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Autore: _Key    23/03/2011    1 recensioni
Quanto potrebbe valere un determinato respiro?
Qualcosa per cui vivere, e per cui morire.
La lacerante paura di dire la verità; la necissità di nasconderla a tutti i costi. Sì, paura. La paura di non essere creduta, e di essere abbandonata. Di rimanere sola. Di nuovo.
Lui era qualcosa che riusciva a scaldarle l'anima ormai gelida col passare degli anni, e le mani.
Qualcosa di vero, e di estremamente puro.
Lui riusciva a vederle il fuoco negli occhi.
I battiti del suo cuore seguivano i respiri di lui.
-
Tutto iniziato, dove un inizio vero e proprio non c'era mai stato.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hayley aveva fatto tardi, la puntualità non era mai stato il suo forte. Niken's; così si chiamava. Non era niente male come locale, davvero; Grande, spazioso e bello, un bel posto dove andare a bere qualcosa con qualcuno. Era uno dei locali più popolari del posto ed era colmo di gente.
Entrò, la musica era alta, e le persone per parlare e per capirsi, quasi urlavano. Lei si diresse subito dietro al bancone, dove c'era anche un'altra ragazza; Mora, e con dei bellissimi occhi verdi.
Poggiò la borsa a terra e tolse il giubbotto nero che aveva.
La ragazza che vide dietro al bancone le si avvicinò.
«Tu devi essere la ragazza nuova, vero?»
«Sì, sono io.» rispose abbozzando un sorriso.
«Ok, mettiti qui allora.» 
Erano entrambe dietro al bancone ed Hayley cominciò subito a servire bibite, senza nessun tipo di problema.
«Hayley!?» si sentì chiedere alle spalle ad un certo punto. Era passato poco tempo da quando aveva cominciato.
«Hey! Ma cosa ci fai tu qui, Andy?» esclamò poi, abbastanza stupida dalla presenza di Andy.
«Io ci lavoro.» rispose mentre si toglieva il giubbotto, ci stava litigando più che altro.
«Meglio allora, perché da oggi anch'io lavorerò qui.» disse Hayley. «Anche tu in ritardo come vedo!»
«Lei è sempre in ritardo!» introdusse sorridendo la ragazza mora con cui Hayley aveva scambiato quelle poche parole in precedenza. Passò dietro Hayley, e dietro Andy, stava andando via. «Datti da fare adesso!» continuò dando ad Andy una piccola spinta, amichevole.
«Grazie comunque eh.» quasi urlò Andy verso la ragazza che stava andando via.
«Sì certo, ricorda che non posso coprirti sempre però!» 
La voce della ragazza si sentiva a malapena, era ormai lontana, e comunque la musica era alta.
«Lavora anche lei qui?» chiese Hayley, mentre entrambe si sistemavano dietro al bancone.
«Chi, Emily? Sì, lavora qui. Adesso sta andando dall'altra parte del locale, come vedi è grandissimo, e c'è un altro bancone di là, quello è il suo posto.» rispose Andy. «Era qui perché.. beh, mi copre con il capo. La puntualità non fa per me.»
«Ah ecco.» mormorò.
In mente sua pensava che allora non poteva permettersi più di arrivare in ritardo, quello era il primo giorno, passabile. Ad Andy c'era in qualche modo, qualcuno che avrebbe potuto coprirla, lei a differenza, non aveva nessuno che l'avrebbe fatto.
Il locale si riempiva ogni minuto che passava. Ragazzi e ragazze chiedevano bibite e alcolici di qualsiasi genere, e entrambe li servivano come loro dovere. 
Sì, le piaceva. Sicuramente meglio degli altri locali dove lavorò fino a quel momento.
 
«Perchè oltre a quello, non mi dai il tuo numero?» un sorriso malizioso si disegnò sul volto del ragazzo.
Era vicino al bancone dalla parte di Andy; Aveva i capelli corti biondo scuro, degli occhi castani ed uno stile da paura, era bello, dire il contrario sarebbe stato come negare l'evidenza.
«Ehm, perché no.» rispose Andy scrivendogli il numero su un pezzo di carta, mentre gli porgeva la bibita che le aveva chiesto.
Mentre succedeva ciò, Hayley vedeva Andy tranquilla nel farlo, credeva che il tipo le piacesse, e non poco.
Hayley stava servendo una bibita ad una ragazza bassina e con dei lunghi capelli castani, il tipo era andato via, ed Andy era più euforica di quanto lo fosse pochi minuti prima.
«Hayley, hai sentito?!»
Negli occhi di Andy, Hayley leggeva chiaramente che il ragazzo l'aveva colpita.
«Sono di fianco a te, certo che ho sentito.» disse Hayley. «Hai fatto colpo, babe!» continuò poi facendole un occhiolino.
Andy accennò un sorriso mentre stava servendo una semplice bibita ad un ragazzino.
Dopo poco tempo si ritrovò davanti una Andy impegnata più a ridere che a lavorare.
«Oh, guarda chi c'è!» esclamò Andy. 
La guardò interrogativa, mentre lei, invece, era impegnata con un alcolico. 
«Chi?» domandò.
«Beh, un tuo amico.» rispose Andy. «All'entrata, guarda all'entrata!» continuò.
Hayley stava ancora preparando l'alcolico quando si alzò in punta di piedi per guardare chi ci fosse all'entrata. 
«Oh no.» rispose poi. «Solo adesso capisco perché ridi come una gallina impazzita.» continuò sorridendo.
«Le ragazze nel locale ti daranno filo da torcere però.»
«Non ho nessuna intenzione intanto.» rispose sicura. «Di nessun genere.» puntualizzò.
«Non dirmi che non ti piace!» esclamò Andy.
«Hai mai sentito uscire questa frase dalla mia bocca?» disse secca. «Ho solo detto che non ho nessuna intenzione. E' un bel ragazzo, non posso negarlo, ma come ho notato, si sente 'grande'. E questa cosa mi dà non poco fastidio, ma lo è in generale, non vale solo per lui.» continuò mentre serviva un signore con i capelli brizzolati, porgendogli quello che le aveva chiesto.
«Rimane il fatto che..» mormorò. «Sta arrivando!» continuò sorridendo.
Hayley la guardò.
«Andy!» esclamò.
«Dammi uno di questi alcolici leggeri.» si sentì chiedere.
Era lui; quello stronzo che a scuola l'aveva fatto cadere, facendole fare la prima figura di merda davanti a tutti. Aveva una felpa oversize ma questa volta era grigia, un piercing nero sotto al labbro dalla parte sinistra, e le treccine gli cadevano sulle spalle. Era poggiato con i gomiti sul bancone. Sembrava non la riconoscesse, e da una parte credeva che sarebbe stato meglio così. Preparava l'alcolico mentre vedeva e sentiva Andy particolarmente interessata alla conversazione che non c'era. Nel frattempo vedeva dei gruppi di ragazze sparsi un po' qua e là per il locale, attente ad ogni minimo movimento che faceva il ragazzo e assurdo dirlo, anche a quelli che faceva lei.
«Aspetta, aspetta, ma tu sei la ragazza di oggi?» disse il ragazzo. «Vero?» 
«Sì, sono io.» affrettò Hayley. «Tieni.» continuò, porgendogli il bicchiere.  
«Scusa per oggi eh.» ironizzò il ragazzo. «Io sono Tom.» continuò tendendole la mano. Si sentiva figo con quegli atteggiamenti da cretino che aveva, si vedeva proprio, l'avrebbe percepito chiunque anche a distanza di kilometri.
«E a me non interessa.» rispose infastidita da quel suo comportamento. 
Sentì fingere di tossire Andy, sembrava che non avesse capito un cazzo del ragionamento che le aveva fatto poco prima.
«Dai.» mormorò Tom. «Come ti chiami?» continuò, mentre sul suo volto si disegnò un sorriso. Sinceramente, non sapeva che tipo di sorriso fosse.
«Sono Hayley.» rispose.
«Sei nuova di qui?» le domandò mentre cominciava a bere.
«Mi sono appena trasferita.»
Una ragazza dai capelli castani gli si avvicinò mettendogli un braccio attorno al collo. Di minigonna, tacchi e una maglietta scollatissima era vestita, solo di quello.
«Hey tesoro, con chi parli?»
«Ho chiesto solo una bibita.» disse Tom. «Andiamo.» continuò lasciando il bicchiere sul bancone.
«Sì, andiamo.»
La ragazza sembrava voler farsi notare solo ed esclusivamente da Hayley con quei suoi atteggiamenti, e nel momento in cui Tom si alzò la guardò con uno sguardo sicuramente non amichevole.
«Ci si rivede.» si sentì dire da un Tom che si stava alzando e stava andando via.
Non sapeva esattamente il motivo, ma in quell'esatto momento gli avrebbe spaccato la faccia.
 
Era sempre la solita routine; e quella era una delle molte mattine che aveva già passato ad Hamburg.
Il suono della sveglia rimbombava nei timpani già da un bel po', doveva alzarsi.
Facendosi coraggio spostò le coperte e scese dal letto con dei leggeri brividi di freddo sulla pelle, dirigendosi verso la valigia. Prese una delle felpe che aveva, era grigia, e dei semplici jeans. Si diresse in bagno, si lavò in fretta e poi si vestì. Poco dopo ci ritornò, si guardò nuovamente allo specchio, e cominciò a cantare una canzone di una delle sue band preferite facendo finta di avere una chitarra in mano, sì, proprio come una stupida. Prese la spazzola e si pettinò i capelli, divise la frangia da un lato e li stese ancora una volta con le mani. Prese velocemente borsa e giubbotto e scese, prese la macchina e si avviò.
Entrò normalmente a scuola ma la classe stavolta era già piena. Camminò velocemente tra i banchi e si sedette vicino Andy.
«Letteratura. Come ti sembra come prima ora?»
«Al quanto uno schifo.» rispose Hayley facendole una faccia disperata. «Troppo pesante!» 
Hayley era sempre stata il tipo di ragazza a cui piaceva imparare cose nuove, forse l'unica cosa negativa della scuola è l'orario. Qualsiasi cosa alle 8.00 della mattina è pesante, anche mangiare un cornetto lo è; disgusta a quell'ora.
In un modo o nell'altro le ore passarono e arrivò l'ora di tornare a casa. Hayley non si sentiva tanto bene, la testa le girava. Aprì la macchina, mise in moto e si diresse immediatamente verso casa. Non appena aprì la porta di casa, si catapultò sul letto per poi perdersi in un sonno profondo, causato probabilmente dal forte mal di testa.
 
 «Hey tesoro, come stai?»
«Bene, bene.. e tu invece? Come stai?» 
«Bene, tesoro mio. Che mi racconti?»
«Niente di entusiasmante.. mi piace però Hamburg.»
«Ascolti sempre le mie raccomandazioni, vero?»
«Sì, certo..» 
«Fallo sempre, mi raccomando.»
«Perchè non dovrei farlo?» 
«Tu fallo, ascoltami.»
«Sì..» sfiatò Hayley.
«Amore, ti ho portato questo piccolo braccialetto, è di poco valore, ma l'ho preso per te, tieni.. prendilo.»
«Oh, è tanto carino.»
«Son contenta che ti piaccia, tesoro. Forza, mettilo..»
«Sì, ecco.. è bello.» 
«Lo sai che ti penso sempre e che sei sempre nel mio cuore, vero?»
«Mi manchi.. mamma.» sfiatò.
«Anche tu mi manchi tesoro, ed anche tanto. Ce ne ho messo tanto per essere qui eh, son davvero contenta di averti vista.» rispose mentre i suoi occhi cominciarono a velarsi di lacrime.
Una lacrima rigò lentamente il mio viso.
«Mamma.. perché? Perchè te ne sei andata? Perchè mi hai lasciato? Perchè devo affrontare tutto da sola?»
«Non ce l'ho fatta piccola, ho lottato con tutte le mie forze, te lo giuro, ma.. mi dispiace.» rispose abbassando per un attimo il capo.
«Mamma io ti voglio bene..»
«Anch'io te ne voglio, piccola mia.. darei tutto per essere lì con te, ma non posso.»
«Cerco di andare avanti io.. ma non è poi così facile come pensavo.» disse, mentre le lacrime scorrevano in gran quantità ormai sul suo pallido viso.
«E' ora che io vada, amore.»
«No mamma, no, per favore!» esclamò.
«Devo andare.. è terminato il mio tempo.» rispose.
«Rimani ancora mamma, ti prego. Ti prego.»
«Tesoro, se potrei lo farei, ma non si può. Guardami un ultima volta negli occhi.. io ti voglio bene e sono fiera di tutto quello che fai e che continuerai a fare.» rispose abbozzando un leggero sorriso.
«Ti voglio bene, mamma. Ma quando torni?»
«Non ti assicuro un mio ritorno, tesoro.» disse.
«Come, mamma?!»
«Ciao piccola mia..» sfiatò.
«Mamma!» quasi urlò poi, un'ultima volta.
  
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