Una sua amica, al liceo, gli aveva
detto che non c’era
niente di male nell’amore omosessuale, nel provare attrazione
fisica per
qualcuno dello stesso sesso. Essere capaci di riconoscere
l’importanza
interiore di una persona o la bellezza e la sensualità di tutti, senza badare al
sesso, era una cosa
bellissima. Diceva che distingueva gli uomini dagli animali
perché dimostrava
che erano in grado di superare l’istinto naturale che porta
all’atto sessuale
solo per fini riproduttivi. Ma i vaghi ricordi delle parole di una
vecchia
amica non aveva permesso a Daniel di restare impassibile agli eventi
avvenuti
durante la festa d’addio al celibato. E poi era pur sempre
tradimento!
Dopo essere fuggito da Alain, Dan si
era sentito peggio di
prima. Era bello dire a se stesso che tutto quel che era successo non
lo
turbava affatto. Era bello fare finta avesse voluto lui stesso fare
un’esperienza totalmente nuova prima di sposarsi con
Elizabeth. Ma in cuor suo
sapeva che la verità era un’altra. Alain era
riuscito a sopraffarlo, ad avere
controllo su di lui ed avrebbe dato chissà cosa per
dimostrargli d’essere in
grado di fare lo stesso. Ed il sapere che in fin dei conti
l’idea di vederlo gemere
sotto il suo volere non gli dispiacesse, faceva incupire Daniel ancora di più. Ed inoltre
odiava quello sguardo sicuro che il ragazzo gli lanciava, come se
leggesse
nella sua mente. E lo faceva uscire di testa l’idea che,
essendo stato
respinto, volesse vendicarsi rivelando tutto a Liz. Ma la cosa che
più lo
torturava era l’impressione che la sua ragazza fosse nella
stessa situazione.
Possibile che Daphne le avesse giocato lo stesso terribile scherzo?
Rabbrividiva solo all’idea… anche se forse gli
avrebbe permesso di sentirsi
meno in colpa.
-Ti va bene, Dan?- sentì
una voce chiedere facendolo tornare
sulla terra.
-Che cosa?-
-L’ho già detto.
Preparare la griglia con Alain visto che
siete i più pratici. Noi facciamo la spesa da brave donne di
casa- disse Daphne
mettendo dell’ironia sull’ultima frase mentre dava
una pacca al fondoschiena
del suo partner. Alain le sorrise divertito.
Quel sorriso era pieno
d’amore, malizia, conoscenza,
intimità… se avevano tutto quello,
perché Alain avrebbe dovuto mandare all’aria un rapporto del genere?
-Anche Allison è forte.
Potrebbe restare con noi. Almeno
saremo divisi in modo equilibrato-
-Per me va bene- rispose subito la
ragazza per niente
desiderosa di stare con Daphne.
Gli altri assentirono e subito
uscirono per andare a
comprare pane e salsicce, insomma tutto l’occorrente per il
barbecue.
Alain, Allison e Daniel invece
tirarono fuori da uno sgabuzzino
una griglia ancora imballata ed insieme si misero ad armeggiare nella
speranza
di ottenere un buon risultato.
Il sole era solo vagamente nascosto
dalle nuvole ed il clima
invernale che rendeva l’aria piacevolmente fresca sotto i
raggi del sole
attenuò la fatica dei tre.
Quando ebbero finito con la struttura
di base, Allison si
propose per andare a cercare la carbonella.
Daniel non voleva restare solo con
Alain, ma in quel momento
non ci pensò e così non propose di fare a cambio
di ruolo. Anzi, continuò a
parlare tranquillamente con il ragazzo, ridendo alle sue battute come
se
fossero stati amici da sempre. L’altra sera era ad un tratto
diventata un
lontano ricordo.
Solamente quando un sorriso di Alain
gli provocò un tuffo al
cuore si ricordò cosa aveva fatto con quelle labbra e con
chi ne sfoggiava la
bellezza.
-Alain…
c’è una cosa che vorrei dirti. Scusa per
stamattina,
però…-
-Sì, lo so- lo interruppe
Alain -Volevi essere chiaro ed
evitare spiacevoli incomprensioni. E te ne sono grato. Ho capito che
l’alcool
mi aveva portato a guardarti solo perché mi ricordi Daphne.
Ma ora che ho
capito che lei ha molte più palle di te mi sono ricordato
perché la preferisco-
Disse queste parole con un sorriso
innocente ma voleva
comunque che colpissero Daniel. E lo fecero. Lui con meno palle di una
donna?
Una donna preferita a lui? La sua vena competitiva e desiderosa di
vittoria
aveva ricominciato a pulsare violentemente.
-Scusate se ci ho messo tanto- disse
Allison raggiungendo i
ragazzi -Non riuscivo a trovarla-
-Non preoccuparti, ci siamo
intrattenuti in chiacchiere-
rispose Alain con uno dei suoi soliti sorrisi puri e luminosi.
La ragazza rispose al gesto e poi,
insieme agli altri due,
cominciò ad accendere il fuoco.
Liz, Daphne ed Emmett ritornarono dal
supermercato poco
dopo.
Il cibo cominciò a
grigliarsi mentre la tavola di legno
veniva apparecchiata e tutti insieme si divisero i compiti per
facilitare la preparazione
e velocizzare i tempi: la fame, stuzzicata dal profumino invitante
degli
alimenti, stava ormai facendo brontolare i loro stomaci.
Si sedettero a tavola affamati,
ingozzandosi subito di pane
e carne accompagnati da birra e acqua.
Persino ad Emmett, alla vista di quel bendiddio, venne l’acquolina in bocca e divorò tutto insieme agli altri.
-Ci vuole un brindisi ai futuri
sposi- disse Alain alzandosi
in piedi -Avete festeggiato prima separati, ora insieme!- si
piegò sul tavolo
per prendere un bicchiere ma Daphne lo fermò.
-Cretino, non si fa il brindisi senza
spumante! Amore, non
puoi commettere certi errori!-
-Ha ragione. Vado a prenderlo-
affermò Daniel alzandosi da
tavola. Il solo pensare a quella bevanda gli aveva fatto tornare alla
mente
quel che essa aveva generato e quindi stare a tavola lo aveva appena
messo in
una condizione di disagio.
-Vengo con te- disse Alain
rovinandogli il piano -Sono già
in piedi e so meglio dov’è-
Daniel non poteva obbiettare e dire
al ragazzo che allora
poteva andare lui da solo, sarebbe stato scortese. E poi Alain aveva
detto che
preferiva Daphne, non c’era da preoccuparsi.
Già… lui era
secondo… dopo una donna…
Seguì Alain verso lo
sportello con gli alcolici a sguardo
chino mentre queste parole lo bruciavano dentro. Ferendo il suo ego,
facendolo
sentire inferiore e… impacciato. Nessuna ragazza
l’aveva mai fatto sentire così
imbranato.
Daniel si fece piccolo piccolo con il
tono di voce, cercando
però di mantenere un aspetto forte e sicuro come suo solito.
La sua postura
eretta, i suoi occhi intensi che lo caratterizzavano dovevano far
sembrare
avesse tutto sotto controllo.
Ma quell’inclinazione nel
tono non passò inosservata.
-Alain io…
insomma… come sono stato l’altra sera?-
Si sentiva stupido, era sicuro di
star arrossendo e temeva
da matti la risposta. Non aveva mai chiesto un parere sulle sue
prestazioni.
Neanche a Liz. Non aveva mai dubitato della sua bravura, ecco tutto.
Alain gli sorrise amorevolmente e gli
posò una mano sulla
spalla.
- Perché me lo chiedi?-
Daniel avvampò ancora,
abbassando lo sguardo. Si vergognava
di se stesso per star reagendo così ma non riusciva a
impedirlo.
-Non so… hai detto che
Daphne ha più palle di me e…-
Alain scoppiò a ridere,
urtando i sentimenti di Dan.
Rendendosene conto cercò
di ricomporsi, schiarendosi la
voce.
-Scusa. Comunque mi riferivo solo al
fatto che lei non
scappa davanti ai problemi. Per quanto riguarda il sesso siete molto
diversi
ma… cazzo, è stato favoloso. Forse
però Emmett bacia meglio-
Adesso era troppo. Stava per caso
insinuando che lui fosse
una specie di coniglietto incapace di baciare?
La sua solita scintilla si accese nel
fondo delle pupille,
schiarendo quegli occhi troppo marroni e portandolo a seguire
quell’impulsività
su cui Alain giocava tutto.
Gli sfilò la bottiglia
dalle mani, poggiandola velocemente
su un tavolo affianco e passandogli una mano tra i capelli, dietro la
nuca,
spinse a sé il suo viso, premendo al contempo il corpo del
ragazzo contro il
muro, facendo forza col bacino.
Alain inclinò leggermente
la testa, posandola alla parete
mentre assaporava quella lingua calda rincorrere la sua. Entrambi
scappavano e
si venivano incontro allo stesso tempo, perdendosi in un lungo e
passionale
bacio interrotto solo dalla richiesta del corpo di riprendere fiato. Se
non
fosse stato per quello stupido bisogno fisico, né Alain
né tanto meno Daniel
erano convinti quello scontro di labbra e quel mischiarsi di saliva
sarebbe
finito.
Daniel più rosso di prima
premeva la fronte contro quella di
Alain, attendendo un responso.
-Ok, baci meglio tu- disse con un
sorriso stanco mentre
riprendeva fiato.
Daniel si compiacque.
-Adesso torniamo dalle nostre
ragazze-
-Dan… vuoi tornarci
così?- domandò riferendosi alle
manifestazioni di felicità della parte bassa del suo corpo.
-Merda…-
sussurrò tra i denti.
Alain rise di nuovo, con quella
tonalità chiara da bambino.
Daniel dal canto suo gli lanciò un’occhiataccia.
Aspettarono un altro po’
prima di tornare al tavolo,
scusandosi per la loro incapacità a scegliere la bottiglia
giusta e dicendo che
l’avevano voluta mettere per un po’ in frigo in
modo da rinfrescarla.
Al brindisi parteciparono tutti con
entusiasmo e col
sorriso. Solamente Dan sembrava essere turbato da qualcosa. Ed Alain
dentro di
sé sorrideva per questo. Era riuscito nuovamente a far
prendere l’iniziativa ad
una delle sue prede e con ciò poteva dichiarare la sua
seconda vittoria.