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Autore: Clodie Swan    24/03/2011    9 recensioni
Una parodia dedicata ad Edward che trae spunto da Midnight Sun.
Il nostro protagonista è un vampiro simpatico e sadico, un tantino diverso dall'Edward che conosciamo che si troverà costretto ad affrontare una bizzarra storia d'amore per una ragazza tanto imbranata quanto succulenta.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le parodie del sadico Edward'
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Mentre tornavamo a casa Bella cominciò a farmi tremila domande su vita, morte e miracoli di me e della mia famiglia.
Per prima cosa volle sapere la mia vera età.
"Cafona, non è educato chiederlo."
"Ti pregoooooooooo muoio dalla curiosità!"
"E va bene, ne ho centodieci. Sono del 1901. Contenta?"
"Wow mi piacciono gli uomini maturi!"  Questa non era proprio normale.
"Sono stato trasformato dal buon Carlisle nel 1918 all'età di diciasette anni." Continuai ripensando alla mia vita da umano. Tutto quello che mi ricordavo era che scalpitavo per arruolarmi ed andare in guerra. La Prima Guerra Mondiale mica una bazzecola. Immaginavo che con la divisa sarei stato ancora più figo. Ma un'epidemia di febbre spagnola mandò all'aria tutti i miei piani. Sai che piani...a quest'ora sarei morto e sepolto dentro una trincea e il mio nome sarebbe finito su qualche monumento ai caduti. Brrrr!!!! Invece grazie alla febbre finii in ospedale dove incontrai il Dottor Stranamore, ovvero Carlisle Cullen, l'unico medico vampiro della storia. Il buon Carlisle quando vide che ero rimasto orfano e in fin di vita, mi prese con sè, per alleviare il peso della solitudine che da secoli opprimeva la sua vita. Aggiungiamo anche il fatto che mia madre prima di morire lo aveva afferrato per il camice e gli aveva estorto la promessa di prendersi cura di me. "Ascolti bene, Dottor Fighettone. Edwarduccio mio non deve morire. Io l'ho notata, dottò. Lei non è solo bello come Rodolfo Valentino: lei non mangia, non dorme, non si ammala e non si stanca. Non lo so come fa, se fa ginnastica al mattino, se fa parte del cast di Grey's Anatomy, se usa Olio cuore, ma qualunque cosa sia, deve far diventare così anche mio figlio. La prego!" Carlisle commosso, ed anche terrorizzato dalla mia astuta mamma, mantenne la promessa e mi portò via nel cuore della notte. Tanto all'epoca c'erano tanti malati e pochi dottori, un pò come oggi, e non se ne sarebbe accorto nessuno. Manco adesso forse. E così mi ritrovai con 42 di febbre in braccio al dottor Freezer, che correva alla velocità della luce verso casa sua.
"Sarà una nuova terapia."pensavo"Dottore senta, non crede che dovremmo rientrare?" gli chiesi con un filo di voce. "Fa un pò freddino. Lei poi sembra la borsa del ghiaccio."
Carlisle mi guardò pieno di compassione e sempre pieno di compassione mi diede un mozzico come fossi un cheesburger. Subito cominciai a gridare come se mi stessero dando fuoco."Mi dispiace!"disse tutto affranto. A lui dispiaceva?  Ma che te possino! Dottorucolo dei miei stivali! Passato il dolore però mi accorsi che non avevo più la febbre ed ero diventato un figo pazzesco. "Fantastica questa cura! Quanto le devo, Dottore? Accetta il ticket?"  Poco dopo mi accorsi che non avevo neanche più il battito cardiaco. Carlisle mi spiegò tutto e disse che da allora mi avrebbe fatto da padre. Colsi la palla al balzo.
"Che mi compri la macchina, paparino?"
Qualche anno dopo Carlisle prese moglie. All'inizio non ne ero molto entusiasta. "Ma non stavamo tanto bene da soli nel nostro appartamento da scapoloni? Vabbè che non possiamo fare feste e invitare belle pupe, però..." Esme però, era una donna adorabile che mi si affezionò subito come se fossi il figlio che non aveva mai avuto e capii che come mamma non era male. Da quel giorno poi, presi doppia paghetta. Qualche anno dopo, Carlisle trasformò un bella ragazza in fin di vita sperando di farne la mia compagna. Figa era figa, ma con un caratterino che ve lo raccomando.
"No grazie, meglio single che passare l'eternità con questa."protestai. Come avrete capito era Rosalie. Rosalie non rimase zitella per molto. Un giorno uscì per una battuta di caccia e tornò con un quarto di bue tra le braccia.
"Cos'è la tua cena?" chiesi incuriosito.
"No, è il mio futuro ragazzo. Papà, me lo trasformi?"chiese la biondina a Carlisle, tenendosi il naso tappato. Non si sa come era riuscita a farsi cento chilometri con quella bisteccona sgocciolante tra le braccia. E così paparino lo trasformò in un megafusto strafigo ed io mi ritrovai con un altro fratello, Emmett. Un armadio a due ante, forzuto e manesco ma sotto sotto anche un gran giuggiolone, un buontempone dalla battuta sempre pronta, con la tessera dello stadio in tasca. Peccato che lui e Rose tubassero come piccioncini dalla mattina alla sera, con la testa piena di pensieri sconci sotto la mente del sottoscritto. Avrei tanto voluto un elmetto tipo quello di Magneto.
Poi arrivarono Alice e Jasper. Non erano stati trasformati da Carlisle perchè il pover uomo aveva capito che di danni ne aveva fatti troppi e aveva deciso "basta figli". Tre bastavano e avanzavano.
Un bel giorno però si presentò una coppetta di vampiri-barboni con gli occhioni imploranti ed un pezzo di cartone con sopra scritto col pennarello nero "Non sappiamo dove andare." Allora Carlisle ed Esme si commossero nel profondo. "Venite piccini! Vi aiuteremo noi." Alice fece un sorriso furbo. "Io sono una veggente ed ho visto nel futuro che ci adotterete. Dov'è la mia stanza?" Come contraddirla? Alice grazie al suo potere, si  assunse il compito di tuttofare nella casa, nei traslochi, nei viaggi, nell'organizzazione di eventi, nel rompere le balle...ma nessuno poteva replicare o prenderla a calci. Lei poteva prevedere anche quello. Jasper si limitò a fare il pezzo d'arredamento, piangendosi addosso perchè faticava a seguire la dieta vegetariana. Così la famiglia si allargò ulteriormente con un'altra coppietta in amore. Povero me. Capii che se volevo qualche possibilità di essere felice per me era meglio essere solo che male accompagnato.
Invece adesso mi ritrovavo a fare il puccioso con una ragazzetta umana che inciampava nei suoi stessi lacci. Alla fine Bella non era tanto male. Aveva due grandi occhi di cioccolata, due labbra di ciliegia, una pelle di pesca, un profumo di fragole...ci mancava solo un pò di panna sopra...Si lo so pensate che sono fissato. Ma che devo fà?
Dopo aver terminato la storia della mia famiglia, parcheggiai il catorcio sotto casa di Bella, ma lei rifiutò di lasciarmi. "Non te ne andare!" mi supplicò piagnucolando. Che stress. Mi rimangio tutto. Mi rimangio pure lei. Ihihihi!
"Ma devi cenare adesso, Bella." ribattei.
"Nooo, non ho fame." mentì lei con i crampi allo stomaco.
" Almeno entra a casa con me." Io e lei in cucina? Mmmhhh. Ebbi appena il tempo di vederle aprire il micronde che sentii rincasare il babbo.
"Meglio che non mi trovi qui." dissi a Bella preparandomi ad andarmene.
"Si, ma torna dopo!!!" mi disse con le lacrime che le solcavano le guance. "Non posso stare lontana da te per più di cinque minuti!!!"  Che lagna! Promisi di restare nei paraggi e me la svignai alla velocità della luce. Ti saluto ciccia. Mi hai ammorbato tutto il pomeriggio! Dammi un pò di privacy ora.
Mentre correvo via però valutai che in effetti, standole accanto tutto il pomeriggio, la sete era diventata sopportabile. Il giorno dopo mi sa che sarebbe ricominciato tutto daccapo. Feci dietrofront e mi infilai nella cameretta di Bella. Lei appena ebbe finito di mangiare salì le scale con un passo da tirranosaurus rex e come entrò si affacciò alla finestra.
"Edwarduccio, dove sei?"
"BU!" le feci io alle sue spalle. Bella fece un salto per aria e si aggrappò ad una trave del soffitto.
"Ops. Scusa." A momenti le causavo un infarto. Bella si ricompose, e corse in bagno a farsi bella (scusate il gioco di parole) per me. Mica tanto. Uscì con un pigiama sbrindellato pieno di buchi manco ci avessero fatto il nido le tarme. Però si era fatta una bella doccia col  bagnoschiuma alla frutta che la rendeva dissetante come un cocktail tropicale. Bella si accoccolò tra le mie braccia e continuò a tartassarmi di domande sui noi vampiri. Ancora? E come avevamo fatto ad avere i nostri poteri, e da dove aveva avuto origine la nostra razza. Ma per chi mi aveva preso? Per l'enciclopedia vampira? Poi volle sapere, visto che i vampiri si sposavano, se era prevista anche una luna di miele...Il mio bocconcino mi guardò con l'occhietto malizioso.
"Frena, ormone impazzito. Ricorda che potrei stritolarti con un abbraccio, sfondarti la testa con una carezza, spappolarti la mandibola. Hai afferrrato il concetto? Niente sesso, piccola."
L'idea del suo corpicino che si disintegrava tra le mie braccia e del suo sangue che finiva sulla lenzuola senza alcuna speranza di recuperarlo mi resa inflessibile.
Alla fine minacciai di andarmene e lei mi si aggrappò come una cozza.
"No ti prego! Resta!" E restiamo. Mi vergogno a dirlo ma mi ritrovai a cullarla e a cantarle la ninna nanna, ovvero quella palla melodica che avevo composto al pianoforte tempo prima. Me l'aveva ispirata lei per l'appunto! Bella alla fine si addormentò abbracciata a me come fossi il suo orsacchiotto. Però era bella calduccia. Meglio della borsa dell'acqua calda! La strinsi a me dandole una bella sniffata e  tra il suo calore ed il suo profumino di primavera, passai piacevolmente il resto della nottata.

  
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