-memy881
-Marty483
-sere_96
-Lucy Nixon
-UuhDaphne
-LoveLeonScottKennedy___
Perdonatemi ma sono di fretta >.<
Buona lettura
Fumava una sigaretta seduto a una panchina , grandi occhiali da sole gli mascheravano metà viso e il cappuccio alzato della felpa nascondeva i cornrow neri.
I suoi profondi occhi nocciola vegliavano costantemente sulle bambine , impegnate a divertirsi con i giochi di quel parco trovato per caso in una periferia di Los Angeles. In realtà pareva più una zona turistica.
L’ambiente era tranquillo grazie all’orario , vi erano pochi bambini e i genitori che , fortunatamente , non riuscivano a riconoscerlo. Di ragazze , di fan , di giornalisti o paparazzi non vi era ombra.
Meglio , non era in vena di adempiere ai suoi compiti da star.
Annabelle spinse la sorellina e nel momento in cui questa corse verso di lui , aveva terminato la sigaretta e buttato la cicca ai piedi della panchina.
Si incurvò leggermente verso la bambina , curioso di sapere perché il suo bel visetto paffuto fosse imbronciato e rigato dalle lacrime.
-Papi!- lo chiamò e il ragazzo sospirò a quel nome. –Annabelle ha detto che io sono brutta e lei più bella di me!-
-Sul serio?- Tom abbozzò un sorriso e portò lo sguardo sulla più grande che si avvicinava impettita e snob a loro. –Anna , ti ritieni più bella di tua sorella?-
-Certo che lo sono- rispose secca lei , incrociando le braccia al petto.
-No non lo sei! Siamo belle entrambi!- ribadì la più piccola , sbattendo un piedino sulle mattonelle.
Lo zio scosse la testa , divertito.
Quanto potevano essere uguali quelle due gemelle a lui e a suo fratello? L’esatte fotocopie. Non si sarebbe meravigliato se , un giorno , diventate più grandi , le avesse viste una con vestiti larghi e l’altra con.. un look alquanto eccentrico.
E non era neanche difficile immagine chi sarebbe stata una e chi l’altra. Annabelle era così simile a lui : stessa arroganza , superiorità e modestia.
Isabelle… bèh , lei rispecchiava in tutto suo fratello. Ma loro erano delle bambine , non dovevano litigare. In particolar modo Annabelle…
Insomma lui era diventato un sexgott ma era pur sempre un maschio. Lei invece era una femmina e il puttaniere al femminile è…
Scosse il viso lentamente. Non era ne il momento ne il luogo per cedere a tali timori.
Perché si sentiva così protettivo nei confronti di quelle bambine? Certo , erano le sue piccole nipotine , avrebbe dato qualsiasi cosa pur di renderle felici. Avrebbe perfino rinunciato alla musica.
Le sentiva bisticciare e allora decise di togliersi i ray-ban , prendendo la mano di Annabelle e incrociando il suo stesso sguardo nocciola.
-Anna , ascolta , non puoi essere più bella di tua sorella-
-Perché no?- rimbeccò contrariata.
-Perché- rise sommessamente –Siete gemelle , insomma… siete uguali-
-Hai sentito?- Bells incrociò le braccia al petto , risoluta.
-Ma io voglio essere più bella- mormorò l’altra imbronciata.
-Perché?- le accarezzò piano il visetto –Sei bellissima e anche tua sorella lo è , devi sentirti orgogliosa di avere una gemella , sai.. non tutti ricevono questo regalo bellissimo-
A quelle parole Annabelle sembrò sciogliersi e guardò la gemellina , offesa e triste , accusando i suoi piccoli e infantili sensi di colpa.
-Non dovete litigare per queste cose- guardò Isabelle , poggiando una mano sulla sua spalla e avvicinandola delicatamente alla sorella. –Siete.. un unico individuo- sospirò –Non potete litigare-
La più grande abbozzò un sorriso mesto , guardò Isabelle e istintivamente si abbracciarono.
Tom aveva ragione e le bambine , per quanto piccole potevano essere , lo sapevano.
-Grazie papi- mormorò Bells , guardandolo e sciogliendosi dall’abbraccio.
-Ehi , vieni qui- Tom la fece delicatamente sedere sulle sue gambe. Era arrivato il momento di parlarle. –Bells non puoi più chiamarmi papi- mormorò.
-Perché?-
-Perché io sono tuo zio e il papà è tornato- increspò le labbra in un sorriso dolce. –Come si sentirebbe il tuo vero papà se ti sentisse chiamarmi papi?-
-Non bene- abbassò la testolina.
-Ma , ehi- le alzò piano il mento –Continuerai ad essere la mia piccola principessa-
-Sul serio?-
-E io?- Annabelle gli posò le manine sulle ginocchia , guardandolo con grandi occhi da cucciolo.
-Certo- con la mano libera le accarezzò piano i capelli –Voi sarete per sempre le mie piccole principesse-
Le bambine sorrisero , contente.
-Ora è meglio tornare a casa- disse , alzandosi dalla panchina e continuando a tenere Isabelle tra le braccia.
-No pap.. zio- la bambina si morse piano il labbro inferiore –Vogliamo continuare a stare con te-
-Si- la più grande batté entusiasta le manine –Continuiamo a passeggiare-
-Umh.. – le guardò –Volete visitare il nostro studio di registrazione?-
-Si!- esultarono entrambe.
-Va bene , allora- rise.
Era aperta.
La porta dello studio di registrazione dei Tokio Hotel era aperta.
Possibile?
Solo i membri della band e lo staff erano in possesso delle chiavi.
Entrò con circospezione.
Georg e Gustav erano ad Amburgo , no? E allora chi…
-Tom!- Bill sbucò da una delle tante stanze , sorridente e , come sempre , le bambine gli corsero incontro.
-Bill?- Tom trasalì , portandosi una mano all’altezza del cuore –Cristo , mi hai fatto preoccupare-
-E perché?- rise , portando poi l’attenzione sulle bambine –E voi cosa ci fate qui?-
-Lo zio ci ha portate- rispose la più grande.
-Ma voi due non potete stare- assunse un’aria seria –Non siete certo membri della band- annuì in tono autoritario.
-No non è vero- si impettì Annabelle.
-Possiamo diventarlo- propose la sorellina.
-Umh.. cosa sapete suonare?-
-Il triangolo!- risposero ridendo entrambe. -Okey! Allora siete dentro- rise anche lui , lasciandole allontanare. Conoscevano lo studio di Los Angeles , come anche quello di Amburgo.. d’altronde erano le figlie del cantante!
Tom sorrise divertito , aveva assistito a quello scambio di battute così tante volte. In realtà l’artefice di quella piccola commedia era stato Georg , quando erano ancora molto piccole ma già in grado di parlare.
-Cosa ci fai qui?- domandò rivolto al fratello.
Scrollò le spalle –Sai quando mi vengono i soliti attacchi d’arte- sorrise. –Tu invece?-
-Le bambine non volevano tornare- rispose semplicemente –Non sapevo dove andare- ammise.
-E hai cercato riparo nella musica- sorrise il moro , avvicinandosi. –Mi sei mancato Tommi-
-Lo so , manco a tutti- si atteggiò. –Evi?-
-Da Grace- roteò gli occhi.
-Da… Grace? Pensavo si fosse trasferita-
-E invece no- sospirò –Ora staranno spettegolando , che strazio-
-Hai cercato anche tu riparo nella musica?- rise.
-Sempre meglio che sentirle parlare senza sosta-
-Papi!- alla chiamata di Isabelle entrambi i gemelli la guardarono.
Era nel mezzo del corridoio , con il microfono in mano. –Zio , papi , io e Anna vogliamo suonare!-
-Ma si , perché no- sorrise il vocalist , guardando il fratello –Devo recuperare , conoscendo David starà già organizzando il tour di ri-lancio- rise.
-Già- sorrise divertito , seguendo poi la bambina nella sala adibita alle prove. Vi erano quattro sgabelli , su ciascuno giacevano grandi cuffie collegate a quattro microfoni a forma circolare.
Annabelle era su uno degli sgabelli , tra le braccia la gibson nera , la preferita di Tom che andò a sedersi accanto alla bambina.
-Zio , la tua chitarra è li- la bambina gli indicò un’altra gibson ma bianca.
-Bambina irritante , sai che suono sempre con quella nera- la rimbeccò prendendo ugualmente lo strumento.
-No- strinse a se la chitarra –Questa è mia-
Bill sorrise , aiutando Isabelle a salire sullo sgabello accanto al suo –Cosa volete suonare?-
-In die Nacht- rispose la bambina.
In die Nacht.. la canzone dei gemelli , una canzone che accomunava tutti e quattro.
Bill e Tom si sorrisero scambiandosi un dolce sguardo.
-Questo non ti serve- il vocalist tolse delicatamente il microfono dalle mani della bambina. –è qui che devi cantare , ricordi?- indicò quelli a forma circolare-
-Si papino ma.. non ci arrivo- bofonchiò Isabelle , essendo ancora troppo bassa.
-Allora vieni qui- rise , prendendola tra le braccia e facendola sedere sulle sue gambe. Ora si , entrambi i cantanti erano all’altezza del microfono.
E Annabelle e Tom? Bèh , loro erano una coppia perfetta. Difatti , non appena Tom diede il via , la bambina iniziò a suonare con assoluta perfezione e armonia.
Sotto la guida dello zio erano ormai due anni che studiava quello strumento ed era già brava. Tom lo definiva un dono naturale o trasmesso.
Isabelle e Bill iniziarono a cantare.
Come sempre la musica abbracciò la famiglia Kaulitz.