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Autore: PoisonVeleno    24/03/2011    1 recensioni
èla storia della cugina di Lily Evans, chiamata anche lei Lily (Lylith in realtà). l'amicizia con lei la porterà ad altre amicizie, tra cui quella con Severus...ma si trasfomerà in altro? tratta gli eventi più importanti della sua vita e poi seguirà anche le trame dei libri con alcuni cambiamenti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lylith, storia dell'altra Lily Evans.'
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SECONDO CAP *questo capitolo richiama il primo ricordo di piton in la storia del principe, quello delle altalene.
 

 Quando arrivarono Lily e la sua famiglia io ero ancora al telescopio. 
Non ricordo bene come, alla fine trasportai alcuni dei miei averi più preziosi (libri, telescopio, microscopio, foto di mia madre) a casa di Lily.
 Mi sistemarono nella stanzetta con lei, primo perché petunia non voleva stare con un’orfana, secondo perché eravamo coetanee. Andai subito a dormire, l’ultima cosa che sentii fu “buonanotte Lily” detto da Lily. La cosa mi face sorridere un po’, il primo mezzo sorriso di questi giorni, e risposi con “buonanotte Lily” anch’io. 
Da quel giorno ogni volta che qualcuno diceva Lily ci giravamo entrambe e ridevamo tanto. Ridevamo così tanto insieme!
 Ma è ancora lontano il momento in cui la mia vita prende una leggera svolta verso il cambiamento in meglio. 
A scuola ero ancora più isolata, soltanto Lily stava con me. Da lontano sembravamo persino uguali, le uniche cose diverse erano il colore degli occhi e dei capelli.
 Sapevo che tutti conoscevano cosa mi era successo, che mi evitavano per questo, le maestre fin troppo gentili me lo ricordavano sempre. E sapevo che l’anno prossimo Lily avrebbe cambiato scuola, era un anno avanti a me.
 Ma non volevo pensarci. 
Con l’arrivo del natale, arrivarono le vacanze. 
Erano i primi di dicembre quando decidemmo di andare al parco giochi quello isolato, dove non va mai nessuno perché si diceva ci fossero i topi. 
Tunia non voleva ma alla fine l’abbiamo convinta. In pubblico lei faceva la mammina con me, ma sapevo che in realtà non le piacevo, con i miei libri e i miei discorsi e il mio umore. Pazienza. Tanto a me, non piaceva neanche lei con i suoi trucchi e le sue bambole.
 Lily, arrivate al parco, subito si gettò su una delle altalene dondolandosi sempre più in alto e in alto. Io mi sedetti sul tappeto di foglie secche, che tanto mi ricordavano quelle che avevo fatto volare. Le muovevo con le dita non accorgendomi del bambino dietro il cespuglio e la piccola lite delle sorelle. 
A quanto pare, ci andavano spesso ma la zia non voleva che Lily si dondolasse. “la mamma ti ha detto di non farlo Lily” alzai gli occhi e vidi mia cugina che praticamente volava e con leggerezza atterrò al suolo ridendo. 
“ma non mi sono fatta niente!” mi alzai in piedi. 
“come hai fatto?” dissi. O forse lo urlai. 
Indicandola, tutte le foglie che avevo toccato si librarono di nuovo sopra le nostre teste posandosi dopo un secondo sull’altalena di Lily e, ad un soffio di vento, si sparsero lontano. 
“tu come hai fatto!?” disse lei più sbalordita di me. Ci guardavamo con gli occhi sbarrati, sua sorella quasi furiosa.
 Lily prese un fiore e mi fece vedere cos’altro sapeva fare. I petali si chiudevano e si aprivano ed era davvero buffo vederlo. Presi il fiore ma al mio tocco i petali si staccarono uno per uno formando un cerchio intorno a noi due. Non sapevamo se ridere o no.
 Petunia però sapeva benissimo cosa fare. “non è giusto. Come fate?” sembrava molto..invidiosa.
 “è ovvio no?” disse una voce alle nostre spalle. Sobbalzammo tutte e tre.
"perchè ci spii?" chiese Tunia con rabbia. 
"non vi spio! non te, comunque. tu sei una babbana." ribattè. 
Era un ragazzino strano, con i capelli scuri, abiti mal assortiti, che a Tunia stava evidentemente antipatico, specialmente dopo l'insulto sconosciuto rivoltole, perché ci ordinò subito di seguirla. Ma io e Lily non ci spostammo. 
“cosa è ovvio?” chiese Lily. Il ragazzino disse con evidente difficoltà e quasi imbarazzo per la situazione, la parola strega. E aggiunse “anche tu lo sei” rivolto a me, sinceramente convinto. 
Io lo guardavo con diffidenza, Lily offesa, Tunia arrabbiata.
 Lui cercava di spiegare che non stava mentendo. “ sì è vero, voi siete streghe e io un mago. Non c’è niente di male, anche mia mamma è una strega…”
 non riuscì neanche a finire la frase, che la risata sprezzante e fredda di Petunia lo interruppe. “ma per favore! Tu un mago! So benissimo chi sei! Sei il figlio dei piton, quelli che abitano a spinners’ end” ci spiegò.
 io non sapevo cosa pensare. Non mi importava niente di dove vivesse, solo che non volevo che un ragazzino che non conoscevo mi venisse a prendere in giro per la mia situazione…e così decisi di seguire Petunia e Lily che si allontanavano chiamandomi. 
Un ultimo sguardo indietro mi rivelò lo sguardo sconsolato del bambino. Forse non stava mentendo, pensai.
O forse sì, ed era solo un modo per parlare con lei.
Non so bene come e perché, il giorno dopo andai da sola al parco abbandonato. Avevo una mezza speranza di rivedere lo strano bambino, ma anche e soprattutto di fare altri esperimenti con le foglie. 
Mi sedetti al centro del parco, davanti le due altalene. 
“che stupida!” dissi. Io non ho proprio fatto niente. Quelle maledette foglie sono mosse solo dal vento! Scoppiai a piangere, sapendo benissimo che il motivo non erano le foglie. 
Non so quanto rimasi così rannicchiata, forse mezz’ora, forse di più, ma ad un certo punto notai un bottone nero probabilmente caduto a qualcuno. 
Lo presi. 
Non sapevo cosa farmene e lo misi tra due foglie, come a fare un panino al bottone
 Lo lasciai cadere. 
Appena lo toccai di nuovo però, era diverso. Era più molle, come gelatina! Potevo modellarne la forma! 
Lo trasformai in una V, che al contrario si poteva anche leggere L. ero soddisfatta della mia opera quando spuntò fuori di nuovo il ragazzino del giorno prima. Si stava allontanando, ma l’avevo visto.
 Lo chiamai un paio di volte e lo rincorsi finchè non si girò. 
“ehi lasciami!” disse. 
“ehi, mi stavi spiando” ribattei.
“non è vero!” mentiva e lo sapevamo entrambi. 
“forse aspettavi qualcun altro…?” arrossì. 
“non preoccuparti” cercai di rassicurarlo. “ma la prossima volta non cercare scuse come quella di ieri per parlarle…”
 “non era una scusa! È vero! E lo sai anche tu. Ho visto come hai trasformato il bottone dopo che hai …” 
“pianto?” 
“…sì” era un po’ imbarazzato. 
“non importa. Allora…raccontami delle streghe. Come faccio a sapere che non stai mentendo?” per tutta risposta un bastoncino dietro di me gli arrivò in mano.
“ti basta come prova?” 
“per ora…” ci sorridemmo a vicenda. 
Mi raccontò tante cose, la scuola dei maghi, hogwarts, il preside, le magie, i libri, le pozioni e gli incantesimi. Perfino di un ministero e una prigione dei maghi! Ero sempre più sbalordita. Ma si stava facendo tardi. 
“oh è già buio” dissi, e anche lui era un po’ preoccupato. “scusa, devo proprio andare. Domani ci rivediamo alla stessa ora? Verrà anche Lily, lo prometto.” 
“oh beh..ok” era di nuovo arrossito. 
“ok! A domani Severus.”
 “a domani Lylith” non so descrivere bene le mie emozioni mentre tornavo a casa. Un po’ certo ero preoccupata della reazione della famiglia, un po’ non vedevo l’ora di raccontare tutto a Lily. Ero interessata e sì, forse persino contenta, dopo relativamente poco tempo. Ma quel ragazzino mi piaceva, era simpatico anche se un po’ scontroso a volte, come me. 
 Da quel giorno nacque la mia amicizia con severus piton, che per me, non finì mai.  
  
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