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Autore: Mileycita    28/03/2011    3 recensioni
Mya Nelson dopo l'infanzia trascorsa in un collegio, ormai adulta ritornerà nella sua città, nella sua casa dove ad attenderla ci sarà suo padre, i suoi fratellastri e la sua matrigna. Quest'ultima renderà la vita poco facile alla povera Mya...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suona all’impazzata come se stesse per scoppiare. Prendo il mio cellulare e lo accendo. Nonostante fossero severi al collegio ci facevano usare il cellulare, poche ore al giorno, ma ce lo facevano usare. Vedo un messaggio, è di Sami: Ehi come andato il primo giorno in famiglia? Spero bene, fatti sentire, mi manchi molto. Un bacio Sami. gli rispondo dicendogli che va tutto okey, e gli scrivo anche della discussione che ho avuto con mio padre.
Mi vesto - indosso un jeans, scarpe converse e una felpa lunga con lo stampo con su scritto I Love NY, il mio amore per New York è morboso. Scendo giù, vado in cucina, apro il frigo ma il latte è finito. Mi tocca andare al bar.
Vado nel bar vicino casa “Sterling” mi avvicino al bancone e mi siedo allo sgabello. Si gira verso di me una ragazza tutta carina con un sorriso stampato sulla faccia, capelli rossicci frangetta con una coda alta. Indossa la divisa rossa del bar. “Salve, come posso aiutarla?”
“Salve, vorrei un cappuccino, grazie” lei annuisce e va a preparare il mio cappuccino.
Mentre aspetto il mio cappuccino sento una voce alle mie spalle “Ehi bellissima, sei riuscita a tornare a casa sana e salva?” Non ci posso credere, è il Dio Greco, il ragazzo che ha asfissiato il mio sonno stanotte.
“Si, sono tornata salva” lui si siede sullo sgabello accanto al mio e fa un piccolo sorriso.
Si rivolge verso la commessa “Ehi Katy, fammi un caffè”. ‘Katy’ mi porta il cappuccino e va subito a fare il caffè. Si rivolge verso di me “Comunque, io sono Jess” mi porge la mano.
“Io sono Mya” gli stringo la mano dura e forte.
“Piacere di conoscerti” e improvviso un sorriso, finisco di bere l’ultima goccia di cappuccino, pago la signorina e vado via. Mi ferma afferrandomi il gomito “mi piacerebbe rivederti”
Gli sorrido ancora, mi libero dalla sua presa e scappo via.
E’ bello si, ma non mi posso fidare del primo belloccio che passa, si, ma è maledettamente bello.
Arrivo a casa. Sfilo le chiavi dalla borsa, apro la porta ed entro. Incontro Sophie “Si può sapere dove sei finita?” mi dice mettendosi le braccia incrociate sul petto.
“Sono andata al bar perché il latte era finito.”
“Ascoltami bene, tu da questa casa uscirai solo ed esclusivamente quando dico io, altrimenti….” La interrompo.
“Altrimenti cosa? Non puoi trattarmi ancora come se fossi una bambina. Sono cresciuta e tu non puoi e non devi permetterti il lusso di comandare su di me.” Mentre abbiamo questa discussione suonano al campanello. Corro verso la porta e la apro. Non ci posso credere è Sami! Corro ad abbracciarla. “Cosa ci fai qui?” gli chiedo curiosa ma allo stesso tempo felice di averla qui vicino a me. “I miei genitori hanno cambiato lavoro e hanno dovuto trasferirsi qui a New York. Non ho preso il volo per Parigi ed eccomi. Non ti ho detto niente perché volevo farti una sorpresa!”
“E’ una sorpresa bellissima!” le faccio segno di entrare e la porto in camera mia, parliamo del più e del meno e parliamo anche di Jess.
“C’è una pub qui vicino, stasera ti va se ci andiamo?” Mi dice entusiasta.
“Si, va bene, ci volevi proprio, non sapevo che fare, mi stavo annoiando” Sono molto felice che lei sia qui, ci conosciamo da dieci anni. Lei è la mia migliore amica, l’unica persona a cui voglio bene davvero e che darei la vita per lei, dopo mio padre.
Le squilla il telefono, una chiamata veloce, poi riattacca. “Chi era?”
“Mio padre, devo andare a pranzo, ci vediamo più tardi” la saluto dandole un bacio sulla guancia e l’accompagno alla porta.
Torna papà, pranziamo. Silenzio tombale a tavola. A parte qualche domanda fatta da papà hai bambini su cosa hanno fatto a scuola. Domanda più che scontata ma come vorrei che almeno una volta l’abbia fatta a me quella domanda.

Sera
Mi preparo per l’uscita di stasera, indosso un vestitino nero e mi raccolgo i capelli facendo scendere sul viso qualche ciocca. Suonano alla porta, sicuramente è Sami, le apro, indossa un vestitino rosa e i suoi bellissimi capelli biondi sono sciolti.
Mentre camminiamo, parliamo del più e del meno.
“Crazy Night” così è il nome del pub, esternamente mi sembra un locale carino. Quando entri c’è una pista da ballo grande e dietro c’è il bancone con due barristi in maglietta nera, però niente male! Ed intorno alla pista da ballo ci sono i tavolini. Sami mi tira e ci sediamo sugli sgabelli posti davanti al bancone, il locale e molto affollato. Uno dei baristi si volta verso di noi “Ragazze cosa vi preparo da bere?”
“Per me un Cosmopolitan”
“Anche per me” ribatte Sami. Così il barista va al bancone alle sue spalle e inizia a preparare il cocktail.
“Guarda che bel ragazzo che sta entrando da quella porta” mi volto per vedere chi è. Un ragazzo alto capelli biondi e occhi verdi.
“Si è carino” gli dico facendo un sorriso.
“Carino? E’ un figo pazzesco.”
“Io preferisco i mori” ci basta un’occhiata per scoppiare a ridere.
Alle sue spalle si intravede un altro ragazzo, ma è Jess! Mi avvicino a Sami “Vedi quello è il ragazzo di cui ti parlavo, lui è Jess.”
“Mmm… è un bel tipo”
“Già”
Lo vedo avvicinarsi verso di noi con i suoi amici “Ciao Mya, sembra che frequentiamo gli stessi posti!” ha proprio ragione, sembra uno scherzo del destino.
“Sembra proprio così. Comunque, ti presento la mia amica Samantah”
“Piacere Jess, loro sono Matt” indica il ragazzo che aveva notato Sami “Carl, Jane e Macy”
“Io sono Mya” e li saluto facendoli un sorriso.
“Invece io sono Samanth, per gli amici Sami” Dice facendo un sorriso, soprattutto a Matt.
Dopo le presentazioni, la ragazza indicata da Jess, Jane, si avvicina “Chi sono queste due?” Iniziamo bene a conoscere la gente, antipatiche per l’appunto.
“Te l’ho appena detto, Mya e Sami” dice sarcastico Jess.
“L’avevo capito genio” ribatte Jane. "Ah... ho capito tu chi sei! Sei la figlia di Sophie" dice in modo fastidioso. Oddio che ripudio quando mi dicono che sono sua figlia. Non la tollero.
“No, io non sono sua figlia…”
“E perché vivete nella stessa casa?” dice ancora una volta con lo stesso tono di prima.
“Lei è la moglie di mio padre” dico scocciata dal suo “interrogatorio”
Jess si accorge che inizio ad essere irrequieta e ci interrompe “Bene, dopo questo breve discorso… cambiamo argomento” si! Finalmente qualcuno che ha capito.
“andiamo a ballare” dice Jane e lo tira a se per un braccio portandolo sulla pista da ballo. Ballano insieme sulle note di Barbra Streisand, ma saranno fidanzati? Se è così perché ci ha provato con me? Ma ci ha provato o sono stata io a fraintenderlo? Migliaia di pensieri asfissiano la mia mente. Mentre penso vedo Sami che cerca di sedurre il povero Matt. Gli interrompo “Io vado via, ci sentiamo domani”
“Aspetta, ti accompagno”
“No, non preoccuparti, continua a divertirti con il tuo Matt.”
“Sicura?”
“Si, si, stai tranquilla” così saluto i ragazzi con cui stava parlando Sami e lascio il locale.
Percorro la strada buia che porta a casa.
“Mya?” mi volto per guardare chi è e vedo Jess.
“Ciao…” gli sorrido.
“Non ti ho vista più al locale e ho chiesto alla tua amica dove eri andata e ti ho raggiunta” Che carino e venuto ad accompagnarmi. Non smette mai di stupirmi.
“Grazie…” sorrido nuovamente.
“Cosa fai nella vita?” mi dice interrompendo il silenzio che si era creato fra noi.
“Bhè… che dire di me….. mia madre e morta quando avevo sette anni, mio padre si è sposato con Sophie, la signora di cui parlava prima Jane, che ha convinto mio padre a farmi trascorrere l’infanzia in collegio fino a un paio di giorni fa che sono rientrata a New York” si forma ancora silenzio fra noi “Tu?”
“La mia vita è molto diversa dalla tua vita. Ho trascorso un’infanzia tranquilla, studio alla “Università di NY” e per mantenermi gli studi aiuto un meccanico nell'officina ma ho altre ambizioni… tutto qua..” “Posso farti una domanda un po’ personale?”
“Si dimmi”
“Sei fidanzata?”
Le mie gote diventano rosse “No, non lo sono” vedo in lui un sospiro “e tu?” gli dico continuando.
“Nemmeno io” mi sorride
“E Jane?” vorrei sprofondare, ma il mio istinto mi ha fatto fare questa domanda imbarazzante.
“No, Jane è solo un’amica…. Un po’ appiccicosa, che può far sembrare così ma non è vero….” Anche in me c’è un sospiro di felicità che non faccio notare.
Una volta arrivati mi fermo “Questa è casa mia..” e gli sorrido ancora una volta, mi viene spontaneo, forse quando sono con lui è come se le mie labbra non fanno altro che sorridere.
“E’ stato bello parlare con te”
“Anche per me” e sapere che non sei fidanzato soprattutto. Mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e va via. Luci tutte spente apro la porta ed entro di soppiatto per non far svegliare nessuno. Vado in camera mia, mi cambio, e mi infilo nel mio letto. Non riesco a dormire. Pensando a Jess!


Angolo Autrice Eccoci al secondo capitolo, scusate il ritardo ma ho avuto degli impegni. In questo capitolo conosciamo meglio Mya e quest'ultima conosce meglio Jess! Abbiamo visto che l'amica Sami è tornata ed ha fatto nuove conoscenze. Che cosa ne pensate? Come vi sareste comportate di fronte al comportamento di Jane?
Grazie a chi ha recensito nello scorso capitolo:
Jupiter_
Madapple94
ellesse
Matsi
  
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