabbia che gli era risalita in corpo; non poteva rischiare di perdere il controllo.
«Tanto non vanno da nessuna parte…»
«Come osi contraddire ai miei ordini?»
«Beh, sai com’è…non sempre i figli si sentono tenuti ad obbedire al proprio padre…» rispose noncurante.
Lucius sembrò per un momento disorientato; la situazione stava cominciando a sfuggirgli di mano: aveva letteralmente bombardato Potter di minacce e taglienti allusioni sulla morte dei suoi genitori, sulla tortura subita dal suo migliore amico, su quello che gli avrebbe voluto fare…eppure i suoi occhi erano rimasti fermi, gelidi e indifferenti; come se tutto ciò non lo riguardasse minimamente.
Gli prudevano le mani dal desiderio di torturarlo senza pietà ma il Signore Oscuro lo aveva espressamente vietato: voleva essere lui in persona a giocare con Potter, non avrebbe tollerato alcuna disubbidienza e nemmeno il più piccolo graffio che non fosse già presente sul suo corpo prima della cattura. Potter era suo.
E ora anche suo figlio gli disubbidiva così platealmente; doveva riprendere al più presto le redini di quel posto.
«Ti avevo espressamente ordinato di andare a fare la guardia a Zabini».
«Mh…» lo interruppe scherzoso agitando la pistola in segno di diniego «tu hai semplicemente detto, in mia presenza, che sarebbe stato meglio che qualcuno fosse rimasto costantemente a tenerlo d’occhio; più che un ordine mi sembrava una riflessione ad alta voce…»
Malfoy senior si ritrasse a disagio; da quando suo figlio sembrava aver smesso di aver paura di lui?
«Allora te lo ordino adesso: vai a fare la guardia a Zabini e alla mezzosangue!»
«Guarda caso ora non è che ne abbia tutta questa voglia…»
Un silenzio pesante scese nella stanza mentre Lucius cominciava seriamente a vacillare sulla sua sicurezza: qualcosa stava cambiando, anzi, aera già cambiato.
Improvvisamente temeva per la sua vita.
Temeva che suo figlio gli avrebbe sparato mettendo fine alla sua esistenza in modo inglorioso ma, più di questo, provava un’irrazionale terrore per quegl’occhi verdi come smeraldi congelati che, lui lo sapeva, se lo sentiva sulla pelle, lo stavano perforando. Per qualche ignoto motivo sentiva che la sua vita sarebbe finita lì, in quel momento e che tutto sarebbe morto con lui. Questa volta non poteva venirsene fuori con l’astuzia o la forza, non se temeva di morire per mano del suo stesso figlio e persino se aveva pura di un prigioniero, per di più legato e provato dalle fatiche e privazioni della guerra e della prigionia.
Quasi senza controllo, la voce, gli uscì supplichevole.
«Draco…»
«Troppo tardi, padre» lo derise duro il biondo «hai parlato fin troppo, non intendo concederti alcun noioso quando trito e ritrito discorso. Scordati le tue ultime parole, addio».
Lo sparo colse Lucius quasi di sorpresa mentre, con lo sguardo divenuto vitreo, offuscato dal sangue che gli usciva dalla fonte, lanciava un’ultim occhiata al mondo che aveva contribuito a creare e che stava lasciando in quel modo.
Così è morto il grande Lucius Abraxas Malfoy, braccio destro del Signore Oscuro: senza un’ultima parola, senza onore, con un colpo alla fronte mentre supplicava il suo stesso figlio di pietà.
Mentre cadeva, troppo lentamente, a terra un ultimo rumore lo raggiunse come per onorarlo di un ultimo addio: la campana del muro Ovest. Qualcuno aveva attaccato il campo.
Quando il suo corpo sbatté violentemente a terra il suono si interruppe bruscamente, con un fastidioso stridio: il muro era caduto: Bergen-Belsen era caduta.
Draco abbassò la pistola, ansante.
Ora che aveva sparato si sentiva svuotato: uno strano ronzio gli tappava le orecchie e la vista gli si faceva annebbiata come se, dal momento che aveva ucciso il padre, non avesse più uno scopo nella vista e si stesse preparando a seguirlo.
Mentre il corpo di Lucius cadeva, però, fece entrare nel suo campo visivo, centimetro dopo centimetro, il prigioniero alle sue spalle.
Il biondo sollevò di scatto al testa; Harry Potter. Lui era lì per Harry Potter, il motivo per cui era tornato il quel posto, aveva salito quelle scale, aveva ucciso il proprio padre, era Harry Potter.
Doveva liberarlo; il pensiero passò come un fulmine nel caos che era diventata la sua mente.
Con passo malfermo scavalcò il cadavere ancora caldo dell’uomo steso a terra mentre il giovane legato alla sedia lo fissava immobile. Inconsciamente Draco sorrise: sembrava illeso. Sembrava tutto intero. Sembrava ancora il suo Harry.
«Potter…» gli sussurrò, le cattive abitudini dure a morire.
«Draco!» ribatté l’altro lasciandolo stupito. Piacevolmente. Non credeva gli avrebbe mai risposto «Draco…» ripeté lentamente, con una nota nella voce che il biondo temeva di aver dimenticato: il suo nome,pronunciato da lui, sembrava avere un suono più puro, più dolce «Draco…» lo chiamò nuovamente, imperioso.
Il biondo lo guardò interrogativo: perché continuava a chiamarlo? E perché il pavimento tremava? C’era il terremoto?
«Calmati, è tutto a posto, è tutto finito» sussurrò nuovamente il moro, come per tranquillizzarlo.
Draco alzò un sopracciglio stranito: ma non avrebbe dovuto essere il contrario? In fono era stato Draco a salvarlo, no?
Quando però il biondo si trovò a cadere in ginocchio capì che non era il terreno a tremare, non c’era alcun terremoto, era lui stesso che tremava in modo incontrollato. Si impose di calmarsi mentre, a carponi, raggiunse la sedia dove il moro era legato.
«Sono qui, ora ti libero…» con mani tremanti si mise ad armeggiare con le cinghie di cuoio che gli tenevano costrette le gambe. Le sciolse con difficoltà e, nonostante si sentisse e dita sempre più intorpidite, passo ai lacci sui polsi; aveva appena finito di liberare il destro che, quello stesso braccio, lo strinse con forza, costringendo il biondo ad appoggiare la fonte nell’incavo del collo di Harry e a sentire i loro corpi in stretto contatto. Colto alla sprovvista, Draco, non poté far altro che rannicchiarsi tra le gambe del moro, in ginocchio sul pavimento, e sospirare pesantemente. Finalmente.
«Draco…» solo un sussurro «Draco…».
 
 



...







Beh…dai, se non altro qualcosa ho postato eheh…….aahhh!!! scusate veramente ma qui è un casino, la maturità di avvicina e i momenti al computer sono veramente pochissimi. Questo poco l’ho potuto scrivere solo oggi (in barba al fatto che mi ero ripromessa di farlo venerdì, sono tornata a casa alle 19.00 e addio al pc, solo una doccia, la cena e i compiti uff…)
Se non altro ho realizzato il desiderio tanto espresso hihi…
Spero di riuscire a postare prima la volta successiva.
 
Un bacio
 
 
NLH
 
 
 

  
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