Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate
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Autore: Beliar    21/03/2011    1 recensioni
1)Prompt 012.Rabbia: "Ho capito - continuò lui - che tu, Maxwell Green, sei un coglione."
2)Prompt 081.Tema a piacere [innocenza]: "Ron, tu c'entri qualcosa in questa storia?" disse severo l'uomo, e il bimbo scosse la testa energicamente.
3)Prompt 050.(Il) Vuoto: Si rigirò nel letto, inquieto, stendendosi su un lato e raccogliendo le ginocchia contro il petto; chiuse gli occhi a forza e tentò di non pensare, ma era impossibile.
4)Prompt 056.Felicità: Era una giornata stupenda quella della foto: dietro la chioma nera di Max (e il suo volto, il suo volto fottutamente bello) lui poteva vedere il sole che brillava sfacciato, ridendo del suo sorriso.
5)Prompt 009.Distruzione: Max spalancò la porta del bagno e si inginocchiò fra le sue gambe; gli poggiò una mano sulla guancia e l’altra sul petto, all’altezza del cuore.
6)Prompt 088.Pausa: Era abbastanza monotona la vita, lì. [Raccolta Mannie]
7) Prompt 037.Giusto: Era la sua preferita e lui lo sapeva.
Autrice: L i a r
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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prompt 37.Giusto

I'll be...your right thing.





Il microfono si stava scaldando nella sua mano mentre lo stritolava e se ne avvolgeva il filo attorno alle gambe; si era intrappolato da solo e si lasciò cadere sul divano, che cigolò e alzò una nube di polvere.
Tossicchiò e il suo respiro spezzato rimbombò per tutto il garage – che era ancora lì, era incredibile, assolutamente identico a come lo ricordava con qualche tonnellata di roba in più, si sarebbe aspettato che dopo tutto quel tempo (dopo tutto quello che era successo) il mondo fosse crollato, che fosse tutto macerie, tutto polvere, tutto come lui.
Si districò dal filo collegato all’amplificatore e chiuse gli occhi – si tirò a sedere, prima, poi era in piedi, e poi la testa ondeggiava a ritmo.
Era la sua preferita e lui lo sapeva. Ecco perché la stava cantando con tutta la voce che aveva in gola. Ecco perché c’era solo il basso, in sottofondo, ad accompagnarlo, pizzicato piano e che riusciva a graffiargli la gola, come sempre. Come da sempre, come gli mancava più di quanto potesse scriverne.
Si avvicinò a Max e gli portò le braccia al collo, sfiorandogli le dita col bacino – continuò a cantare sottovoce, nell’orecchio dell’altro, e sapeva benissimo che stava sorridendo come un deficiente anche lui.
“Keep this close by your side, when I come home we will have our night.”
Erano fronte contro fronte, ora, e Ronnie non sapeva cosa fare. Cantava e sorrideva, e gli si aggrappava alle spalle, ed era tutto così – ancora, Max gli tirava fuori cose che nessun altro poteva, e le interpretava nel modo giusto perché, dopo tutti quegli anni… - strano. Ma dovuto. Era caldo, il suo respiro, e non sapeva cosa glie lo dicesse ma lui lo sentiva, dentro, all’incirca da dove sentiva provenire la sua voce, che era giusto.























What if dopo l'uscita di prigione di Ronnie. E Beesp sa perché. E non ho voglia di rileggerla, quindi tenevela così com'è.
  
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