CAPITOLO 1: She,
an annoying sun.
« Uffa mamma!
Perché non mi svegli mai in tempo? »
gridò
Sana, così forte che Maro Maro corse a nascondersi.
« Lo sai benissimo il
perché. » fu la calma risposta della
madre, ormai abituate a quel teatrino mattutino.
« Anche se non so
perché ci tengo tanto ad arrivare in
orario … per quel che serve andare a scuola! » la
ragazza si fermò un attimo, e
addentò il pane con un insolita violenza.
« Tutta colpa di quel
gruppo di deficienti, poi! » aggiunse
con rabbia.
« Basta, mi è
passata la fame! Rei, vero che mi porti in
auto? »
Rei sospirò. Nonostante
conoscesse da anni quella ragazzina,
non riusciva proprio ad abituarsi al suo carattere irruente.
Mezz’ora dopo. Le penne
volavano. I banchi erano impilati.
Akito, seduto in cima, osservava la classe come fosse il suo regno. Mi auguro che caschi a ti rompa una gamba,
criminale.
« Sanaaaaa! Meno male che
sei arrivata! »
Come se
potessi fare
qualcosa.
« Hey ragazze, volete
piangere anche voi? » chiese uno dei
maschi, sghignazzando il faccia alla giovane insegnante che piangeva
con la
testa fra le mani.
« H-a-y-a-m-a! »
sana si incamminò a passo veloce verso di
lui, riuscendo miracolosamente a schivare tutti gli oggetti messi
malamente per
terra. Il ragazzo si limitò ad aumentare il volume
dell’I-pod.
« Hayama! Parlo con te!
Potresti darmi retta? »
Uffa, ecco
che ricomincia
con la lagna. Pensò, sforzandosi di non abbassare
lo sguardo.
« Hayama …
perché lo fai? » il tono era calmo, ma non
sottomesso.
Il ragazzo non potè fare a
meno di sentirsi sorpreso; quella
ragazza lo spiazzava spesso, lei, lei sola.
« Allora? »
Finalmente capì cosa gli
ricordava quel modo di parlare: era
lo stesso che usavano gli stessi per addomesticare le bestie feroci.
Akito
rise, una risata triste … dunque, anche lei aveva capito
cos’era. Qualcuno
strappò d’improvviso una tenda dalla finestra, e un raggi di sole
lo colpì dritto in faccia, infastidendolo.
Ecco, lei causava lo stesso identico effetto.