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Autore: JoAngel    27/03/2011    0 recensioni
Un patto fatto anni ed anni prima cambierà la vita della giovane Jo in un vero e proprio Inferno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2

 

16 anni prima

 

“Dai vieni a giocare Matt! Dai Matt! Matt!” ripeteva Jo in continuazione ma il fratello non l' ascoltava.

“Non ho voglia di venire a giocare con le tue stupide bambole.” le disse Matt sbuffando mentre voltava la pagina del giornaletto. Lui era sdraiato sul letto muovendo su e giù le gambe e guardava con la coda dell’occhio Jo agitarsi lì vicino.

Lei sbuffò delusa e se ne andò in cameretta sua. Si sedette sul pavimento e cominciò a giocare con le bambole di pezza.

Rose camminava per la stanza aspettando notizie dall’ospedale. Si mordeva le unghie nervosa e guardava l’ora che sembrava non passare mai.

Uno squillo, all’improvviso. Rose prese subito il telefono e accettò la chiamata.

“P -pronto?” disse con voce tremolante. Era finalmente l’ospedale, Robert stava molto male dopo l’accoltellata ricevuta la sera prima.

Rose annuì singhiozzando per la notizia ricevuta e riattaccò la chiamata. Andò poi dai bambini.

“Piccoli ...” disse con voce bassa non sapendo come dirlo. “Papà è peggiorato e dobbiamo andare all’ospedale.” aggiunse poi tirando su con il naso.

Loro smisero di giocare e di leggere e guardarono la mamma. Matt la abbracciò e Jo stette lì a guardarli, senza far nulla. Rose piangeva insieme a suo fratello e lei non faceva nulla. Il padre stava male, ma lei niente. Fece solo un sospiro e tornò a giocare.

Matt la guardò male. “Jo papà sta male e tu non fai nulla?” le chiese stupito.

“Lasciala stare Matt, è ancora piccola, non capisce ancora. E' stupida.” rispose per lei la madre accarezzando i capelli del figlio.

Jo a quelle parole si alzò offesa e andò in soffitta, per stare da sola, in pace, senza nessuno che le dicesse che era stupida.

“Jo! Vieni qui dai! Mamma non voleva dire quello che pensi! Si è espress …” iniziò a dire salendo la scaletta di legno che portava alla soffitta ma si bloccò vedendo Jo piangere in un angolino. Lui sospirò e le andò vicino.

“Piccola, vedrai che papà starà meglio e tornerà a casa come sempre, come ogni sera, portandoci a te un peluche e a me un altro giornalino, ceneremo insieme a lui e alla mamma e poi, prima di andare a dormire, ci leggerà la tua storia preferita. Vedrai, sarà così Jo …” la rincuorò Matt accarezzandole i capelli raccolti i due semplici codine.

Jo si asciugò i lacrimoni guardando il fratello essere stranamente dolce con lei.

Matt le sorrise come non aveva mai fatto prima e le accarezzò una guancia. “Tu sei più forte di me Jo, lo sei sempre stata. Per questo non piangi ad una notizia  genere. Vorrei essere come te sorellina delle volte.” confessò Matt tutto di un fiato guardando fuori dalla piccola finestrella.

Lei accennò un sorriso e gli tirò la manica della maglietta. “Mamma ora è da sola in salotto triste?” chiese tirando su con il naso cercando l’attenzione del fratello.

“Si, e ha bisogno di noi ora.” rispose lui portando lo sguardo sulla sorellina e annuendo.

Jo prese Matt per mano e andò vicino alla scaletta. “Andiamo da lei.” gli disse guardandolo dal basso della sua altezza. Lui annuì e scese per primo, poi toccò a lei e arrivata alla fine della scaletta, Matt la prese dai fianchi e la poggiò a terra. Jo corse dalla mamma e la abbracciò subito, Rose accennò un sorriso e accarezzò i capelli alla bambina.

Qualche ora dopo si ritrovarono in macchina sulla statale, in coda per andare all’ospedale.

Rose aveva i nervi a fior di pelle e i bambini litigavano su cosa leggere per primo.

“Leggiamo questo!” diceva Jo. “No questo è meglio!” ammetteva Matt. “Quello è brutto, mi fa paura.”.

I due continuavano a litigare futilmente e Rose non c’è la faceva più.

La strada era bagnata per colpa del temporale di poche ore prima, era tarda sera e il buio dominava il cielo ormai.

“Basta voi due ora!” tuonò Rose voltandosi verso i due, distogliendo lo sguardo dalla strada. Mollò il volante e si voltò verso i ragazzi per fermarli.

“Mamma!” esclama Matt prima che si sentisse un botto e la macchina si accartocciò come una lattina.

Si sentiva il rumore assordante dal clacson suonare in continuazione, Rose era appoggiata con la testa al volante che perdeva sangue dalla fronte. Matt era svenuto dopo il colpo preso ed era accasciato sul sedile. Jo era l’unica cosciente. Si guardò intorno non capendo cosa fosse successo. Aprì con tutta la forza che aveva nel suo esile corpicino la portiera ed uscì dal rottame dell’auto. Iniziò di nuovo a piovere.

Camminò fino alla strada, era sporca di sangue su tutto il vestitino.

 La macchina era sbandata ed era finita sul guard rail. Un auto si fermò vedendo questa bambina di appena dieci anni, camminare senza meta facendosi quasi investire.

“Oddio … ” esclamò  la donna scendendo dalla macchina e vedendo il disastro. Chiamò immediatamente un ambulanza.

Dopo qualche minuto arrivarono i soccorsi. Un paramedico prese Jo imbraccio e la mise sull’ambulanza dopo che gli altri aiutanti tolsero Matt e Rose dai rottami e aver messo il primo su una brandina. Fecero salire Rose sull’ambulanza dopo aver posizionato la brandina dentro alla macchina.

Rose era in stato confusionale e Jo la osservava senza dir nulla, poi si voltò e si vide riflessa nel finestrino: non aveva nessun graffio né sul viso né su altre parti del corpo.

Dopo qualche minuto di coda arrivarono all’ospedale più vicino, portarono immediatamente Matt in sala operatoria. La piccola aspettò in sala d’attesa aspettando che pure la mamma si riprendesse dalla botta. Stava seduta su una sedia della stanza e osservava le altre persone senza dir parola.

Rose si riprese e sapendo la notizia che il figlio più grande fosse sotto i ferri le spezzò il cuore ed iniziò a piangere disperata. L’infermiere cercò di rincuorarla inutilmente, soprattutto dopo la notizia della morte di Matt.

“Noooo!!!” urlò Rose con il cuore in gola continuando a piangere, Jo guardava la mamma piangere e non ne capiva il motivo.

“Piccola stai bene tu?” chiese un’ infermiera con tono gentile accarezzando i capelli alla bambina.

Lei annuì continuando a guardare la madre.


I giorni seguenti furono i più difficili: Rose stava malissimo, per non dire da schifo, e Jo sentiva la mancanza del fratello.

La piccola si avvicinò alla madre, che stava sdraiata sul divano e guardare la tv con in mano una bottiglia di vodka forte.

“Mamma dov’è Matt?” chiese Jo cercando lo sguardo della madre.

“E’ partito.” rispose semplicemente lei bevendo un sorso dalla bottiglia.

“Partito per dove? E quando torna?” continuò a chiedere abbracciando l’orsacchiotto.

“Per un luogo … Per un luogo migliore, e non torna …” rispose ancora la mamma asciugandosi le lacrime.

Jo non disse più nulla e tornò davanti alla finestra: fuori continuava a piovere, lei odiava la pioggia.

 

  
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