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Autore: aliasNLH    25/03/2011    5 recensioni
Draco Lucius Malfoy è un uomo potente e crudele, disposto a tutto per far vincere il suo signore. Harry James Potter e un uomo deciso e un punto fermo per tutti coloro che credono nella sua causa, porre fine all'assurda guerra che si stava combattendo.
Sono entrambi due giovani pronti a dare la propria vita per quello in cui credono, ma saranno disposti a cedere tutto in cambio del cuore che entrambi hanno perso?
L'ho scritta parecchio tempo fa ma, quando l'ho riletta, mi sono nuovamnte innamorata dei personaggi a cui ho dato vita; nella speranza che anche voi imparerete ad amarli.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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                                   Il sonno del cuore genera mostri

 
 
 

[Ich Liebe Dich]

 
Nel silenzio della stanza, tra i singhiozzi a stento trattenuti, stavano due giovani uomini: uno moro, seduto su una lurida sedia in legno e con un braccio, il destro, legato al bracciolo; uno biondo, inginocchiato a terra, tra le gambe del moro, con il viso nascosto nel collo dell’altro e rinchiuso nell’abbraccio.
Harry Potter e Draco Malfoy stavano, immobili, ad assaporare finalmente, dopo tanto, troppo tempo, il contatto tra loro corpi, la vicinanza dei loro respiri.
Il biondo strinse istintivamente la mani attorno a quello che restava della camicia del moro e liberò finalmente tutte la lacrime, tutta la disperazione e il sollievo che lo avevano portato fino a quel momento.
«Sai calmo, va tutto bene…» gli sussurrò Harry cullandolo come un bambino «è tutto finito».
Draco rise brevemente tra i singhiozzi.
«Razza di idiota…questo dovrei dirlo io…»
Stretto nel suo abbraccio poteva quasi sentire fisicamente il peso delle preoccupazioni che lo lasciavano.
Quello che però sentì, sicuramente, fu il leggero sollevarsi delle spalle del moro e il suo petto vibrare lievemente in una risata priva di allegria.
«Se è per questo sarebbe dovuto essere il salvatore a stringere a sé il salvato tremante e in lacrime, non il contrario…»
Draco, con gli occhi ancora appannati dalle lacrime, gli tirò un leggero pugno sulla spalla.
«Stupido» affermò cercando di mettere tutta la dignità che gli era ancora rimasta (veramente poca) nonostante la voce tremante sai singhiozzi «Stupido, stupido, stupido, STUPIDO!» urlò fino a farsi male alla gola mentre tornava a stringere a sé l’indumento dell’altro stropicciandolo e strappandolo più di quanto non fosse già.
«Ora calmati…» ripeté Harry serio «è tutto finito…ora va tutto bene».
«Non è vero!» la voce spezzata di Draco tremava nuovamente, spinta da una nuova rabbia «non è finito niente, non bene un cazzo! Non finirà mai!
Harry gli afferrò entrambe le mani con la propria, allontanandolo da sé quanto bastava per poterlo fissare negl’occhi.
Gli occhi di Draco, quel grigio così profondo e particolare, con sfumature piombo all’esterno e quasi azzurri attorno alla pupilla; quanto gli erano mancati.
«Cosa, Draco? Cosa manca ancora?»
«Ma non capisci?» tornò a gridare il biondo «sono stato io! Io ho organizzato la tua cattura, io ho torturato Black, messo La Granger dov’è adesso! Mio padre ha torturato e ucciso il tuo migliore amico sotto i tuoi occhi! Come puoi starmi vicino, abbracciarmi pur sapendo tutto questo!?»
Harry lo guardò grave sfiorandogli la guancia con la punta elle dita.
Nell’angoscia e nel sollievo un pensiero stupido e del tutto fuori luogo prese vita nella mente di Draco: le dita di Potter, i suoi polpastrelli erano molto più ruvidi dell’ultima volta, non erano più morbidi, erano mani da uomo che ha combattuto in guerra; anche le sue erano così?
«Ti incolpi inutilmente» la voce di Harry lo riportò alla realtà.
«Come puoi dire questo?» lo interruppe immediatamente «ti rendi almeno conto del fatto che stai stringendo le mani dell’uomo che ha ucciso Black? Le stesse mani che hanno deciso di…»
«Sapevo che era una trappola».
«Come?» la voce di Draco risuonò più acuta di quanto non avesse voluto.
Il volto di Harry si distese in un sorriso amaro.
«Andiamo..non avrai certo pensato che …davvero credevi che sarei caduto in una trappola tanto evidente, con tanto di amici al seguito poi…»
«Scusa se non ha avuto un’idea migliore» ribatté secco Draco, colto alla sprovvista, allontanandosi istintivamente dal Harry e lasciando scivolare le proprie mani fuori dalla presa di quella di Potter.
«Quello che voglio farti capire» riprese il moro armeggiando brevemente con la cinghia che teneva ancora imprigionato il braccio sinistro «è che, anche se tu non avessi messo in atto tutto il teatrino, ci saremmo fatti trovare e catturare comunque, da te. Dovevamo farci portare qui in un modo o nell’altro, era questo il piano».
«Volevate liberare i Weasley e gli altri, capisco…» lo spirito critico e l’esperienza militare tornarono a galla, rendendogli finalmente chiaro quanto fosse stato stupido a credere così tanto nel piano che avevano messo in atto. Era comunque un colpo al suo orgoglio, nonostante tutto…
«Sì, questo è quello che Hermione e Ron sapevano…»
Draco non poté fare a mano di guardarlo stupito; c’era dell’altro?
«Dovevamo far cadere Bergen-Belsen» continuò Harry massaggiandosi il polso dolorante e alzandosi in piedi per sgranchirsi «se la fortezza fosse caduta gli Inglesi avrebbero potuto penetrare fino ai punti nevralgici della Germania» fece una pausa per guardare il giovane ancora inginocchiato a terra, a pochi passi da lui «bene, missione compiuta, Bergen-Belsen è caduta».
«Ma come avete fatto? Questo luogo è inattaccabile…» l’immagine della guardia avvelenata gli passò improvvisamente davanti agl’occhi, sembrava quasi una vita prima «un traditore» sussurrò «c’è qualcun altro dei vostri tra noi, a parte Blaise, intendo…»
Harry annuì.
«Senza il suo aiuto non ce l’avremmo mai fatta…»
«E voi vi siete fidati? Poteva essere benissimo un doppiogiochista…non…»
«Fa la spia per noi da ancora prima della guerra, riponiamo in lui la nostra piena fiducia…»
Draco rimase senza fiato; chi era? Chi poteva essere in grado di resistere per così tanto tempo…? Rabbrividì.
«Dobbiamo andarcene» aggiunse il biondo concitato preferendo lasciar cadere la questione «se è vero che sono arrivati i tuoi, sei-siete salvi, tutti! Sbrigati, vattene!»
Harry lo fissò duro e gli prese il polso con la mano, costringendolo ad alzarsi.
«No, Draco, tu te ne devi andare, io ho ancora del lavoro da fare qui…»
«Ma cosa stai dicendo!?» biascicò bruscamente «se anche solo mi faccio vedere quelli mi spareranno prima che possa anche solo mostrargli di essere disarmato. Io adesso me la svigno dalla parte opposta in cui sono entrati e tu-»
«No! Draco!» lo interruppe il modo con fermezza «tu andrai da loro» lo guadò dritto negl’occhi «ti fidi di me?» gli chiese dopo un momento.
Il biondo guardò gli occhi e distolse l sguardo sentendosi improvvisamente andare a fuoco. Come poteva chiedergli….?
«I-io non capisco…»
«E’ una domanda, ti fidi di me»?» gli ripeté stringendogli con maggiore forza il braccio, fino a fargli male.
Draco alzò nuovamente lo sguardo, tornando ad incatenare il grigio nel verde, in quel verde che un tempo era così dolce e caldo, che brillava…che guardava solo lui…
Con la vista che gli si faceva appannata ebbe a mala pena la forza di districarsi dal fiume di sensazioni che la vicinanza del moro gli provocavano, ancora, e annuì impercettibilmente.
«Sì» rispose senza fiato «sì, mi fido di te…»
«E allora va’, trova Piton e andate a liberare Zabini e Hermione, non perdere tempo» fece un’altra pausa mentre attendeva che il biondo assimilasse le sue parole «poi vattene da qui, scappa. Vai in Italia, in Inghilterra, in Francia! Non importa, basta che sia lontano da qui».
«Piton, ma…» la mente ancora intorpidita dal biondo elaborò quelle parole con esasperante lentezza.
«Sì, lui» Harry lo guardò significativo «ti puoi fidare».
Draco deglutì, quindi era Piton a…
«Draco» lo chiamò nuovamente Harry spingendolo verso l’uscita «ti, prego, ora vai…»
Draco sapeva di doversi sbrigare ma proprio non ce la faceva, c’era ancora qualcosa che lo teneva legato a quel posto. Qualcosa che aveva a che fare con le parole che, poco prima, il moro aveva pronunciato.
Voleva sapere.
«Harry…» lo chiamò titubante, puntando i piedi ad un passo della porta «s-sono passati sei anni ma..i-io…ecco…» chinò il capo in segno di resa e frustrazione. Come potevano non uscirgli le parole, deve era andato a finire tutto il suo, non coraggio, ma la sua faccia tosta, il suo sangue freddo…?
Ma una risposta, una conferma la voleva.
Come in una muta supplica, Draco che non riusciva improvvisamente a trovare le parole, allungò entrambe le braccia verso Harry che, al balbettare sconclusionato di poco prima, lo aveva lasciato libero dalla presa ferrea sul braccio e si era allontanato di qualche passo. Abbozzò alcuni respiri profondi, senza riuscire a riempire i polmoni con gli occhi spalancati mentre cercava inutilmente di ritrovare le parole di poco prima. In fondo chiedeva solo una conferma, era troppo?
Vide Harry rilasciare lentamente una boccata d’aria mentre, titubante, intrecciava le proprie mani con quelle di lui.
«Draco…» un altro sussurro.
Draco perse nuovamente il filo del discorso quando, con un gesto che poteva sembrare disperato da quanto era stato compiuto con forza e velocità, Harry cercò di avvicinarlo a sé il più possibile, come poco prima ma allo stesso tempo diversamente da prima. Gli cinse le spalle con il braccio destro costringendolo in una morsa scomoda e senza possibilità di sfuggirgli. Cercò a propria volta di rispondere a quell’abbraccio ma, non appena riuscì a circondargli il collo con un braccio, il moro fece lo stesso costringendolo nuovamente in una posizione scomoda che prevedeva parecchi arti piagati innaturalmente e corpi che cercavano un contatto sempre più stretto, neanche volessero fondersi insieme.
«Draco…» sussurrò nuovamente ad un niente dal suo orecchio, facendolo rabbrividire «Draco…»
In quel momento ricominciò a piangere sul serio; il viso affondato nella spalla del moro e il suo mento sulla propria testa, nascosto tra i capelli lisci che gli erano scivolati fuori dalla perfetta acconciatura. Poteva sentire distintamente la proprie lacrime scivolare fino alla camicia lisa su cui era appoggiato e i fremiti che la pelle sottostante gli tramandava attraverso il respiro di Harry. Sentiva nuovamente Harry, si trovò a pensare lucidamente, lo sentiva veramente di nuovo su di sé.
Probabilmente fu quella consapevolezza che lo costrinse a sollevare di poco il viso e poggiare le proprie labbra sulla guancia del giovane che lo stringeva ancora possessivamente a sé. Poteva sentire di nuovo la corta barba ispida nel moro. Poteva sentire la lacrime che anche lui aveva cominciato a versare.
Sentì nuovamente il suo profumo, quello indelebile della pelle, ma non fece in tempo a pensare o fare altro perché il moro, sbloccandosi improvvisamente dall’immobilità e dai modi impacciati, quasi costretti, di quando lo aveva abbracciato, lo afferrò per la nuca e premette le labbra sulle sue.
Draco, colto alla sprovvista, non riuscì a far altro se non cedere immediatamente a quel tocco che gli era mancato così tanto e chiudere gli occhi al rivivere quelle emozioni che non aveva mai dimenticato. Mosse a propria volta le labbra su quelle del compagno e le socchiuse in un’altra muta richiesta, questa volta immediatamente recepita perché, con un gemito che di doloroso non aveva proprio nulla, Harry si spinse maggiormente contro di lui costringendolo contro il muro e cominciando a farsi mordere e leccare da quelle maledette labbra.
Costretto ad allontanarsi per riprendere fiato, Draco, socchiuse gli occhi specchiandosi in quelli languidi ed eccitati dell’altro, liberi da ogni maschera o durezza, in tutto e per tutto come quelli che aveva lasciato anni prima. Gli occhi del suo Harry. Sorrise tra i respiri ansimanti.
«Harry…»
«Sì» gli rispose ansimando altrettanto pesantemente il moro, lasciandogli una morbida scia ti baci sul mento e sul viso «sì, ti amo, ti amo ancora, non ti ho mai dimenticato…» il biondo mugolò qualcosa di incomprensibile mentre sentiva la lingua del moro scivolare lungo il proprio collo.
Quello era il suo Harry.
Il moro premette quasi con dolcezza sul corpo dell’altro prima di allontanarsi di poco, come se avesse preso una decisione.
«Devi andartene» improvvisamente era tornata la voce ferma, da uomo, quella che Harry aveva messo su in sei anni di lontananza. La voce del soldato. Il moro si staccò del tutto da lui, pur continuando a mantenere lo sguardo dolce che aveva riscoperto «qui sei in pericolo» aggiunse «scappa, trova Piton, libera i tuoi amici e scappa. Non importa dove, io ti troverò. Sempre» calcò sull’ultima parola come una promessa.
Draco non ebbe nemmeno la forza di rispondergli o opporsi, non quando lui lo guardava con quegl’occhi. L’avrebbe ritrovato. Niente da aggiungere.
Intontito, sia dalle sensazioni che aveva provato fino a quel momento che dal repentino cambiamento di atteggiamento, Draco barcollò verso la porta, varcandola e raggiungendo le scale. Solo in quel momento ebbe forza e lucidità sufficienti per voltarsi indietro.
Doveva farlo; lo doveva a lui.
L’ultima visione che ebbe di Harry Potter, tra il rombo dell’esercito in marcia e il tremare della terra, fu quella di un uomo, forse un ragazzo, che lo fissava negl’occhi con un saluto nelle profonde iridi verdi e una promessa che aleggiava ancora sulle labbra gonfie di baci.
Un uomo pronto a combattere quella che sarebbe dovuta essere l’ultima guerra della sua vita.
«Ti amo…Harry».
 
 
 
….
?
….
 
 
Bene…qualcuno ah qualcosa da dire? No, perché io mi ritirerei in un angolino, indecisa se aspettare critiche o assalti di gioia (credo di aver esaudito il desiderio di qualcuno…credo…)
Beh, se non altro si sono baciati *aria innocente*
Questa è una bella notizia, no?
Speri di sì perché ora ce n’è un’altra che potrebbe essere pessima, specie per qualcuno (o almeno spero): questo è il penultimo capitolo…
 
 
E credo che ora vi lacerò riflettere da soli per scappare lontano. Avete tutti presente l’orario per le rimostranze no? Non è cambiato. Bene.
P.s   buone recensioni  :)
 
 
 
NLH
 

  
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