Ancora frastornata Jen percorse i corridoi del palazzo, scortata da uno degli uomini che l'avevano rapita. Che ci faceva lì? Sapeva che lì vi viveva temporaneamente il despota elfico, ma che interesse poteva avere per lui? Dopo diversi minuti l'elfo si fermò davanti ad una stanza, strano non sembrava essere la porta di una prigione, pareva di più un'infermaria.
< Inchinati stupida! > a quanto pare non riusciva a far altro che urlare ordini.
< Suvvia Lays, non c'è bisogno di essere così brutali, in fondo non è certo una sgualdrinella qualsiasi. > Jen alzò un poco la testa. A parlare era un uomo seduto su un trono. Rimase atterrita a fissarlo, era uguale a suo padre, non dimostrava più di trent'anni ma ne doveva averne molti di più, aveva gli stessi capelli verde scuro, le stesse orecchie a punta e gli stessi occhi viola, solo che in questi non vi si leggeva altro che una luce folle. < Se non sbaglio io e te abbiamo molte cose di cui parlare, Jen, ti chiamo così giusto? >