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Autore: PattyOnTheRollercoaster    26/03/2011    2 recensioni
“Amore al Primo Sguardo. E questi cosa sono?”, domandai prendendo in mano una scatola di dolci molto elegante.
“Sono cioccolatini stregati. Per fare scherzi, sai? Chiunque li mangi s’innamora della prima persona che vede”, disse Fred prendendo in mano uno dei pacchetti.
“E funziona davvero? Ingegnoso”, disse Ginny sorridendo.
“Si, ogni singolo cioccolatino è stregato. L’effetto può durare anche un mese, dipende dal peso del ragazzo, e se sono un po’ stagionati è meglio.”
“Forte!”, disse Ginny ridendo. “A chi ne manderesti uno?”, chiese a George.
Lui ci pensò un po’. “Non saprei. Forse a Ron, tanto per dargli fastidio. O alla Parkinson”, disse lui con un ghigno.

E invece l’avevano mandato a Malfoy.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo nove
Gli amici





Draco
Le accarezzai i capelli ricci e morbidi, affondando le mani in quell’intruglio disordinato. Hermione stava appoggiata al mio petto e vi disegnava ghirigori con la punta del dito. Sentivo il suo profumo impregnare la stanza, il materasso, le lenzuola. Persino me. E pensavo, con molta poeticità potrei aggiungere, che anche il mio odore impregnasse lei.
Hermione si tirò su e si appoggiò con il busto al mio petto, mentre io le accarezzavo la schiena. Sorrisi e le diedi un bacio sulle labbra. Sentivo la sua pelle calda a contatto con la mia e ripensai a cosa era accaduto poco prima.
Musica*.
Hermione sorrise e disse: “Almeno, prima abbiamo finito il tema.”
La guardai un secondo sbalordito, poi scoppiai a ridere. “Ma che dici?”, esclamai. “Che scema!”
Hermione rise e si distese al mio fianco. “Voglio dire che adesso, almeno, non abbiamo più niente da fare.”
“Ah, ho capito”, ghignai voltandomi e facendola scivolare sotto di me: “Vuoi il bis.”
Hermione ridacchiò e disse: “Magari…”
“Ah, come mi piaci!”, dissi abbracciandola.

Hermione
I seguenti giorni trascorsero tutti più o meno allo stesso modo finché non iniziò la scuola. Dovetti ammettere che i corridoi vuoti e silenziosi mi mancavano perché fu strano, dopo tanta calma, sentire di nuovo il brusio costante della Sala Grande, le grida e le risate ogni mattina. Quando vidi Ron ed Harry gli corsi incontro e li abbraccai entrambi. “Ciao!”, esclamai. “Come avete passato il Natale? Oh, Ron! Lo sai che ho incontrato tuo fratello a Capodanno? Avete fatto i compiti di Natale? Guardate che quest’anno abbiamo i M.A.G.O., purtroppo non ho fatto in tempo a ripassare tutti gli incantesimi inventanti da Oss il Solitario, ma in compenso ho già scritto il tema per Aritmanzia, più lungo di sette centimetri di quanto aveva detto la professoressa Vector!”, lo dissi quasi tutto d’un fiato e loro rimasero a guardarmi, forse un po’ impauriti.
“Abbiamo passato un buon Natale”, disse infine Ron con voce flebile.
“Quindi non avete fatto i compiti! Ron, ti ho regalato apposta la Penna-Termina-Compiti perché li facessi!”, esclamai. “Ho parlato con la professoressa McGranitt, e lei mi ha detto…!”, cominciai, ma venni interrotta da Ron che sbuffò divertito e agitò una mano.
“Andiamo Hermione, rilassati! Siamo a Gennaio, mancano ancora mesi agli esami. E poi ce la siamo sempre cavata, no?”
“Si, ma…”, cercai di protestare ma Harry cercò di sviare il discorso.
“Ma sì lascia stare. Piuttosto, che hai fatto tu a Natale?”
“Niente… non c’era quasi nessuno a scuola. Ho fatto i compiti, a differenza di qualcuno, e poi…”, e poi mi sono fidanzata con Draco Malfoy, pensai, ma questo è irrilevante no? Mi era venuto in mente solo in quel momento che avrei dovuto dire a Harry e Ron come stavano le cose… Soprattutto a Ronald. Ma non sapevo nemmeno da dove iniziare il discorso. Per fortuna, si fa per dire, mi venne in aiuto Draco. In quel momento lo vidi dall’altra parte del corridoio e ci scambiammo uno sguardo. Lui ci vide e ci venne incontro sorridendo. Harry e Ron stavano un po’ all’erta, pensando sicuramente che avesse qualcosa di stupido da dire. Ma sapevano anche che adesso io e lui eravamo amici, quindi non sapevano come comportarsi. Era gentile da parte loro tentare di essere cordiali.
Avvicinandosi, Draco ghignò. “Allora Weasley? Qualche parente ti ha regalato un galeone?”, domandò. Mi portai una mano agli occhi, disperata: era una partita persa in partenza. Ron non rispose ma le orecchie gli si tinsero di rosso, così Draco continuò. “No, okay, scusate…”, fece uno strano sorriso e scosse leggermente la testa, “Come va?”.
A quel punto Ron sembrava aver perso l’uso della parola, mentre Harry si riprese e chiese con cautela, osservandolo sospettoso: “Bene… e tu?”
“Bene, nemmeno a chiederlo, no?”, chiese Draco ghignando.
“A Malfoy va sempre tutto bene”, mormorò Harry con un vago sorriso.
“Ovviamente”, disse Draco stringendosi nelle spalle. “Be’… ci vediamo allora”, Draco si voltò e se ne andò.
Gli fui grata per quello. Di solito mi salutava con un bacio, probabilmente aveva deciso di non risultare odioso a Ron. Sembrava che si stesse sforzando di essere gentile. Era stato carino da parte sua cercare di non litigare con i miei amici. A dir la verità ero stupita della sobrietà con cui si erano comportate le parti.
Quando Draco fu andato via Harry mi guardò a metà fra lo sbalordito e il divertito. “Che cosa gli hai fatto?”, chiese con un sorriso bonario.
Mi strinsi nelle spalle. “Io? Niente! La verità è che lui è sempre così, ma non lo da mai a vedere. Lo sai che leggiamo gli stessi libri?”
“Ah, quindi questo lo scagiona da tutte le accuse”, disse Harry rivolto a Ron con un mezzo sorriso avviandosi verso la Sala Comune.
“Ma come fate?”, chiese Ron, il cui mutismo era svanito.
“A fare che?”
“A leggere tutti quei libri, io non avrei mai tempo.”
“Non hai voglia, vorrai dire”, lo stuzzicai.
Ron agitò una mano come a dire ‘sciocchezze’. “Preferisco fare altro, tutto qui.”
La Sala Comune era tornata ad essere piena come al solito e, dopo che Harry e Ron ebbero disfatto i bauli e controllato di avere tutto, scesero in Sala Comune assieme agli altri. Si erano riformati i soliti gruppi, e tutti parlavano delle loro vacanze Natalizie. La mia idea era di parlare con loro delle mie  vacanze il più presto possibile, o meglio: di parlare con loro di me e Draco. Speravo proprio che non facessero una sceneggiata. Ma poi, a loro, che gliene importa? Mica devo chiedere il permesso a loro. Avrei parlato prima con Ron, dicendogli che dopo aver letto la sua lettera avevo capito che non eravamo più fatti per stare assieme. Non volevo dirgli però che era da prima della nostra separazione che non lo amavo più… almeno nel vero senso della parola. Avrei scelto le parole con cura, non volevo che si arrabbiasse o che diventasse triste. Quando Ron ed Harry scesero io ero seduta a leggere sulla poltrona davanti al fuoco, così mi raggiunsero e sedettero. Ron stava dicendo qualcosa a proposito di un giocatore di Quiddich che aveva cambiato squadra, poi si rivolse a me. “Ah, Hermione!”
“Hm?”, chiesi senza alzare gli occhi dal libro.
“Fred mi ha detto che ti ha vista assieme a Malfoy a Capodanno.”
“E’ giusto.”
“Mi ha detto che andavate molto d’accordo.”
“Si.”
“Hermione…”
Lo esortai a continuare. “Si?”
“…ma lui, ti piace?”
Alzai gli occhi dal libro. “Ma come sei delicato Ron.”
“Allora?”
Vidi Harry stare in silenzio a guardare, ad un tratto accennò al fatto che aveva lasciato la porta del bagno aperta, o qualche scemenza del genere. Si alzò e fuggì, lasciando me e Ron faccia a faccia. La Sala Grande non era molto piena, c’erano solo pochi studenti del sesto e del settimo anno.
Rimasi in silenzio per un po’, meditando sulle parole delicate che avrei dovuto usare ma che, ovviamente, non mi venivano alle labbra. “Ron… dì la verità. Noi non ci rimetteremo più assieme vero?”, chiesi con tanta sincerità che sembravo Luna.
Le orecchie di Ron divennero rosse di colpo. Mi piaceva quando succedeva, invece Ron lo odiava. “Io… veramente… non ne avevo l’intenzione. E’ solo che negli ultimi mesi sono cambiate tante cose”, disse frettolosamente.
“Però”, cominciai dubbiosa, “possiamo sempre essere amici, no?” Pregai, in attesa della risposta.
Ron sorrise. “Ma certo!”
Sorrisi anch’io. “E ti sforzerai di essere amico di Draco?”, chiesi.
“Ah! Quindi ho ragione, lui ti piace!”, disse trionfante.
“Stiamo assieme”, dissi velocemente tornando al mio libro.
Il volto di Ron si contrasse in una smorfia di stupore e, forse, disappunto. Forse l’avrebbe fatto arrabbiare scoprire che appena ci eravamo lasciati mi ero subito messa con un altro ragazzo, come se lui non avesse lasciato traccia nella mia vita. Ma non era così, affatto: stare con Ron era stato bellissimo, ma da qualche mese a questa parte eravamo diventati più amici che altro.
“Da quanto?”, domandò Ronald corrugando le sopracciglia.
“Circa una settimana”, dissi annuendo. Ron rimase ancora un po’ basito, poi scoppiò a ridere.
Alla fine ero felice che non si fosse arrabbiato. Ron era un ragazzo ragionevole -la maggior parte delle volte- anche se da alcuni suoi comportamenti non sembrava così. Non c’era motivo di arrabbiarsi in fondo: eravamo stati fidanzati, ci eravamo lasciati perché non ci amavamo più, e adesso stavo con un altro.
Si, Ron era un ottimo amico di cui non avrei mai potuto fare a meno.

Draco
Blaise si avvicinò a me  con tale velocità che pensai avesse dei pattini a rotelle ai piedi. Quando me lo ritrovai davanti ero comodamente steso sul divano. “Scappa”, mi disse soltanto. Lo guardai confuso per qualche secondo, poi sentii una specie di urlo, o peggio un rantolo come di un maiale sgozzato, proveniente dal dormitorio femminile del settimo anno. Mi alzai a sedere di scatto. I piedi di Pansy, calzati in quelle che parevano scomodissime scarpe, apparvero sulle scale. Poco dopo apparve l’intera Pansy che, a passo di marcia, si dirigeva verso di me. Mi feci piccolo piccolo sul divano. Certo, scappare sarebbe stata una prospettiva allettante, ma io e Pansy eravamo compagni di Casa non avrei potuto evitarla per molto tempo, così mi preparai alla sua ira.
“Draco”, disse Pansy con rabbia malcelata, “è vero quel che vanno a dire in giro di te?”
“Dipende da cosa ti hanno detto”, dissi io cercando di prendere tempo. Non volevo morire giovane, voi dovete capirmi!
“Tu e la Granger state assieme?”, chiese lei con voce bassa e sibilante di rabbia.
“Oh, quello!”, esclamai io cercando di assumere un tono di stupore. “Si”, dissi poi seccamente.
Pansy divenne rossa come un pomodoro, strinse i pugni e fece un verso di rabbia. “Ma…”, tentò di dire, “Io…!”
Non potevo credere di essermela cavata con così poco. “Si?”, le chiesi, cercando di incoraggiarla al dialogo.
Pansy fece un verso di frustrazione, sbatté un tacco sul pavimento e si gettò in avanti, probabilmente per picchiarmi, ma io mi spostai e corsi di sopra fino al dormitorio maschile, fra l’ilarità dell’intera casa. Mi chiusi la porta alle spalle, ma ad un tratto sentii dei passi sul pianerottolo e qualcuno tentò di aprire la porta, ma afferrai la maniglia a cercai di tenerla chiusa. “Draco! Apri la porta! Dobbiamo parlare!”, urlava Pansy mentre picchiava il pugno sul battente. Terrorizzato feci più forza, chiedendomi fin quando avrebbe resistito.
Speravo, nel frattempo, che Hermione se la cavasse meglio di me con i suoi amici. Ma che razza di amici sono se mi saltano addosso in quel modo? Certo Blaise non aveva fatto niente, mi aveva solo fatto gli auguri, e Theo aveva fatto qualcosa come un cenno di congratulazioni. Era per questo che erano miei amici, soprattutto Blaise. Lui era sempre pronto a dare consigli, ma non cercava di farmi cambiare idea. Anche per le cose più stupide che facevo, si limitava ad esprimere la sua opinione e consigliarmi, non mi forzava a fare nulla anche perché sapeva che inutile insistere con me: sono una testa dura e per capire le cose devo sbattere addosso alla realtà. Blaise sì che era un buon amico. Invece Pansy non era per nulla buona come ragazza occasionale.


pspfcp09










Buondì.
Allora... hmmm, non so. Questo capitolo non mi convince pienamente, è per questo che è venuto un po' corto rispetto ad altri: non riuscivo proprio a mandarlo avanti. Insomma, nooon so, è la fine forse, ha qualcosa che non quadra. Mah... i misteri dello scrivere.

Comunque, la nota:
* Questo 'musica' inserito così a capo, da solo, non è farina del mio sacco u_u l'idea mi è venuta da un libro di Alessandro Baricco, City. E' una lettura molto bella e divertente, e se qualcuno di voi non sa cosa leggere ve la consiglio, è davvero un libro molto carino ^^

Comunque, vi prometto che il prossimo capitolo non sarà tanto disastroso! XD Intanto ringrazio i fedeli recensori (*_* siete sempre gentilissimi e le vostre impressioni e i suggerimenti sono sempre bene accetti), e tutti coloro che hanno inserito questa storia fra Preferite/Seguite/Ricordate, mamma mia siete tantissimi, grazie, grazie mille! ^^
Al prossimo capitolo,
Patrizia
   
 
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