Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Fe85    24/03/2011    5 recensioni
Mail Jeevas, nome in codice “Matt”, non aveva alcuna voglia di stare a sentire il suo superiore blaterare circa gli ultimi dettagli del caso “Chocolate Bar”. Se fosse stato per lui, avrebbe passato l’intera giornata, sdraiato sul divano a pigiare i tasti della sua inseparabile console con l’intento di battere il nemico finale di Super Mario Bros. Non era il classico tipo che si estraniava dalla realtà perché aveva ricevuto delusioni dalla gente che lo circondava, tutt’altro. Semplicemente, non aveva trovato qualcuno che potesse interessargli a tal punto da catturare la sua attenzione, e farlo uscire dal suo “guscio virtuale”.
[MelloxMatt]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Non ti sembra un piano troppo semplice e prevedibile?» esordì Matt, la sigaretta abbandonata tra le labbra e gli inseparabili goggles dalle lenti arancioni calati sugli occhi. Quegli occhiali da aviatore gli erano stati regalati da L, il suo maestro, il primo Natale che aveva trascorso alla Wammy’s House, l’orfanotrofio in cui era stato allevato.

 «Spero che con questi tu possa vedere oltre.» gli aveva detto il celebre detective, criptico come sempre. Probabilmente, anche in quell’occasione aveva voluto metterlo alla prova, anche se lui non aveva ancora risolto il mistero annidato in quella frase. Anzi, temeva quasi di scoprirne il reale significato.

 L’intelligenza è un’arma a doppio taglio: permette di comprendere con immediatezza cose che alla maggior parte delle persone sfuggono, e allo stesso tempo, apre le porte a verità talvolta scomode che gli individui preferiscono ignorare.

 «Solitamente, le cose elementari sono quelle più efficaci.» ribatté A che stava navigando in Internet alla ricerca di alcune informazioni. Il ticchettio dei tasti del computer su cui stava lavorando, abbinato alla musichetta emessa dal videogioco di Matt, erano gli unici rumori udibili nella stanza. Dopo il loro rocambolesco incontro, avvenuto per mezzo di Light, avevano deciso di coabitare, dividendosi l’affitto dell’appartamento e…i guai. Avevano traslocato in una vecchia casa in stile coloniale che si diceva essere infestata dal fantasma di un musicista jazz.

In realtà, era stata la fervida immaginazione di Linda e del vicinato ad inventare quella storia per tenere lontano dal quartiere una cosca mafiosa che nel South Bronx regnava incontrastata; solo in un secondo momento, scoprirono che la banda che tutti temevano era quella del famigerato Mello.

 «Mi chiedo se quel tizio di nome Mello avrebbe creduto ad una scusa talmente banale. Light sostiene che sia molto arguto.»

 Matt fece un lungo sospiro, limitandosi ad osservare il dibattito che si stava svolgendo tra gli avvocati protagonisti del suo gioco[1]: se Light avesse avuto ragione, avrebbe dovuto prevedere tutte le possibili mosse del suo avversario, e se qualcosa fosse andato storto, avrebbe dovuto improvvisare come un attore che, accortosi di aver sbagliato un dialogo, cerca di porvi rimedio.

I casi che L gli aveva affidato fino a quel momento non erano stati particolarmente impegnativi, e aveva utilizzato solo un quarto delle sue reali capacità in essi.

 Perché si era lasciato coinvolgere in tutto questo? Principalmente per non deludere L, colui che aveva provveduto a trovargli una casa e a fornirgli una solida educazione. Matt era fatto così: accontentava chiunque, ma mai se stesso.

 «Va bene, faremo come dici tu, After. Ricapitolando: mi infiltrerò nell’organizzazione di Mello per sventare i suoi traffici, giusto?» chiese conferma Matt, che sistemò per un attimo la sigaretta sul posacenere e assaggiò uno dei pancake che Linda aveva preparato per loro. Nessuno dei due era molto propenso a cucinare, così la ragazza si era offerta di cucinare la cena tutte le sere, soprattutto per poter stare un po’ di tempo con A, del quale era innamorata. Tuttavia, lui pareva non contraccambiare i sentimenti dell’amica.

 «Esatto. Al momento si nascondono in un magazzino antistante il fiume Bronx. Domani mattina ti fornirò le coordinate esatte, intanto cancello la cronologia delle pagine che ho visitato e provvedo a sbarazzarmi di questo pc, in modo che non possano risalire a noi.» sentenziò A con il solito cipiglio serio.

Si guardò rapidamente intorno, notando quanto fosse caotico il loro soggiorno: sul divano su cui era seduto Matt erano accatastate pile di vestiti, mentre su una lampada ad olio erano appoggiati un paio di boxer sporchi. Sul tappeto persiano, posto davanti alla televisione al plasma, giacevano abbandonate numerose riviste e una scia di fogli di carta, simile alle briciole di pane di Pollicino, era disseminata lungo tutto il perimetro della stanza.

 «La conosci l’etimologia della parola “disordine”?»

 Matt, per tutta risposta, gli tirò un cuscino di raso blu in faccia.

                                                                                                                                     *

Il getto d’acqua calda della doccia eliminò dal suo corpo i residui della nottata trascorsa con Gevanni, il suo compagno, e Halle Lidner poté così iniziare una nuova giornata. Si avvolse nell’accappatoio di spugna color pesca, frizionando i capelli biondi con un asciugamano e ascoltando distrattamente i discorsi degli uomini radunati all’esterno dell’edificio.

Di tutte quelle voci sgradevoli e possenti, ne mancava una all’appello, che era completamente diversa dalle altre.

Era arrogante, graffiante e ironica.

Era la voce di Mello, il ragazzo che lei amava disperatamente, ma che non avrebbe mai potuto avere. Sembra insito nella natura umana bramare ciò che non si può possedere concretamente.

La donna guardò allo specchio la sua immagine riflessa, portandosi poi una mano sulla tempia.

«Ha quasi dieci anni in meno di te…toglitelo dalla testa.» continuava a ripetere a se stessa come una sorta di mantra, sperando che il viso di Mello abbandonasse definitivamente i suoi pensieri. Però non era così semplice zittire il proprio cuore che sembrava gridare quel maledetto nome come un dannato dell’Inferno dantesco che invocava pietà.

Come aveva potuto innamorarsi di lui? Era una colpa?

Purtroppo, l’amore non si può accendere o spegnere come un televisore, né tantomeno programmare.

Perché proprio Mello?

Forse perché era un tipo estremo, un tipo che non conosceva mezze misure, ma che credeva fermamente in ciò che faceva e lottava con le unghie e con i denti per raggiungere i suoi obiettivi. O forse non esisteva una ragione vera e propria; era semplicemente accaduto.

Sapendo di non essere ricambiata, aveva deciso di provare a frequentare Gevanni, il leader di una banda rivale, che aveva dimostrato da subito un certo interesse nei suoi confronti. In quel modo aveva provveduto a sancire una sorta di tacita alleanza con la fazione opposta, favorendo i loro affari. Indubbiamente, Mello nutriva stima e affetto nei suoi confronti, ritenendola una collaboratrice precisa e affidabile, ma niente di più.

«Ehi, Hal ti stiamo aspettando.» la chiamò Rodd Loss, un omone sulla quarantina, entrando come se niente fosse nella stanza e mettendo a dura prova l’autocontrollo della giovane.

«Perché questo branco di zoticoni non rispetta la mia privacy?» pensò Halle indispettita, evitando di generare inutili polemiche «Arrivo. Immagino che Mello sia andato al solito posto.» l’espressione della donna si era fatta quasi comprensiva, e assomigliava quasi ad una mamma premurosa che si preoccupava per la sorte del proprio figlio.

Le fu spontaneo paragonare Mello, il suo capo, ad una nave attraccata saldamente in un porto: non riusciva a salpare l’ancora, ovvero il proprio passato, e a "partire" verso nuovi orizzonti.

«Sì, ci conviene raggiungerlo.»

                                                                                                                                   *

Il coro gospel della chiesa di St.Anthony[2] stava intonando le note di One Day At a Time, mentre il pubblico, composto in gran parte da neri, ascoltava rapito la melodia e forniva supporto ai “cantanti”. Era inusuale il contrasto tra le loro uniformi candide e le loro anime, forse ancora più scure della loro carnagione. Il coro era infatti costituito da persone che avevano commesso ogni sorta di crimine, dalla rapina all’uso di stupefacenti, dall’omicidio al sequestro di persona. Eppure, ognuno di loro si era pentito delle atrocità perpetrate, e aveva deciso di voltare pagina, seppellendo gli sbagli e gli errori.

Era questa la rivoluzione che Mihael Keehl, noto ai più con lo pseudonimo di Mello, doveva compiere dentro di sé: vivere il presente, senza lasciarsi travolgere da antichi e dolorosi ricordi. Mentre il coro stava alla destra dell’altare, il ragazzo si era ritagliato un posto vicino all’uscita della chiesa e alla fonte battesimale. La cicatrice che deturpava il suo volto fungeva quasi da spartiacque: da una parte vi era il Mello tenace e orgoglioso che combatteva per il conseguimento del suo scopo, dall’altra invece vi era un Mello assetato di vendetta che aspettava con ansia il giorno del giudizio.

Il rumore della tavoletta di cioccolato a contatto con i suoi denti venne attutito da un paio di acuti che risuonarono nell’abside dell’edificio.

I'm only human; I'm just a man
Help me believe in what I could be and all that I am
Show me the stairway
I have to climb
Lord for my sake

Teach me to take
One day at a time
[3]

Come mai un ricercato della portata di Mello aveva violato la sacralità di quel posto? Uno che non riservava scrupoli per nessuno e che aveva sacrificato parecchie vite, la sua in primis, per arrivare dov’era, cosa cercava nella casa di Dio?

Un raggio di sole che filtrava solitario attraverso le vetrate colorate della chiesa lo colpì di striscio, ma lui subito si ritrasse, come se ne fosse scottato. Nascose persino il crocifisso che portava sovente al collo nel suo gilet di pelle.

Inseguiva delle risposte, anzi una risposta.

«Sarò io il numero uno.» mormorò deciso, portandosi un pugno sulla parte sinistra del petto e guardando dritto davanti a sé. Pareva un giuramento stipulato tra lui e un’altra persona che conosceva bene. Poco dopo, lasciò un’offerta e abbandonò la cappella per dedicarsi ai suoi traffici malavitosi.

In seguito al sacrificio dell’Agnello, Mihael Keehl tendeva a dimenticare con facilità la sua natura umana.



[1] Mi riferisco al videogioco “Ace Attorney”

[2] Nome fittizio

[3] Strofe di One Day At A Time, canzone gospel

 

Ciao a tutte!

Scusate se mi sono fatta attendere, ma ho la connessione Internet ballerina, e in seguito ad uno spiraglio di clemenza, sono riuscita a postare^^ Recensirò anche tutte le storie che mi sono lasciata indietro, promesso>___<

Bene, passiamo subito a parlare della storia: sono contenta che vi abbia incuriosite, perchè per me è un cosiddetto salto nel buio, dato che sto procedendo a tentoni in un universo a me sconosciuto. Dunque, che dire di questo capitolo? Siamo venuti a conoscenza del piano di Matt e A, e Mello ha fatto la sua comparsa. Ammetto di essermi basata molto sull'episodio 30 in un punto (le fan delle MelloxNear dovrebbe sapere perchè <3), cioè quando ho fatto riferimento alle vetrate della chiesa. Mi piace immaginare un  Mello, oltre che arrogante ed impetuoso, anche "umano".

Ringrazio tantissimo le otto persone che hanno inserito la storia tra le ricordate e le seguite, ma anche chi ha letto soltanto^^

Un grazie speciale va a:

redseapearl: questa storia è il mio banco di prova, e sebbene non abbia cambiato idea, ammetto che è difficile scrivere su un pairing che non sento mio, ma le sfide sono stuzzicanti per meXD Hai intuito bene, Linda è innamorata di A, ma a quanto pare lui finge di non accorgersene, poveretta. Se comparirà BB? Ho deciso di non fare spoiler, quindi ho la bocca cucita <3 Grazie mille, besos, Fe.

kiriku: diciamo che ho voluto mescolare un pò le carte in tavola, e far fare a Light la parte del buonoXD Grazie mille per aver commentato e soprattutto per avermi fornito info sull'accademia di belle arti della Grande Mela*_* Besos, Fe.

Myrose: ho colto al volo il tuo suggerimento, e l'ho applicato già a partire da questo capitolo, ti ringrazio davvero tanto <3 sono contenta che la mia storia ti abbia colpito, spero di non deluderti con questo capitolo!^^ Besos, Fe.

sadie_: come puoi vedere, in questo capitolo il cioccolatomane è apparso (ho cercato di caratterizzarlo al meglio e spero di esserci riuscita), per il resto non posso fare spoiler <3 grazie a te per aver lasciato un commento, spero che tu abbia apprezzato il riferimento all'episodio 30XD Besos, Fe.

Ovviamente, critiche, suggerimenti e quant'altro sono sempre ben accetti^^

Nel prossimo capitolo si entra nel vivo della storia!

Fe

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Fe85