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Autore: SweetTaiga    20/03/2011    13 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La canzone di questo capitolo è “Eden” dei  Subsonica.
Vi consiglio di ascoltarla durante la lettura.
Scusatemi se per questa volta non ci saranno "note".
Ringrazrio tutti voi che mi seguite, e vi dedico questo capitolo!
A presto : )

 
28. Magie Babbane

Il tuo sguardo dice “ti aspetto”.

Ci sono momenti in cui il mondo potrebbe scomparire senza che io me ne accorga.
Sarebbe una lieve sensazione, forse un breve bruciore, ma dopo il caos ritornerei al mio amato Nulla.
Perché Nulla è ciò che mi circonda, il Niente mi alimenta, il Vuoto mi abbraccia con straziante sensualità.
Quand’è che il dolore è tornato a squarciare il mio petto?
Quando hai visto il suo sguardo.
Quand’è che il mio cuore ha finalmente ripreso a battere?
Nello stesso momento, caro Blaise.
Non sapevo che il cuore potesse morire e rinascere nello stesso momento.
Non lo sapevo, eppure è così: basta uno sguardo, un’occhiata fugace, e tutto cambia. Nulla è più come prima, eppure tutto è sempre lo stesso.
Perché lo sguardo da sono non basta, non basta più.
E nell’attesa di qualcosa di più, mi ritrovo da solo a parlare con me stesso, come un pagliaccio impazzito che recita per un pubblico inesistente.
Un attore solitario che si limita a ripetere la sua parte all’infinito, incurante del fatto che lo spettacolo sia andato avanti senza di lui.
Tutte le pedine continuano a muoversi.
Lei, Hermione, la Regina, continua a combattere, incurante di tutto ciò che non riguardi la tanto attesa pace.
Lui, Draco, il Re, resta in attesa. Aspetta, e aspetta ancora. E mentre il padre lo ferisce, mentre il Signore Oscuro lo minaccia, lui continua ad aspettare.
Aspettare e combattere. Combattere e aspettare.
Ci vuole fede per entrambe le cose.
Per questo io sono un misero pedone, cacciato tempo fa dalla scacchiera perché incapace di aspettare e di combattere.
Fermo ed inerme, con l’anima sporca di un delitto mai confessato.
Se solo lei sapesse…
Fremo per combattere, ma ho timore di muovermi.
Guardo il cielo aspettando, ma la mia pazienza è scarsa.
E allora cosa diamine voglio?
Mentre ogni singolo pezzo della scacchiera continua la sua partita, io resto fermo.
Aspetto quegli occhi, forse sperando di non rivederli mai più.

***

Oggi che ogni gesto ritrova il suo senso…

«Secondo me quest’idea del ballo è una grossa, immensa, colossale stronzata.», borbotta Hermione per l’ennesima volta, mentre le lego stretto il corpetto nero.
«Dai, Herm, sarà divertente!», ribatto a mia volta.
Sbuffa ancora, ma pazientemente mi lascia domare la sua chioma ribelle.
«Allora, com’è andata la prima lezione? Ho sentito alcuni ragazzini del primo anno parlare di una nuova professoressa molto severa. Chissà chi sarà mai…», dico con noncuranza, cercando di dissimulare una risata con un colpo di tosse.
«Oh, hanno detto che sono severa, Ginny? Che meraviglia, non mi aspettavo questo genere di complimenti già alla prima lezione!»
Sta scherzando. Sono sicura che sta scherzando.
Mi sporgo oltre i ricci ribelli e, scorgendo il suo volto beato, capisco che era irrimediabilmente seria.
Il carattere di Hermione continua a sorprendermi anche dopo tutti questi anni di scuola: ciò che per gli altri è un insulto, diventa velocemente un suo punto di forza; ciò che gli altri ritengono impossibile, è solo un ostacolo un po’ più alto da superare con un balzo.
Bé, c’era da aspettarselo da colei che è riuscita ad ottenere il rispetto di tutta Hogwarts pur essendo una Mezzosangue..
Qualcun altro, nella sua stessa situazione, avrebbe cercato di non farsi notare, di restare invisibile.
Lei invece cammina impettita per i corridoi, orgogliosa del suo sangue e dei suoi obiettivi.
«Eh si.. Sei già diventata famosa, professoressa Granger.»
Ci voltiamo simultaneamente, e nel vedere Harry appoggiato bellamente alla porta della mia stanza ho una paura improvvisa: se lo uccidessi ora, potrei rovinarmi il vestito!
Cerco di calmarmi, riprendendo coscienza di ogni mia facoltà e facendo appello a tutto il mio buon senso.
«Che c’è, Harry?», domanda Hermione, fingendo di non aver notato la mia presa fin troppo salda sulla spazzola.
«Dopo dobbiamo parlare, tesoro. Ci vediamo alla Guferia a mezzanotte.», sussurra lui, ed avvicinandosi lentamente posa un bacio leggero sulla fronte di Hermione, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
Non appena Harry chiude la porta alle sue spalle, rivedo negli occhi di Hermione tutta la mia confusione.
«Tesoro?!», urliamo simultaneamente, con gli occhi spalancati per lo stupore.
«Oh, Merlino! Harry deve essersi bevuto il cervello!», esclama lei.
A quest’affermazione così ingenua e genuina non posso fare a meno di ridere: nonostante il dolore al petto, non ammetterò mai che quel bacio leggero mi ha ferita profondamente.

***

Un passo sui bordi del tempo…

«Draco, sei pronto?», mi domanda Nott, bussando per la quindicesima volta alla porta.
«Bé, si… Diciamo di si…», affermo, cercando di darmi un certo contegno.
«E allora esci, cavolo! Siamo già in ritardo.», ripete ancora.
Sentire Nott agitato mi fa sorridere. No, mi fa ghignare. Perché ora so di non essere l’unico a cui tremano le gambe e che si sente ridicolo.
Come reagirà Hermione?
E Pansy?
Esco velocemente dal bagno, ansioso di vedere le loro espressioni.
Mi trovo davanti Nott, con un’espressione che è sicuramente la copia della mia: tratteniamo a stento una risata, e con un gesto di pura disperazione ci infiliamo le maschere.
Il ballo ci attende.

***

Il riscatto di un sogno protetto…

La Sala Comune non è mai stata così bella: dal cielo – di solito stellato – arrivano lampi intermittenti che illuminano i volti sorridenti degli studenti, pipistrelli e fantasmi volano sulle nostre teste e zucche incantate galleggiano nell’aria.
Hogwarts è sicuramente il posto migliore per organizzare una festa di Halloween.
«Ehi, George, cosa ne pensi?», domando al vampiro al mio fianco, perfettamente identico a me.
«Meraviglioso, Fred. Potremo testare tutti i nostri nuovi scherzi questa notte!»
Mi aspettavo una risposta del genere, ma non credevo certo che sarebbe stata la McGranitt in persona a fermare tempestivamente le nostre risate.
«Non crederete davvero che vi permetterò di spaventare i miei alunni, vero?»
Ci giriamo simultaneamente, ma ciò che ci troviamo davanti, anziché uno sguardo truce, è un sorriso splendente che pensavamo di non vedere mai sul volto della Preside.
«Bentornati a casa, ragazzi. Divertitevi, ma non esagerate: questa festa serve per far rilassare gli studenti, non per traumatizzarli a vita.»
Casa.
Al sentire questa parole un brivido mi percorre la schiena.
«Siamo davvero tornati…», sussurro, e so che George sa cosa intendo.
«Già, siamo a casa.», mi risponde infatti, regalandomi uno di quei suoi sorrisi a mille denti.
«Ma come, i miei fratelli tornano a Hogwarts e non vengo nemmeno avvisato?»
Voltandomi appena, scorgo la figura di Ron farsi strada tra la folla.
«Per Merlino! Sei diventato un armadio, fratellino.», esclama George, e non posso fare a meno di annuire: le sue spalle sono ampie quanto quelle mie e di George messe insieme!
«Ehi, ragazzi.. Ma chi è il moretto che si sta avvicinando ad Hermione?»
Seguendo lo sguardo di George, sia io che Ron vediamo un ragazzo in smoking dai capelli neri avvicinarsi ad una ragazza.
«Hermione? Ma dai, fratello, è impossibile che quella sia…»
Come in un vecchio cartone animato babbano, la mia mascella raggiunge il pavimento per poi riarrotolarsi autonomamente: Hermione si è girata verso di noi, e non posso fare a meno di notare che, avvolta in un abito nero lungo fino ai piedi ed i capelli raccolti, sembra davvero un’altra persona.
«Hermione ha scoperto i trucchi. E cosa succederà domani? Una Puffola Pigmea sconfiggerà un Ippogrifo? L’Apocalisse? Oppure…  Il Professore Piton si laverà i capelli?», dico,portandomi le mani ai capelli con fare teatrale.

***

Nella luce di un giorno perfetto…

«Hermione, andiamo in pista, dai!», ripeto, convincendo finalmente la mia amica a seguirmi.
«Devo prima trovare Draco, lo sai.. Se starò troppo in mostra non potrà parlarmi…», replica lei, mettendo il broncio come una bambina.
«Aspetta qualcuno, signorina?»
Ci giriamo simultaneamente, trovandoci davanti un ragazzo dai capelli neri con uno smoking impeccabile ed una maschera scura sul volto.
Hermione non perde nemmeno tempo a rispondergli, voltandosi da un’altra parte in cerca di Draco.
«Ehi, Herm, potresti almeno parlargli.. Non sembra affatto male.», dico maliziosamente, dando uno sguardo fugace al sedere del ragazzo, che si è voltato per parlare con un biondino vestito come lui.
«Ginny!», urla lei, fingendosi scandalizzata.
La vedo trattenere a stento una risata divertita, per poi ricominciare a cercare la sua Serpe.
«Ah, l’amore…», sussurro, prima di seguirla tra la folla.
Non facciamo in tempo a compiere una decina di passi, che il moretto di prima torna all’attacco.
«Non vuole concedermi nemmeno un ballo, signorina?», domanda, prendendo la mano di Hermione.
Non vorrei essere nei suoi panni in questo momento.
Vedo Hermione girarsi a rallentatore, con gli occhi iniettati di sangue ed un sorriso folle sul volto.
«Faccio volentieri a meno della tua compagnia. Ed ora, se vuoi scusarmi..»
Chiunque sarebbe scappato a gambe levate, eppure il giovane sembra non aver fatto troppo caso alle parole della mia amica, troppo occupato a sghignazzare non molto sommessamente.
«Che hai da ridere?», domanda infatti lei, prima di liberare violentemente la mano dalla presa ferrea del ragazzo. «Anzi, non dirmelo, tanto non mi interessa.»
Nuovamente, non fa in tempo a incamminarsi che il giovane mago le circonda i fianchi con le braccia, impedendole ogni movimento.
«Ma che…!»
Vorrei intervenire, vorrei fare qualcosa, vorrei rompere il muso a quest’insolente.
Ma mentre penso ad un modo per libere Hermione dalla sua stretta, ecco che vedo la mia migliore amica rilassarsi.
«E va bene, ma solo un ballo.»
Tra lo stupore mio e del ragazzo, vedo Hermione voltarsi lentamente, finalmente libera dalle sue braccia.
Forse dovrei lasciarli ballare in pace.. In fondo, per quanto sia strano, se lei ha deciso di ballare con questo tizio non penso ci sia nulla di male..
Mi volto, lasciando loro campo libero.
D’un tratto, però, un sonoro tonfo mi costringe a tornare indietro.
«Hermione, cosa è..?»
Non c’è bisogno di particolari spiegazioni: il ragazzo è a terra, intento a massaggiarsi il labbro ferito, ed Hermione non ha ancora abbassato il pugno, mantenendo il braccio rigido e posizionandosi per scattare di nuovo in caso di necessità.
Sul suo volto, un sorriso soddisfatto mi fa comprendere che si è rilassata.
«Diamine, Hermione, sei migliorata in questi anni. L’ultima volta che mi hai dato un pugno non eri così forte.», sibila il ragazzo, con uno strano tono divertito nella voce.
Solo in quel momento mi accorgo che quella voce…
«Draco?!», esclama Hermione, venendo subito azzittita da un gesto del ragazzo.
«Zitta, stupida, altrimenti qui salta tutta la copertura!», ribatte lui.
Ora, qualsiasi altra ragazza sarebbe corsa a vedere come stava il suo ragazzo.
Qualsiasi ragazza avrebbe chiesto scusa per il pugno.
Qualsiasi ragazza, certo, ma non Hermione.
«Si può sapere che diamine ti è preso? E perché ti sei tinto i capelli? Non potevi avvisarmi, razza di idiota?!», esclama infatti, dopo un primo momento di sincera meraviglia.
«Bé.. La Pozione Polisucco sarebbe stata scomoda. Sai com’è, controllare ogni ora quale sia il mio aspetto è stancante.. Così abbiamo pensato ai metodi babbani…»
«Avete!? Tu e chi?», continua lei, imperturbabile, con le braccia strette al petto e il mento alto.
«Se mi fai l’onore di seguirmi ti spiego tutto.», risponde Draco, tra l’offeso e il divertito.
Spariscono così, nella folla, e mentre li vedo allontanarsi mi ritrovo a pensare che forse Hermione dimenticherà l’appuntamento con Harry.
O meglio, mi ritrovo a sperare che questo accada.

***

Per imparare ad affrontare il tempo noi, in un mondo diverso…

«Allora, mi spieghi che sta succedendo?», domando, subito dopo essere entrata nello sgabuzzino che Draco mi ha mostrato.
«Io e Theodore abbiamo deciso di tingerci i capelli in modo da stare con te e Pansy. Così sembrerà che io stia con lei, e un moretto anonimo balli con te.», replica lui, togliendosi la maschera.
Resto per un attimo a bocca aperta,notando il contrasto assurdo tra i capelli neri e la pelle candida.
«Non azzardarti a ridere, piccola saputella..», sibila, vedendomi fissare il suo nuovo look.
«Ti donano, sai? Ti fanno quasi perdere quell’aria da arrogante viziato che ti ritrovi.», rispondo, pensando a quanto cambi una persona con un diverso colore di capelli.
Inutile, le invenzioni babbane fanno più miracoli degli incantesimi, a volte.
«Ma se non fossi quell’arrogante viziato smetterei di piacerti, no?», sussurra lui, avvicinandosi alle mie labbra con fare sensuale.
«Bé, non so.. Potrei anche innamorarmi di un tipo come Nott.. O come Blaise..», replico, fingendo disinteresse.
Un sonoro sbuffo rischia di farmi scoppiare a ridere, ma cerco di trattenermi.
«Anche loro sono viziati.», risponde Draco, mettendo il broncio come un bambino.
«Ma non sono arroganti. Loro.», rispondo, notando il leggero incrinarsi delle labbra di Draco: lo sto facendo arrabbiare. E mi diverto un mondo, diamine!
«Bé, Blaise è un vanitoso senza cervello e Theodore è un asociale. Quindi accontentati di me, Mezzosangue.», dice lui.
Lo immagino quasi battere i piedi per terra e fare i capricci, guardando il suo volto imbronciato.
«Mi accontento, mi accontento…», sussurro, avvicinandomi a lui ed annullando la distanza tra le nostre labbra.
Istantaneamente lo sento sorridere, e pochi attimi dopo le sue braccia mi cingono i fianchi, questa volta senza nessun rifiuto da parte mia.
E’ così strano.. E’ come se non ci fossimo mai allontanati, come se fossimo stati sempre insieme, come se tutte le difficoltà di questi mesi fossero sparite come per magia..
E’ questo il potere oscuro che Draco esercita su di me.
Mi fa perdere la mia capacità di comprendere, annulla la mia razionalità.

***

Per diventare adulti come nuovi Dei di un vecchio universo…

«Ron, hai visto Harry?», mi domanda Neville, guardandosi intorno per l’ennesima volta.
«No, in questi giorni è decisamente sfuggente. Credi stia tramando qualcosa?», chiedo, rendendomi improvvisamente conto dello strano comportamento del mio migliore amico.
«Non lo so.. Ma sicuramente sta succedendo qualcosa… O meglio, qualcos’altro..»
Già. Qualcos’altro.
Prima Hermione, ora Harry. Credo nel Trio, credo in noi, ma come fanno a non rendersi conto che combattere da soli è inutile?
Hanno un esercito a disposizione, eppure continuano a fare di testa loro, troppo occupati a cercare di proteggerci per rendersi conto che anche loro hanno bisogno di protezione.
Che idioti.
«Sono strani, Harry e Hermione, vero ragazzi?», domanda una voce alle nostre spalle.
Girandoci, ci troviamo davanti Luna, avvolta – per la prima volta da quando la conosciamo – in un semplice abito azzurro cielo e con il volto parzialmente coperto da una maschera candida.
«Hai ragione, Luna.», rispondo, sorridendole.
«Come hai fatto a riconoscermi?», mi domanda, piegando leggermente il volto verso sinistra.
«Bé, era facile, ecco.. Ti riconoscerei ovunque…»
Mi basta poco per rendermi contro della frase ambigua che ho appena pronunciato.
Guardo di sottecchi la ragazza, e con un sospiro di sollievo mi rendo conto che non ci ha fatto nemmeno caso.
«La prossima volta mi impegnerò di più, allora. Anche se è bello essere riconosciuta dai propri amici.», sussurra, prima di allontanarsi silenziosa com’era arrivata.
«Bé, se è lei a dire che Harry ed Hermione sono strani c’è da preoccuparsi davvero..», affermo, annuendo autonomamente alla mia stessa frase.
«Perché?», mi domanda Neville con tutta la sua ingenuità.
«Ecco.. perché lei è il massimo della stranezza, no?», dico con semplicità, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Su, Ron, non essere così cattivo…», replica lui.
«Non ho mai detto che questo sia un difetto.», affermo, seguendo la sua chioma bionda tra la folla.

***

Le campane rintoccano per la dodicesima volta.
Improvvisamente, come richiamata da una voce inesistente, Hermione alza lo sguardo.
«E’ mezzanotte?», domanda, con le guance arrossate e le labbra gonfie di baci.
Annuisco, cercando con lo sguardo cosa ha potuto distrarla.
«Scusami, Draco, devo andare.. Ho promesso.. Ecco, devo andare!», dice lei, senza però allontanarsi da me.
«Che succede, Hermione?», domando, preoccupato dal suo sguardo.
«Bè.. hai notato anche tu che Harry è strano, vero?», mi dice, guardandomi finalmente negli occhi.
Annuisco ancora. «Già, lo tollero ancora meno del solito.», affermo, con un sonoro sbuffo.
Riesco a farla ridere per un attimo, e per un breve momento la preoccupazione abbandona i suoi occhi.
«Mi ha chiesto di vederci a mezzanotte. Devo andare, voglio capire cosa sta succedendo.»
Per la terza volta, mi trovo ad annuire, senza alcuna capacità di reagire al vortice di pensieri e di emozioni che porta con sé Hermione.
«Però quando hai finito vieni nel nostro dormitorio. Oggi possiamo approfittare della confusione per stare insieme.», replico, cercando di non mostrare la mia gelosia.
E’ il suo migliore amico. Ha il diritto di andare.
E’ il suo migliore amico.
E’ il suo migliore amico.
«E poi dobbiamo anche approfittare pienamente della tua nuova tinta, no? Potremo girare indisturbati per i corridoi fino a domani mattina.», sussurra con un sorriso.
«E chi ha detto che voglio girare per i corridoi?»
La risata di Hermione riempie la stanza, e dopo avermi dato un leggero pugno sul petto ed avermi posato un lieve bacio sulle labbra va via, lasciandomi da solo con il suo profumo sulla pelle.

***
Il tuo passo che non è più incerto…

«Blaise? Blaise?»
Finalmente si gira verso di me, e con lo sguardo ancora assente cerca di riprendere possesso di sé.
«Che diavolo hai combinato?», domando, sollevandogli il capo.
«Non posso dimenticarla, Theo.», sussurra ad occhi chiusi.
«Lo sai che sarebbe un suicidio..Non è il caso pensare a lei..»
«Ma lo sai che è l’unica!», replica, stringendo i pugni tanto da far sbiancare le nocche.
«Ma è occupata, Blaise!», urlo a mia volta, in preda all’esasperazione.
Un ghigno strano si dipinge sul suo volto.
«Non me ne frega un cazzo, Theo. Me ne son stato zitto e fermo fino ad ora, ma adesso sono stanco. E’ ora di entrare in scena. Non posso lasciarla nelle mani di un altro, chiunque esso sia. Lo so che potrei farla felice, mentre lui cosa potrebbe darle? Una vita di complotti e nascondigli? Una vita di menzogne? Lui non è capace d’amare, lo sappiamo entrambi.»
In quel momento un portone si apre.
«Draco.»
Sbatte la porta alle sue spalle, e con i pugni stretti si ferma dinnanzi a noi.
«Penso sia arrivato il momento di parlare.», sibila.
«Che ci fai tu qua?», domando, con sincera curiosità. «Non eri con Hermione?»
Un ghigno fin troppo simile a quello di Blaise si dipinge sul suo volto.
Rabbia, frustrazione, gelosia.
«E’ con Harry.»
Improvvisamente, Blaise si alza dal letto, e con gli occhi spalancati inizia a cercare la bacchetta.
«Non posso permetterlo. Non posso. », urla, prima di scappare via, con me ed un Draco evidentemente confuso al seguito.
Mi sa tanto che il ragazzo che è sopravvissuto, questa notte non sopravvivrà.

E se alla fine riusciremo a credere nelle nostre promesse avremo pace e le risposte incognite, da sempre le stesse.



   
 
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