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Autore: Lucylu    28/03/2011    3 recensioni
Nuovo capitolo!(dal terzo capitolo)
Non sapeva perché, ma l’eventualità che Mitsui stesse col do'aho gli dava fastidio. Hanamichi diceva di amarlo eppure, dopo poco tempo, si era già trovato un altro ragazzo...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di lasciarvi alla lettura vi avverto subito che  i personaggi sono OCC.

DISCLAIMERS: I personaggi non sono miei ma del mitico papino Inoue che ogni tanto me li presta per divertirmi un pochino. La canzone "Non lo dico lo prometto" è degli Studio 3 e degli aventi diritto.

DEDICHE:  La dedico con tutto il mio cuore a voi ragazze che avete commentato questa storia, che con le vostre parole avete scaturito in me tanta gioai e idee. Quindi è tutta per divinakanza, Spieluhr, bichan, Gojyina, lua, e Necrolay. Grazie ancora.

Non lo dico lo prometto


Finalmente erano soli! Non riusciva ancora crederci, ma finalmente era giunto il momento di mettere fine alla sua pazzia, al dolore che gli scavava dentro e alla gelosia che gli rodeva il cuore. Certo, non sospettava che fosse proprio in quel campetto che avrebbe chiarito tutta la situazione creatasi per colpa della sua incertezza, no, ora poteva dire la verità: paura.
Sì, paura di quei momenti passati con lui, di quei baci rubati e di quelle intere sere passate al campetto di basket vicino alla spiaggia... ora poteva riottenere tutto quello che aveva distrutto.
Le ombre della sera tingevano il cemento di nero, in quel luogo che di magico non possedeva nulla, ma che, una volta, per due cuori innamorati, era stato la magia fatta persona, un angolo di ciel dove abbandonarsi, seguirsi in un one to one che tale non era se non per una palla che veniva sempre più spesso abbandonata a terra, mentre i visi si avvicinavano e si scambiavano dolci baci.
Ora non c'era più nulla, solo due canestri, la luce di due lampioni che s'infrangeva sulla recinzione e lì, sotto a quell’artificiale fascio luminoso, Kaede Rukawa fissava dritto negli occhi Hanamichi Sakuragi.
Stava cercando in quel mare di cioccolata un qualcosa che gli permettesse di parlare, di spiegare la sua pazzia. Quelle iridi non avevano più quella tonalità calda che gli faceva battere più forte il cuore, ora erano fredde e distanti come se davanti a esse ci fosse il nulla assoluto.
Dov'erano finiti quegli occhi?
Perché gli stava mentendo?
Non osava pensare che quello sguardo fosse vero, altrimenti avrebbe voluto dire l'aver perso ogni cosa, ogni attimo di gioia e quell'amore così grande che lui desiderava con tutto il cuore.
"Da'aho..." bisbigliò facendo un passo avanti, cercando in sé quelle parole che erano sempre state sue nemiche, ma necessarie come non mai in quel momento.
Passarono alcuni secondi e il diretto interessato fece un passo indietro voltandosi per andarsene da lì: non voleva sentirlo, non voleva ascoltarlo!
Kaede scattò in avanti e lo fermò per un polso facendolo girare immediatamente, scontrandosi ancora una volta con quel volto inespressivo.
"Non andartene...." mormorò con voce appena udibile, "dammi un minuto per parlarti, un secondo e poi ti lascerò andare..." finì, deglutendo saliva che non era presente nella sua gola mentre la frangia gli copriva gli occhi.
Temeva di averlo perso per sempre.
Uno strattone lo destò e la propria mano rimase vuota senza quel calore ustionante che la riscaldava: perché non voleva che lo toccasse? Era passato tanto tempo dalla loro ultima scazzottata, si poteva desiderare ritornare indietro per riaverla? Sì, lui l'agognava solo per poter sentire quel corpo premuto al suo.
Sospirando, scostò con la mano la frangia portandosela indietro, liberando la fronte da quei fili neri, e per un attimo si sentì studiato. Ma così com'era avvenuto, così tutto era finito, nuovamente quegli occhi non lo guardavano.

"Cosa vuoi?"

Il tono della domanda era impersonale, distaccato e non gli piaceva. Mai, mai gli avrebbe permesso di parlargli in quel modo! Un guizzo di nervosismo gli attraversò lo sguardo e le proprie mani si strinsero forte sulle spalle dorate, avvicinandosi.
Un attimo.
"Lasciami!" ringhiò la voce sepolcrale del rosso, scansandolo e indietreggiando di alcuni passi. Cosa voleva da lui? Perché lo tormentava ancora?
"No, ora devi ascoltarmi!" disse duro Kaede, stringendo le mani a pugno. "Non osare guardarmi in quel modo e tanto meno fissarmi con quegli occhi!"
"Sei ridicolo..." rispose il rosso, sentendo la rabbia cieca, l'odio, il rancore impadronirsi di lui. "Tu non sei più nessuno!" bisbigliò duramente, indurendo lo sguardo: tutti quei sentimenti lo facevano impazzire perché lui amava ancora la volpe, ma non poteva ricaderci nuovamente. Ora stava quasi bene e riusciva a respirare senza di lui, certo non era come prima, ma poteva farcela e questo contava più di ogni altra cosa.
"Non dirlo..." dichiarò Kaede, fissando senza remore quel viso da lui agognato, "non credo alle tue parole!" pronunciò con voce carica di rabbia facendo un passo in avanti. "Perché tu sai fingere, sai essere testardo e orgoglioso, ma non sai mentire e non riuscirai a ingannarmi..." mormorò sempre più serio mentre gli occhi blu si scurivano per la rabbia di averlo perso per sempre.
"Ma non ti senti?"
Quella domanda, detta con scherno, lo fece infuriare. Con un solo balzo gli fu accanto e le mani candide strinsero i polsi dell'altro, bloccandoli dietro la schiena e stingendo a sé quel corpo rovente.
Hanamichi allontanò il busto e guardò dritto in quei occhi così belli: rabbia, odio... paura.
Cosa?
Non poteva aver sbagliato a leggervi dentro, eppure ora dubitava di quello che vedeva, di quello che sentiva in quel preciso istante stando stretto a lui, risentire ancora una volta il suo calore, la sua rabbia, il suo essere così sensuale.
"Voglio vivere quello che sei*" mormorò con voce incrinata Kaede, "la tua timidezza nel baciarci, la tua risata così fresca che mi costringe a cercarti, il tuo ardore nelle partite, la tua esuberanza che ti fa apparire proprio un do'aho..." bisbigliò allacciando i proprio occhi a quelli nocciola.
Un raggio di speranza apparve, ma poi sparì come la scia di una stella cometa che corre nel cielo per poi morire nel nulla. Gli occhi scuri si chiusero un attimo, mentre le braccia lottavano per sciogliersi da quell'abbraccio troppo stretto.
"Non essere ridicolo..." ringhiò Hanamichi riaprendo gli occhi, ma evitando lo sguardo dell'altro perché si era già fatto incantare. Stava per cedere, per mandare nuovamente il suo cuore in rovina, eppure il ricordo del camerino gli era tornato in testa come un pugno ben assestato del gorilla.
La sua volpe che baciava Sendo, l'aveva tradito per stare con qualcuno migliore di lui e ora... ora l'ho rivoleva indietro?
Mai!
"E Sendo?" domandò, pronunciando quel nome carico di rabbia, ma prima di rispondere, il moro gli posò una mano sulla guancia.
"Ho sbagliato" ammise Kaede con un piccolo sorriso triste, "credevo di volerlo, desideravo la sua forza e il suo talento..." bisbigliò, trattenendo con più forza il volto dell'altro, appoggiando totalmente il palmo della mano alla guancia.
Ora doveva dirgli tutta la verità, anche quella che lui ignorava fino al giorno della sua gelosia. Sapeva che gli occhi nocciola si erano intristiti, ma desiderava andare fino in fondo.
"Lui era l'opposto di te..." continuò, mantenendo il tono basso e roco, sentiva la gola dolergli per il nodo che l’aveva stretta. "Ma troppo tardi ho capito la verità" bisbigliò inclinando il volto di lato, socchiudendo gli occhi, "lui non era te. Spesso mi riscoprivo a fare confronti tra voi due e mi capitava sempre, in ogni attimo, di desiderare te e il tuo essere..."
Chiuse gli occhi, incapace di andare avanti poiché sentiva una fastidiosa sensazione di puntura sotto le palpebre, come se gli argini che si era imposto stessero per cedere.

"No... non ti credo..."

Quel bisbiglio, incrinato dalle lacrime, lo fece desistere dal lasciarsi andare, anche se lo teneva stretto, il suo cuore e la sua anima volevano fuggirgli. Lasciò libero il polso che ancora stringeva, per abbracciare e stringere con dolcezza quell'uragano rosso, mentre quella ancora posata sulla guancia scivolò indietro intrecciandosi con quei fili caldi, accarezzando la cute morbida.
"Non puoi immaginare quanto desideravo tenerti così" sussurrò dolcemente, "sentire il tuo calore avvolgermi e sentirmi bene anche quando tutto va storto..." ammise inclinando il volto per accarezzare col proprio naso quello dell'altro.
Blu contro nocciola.
Quegli occhi scuri sondavano gli oceani profondi del compagno, ponendosi mille domande, e la più importante era…
Poteva davvero credergli?
Hanamichi sentiva il proprio corpo morbido e pronto per ricevere quelle carezze, i suoi muscoli si scioglievano a contatto con quelle mani. Nonostante questo, però, il suo cuore gridava di stare attento così come la sua anima, cosa doveva fare?
"E sai quando ho capito tutto questo?"
Quella domanda lo fece fremere, non osava sperare.
"Quando ho provato la gelosia..." Kaede sputò quella parola con rabbia aumentando la forza dalla sua stretta.

"Odio Mitsui..."

Quella confessione fece sbiancare il volto del rossino e gli occhi colmarsi di disprezzo per Rukawa, cercò di divincolarsi spingendo con le mani le spalle.
"Mitchy è stato buono con me, gentile e affettuoso e..."
"Zitto!" il grido del moro riecheggiò per tutto il campetto: non voleva sentire i pregi della guardia, desiderava essere solo lui il centro dei sui discorsi.
"Sei un do'aho, quello lì ci prova... ti desidera...." parlò sempre più alterato squadrando Hanamichi che, muto come un pesce, lo ascoltava sfogarsi con rabbia. "Non voglio perderti..." sussurrò stringendo quelle ciocche carminie e inclinandogli la testa all'indietro esponendo il collo bronzeo alle sue labbra.
Ma non ci fu il contatto che tanto temeva la preda, anzi, la fronte alabastrina s'appoggiò in quel cantuccio.
"La paura mi ha allontanato, sono stato codardo... ma ora non voglio perderti..." disse lasciando la presa sull'altro e restando appoggiato solo con la fronte a lui.
Immobilità.
Non una carezza, non una speranza per uscire da quel buio, niente di niente e la diga che tratteneva il suo cuore si sgretolò lasciando sgorgare lacrime silenziose. Sperava solo che Hanamichi non l'allontanasse, desiderava solo restare così ancora un po' per ricordarsi quella dolcezza e quell'odore che gli ricordava la primavera.
Dall'altra parte, Sakuragi rimase immobile, non sapeva cosa dire, il cuore gli batteva sempre più forte mentre il respiro si intensificava.
La sua volpe stava piangendo in silenzio, nessun singulto, nessuna stretta, niente, solo le stille che bagnavano il suo collo. Alzò il volto al cielo nero che come un manto li abbracciava, nessuna stella a indicargli il cammino, solo nuvole cariche di pioggia che opprimevano il suo cuore già tormentato.
Socchiuse gli occhi e una lacrima gli rigò la guancia, scendendo lungo il collo mischiandosi a quelle di quella testa mora che accarezzavano piano la sua pelle.
Sospirando agì d'istinto: si lasciò cadere all'indietro portando con sé Kaede il quale per lo spavento strinse quei capelli che birichini si attorcigliarono alla dita, cercando in quel modo di proteggere la testa rossa, ma non servì.
"Do'aho!" disse arrabbiato, alzando il volto dal collo ambrato specchiandosi in un mare di tenerezza e timore.
"A chi do’aho, baka kitsune?" bisbigliò Hanamichi piegando le labbra in un sorriso carico d'amore.
Appena vide le iridi sgranarsi sorrise ancora un po' di più e allungò il naso per sfiorare quello dell'altro, poi si spostò sulla guancia rosata e dritto all'angolo della bocca.
"Hana..."
"Sì..."
Bastarono quelle due lettere per regalare a Kaede l'emozione più forte che avesse mai provato, strinse quelle ciocche vermiglie e abbassando il volto accarezzò con riverenza quella bocca da lui tanto sospirata.
Ci sarebbero di certo state altre incomprensioni, altro dolore dettato dall'amore che provavano, ma su di una cosa Kaede era certo: non sarebbe più scappato.

Non lo dico, lo prometto.



Fine



La RUbricHANA

Lucy: urrà, ho finito anche questo capitolo!^O^
Ru_con_voce_ ostile: autrice…
Lucy_che_si_allontana: si? ^^”
Ru_fa_un_passo_avanti: come hai potuto farmi questo?
Lucy_in_preda_al_terrore: perché…ehm… tvb?^_^”””
Un_mano_sulla_spalla_della_povera_autrice_la fa girare: Hana, cucciolo!^.^
Hana: quindi tvb alla mia volpe? é__è
Lucy_sgrana_gli_occhi: HELP! ç___ç

*suoni di lotta*

Sendo: devo salutarvi io: statemi bene fanciulle! E se vi è piaciuta questa fic commentatela! ^__________^


*Questa frase è stata rubacchiata dalla canzone "Non lo dico, lo prometto" :p

 

  
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