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Autore: angelikakiki    22/03/2011    2 recensioni
Jack Turner ormai è un ragazzo di diciott'anni. E sua madre, Elisabeth Swan sta morendo. L'unico antidoto alla malattia è un raro Fiore Blu, dotato di poteri magici. Ma l'unico modo per trovarlo è consultare le carte nautiche del famigerato pirata Capitan Jack Sparrow. Come riuscirà Jack a trovarlo? Chi incontrerà nella sua strada? Ambientato addirittura dopo la Fonte della Giovinezza...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio, Sputafuoco Bill Turner, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Jack si diresse verso il molo. L’uomo del molo si chiama Vincent, un omino piccolo e con pochissimi capelli in testa.
“ Signor Turner!” esclamò lui gioioso.
“ Ciao Vincent” sussurrò lui malinconico.
“ Allora oggi è il grande giorno, eh?” domandò invadente Vincent. Jack annuì.
“ Sì… non posso più aspettare. Mia madre sta peggiorando. Non mi rimane che una cosa da fare” sussurrò il ragazzo. Jack ormai era un robusto ragazzo di diciotto anni, capelli castani, occhi marroni e scuri.
“ Con chi ti imbarcherai?
“ Con quei mercanti lì…” disse indicando una schiera di uomini a bordo di una nave.
“ Hanno degli affari a Tortuga. Spero vivamente di incontrare… qualcuno che mi sappia dire qualcosa” disse a Vincent. L’omino annuì comprensivo.
“ Sì… capisco… bhè, in bocca al lupo signor Turner!” disse togliendosi il capello minuscolo che si ritrovava. Jack guardò l’orizzonte. Il mare quella mattina era piatto, calmo. Sarebbero arrivati prestissimo a Tortuga. Forse ci sarebbe voluto un giorno. Forse meno.
“ Già, è proprio lì che devo andare” sussurrò Jack prima di imbarcarsi. Salì sulla piccola nave. La “Romina”. Era così che la chiamavano tutti. Lo accolse il signor Loren, il capitano.
“ Devi essere il signor Turner, giusto?” chiese l’uomo. Era un  uomo alto, abbronzato, con occhi e capelli neri come cenere. Aveva in mano le carte nautiche.
“ Sì, signor Loren?” chiese Jack.
“ In persona! Grazie di essere qui!” disse. Jack chinò il capo lievemente.
“ In realtà il piacere è mio: sapevo che vi mancava un ragazzo che vi aiutasse a scaricare le merci e…
“ E hai colto al volo l’opportunità!” completò Loren. “ Adoro i ragazzi pieni di iniziativa come te! Sei sicuro di voler poi rimanere a Tortuga? Insomma… un giovane così promettente come te, rovinarsi in quella città di…
“ Lo so, la sua reputazione è nota. Ma non mi fermerò a Tortuga a lungo” disse Jack togliendosi la giacca. Il caldo era assillante. Il capitano parve sorpreso.
“ Non ti fermerai a Tortuga? E dove andrai?
“ Non lo so ancora, signor Loren. Per adesso voglio solo arrivare lì prima possibile!” dichiarò Jack. Il capitano annuì e lo scortò per conoscere il resto dell’equipaggio. Dopo che gliel’ebbe presentato, levarono le ancore. E si diressero verso il mare aperto. Jack si sedette sulle scalette della Romina. Guardò la sua città, già con nostalgia. Le case, gli abitanti, i negozi… tutto gli sarebbe mancato. Ma doveva essere forte. Ormai non era più un ragazzino. E intraprendere quel viaggio era l’unico modo per salvare sua madre. Il signor Loren si sedette vicino a lui. In fin dei conti, era un uomo comprensivo.
“ Tutto bene?” domandò. Jack annuì meccanicamente. Il signor Loren sorrise quasi divertito.
“ Mastro Rebbow!” urlò a uno dei mercanti.
“ Vorrebbe intrattenere il nostro giovane amico dandogli delle informazioni su Tortuga?” domandò.
“ Sì, signore, ma lei aveva detto…
“ Oh, quel timone sporco potrà aspettare. Venga qui. Nessuno conosce questi mari come li conosce lei!” esclamò il signor Loren andandosene. Prese il suo posto mastro Rebbow. Era un uomo anziano, con la barba bianca e spelacchiata, quasi calvo. Aveva gli occhi di un azzurro intenso, quasi grigio.
“ Quanti anni hai, ragazzo?” domandò.
“ Diciotto. Li compio questo luglio.
“ Oh… come mio figlio…” sussurrò Rebbow. “ E perché sei qui?
“ Ho delle cose da fare a Tortuga” disse Jack. Decise che tra tutte le versioni quella era la più credibile. Ma si ricredette subito.
“ No, è impossibile. Non mi sembri un ragazzo scriteriato. E gli unici lì che non sono folli e irruenti siamo noi poveri mercanti, costretti a portare rum e vino e tanta polvere da sparo. Perché lì a nessuno verrebbe in mente di lavorare, tanta è la pazzia che alimenta quella città” aggiunse. Quel mercante sembrava particolarmente abile nel parlare. Forse aveva detto quelle cose a molti prima di Jack.
“ Perché, cosa si fa a Tortuga? Io non ci sono mai stato” confessò Jack sottovoce. Gli occhi del vecchio si riempirono di meraviglia.
“ Mai stato a Tortuga? Oh, no! Nessun uomo si può definire tale se non è mai stato a Tortuga, città delle Meraviglie!
“ Ma lei aveva detto…
“ Certo, è una città di squilibrati. Lì gli unici a comandare sono la lussuria e il peccato. Ma alla fine, non sono questi i principi a cui aspira ogni uomo?” domandò il vecchio. Jack scosse la testa.
“ Dipende dall’uomo in questione, mastro Rebbow” disse Jack contrariato. Rebbow inclinò le sopracciglia.
“ Oh, con questo non ti fare cattive idee su di me. Anche io la pensavo come te. Ma prova a passare una settimana a Tortuga… e vedrai che quel rum che odiavi tanto si trasformerà in una fonte di acqua fresca… è così che funziona, lì dentro. Poi vedrai. Ma mi chiedo perché tu ci vada. Se il tuo scopo non è lasciarti andare quale può essere? Reclutare una ciurma di pirati?” disse il vecchio scherzando. Jack per poco non sobbalzò. In realtà l’obiettivo era quello.
“ Ho le mie cose da sistemare lì. Mi dispiace, non posso dire niente” aggiunse scocciato. Rebbow si alzò.
“ Ho capito. Rilassati ragazzo” disse toccandogli la spalla. “ Mio figlio ha la tua età. So bene come siete fatti. Ah, l’ardore dei giovani…” commentò andandosene. Jack guardò l’orizzonte ancora una volta. Non poteva crederci: ormai era troppo tardi per tornare indietro.  

  
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