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Autore: Deep Submerge85    27/03/2011    13 recensioni
L'amore vince su tutto...l'amore inteso nel senso più ampio possibile. Quello che provi per la tua compagna,per la tua famiglia,l'amore che provi per te stessa...Ma anche l'amore più forte deve affrontare degli ostacoli inimmaginabili,posti persino ai confini del tempo e dello spazio...
SEGUITO DI "A VOLTE MUORE ANCHE IL MARE".
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si era trasferita da due settimane a Shizuoka,nella parte meridionale dell’isola di Honshu,in una graziosissima casa in legno in stile coloniale,che si trovava proprio in riva al mare. Da quando si era trasformata in demone aveva perso ogni contatto col suo adorato oceano:non riusciva più a percepirlo,a sentirne il calore,ad ascoltarne la voce;aveva sperato perciò che avvicinandosi materialmente ad esso,si sarebbe avvicinata anche spiritualmente,ma almeno fino a quel momento non era ancora successo nulla,anzi. Spesso quando passeggiava sulla spiaggia provava uno strano disagio,come se fosse stata un’intrusa indesiderata. Soprattutto di notte le capitava di fare lunghe passeggiate,perché uno strano incubo la tormentava ogni volta impedendole di dormire:sognava di un paesaggio arido,quasi desertico e una voce indefinita,che le chiedeva sommessamente aiuto;non si trattava di Haruka,di questo era certa,ma non riusciva a capire chi fosse e soprattutto quale aiuto volesse da lei. Il suo fidato talismano avrebbe potuto certamente aiutarla ma non l’aveva più con sé e il mare,fedele alleato di tante battaglie,rimaneva sordo ad ogni sua invocazione. Non poteva nemmeno sfogare la frustrazione nelle sue arti,visto che sembrava aver perso qualsiasi talento:puntualmente impugnava il suo violino,posizionava la testa sulla mentoniera,poggiava l’archetto sulle corde e attendeva chiudendo gli occhi. Attendeva l’ispirazione. Un fremito,un qualsiasi moto interiore che potesse tramutare in musica,ma niente;restava ferma in quello stato a volte anche per ore,senza emettere una sola singola nota. E non le andava affatto meglio con la pittura,visto che ogni disegno che aveva fatto fino a quel momento,era invariabilmente finito nella pattumiera. Si sentiva svuotata di ogni cosa,come se fosse diventata improvvisamente un’albero completamente privo di foglie,e la mancanza di Haruka unita a tutto questo,il senso di colpa per la fine di Setsuna ancora vivissimo in lei,la stavano trasformando nel fantasma di se stessa;per questo aveva deciso di uscire quella sera,di reagire,non poteva continuare a trascinarsi per la casa in attesa di…qualcosa.
 


Si era preparata con la sua abituale accuratezza e eleganza,e prendendo un taxi,esperienza nuova abituata com’era a farsi scarrozzare in giro da Haruka,si diresse ad uno dei locali più in voga della città. In realtà non le erano mai piaciuti i classici locali frequentati dai ragazzi: per quanto lei stessa fosse molto giovane,preferiva di gran lunga andare a teatro o a un concerto di musica classica,ma considerato lo stato di depressione e angoscia in cui versava aveva bisogno di qualcosa di più trasgressivo rispetto al suo solito. Una volta nel locale,si sentì sopraffatta da quella massa informe di persone che si agitava e spingeva verso ogni dove,e sentì tornarle prepotentemente allo stomaco,quella morsa di disagio che l’aveva attanagliata per tanto in tempo in passato,ogni qualvolta era stata costretta a confrontarsi con persone che la trattavano con tacita ostilità,considerandola una persona fredda e snob;così per darsi un tono e rilassarsi anche un po’,decise di accomodarsi al bar. L’idea era quella di bere qualcosina,e invece passò lì diverse ore,a degustare i cocktails più vari e di cui non sapeva nemmeno l’esistenza:che ci fosse una bevanda chiamata Orgasm le provocava un’ilarità irrefrenabile,facendola sentire una vecchia decrepita. Si,vecchia,ma comunque bellissima. Per tutto il tempo infatti,era stata abbordata da una miriade di ragazzi,alcuni più insistenti degli altri,che cercavano un qualsiasi approccio con lei:ai primi assalti aveva resistito senza batter ciglio,ma poi più il tempo passava,più i cocktails aumentavano,e conseguentemente le inibizioni diminuivano,così si ritrovò ad un tratto a flirtare spudoratamente con un ragazzo. Il nome l’aveva dimenticato nel momento stesso in cui gliel’aveva detto,persa com’era a guardarlo negli occhi:erano dello stesso colore dello smeraldo,come quelli della sua amata Haruka;e tanto era bastato. Un susseguirsi di parole confuse,carezze fugaci,una corsa in macchina,gemiti soffocati,e…



Michiru si passò lentamente una mano sugli occhi,come se con quel gesto potesse cancellare le immagini che le erano balenate nella mente,fornendole un quadro completo della notte appena trascorsa. Si appoggiò al lavello della cucina a capo chino,immobile per alcuni secondi,per calmare l’agitazione che le si era creata dentro. In momenti come quelli si sarebbe sentita tutt’uno col mare in tempesta,riuscendo a sublimarsi in esso e a calmarsi,ma da tempo non era più così ed era costretta da sola,a fare i conti con sé stessa. Ho tradito Haruka. Anche se non stavano più insieme,l’amore che provava per la compagna era rimasto invariato,e la faceva sentire intimamente in colpa,sbagliata. Che accidenti ho fatto?Non riesco nemmeno ad uscire una sera senza combinare un disastro, pensò mentre meccanicamente versava il caffè nella tazzina e ci aggiungeva due cucchiaini di zucchero. Fu interrotta nei suoi pensieri dall’entrata di Neji,che le provocò un leggero sussulto “Tutto bene..?” le chiese il ragazzo cordiale. “Si certo…il caffè è pronto…” rispose Michiru porgendogli la tazza,non senza un certo imbarazzo ancora;tuttavia,stavolta si concesse di guardarlo attentamente,visto che finalmente era vestito. Era piuttosto alto,con i capelli biondi e soprattutto quegli splendidi occhi verdi,che a conti fatti,erano stati fautori della sua capitolazione. Non sono nemmeno capace di avere un’avventura con uno sconosciuto…ho beccato proprio la fotocopia di Haruka,pensò.  “Mmf…ma l’hai già zuccherato?Scusa ma io lo prendo amaro…” la risvegliò Neji. La quasi fotocopia. “Oh…scusa!Abitudine…” gli rispose porgendogli subito un’altra tazza. E realizzò in quel momento che aveva preparato il caffè proprio come piaceva ad Haruka:l’unica persona in assoluto per cui di solito lo preparava era proprio la bionda,visto che lei anche a colazione preferiva il tè. Il pensiero che la sua ormai ex compagna spuntasse fuori in ogni momento,anche in gesti insignificanti la fece sorridere,e la cosa non passò inosservata a Neji,che intanto si era accomodato su uno sgabello. “Come mai sorridi?” le chiese curioso. “Così…stavo pensando ad una cosa…”  “Al tuo ragazzo..?” le chiese a bruciapelo.   “Come scusa?” fu la risposta leggermente piccata della violinista.  “Bè…ecco…hai pronunciato un nome stanotte…in più occasioni…- prese a dirle il ragazzo con un certo imbarazzo- Un certo…Haruka…” aggiunse subito vedendo l’espressione enigmatica della ragazza.  “Oh…” Eccola di nuovo. “Oh si…bè…in realtà sarebbe…una certa Haruka…” disse stupendosi della sua stessa audacia,visto che di solito non parlava mai con nessuno della sua vita privata. “Oh…- stavolta fu il turno di Neji,a rimanere stupefatto- Capisco…” e senza aggiungere altro tornò a bere il suo caffè. Michiru non disse nient’altro a sua volta e anzi,gli diede le spalle per prepararsi un tè,quando un tocco leggero le sfiorò il braccio “Quindi se ho capito bene…vi siete lasciate…o saresti stata con lei stanotte…” le disse in sussurro,posando la tazza nel lavandino. “Non che siano esattamente affari tuoi…- prese a rispondere Michiru,tornando per un’attimo padrona di sé- Comunque si…non…stiamo più insieme…” concluse con una punta d’amarezza. “Scommetto che sei stata tu a lasciarla…” affermò sicuro. “E cosa te lo fa pensare?” gli chiese  leggermente sorpresa. “Bè…nessuno potrebbe essere così pazzo,da lasciarsi sfuggire una donna bella come te…” rispose il ragazzo gratificandola con uno sguardo a dir poco adorante. Michiru dal canto suo non disse nulla,e si limitò a roteare gli occhi divertita:era troppo abituata ai complimenti più disparati dei suoi corteggiatori,per sentirsi minimamente toccata dalle sue parole;a quel punto Neji,senza profferire altro si avvicinò al frigorifero,e scrisse sulla lavagnetta appesa,il suo numero di cellulare. “Non mi sembrava di avertelo chiesto…” l’avvertì la violinista sarcastica,ma lui per tutta risposta le tornò vicino e le prese una mano “Mi ha fatto molto piacere incontrarti Michiru…ho passato una serata davvero magnifica con te…anche se non te lo ricordi…- le disse sorridendo- Mi farebbe molto piacere conoscerti meglio,uscire con te qualche volta…non sono il tipo che abborda una ragazza diversa ogni sera,è stata una circostanza particolare…” aggiunse serio non senza un pizzico di imbarazzo.   “Si…anche per me…” ribattè la violinista adombrandosi un pò.  “Allora,posso sperare..?” le chiese quasi supplichevole,puntandole negli occhi le sue iridi verdi.  Michiru si sentì mancare leggermente e gli sussurrò un maliziosissimo “Vedremo…” in puro stile Michiru Kaiou. Dopodichè Neji si scusò poiché a causa di alcuni impegni di lavoro doveva già andare via,così le baciò lievemente la mano e uscì;la violinista allora si andò ad accomodare in veranda,per sorseggiare il suo tè verde alla vista del mare. Non riusciva a decifrare il suo stato d’animo in quel momento:il distacco con il suo elemento la rendeva vulnerabile come non mai e incapace ad analizzare bene non solo le situazioni,ma se stessa:non sapeva cosa pensare di quello che aveva fatto. Felice non era,nemmeno soddisfatta a dirla tutta,ma paradossalmente la disturbava più il fatto di aver ceduto con un ragazzo come Neji,che le ricordava tanto Haruka,piuttosto che l’avvenimento in sé. Segno che non riusciva a togliersela dalla testa nemmeno per un momento,e che se anche fisicamente lontana,la mente e il cuore cercavano sempre e solo lei;e questo non andava bene per niente. Era convinta che pensare a lei non l’avrebbe aiutata a sentirsi meno in colpa,a ritrovare se stessa,non l’avrebbe aiutata a perdonarsi per quello che aveva fatto e causato. L’unica nota positiva,si ritrovò a pensare,era che almeno quella notte non aveva avuto nessun’incubo.
 
 


Non è tanto l'aiuto degli amici a giovarci, quanto la fiduciosa certezza che essi ci aiuteranno.(Epicuro)
 


La stella Aion era un luogo estremamente inospitale:un vento caldissimo che raggiungeva i 500 gradi,spirava selvaggiamente spazzandone tutta la superfice;l’atmosfera era molto densa,addirittura 100 volte più pesante di quella terrestre,e la temperatura rimaneva costante per tutto il tempo. Una banda scura di polvere tutta intorno alla stella assorbiva completamente la luce,facendo si che la notte fosse eterna;e da questo del resto derivava il nome della galassia di cui era il centro:Occhio Nero,nella costellazione della Chioma di Berenice. Era distante diciassette milioni di anni luce dalla Terra ed era impossibile sopravvivere in un posto del genere;eppure,qualcuno c’era. Una figura  stanca e ansimante vagava per quella piana desertica,scontrandosi costantemente col vento impetuoso,cercando disperatamente un qualche riparo,un posto dove potersi fermare e riposare ma c’era solo desolazione intorno a lei;non aveva idea di dove si trovasse,né perché fosse finita lì,sapeva solo che non aveva alcuna possibilità di andarsene. Aveva provato più volte ad usare i suoi poteri,dando fondo ad ogni più piccola riserva d’energia,ma non era servito a niente;la sua fidata arma di battaglia in quel frangente si era rivelata totalmente inutile:le serviva solo come appoggio,impedendole di cedere alla violenza del vento. L’unica cosa che sembrava in grado di poter fare,che le dava la forza di sperare,era invocare un flebile aiuto,cercando di entrare nei sogni di colei che era abituata a decifrarli.

 
 
 


Ecco qua…direi che la “figura” della parte finale è abbastanza riconoscibile…;) Comunque…a quanto pare il tradimento di Michiru c’è stato,ebbene si..!!ma non odiate troppo Neji…si,lo so che il solo fatto che sia andato con Michiru ve lo rende odioso,vi capisco perfettamente,ma infondo non è cattivo…dategli una possibilità..!!XD anche questo capitolo non è molto lungo,ma credo che me ne andrò così,almeno per questi primi,poi non so…come avrete notato è tornata anche la mia "famosa" voce fuori campo...;) Allora,vi do alcuni dati tecnici in ordine di lettura ^_^ :Shizuoka esiste sul serio,l’ho scelta perché abbastanza distante da Tokyo (150 km mi sembra) e perché dà sul mare;il fatto del caffè,di come lo prende Haruka,ecc ecc viene detto nell’episodio 194 dell’anime;la galassia Occhio Nero esiste sul serio,così come la sua ubicazione e il motivo per cui si chiama così,l’ho scelta perché le immagini che ho visto mi davano esattamente l’idea che volevo rendere (cercate su Google Immagini,basta che scrivete il nome e vedrete anche voi ^__^);la stella Aion invece no,è frutto della mia mente malvagia,così come la sua descrizione,ho scelto il nome perché,cito da Wikipedia “Nella tradizione cosmologica greca Aion era una delle immagini del Tempo, insieme a quella più celebre di Kronos, corrispondente al Saturno latino.”…quindi mi sembrava appropriato…;) E questo è quanto direi…se avete domande o dubbi fatemi sapere,e vedrò di rispondervi il più esaustivamente possibile…:) Detto questo passiamo alla parte più importante…* si genuflette ai vostri piedi* GRAZIE a tutti voi per la splendida accoglienza data al primo capitolo!!le recensioni sono state maggiori al primo capitolo di “A volte muore anche il mare…” e spero vivamente che continuerà così…^___^ Lasciatemi fare un ringraziamento particolare a chi ha già inserito la mia storia tra le preferite,ovvero: caso, pvmacry, skullrose , Hanako_Hanako, harumichi e HaruHaru90. Grazie anche a chi mi ha inserito tra i seguti e ai lettori silenziosi..!!^__^ Un bacio a tutti!!
 

Protetta da Nettuno, pianeta del mare profondo, sono la guerriera dell'abbraccio Sailor Neptune!
   
 
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