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Autore: jillien    23/03/2011    2 recensioni
Una Raccolta di poche Flash sul rapporto tra Silente e Severus.
Questa raccolta si è classificata VII al "Le Petit Prince" Contest indetto da Only_Me.
Introduzione: Albus aveva un piccolo vizio quando convocava Severus nel suo ufficio: dava molti incarichi ma poche spiegazioni.
-Capitolo 1, Primo Anno, Pedinamento.
“Sai bene che non potrei avvicinarmi senza insospettirlo”.
“Quell’idiota balbuziente non si insospettirebbe nemmeno se lo legassi alla sedia e lo costringessi ad ingoiare una fiala di Veritaserum”.
-Capitolo 2, Quinto anno, Insegnamento
“Credo di aver intuito il motivo della mia convocazione e ti assicuro che la tua è una pessima idea”
-Capitolo 3, Sesto Anno, Omicidio
“Trascorri molto tempo con Potter”.
“Perché abbiamo molto di cui parlare, Severus”.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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cap 2 pp

Quinto anno, Insegnamento.

                                                          [“Perché tu?”

“Perché  il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino”.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice, capitolo XXIV]

 

 

Severus Piton sedeva nell’Ufficio del Preside, l’immancabile bicchiere di Whiskey in grembo e un’aria particolarmente assorta. Da quando il Moccioso Che Era Sopravvissuto aveva messo piede in quella scuola, non era passato anno senza che Albus lo convocasse per chiedergli un favore, grande o piccolo che fosse. La poltrona che lo ospitava ogni volta da cinque anni tendeva ad accogliere la sua seduta come un bozzolo, ormai, e le riserve di alcolici del Preside stavano iniziando a scarseggiare.

 

“Bene Albus, ora potrei sapere a cosa devo la mia visita nel tuo Ufficio?” chiese, facendo vorticare il liquido ambrato nel bicchiere congelato.

Un ottimo uso per l’incantesimo Glacius, suppongo.

“Harry ha degli incubi…”

“Non vedo come lo stato di sonno di Potter possa interessarmi”.

“Dovrebbe, Severus. La sua mente è collegata con quella di Voldemort, quello che è successo con Arthur è stato un monito. Harry non sarà al sicuro finché non sarà in grado di controllare questo collegamento e chiuderlo”.

L’anziano mago congiunse le punte delle lunghe dita davanti a sé e lo scrutò attraverso le lenti a mezzaluna.

“Credo di aver intuito il motivo della mia convocazione e ti assicuro che la tua è una pessima idea” sibilò Severus, le dita strette sul bicchiere cha aveva in mano. Tra i pochi pensieri che riusciva ad articolare nel momento immediatamente successivo alla sua triste intuizione ne spiccava uno: i troppi dannati sorbetti al limone avevano congelato il cervello di uno dei più grandi maghi di tutti i tempi.

“Io credo, se mi permetti, che sia ottima, anche in virtù del fatto che non abbiamo molta altra scelta. Sei indubbiamente un Occlumante di grande bravura, ragazzo mio, tanto che lo stesso Voldemort non è riuscito a penetrare la tua mente”.

 

Severus non riuscì a reprimere del tutto il brivido che gli aveva attraversato la schiena nel sentire per la seconda volta il nome del Signore Oscuro; finì il suo drink con un gesto secco e aspettò che l’intera bocca riacquistasse sensibilità.

Se si chiama Whiskey Incendiario c’è un motivo.

 

“Albus le lusinghe non mi convinceranno che rinchiudere me e il figlio di Potter in una stanza sia una brillante pensata. Sei tu il Supremo Pezzo Grosso e il Presidente del Wizengamot, potrai sicuramente insegnargli tutto quello che deve sapere, e la mia salute mentale sarebbe preservata”.

 

“Sorvolando sul fatto che quei titoli mi sono stati tolti, con non grande rammarico da parte mia, ammetto, ho bisogno che sia tu a fare da insegnante a Harry”.

Il tono usato non ammetteva repliche, Severus lo sapeva bene. Si liberò del bicchiere e si alzò lentamente dalla poltrona. Si girò lievemente sulla porta, già certo che la sua domanda sarebbe rimasta senza risposta.

 

“Potrei almeno sapere perché non te ne puoi occupare personalmente?”

 

Quando il Preside confermò il suo pensiero si richiuse le pesanti porte alle spalle con uno sbuffo spazientito, ancora una volta pronto a svolgere i suoi inspiegabili compiti.

 

Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.

Mon ami ne m'a jamais donné aucune explication.

   
 
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