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Autore: essie    22/03/2011    18 recensioni
Quando Alice trascina Bella negli uffici della Cullen Communications, società di pubbliche relazioni, non ha idea dell'uragano che sta per sconvolgere la vita dell'amica.
Edward Cullen, bello, dolce e intelligente, è però il cugino di Rosalie Hale, che è la sorella di Jasper, per il quale Alice si prenderà una cotta. Jasper è anche il socio di Edward, e Rosalie, però, è la futura moglie di Emmett, il fratello di Alice, nonchè migliore amico di Bella, e... che casino!
SOSPESA
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi qui, finalmente, con il capitolo. Avrei voluto aggiornare mercoledì scorso, in realtà, ma ho avuto qualche problema di studio ;) Adesso è tutto a posto, e sono di nuovo qui.

Allora, questo capitolo è particolare. So che molte di voi, alla fine, saranno dubbiose, ma non preoccupatevi: niente clichè XD

Recensioni diminuite, ma me lo aspettavo. Il fatto che Edward non abbia chiamato può aver deluso qualcuno. Beh, avrà avuto i suoi buoni motivi, no? =)

Grazie a tutte voi, devo ancora rispondere alle recensioni del capitolo precedente, ma lo farò di certo. Vi ricordo che se volete vedere la vostra comparire nella pagina delle recensioni dovete scriverla più lunga di 10 parole, se no la ricevo via messaggio privato.

Grazie ancora a tutte =D

Buona lettura. Non ho riletto, quindi scusate anticipatamente per gli errori.

 

Alice... dove mi stai trascinando?

Capitolo 3

 

-Allora arrivederci, Bella- mi saluta Angela Weber, mia collega e grande amica, con un sorriso. L’abbraccio un’ultima volta, poi la lascio tornare a lavorare.

-Aro, sto andando- ripeto per quella che sarà la settima volta.

-Cara, non vuoi salutare anche Jared?- replica lui imperturbabile.

Alzo gli occhi al cielo. E’ tutta la mattina che cerco di andarmene, ma il capo per qualche ignota e ridicola ragione mi sta costringendo a salutare i miei colleghi, quelli degli uffici vicini e tutti i soci anziani.

-Ciao, Jared!- urlo per farmi sentire. Lui solleva il capo e mi guarda stupito, ma non posso dargli torto: in due anni ci saremo scambiati a malapena quattro parole. Accenna un saluto con la mano e torna ai suoi documenti.

Mi rivolgo ad Aro. –Adesso posso andare?-

-E’ che mi dispiace per la tua partenza, Bella. Qui ci sei molto preziosa- Chissà perché è convinto che partecipare al matrimonio del mio migliore amico sia per me una seccatura, che preferirei stare qui ad ammazzarmi di lavoro piuttosto che andare in California a spassarmela per qualche giorno.

-Lo so, lo so- parlo con finto rammarico, l’espressione dolente –purtroppo è una cosa importante. Non partirei mai se non lo fosse-

Annuisce afflitto e finalmente mi lascia libera. Saluto ancora i miei colleghi, i quali mi osservano alcuni con malcelata invidia, altri con un’inquietante espressione accusatoria, ed esco sotto il cielo nuvoloso di Londra. La mia Londra… la abbandonerò nel primo pomeriggio. Tra qualche ora, quindi.

Torno a casa e come d’abitudine la prima cosa che faccio è controllare il telefono. Ho una chiamata non risposta da parte di mia madre, nient’altro.

Sospiro: devo chiamare Renèe. Devo farlo, però.

È una telefonata interminabile; mia madre è in ufficio, tutta presa da una causa importante, e neanche ricorda che oggi devo partire per Los Angeles. Mi chiede anche chi è Emmett, ma lo conosce benissimo. Mi saluta con un brusco “ciao” e mette giù, senza nemmeno aspettare la mia risposta, senza augurarmi “buon divertimento”… 

In realtà, Emmett l’ha invitata al matrimonio, ma lei ha rifiutato di partecipare. Mio padre Charlie, invece, quasi sicuramente ci sarà, ed io non vedo l’ora di riabbracciarlo: è più di un anno che non lo vedo, ma ci sentiamo al telefono una volta a settimana.

Dopo l’ennesimo sospiro, vado in bagno per una doccia rilassante. Non vedo l’ora di partire!

Alice ha insistito per prepararmi le valigie, e io l’ho lasciata fare. A volte è molto ostinata, ma è un’amica sincera, davvero preziosa. Partiremo insieme per la California, tra poco.

 

-Forse è quella! No… no, quella!-

-Alice, sei incredibile! Come fai a non riconoscere le tue valigie?-

-Le ho viste poche volte!- ribatte sulla difensiva.

Siamo davanti al nastro da mezzora. Con tanta fatica abbiamo individuato quattro delle sue cinque valigie, ne manca solo una.

-Eccola!- grida improvvisamente, esultante, indicando un’elegante valigia di pelle beige. La ricordo bene: l’abbiamo comprata da Harrods pochi mesi fa.

La aiuto a scaricarla, e insieme arranchiamo verso l’uscita sotto gli sguardi curiosi delle altre persone.

A Los Angeles sono le 18.05 e c’è un piacevole venticello fresco. Appena scesa dall’aereo ho tolto la giacca a causa del caldo. Non ci sono abituata, a Londra il tempo non è dei migliori!

-Serve aiuto?- chiede una voce familiare alle nostre spalle.

Mi volto di scatto.

-Emmett!- strilla Alice trattenendo rumorosamente il fiato, correndogli in braccio.

-Ehi, pulce, piano!- ride accogliendola tra le sue braccia. –Bella?- mi chiama con un gran sorriso.

Io sono immobilizzata, non riesco a muovermi. Emmett! I capelli sono sempre neri e ricci, gli occhi azzurri e gentili come quelli di Alice, ma sembra più grosso… più adulto. Il mio migliore amico…

-Bella…- sospira divertito –non dirmi che stai piangendo!- Fa scendere Alice e mi sorride dolcemente.

Mi tocco la guancia: eh sì, è bagnata.

-Emm- sussurro roca, andandogli incontro, stringendo con forza le braccia attorno al suo collo. Ricambia la stretta e finalmente mi sento completa. –Mi sei mancato!-

-Anche tu, Bella- mi abbraccia con più vigore, quasi stritolandomi –anzi, Bellina- si corregge subito dopo ridacchiando.  Mi ha sempre chiamato così, “Bellina”, ma dopo aver debolmente protestato ho dovuto desistere.

Restiamo abbracciati per diversi minuti, poi lui ci conduce verso l’uscita dell’aeroporto con alcune nostre valigie in mano. Non pare costargli nessuno sforzo, come al solito.

-Dove andiamo? In albergo?- chiede Alice impaziente, trotterellandogli accanto. Già, noi non sappiamo niente di questo viaggio! Non ci hanno detto niente, limitandosi a prenotarci il volo!

-In albergo? Ma no! La famiglia della mia Rose ha un’abitazione sulla spiaggia, sarà riservata agli ospiti più importanti-.

Sorrido per l’affetto che trasuda dalle sue parole.

-Sei sicuro che ci staremo?- domando dubbiosa.

Arriviamo fino ad una Mercedes che sembra nuova di zecca e, mentre io e Alice ci accomodiamo sui sedili di pelle, Emmett sistema i nostri numerosi bagagli nel cofano.

-Certo che sono sicuro! Attualmente in casa ci siamo io, Rosalie, suo fratello Jasper e una delle sue più care amiche, Tanya. Stanotte dovrebbe arrivare anche il cugino di Rose e Jasper- spiega mettendo in moto.

-Quanto dista Santa Monica?- dice Alice sbadigliando. Dopo un viaggio di undici ore anche io sono parecchio stanca! Senza contare il sonno, poiché a Londra adesso è notte fonda.

-Venti minuti, tranquilla. Intanto godetevi questo paesaggio meraviglioso! La California ha così tanto da offrire!-

 

Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi! Ho davanti una spiaggia bianca e pulitissima, il mare limpido e mosso da una brezza leggera, il cielo di un azzurro irreale… ma l’elemento che più mi colpisce è la grandiosa, straordinaria villa innanzi a me. Non trovo le parole per descriverla!

-Che bella, Emm!- commenta Alice tranquilla, osservandola con interesse.

-Chiudi la bocca, Bellina. Ti entrano le mosche- dice lui ridendo. –Venite dentro, devo farvi conoscere Rose e gli altri! E poi, vorrete di sicuro riposarvi- Mi circonda le spalle con un braccio e prende la mano di Alice, conducendoci all’entrata.

-Wow- mi lascio sfuggire senza fiato quando entriamo nell’ingresso.

-Amore!- trilla una voce melodiosa sopra di noi, proveniente dalla scala maestosa.

Alzo gli occhi e vedo una ragazza bellissima dai lunghi capelli biondi e gli occhi di un blu intenso gettarsi tra le braccia di Emmett e dargli un lungo bacio sulle labbra. Deve essere Rosalie.

 -Rose, tesoro- Emmett la guarda con amore infinito e indica Alice –Lei è mia sorella Alice-

Rosalie quasi la soffoca con un abbraccio entusiasta a cui Alice però risponde contenta. Noto altre due persone scendere nell’ingresso, probabilmente Jasper e Tanya.

-Mentre lei- prosegue Emmett, girandosi verso di me –è Bella-

Rosalie questa volta si limita a osservarmi e a stringermi la mano con un sorriso composto. –E’ un piacere conoscerti, Bella-

Sono sorpresa, ma cerco di non darlo a vedere. –Anche per me, Rosalie. Emmett mi ha parlato molto di te- rispondo gentile.

Ci presenta Jasper, un bel ragazzo dai capelli biondo miele e gli occhi blu come quelli della sorella. Ha un’aria vagamente familiare, ma non ricordo dove posso averlo già visto. Tanya è molto carina e mi sembra simpatica, mi saluta con un calore in grado di eguagliare solo quello di Emmett.

-Bella, sono felicissima che tu sia qui! Emmy ci ha parlato a lungo di te e Alice, ormai mi sembra quasi di conoscervi!- dice abbracciandomi, abbandonando le formalità. Saluta anche Alice e ci rivolge un sorriso luminoso.

-Sarete stanche, volete dormire un po’?- si intromette Rosalie cortese. –Io e Tanya vi accompagnamo alle vostre stanze, domani se vorrete faremo il giro della casa, in modo da familiarizzare con i luoghi-

Chissà perché è così formale!

Emmett bacia sulla guancia me ed Alice e si allontana con Jasper, di cui ho sentito addosso lo sguardo per tutto il tempo.

Quando Alice e Rosalie si allontanano chiacchierando non posso fare a meno di guardare Tanya perplessa. Ho fatto qualcosa di male?

Lei sorride ancora e mi conduce su per le scale.

-Non dare retta a Rose- dice camminando per diversi corridoi con me alle calcagna –è solo… beh, te lo spiegherà lei- Si ferma davanti a una porta.

-Non sembro starle molto simpatica- osservo.

Ridacchia. –Rosalie è così. Ti consiglio di parlarle, domani. Ah, questa è la tua stanza-

-Grazie- le sorrido e sbadiglio per l’ennesima volta.

-Io sono nella camera accanto, se hai bisogno-

-E in questa chi c’è?- domando curiosa, indicando quella davanti alla mia. Spero non sia di Emmett e Rosalie, non voglio ascoltare le loro effusioni notturne. È già capitata tempo fa una situazione simile, e non voglio ripeterla.

-Edward, il cugino di Rose e Jazz. È una persona straordinaria!- i suoi occhi brillano –Lo conoscerai domani-

Edward… mi ritorna in mente Edward Cullen, ma allontano subito il pensiero. Non devo pensare a lui, adesso.

-Buonanotte- la saluto assonnata, entrando in camera.

Non guardo neanche l’arredamento, i miei occhi sono subito catturati dall’enorme letto matrimoniale. Senza che me ne renda conto sono già sprofondata tra i cuscini, nel mondo dei sogni.

 

Naturalmente, aspetto con ansia il vostro parere. Ve l'ho detto, niente clichè. XD

Alla prossima!

S.

   
 
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