2054.
Cassandra Lestrange era
bella e sensuale, con i lunghi capelli neri che ondeggiavano alle sue spalle e
gli occhi bicolore che saettavano da una parte all’altra della classe
fulminando i miei compagni. Avvolta in un lungo
mantello nero sedeva sulla cattedra con le gambe accavallate. Voci di corridoio
dicevano che insegnasse a scuola da oltre cinquant’anni ma che la sua bellezza
fosse rimasta intatta grazie a qualche incantesimo.
Il suo cognome le
faceva guadagnare sguardi di ammirazione da parte dei Serpeverde e occhiatacce
dalle altre case, ma nonostante questo godeva di una buona fama. A dire il vero
Lestrange non era il suo vero cognome, ma questa è un’altra storia.
Quel giorno ero uscita
in corridoio dopo la lezione della professoressa Lestrange con Martha Bones, la
mia migliore amica e, come al solito, mi stavo lamentando del fatto che non
avevo ancora trovato nulla che riguardasse la donna delle mie ricerche, Talim
Evans.
- Dovrei provare a
cercare nel Quidditch quest’anno, magari è stata una cacciatrice, o una
battitrice…?-.
- Sai almeno in che casa
è stata? – mi chiese Martha completamente disinteressata.
- Serpeverde, te l’ho
già detto! È l’unica cosa che ha saputo dirmi mio padre! Ma non sapeva
nient’altro di lei e del suo passato-.
- Non puoi provare a
chiedere in giro?-.
- Oh certo! Andiamo in
giro a chiedere a gente sconosciuta: “ Scusi! Lei conosceva per caso Talim
Evans?”-.
- Si – rispose una voce
che avevo sentito fino a poco prima alle mie spalle. Il sangue mi si
ghiacciò nella vene. Mi voltai lentamente e davanti a me trovai la
professoressa Lestrange che mi fissava con gli occhi sgranati, uno viola e uno
blu.
- Si – ripeté – la
conoscevo. Perché vuoi sapere di lei?-.
- Io… ecco… ho trovato
il suo nome a casa e volevo sapere chi fosse – risposi imbarazzata.
Cassandra Lestrange mi
studiò dalla testa ai piedi come se fosse la prima volta che mi vedesse.
- Seguimi – disse, poi
si voltò diretta verso l’aula dalla quale eravamo appena uscite. Lancia un’occhiata a
Martha e seguì quella donna nella classe. In fondo c’era il suo
studio e mi diressi là. La trovai che guardava
fuori dalla finestra, come se stesse contemplando qualcosa.
- Siediti – mi disse e
io obbedì subito. – Cosa sai di Talim? –.
- Nulla. So solo che è
appartenuta alla casa di Serpeverde e nient’altro –.
- Nessuno ti ha mai
parlato di lei? – si voltò a guardarmi stranita.
- No – sussurrai in
imbarazzo – Ho letto il suo nome su un libro che avevamo a casa e qualche volta
papà e i miei zii l’hanno nominata –.
Cassandra sospirò e
venne a sedersi di fronte a me. Era veramente una bella
donna anche se quegli occhi, uno viola e uno blu, le conferivano un’aria
inquietante.
- Lei la conosceva? –
chiesi impaziente di sapere qualcosa di nuovo.
- Si, io e la mia
gemella siamo le prime streghe che lei abbia conosciuto –.
Un tuffo al cuore –
Come? – chiesi con un filo di voce.
- Io, Elizabeth e Talim
ci siamo conosciute all’età di undici anni, nell’orfanotrofio dove lei viveva.
Non so dirti quando ci si sia stata portata e come abbia vissuto lì. Quando la
portammo via visse per un po’ con noi a casa del nostro tutore, poi venimmo
insieme ad Hogwarts. E gli anni che passammo qui furono spettacolari –
L’espressione che aveva dipinta sul volto mi ricordò quella di una bambina che
sognava ad occhi aperti. Chissà a cosa stava pensando quella donna. Chissà a
quale esperienza scolastica stava alludendo. O forse a qualche esperienza non
molto costruttiva ma che sicuramente le aveva fatto piacere vivere. Quella
donna era un enigma.
- Quale orfanotrofio? –
chiesi tornando sull’argomento di prima.
Cassandra sorrise –
L’orfanotrofio di Londra più famoso per le scomparse dei bambini. Se un giorno
vorrai cercarlo non ti sarà difficile. È un grande palazzo abbandonato con i
vetri rotti e la porta abbattuta. Non è il classico edificio che trovi per le
raffinate vie di Londra -.
Rimase in silenzio e
allora io le domandai – Non sa chi ha conosciuto all’orfanotrofio? Qualcuno con
cui io possa parlare? –.
Lei rimase con lo
sguardo vagante per un po’, poi rispose – Qualche volta ha parlato di una certa
Kitty, doveva essere un’aiutante all’orfanotrofio. Ma dubito che si ricordi di
Talim a distanza di tutti questi anni e soprattutto ora che tu la troverai…
magari sarà già morta-.
Non fu molto
confortante ma ero decisa comunque a provarci. Un giorno sarei andata
a Londra e avrei cercato quell’orfanotrofio e questa Kitty che aveva conosciuto
Talim tanti anni prima.