Guardando
la sua immagine allo specchio non potè fare a meno di
storcere la
bocca in un espressione disgustata.
Il
trucco della sera prima, che non aveva tolto prima di andare a
dormire, era completamente sbavato il mascara e l'eye liner si erano
sciolti intorno agli occhi e inoltre aveva due profonde occhiaie
talmente scure che sembrava che le avessero tirato due cazzotti. I
capelli erano in uno stato completamente pietoso. Neri come l'onice e
lunghi fino al sedere erano completamente arruffati la frangia se ne
stava dritta come se ci avesse messo del gel, anzi come se avesse
infilato due dita nella presa elettrica. Accese la piastra e intanto
che aspettava che si scaldasse si spazzolò i capelli per
togliere i
nodi e si lavò i denti. Con una salvietta struccante si
pulì il
viso dal trucco. Per andare a lavorare decise che un po' di matita
sarebbe bastata. Meno di dieci minuti dopo era già fuori dal
bagno.
Scese in cucina per concedersi una tazza di caffè prima di
uscire di
casa ma come vide suo padre seduto a leggere il giornale fece
dietrofront e andò in sala per afferare la borsa e uscire.
-Roxane!-
Troppo
tardi, il maresciallo l'aveva vista. Lasciò cadere la borsa
e tornò
in cucina.
Si
portò la mano alla fronte ad imitare il tipico saluto da
militare.
-
Signorsì signore! Soldato Roxy a rapporto!.-
Il
padre alzò gli occhi al cielo esasperato. - Quando la
smetterai di
fare la sciocca?-
Nel
frattempo la ragazza si versò una tazza di buon
caffè americano.-
Quando tu la smetterai di comportati come se fossimo nell'esercito.-
si
prese una sedia la scostò e si sedette incrociando le gambe
sotto al
tavolo.
L'uomo
veramente spazientito chiuse il giornale di scatto.- Non dire
cavolate! Vorrei solo che mia figlia si comportasse in modo
più
ragionevole! Da quando tua madre e tuo fratello si sono trasferiti ti
comporti in modo assurdo e sei peggiorata ancora quando ti sei
lasciata con Jerome!-
La
ragazza alzò un sopracciglio e fissò suo padre
con aria di sfida,
cercava sempre di comportarsi in modo spavaldo come se non le
importasse niente di tutto questo, ma in realtà le faceva
molto
male. - Sai com'è babbo quando ti scopi qualcuno che non
è il tuo
ragazzo e il suddetto ragazzo lo viene a spere tende ad incazzarsi
parecchio. Comunque non faceva per me troppi vincoli mi piace essere
libera divertirmi ubriacarmi fumare canne e scopare con chi cazzo mi
pare!-
Suo
padre era rimasto a bocca aperta, non gli aveva mai svelato i
dettagli “macabri” delle circostanze in cui lei e
Jerome si erano
lasciati. Ne tanto meno gli aveva mai detto di preciso cosa combinava
quando usciva coi suoi amici.
Aproffittò
del momento di incapacità di reagire di suo padre per finire
il
caffè e filarsela.
Erano
solo le otto e quaranta quindi voleva dire che aveva venti minuti di
bonus prima di attaccare il turno.
Tirò
fuorì il cellulare e controllò i messaggi e le
chiamate.
C'erano
due messaggi di Josephine chissà cosa avrà mai
avuto da dirle si
erano viste fino a qualche ora prima. Li cancellò senza
neanche
leggerli non era in vena di preoccuparsi degli affari degli altri. In
oltre c'erano tre chiamate senza risposta una di Gerard, una di Jean
e una di Jerome.
Quando
vide il nome del suo ex ragazzo il suo cuore perse un battito. Non si
sentivano da otto mesi da quando lei l'aveva lasciato.
La
chiamata risaliva alle undici e mezza della sera prima, lei a
quell'ora era in un pub già parecchio alticcia.
Rimise
il cellulare nella borsa rimandando a quel pomeriggio la decisione se
richiamarlo o no.
Guardò
l'orologio, otto e quarantacinque.
Decise
di fermarsi a fumare una sigaretta poi sarebba andata a lavoro. Si
apoggiò al muro e tirò fuori le sue adorate
Winston Blue.
Nonostante
fosse mattina presto faceva già molto caldo, e Roxane si
penti di
essersi messa i pantloni lunghi.