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Autore: chemicalscollide    29/03/2011    2 recensioni
Tre ragazze italiane, migliori amiche, si ritrovano a vivere in una città nuova come Londra. Qui faranno amicizia con quattro ragazzi che le aiuteranno, le faranno crescere e con i quali instaureranno una bellissima amicizia (e, chissà, forse qualcosa di più) che li porterà ad appoggiarsi sempre l'un l'altro. Durante questa storia tutte e tre si troveranno in situazioni in cui dovranno compiere scelte importanti ed è per questo che è stato scelto questo titolo.
Il racconto è visto da Giulia, una delle tre ragazze, ma non mancano i POV dei vari personaggi.
E' la prima fanfic che abbiamo scritto, io e le mie due amiche, qualche anno fa, quindi siate magnanimi :) E' già completa, perciò posterò regolarmente. Solo un avvertimento, è un po' lunghetta!
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E alla fine eccoci qui a questa megagalattica, affollatissima, scatenata festa.
Arrivammo davanti alla piscina e la fila per entrare cominciava dall’altra parte della strada: era impossibile crederlo, ma pensavo proprio che fosse venuta tutta Londra! Fortunatamente Dougie ci aveva avvisato che noi, conoscendolo, potevamo evitare la lunga fila che era certo si sarebbe creata mostrando dei pass all’entrata ad un bullo alto 3 metri e largo 5! Eravamo a Londra, mica in America! Anche qui facevano queste feste così stratosferiche? A quanto pareva sì e non vedevo l’ora di entrare e scoprire le tante sorprese che ci avrebbe riservato la serata.
Superata la porta di ingresso, ci incamminammo, con altri ragazzi che come noi non stavano nella pelle di vedere cosa li aspettava, per un lungo corridoio, seguendo la musica che si faceva sempre più alta.
Finalmente la piscina, le persone, la musica… era come in televisione… ma meglio!
A primo impatto non mi sentivo per niente a mio agio; ragazze e ragazzi dappertutto mezzi nudi che correvano a destra e sinistra o che giocavano in piscina; chi si sbaciucchiava negli angoli più sperduti e chi si scatenava in balli movimentati.
“Stupenda! Stupenda! Stupenda!” gridò Fabiola elettrizzata.
“Stupenda? A me sembra un ammasso di gentaglia senza cervello che flirta e che si spoglia cogli occhi”
“Come sei tragica, Fra! Dai, vedrai che alla fine della festa cambi idea!”
“E io dovrei mettermi in costume davanti a tutta questa gente?” chiesi io preoccupata.
“Qual è il problema? Nessuno sta lì a guardare te… oddio, magari qualcuno sì…” fece Fabiola.
“È proprio quel qualcuno che mi mette a disagio!”
“Ma dai, Danny vedrà quanto sei bella, non hai niente da nascondere tu!” ammiccò Fabiola.
“Ora che c’entra Danny? Ti ricordo che sono fidanzata io!”
“Sì, lo so; non c’è bisogno di precisarlo ogni volta, no?”
“Fabiola, smettila! Cosa vuoi insinuare?”
“Niente, mi baso solo sui fatti… comunque che ne dite di buttarci in piscina?”
“Uffa! Perché mi avete fatto venire?” sbuffò Francesca
“Non fare la vittima ora! E poi ti sono sempre piaciuti questi tipi di feste; adesso perché questa è di Dougie deve essere uno schifo? Non pensarci e divertiti, ok?” Fabiola la guardò per un attimo.
“Ok! Dai, divertiamoci! Buttiamoci!”. Sorridenti Francesca e Fabiola si spogliarono.
“E tu che fai? Non vieni?” mi chiesero.
“Voi andate avanti, vi raggiungo dopo… ho bisogno di qualcosa da bere ora”.
Mentre le ragazze si tuffavano in piscina, io cercavo qualche faccia amica con cui passare il tempo: non avevo proprio voglia ora di spogliarmi. *semmai dopo… semmai.*
“Ehi! Alla fine ti sei decisa!” mi voltai e vidi Johnny.
“A quanto pare sì; non ho potuto dire di no!”
“Sono proprio contento… speravo venissi!” mi guardava in un modo strano e io, involontariamente, guardai da un’altra parte.
“Ti va di prendere qualcosa?” *No, non mi va!* “Ho sentito che dicevi alle tue amiche che volevi bere qualcosa…” *Ma dove stava? Come ha fatto a sentirmi? E ora? Uffa…*
“Va bene, andiamo”. Raggiungemmo un tavolo lunghissimo pieno zeppo di cose buone da mangiare e da bere e il mio stomaco cominciò a brontolare. Mentre Johnny mi parlava, l’unica cosa che mi interessava era quel bel vassoio pieno di fumanti patatine fritte.
“E quindi vieni dall’Italia! Io ci sono stato una volta, sono andato a Firenze; bellissima città”
“Già, proprio bella!”
“Sì… ti manca molto?”
“Bè, si… mi mancano i miei amici e soprattutto il mio fidanzato…” *Ecco, mettiamo le cose in chiaro*
“Immagino… deve essere dura stare insieme a tanti chilometri di distanza”
“Sì, ma noi ci amiamo molto”. Lui sorrise, abbassò lo sguardo per poi rialzarlo nuovamente verso di me.
“Lo so, si vede…ti va di ballare?” *Mi va di ballare? Ti ho appena detto che sono felicemente fidanzata* “No, non pensare male, ma sei una delle poche ragazze che conosco a questa festa… almeno ci divertiamo!” *Sembra sincero… e poi è solo un semplice ballo*. Andammo sulla pista dove intravidi Danny ballare con Amber. Sentii una fitta al cuore ma mi voltai verso Johnny e cominciai a scatenarmi. A volte incrociavo lo sguardo di Danny e lui mi fece capire che avrebbe voluto tanto sparare alla ragazza con cui sta ballando *Ma se la odia così tanto, perché continua a darle corda? Che rabbia! Che rabbia? Ma a me che importa!?*. Ballai, cantai e chiacchierai e scoprii che Johnny non era poi così male, anzi, era molto simpatico; qualche volta cercava di avvicinarsi un po’ di più a me ma io mi allontanavo prontamente.
Stremata gli chiesi una tregua e mi andai a sedere su una sdraio mentre lui andava a prendere un po’ d’acqua.
“Eccoti! Dove eri finita! Non dovevi raggiungerci?” Francesca mi guardò interrogativa.
“Scusate ragazze, stavo con Johnny”
“il Don Giovanni?”
“No, è simpatico invece!” Loro mi guardavano perplesse ma non mostrarono un grande interesse alla faccenda e cambiarono presto discorso.
“Hai visto che è successo?” mi chiese Fabiola ridendo abbracciata ad Harry.
“Cosa? Amber si è battuta con uno specchio per chi fosse la più bella?”
“No” rispose Fabiola ridendo “Dougie…”
“È proprio un cretino!” disse Francesca sorridendo.
“Che ha fatto? Io non ho visto niente”
“Forse eri troppo impegnata a ballare!” intervenne Danny dal nulla.
“Si è praticamente lanciato dal soffitto su una torta gigante e ci si è spiaccicato sopra… si sarà fatto anche male penso” spiegò Francesca sghignazzando.
“Possibile che non l’hai visto? È successo proprio qui”
“Johnny avrà catturato la sua attenzione!” fece Danny guardando tutti meno che me.
“Johnny è bravo in queste cose” rivelò Harry lanciando uno sguardo a Danny.
“In che senso?” chiesi io curiosa ma non ottenni nessuna risposta perché Johnny tornò con due bicchieri pieni di acqua porgendomene uno che svuotai in un batter d’occhio. Poi mi prese la mano e mi propose un altro ballo a cui non seppi dire di no.
Mi alzai e sentii le mie gambe leggere; mi sembrava quasi di volare. Ballai, mi muovevo e mi sembrava che la mia testa andasse per conto suo. “Luca!” Ehi, era proprio lui, lì davanti a me… “Quando sei arrivato, amore?” feci io e lo strinsi forte a me. Mi rispose qualcosa ma non riuscii proprio a percepire le sue parole, ma ero felice; mi sembrava di essere in paradiso. Sentii che mi prendeva la mano e che mi trascinava da qualche parte, ma non sapevo dove. *Che mi sta succedendo? Sono felice e mi sento libera! Sto col mio ragazzo e lo amo… oddio come lo amo*. Il cuore mi batteva fortissimo e lo baciai, lo baciai dappertutto, in tutti i modi. Sentii che mi sfilava la maglietta e mi fece sdraiare su qualcosa di veramente freddo e poi le sue mani… Qualcuno urlò! *Che sta succedendo? Lasciatemi stare! Voglio stare qui col mio ragazzo!*. Una figura corse verso di noi, prese Luca per il colletto e gli sferrò un pugno in piena faccia.
“Che stai facendo!” urlai io spaventata “Lascia stare il mio ragazzo!” Mi alzai di colpo ma la testa mi girò e d’improvviso buio.
 
*Dove sono?* Aprii gli occhi lentamente, mi guardai in giro. Sentii un prurito fastidioso sul braccio destro così feci per grattarmi…
“Oddio! Che ci fa un ago infilato nel mio braccio?” urlai io.
Un infermiere arrivà correndo preoccupato.
“Finalmente ti sei svegliata!” mi disse. Lo guardai interrogativa quando vidi i miei genitori spuntare dalla porta della stanza.
“Giulia!” Mamma, con le lacrime agli occhi, corse verso di me e mi abbracciò con tutta la forza possibile facendomi veramente male. La scansai con fatica e le chiesi spiegazioni.
“Che ci faccio qui, mamma?”
“Non lo so! Eri alla festa di quel tuo amico e qualcuno ti ha drogato! Oh, la mia bambina!”
“Mi scusi!” “Ci lasci passare!”
“Ci sono già i genitori, non potete entrare!” Fece l’infermiere ma le due ragazze con il trucco calato ed i capelli arruffati non l’ascoltavano e si catapultarono verso il letto in cui ero sdraiata.
“Ragazze!” Anche loro con le lacrime agli occhi mi abbracciarono e mi riempiono di baci.
“Ci hai fatto prendere un colpo! Pensavamo che non ce l’avresti fatta”
“Noi vi lasciamo sole” dissero i miei; si alzarono ed uscirono dalla stanza.
“Ora che siamo sole ditemi cosa è successo!”
“Non ti ricordi niente?”
“No… mi ricordo che stavo alla festa di Dougie e che ho passato la serata a ballare con un ragazzo… poi è arrivato Luca e da lì non mi ricordo più niente”
“Luca? Luca non è mai venuto alla festa” esclamò Fabiola.
“Giulia, Qualcuno ti ha drogato in qualche modo e Johnny ha approfittato della situazione e se non fosse intervenuto Danny, sarebbe capitato il peggio!”
“Danny?” chiesi io con voce esile.
“Sì, a lui non piace quel Johnny e ha detto che vi avrebbe seguiti perché non si fidava di lui. Quando ha visto che ti stava spogliando e che tu deliravi è intervenuto e gli ha sferrato un cazzotto.”
“Ma piuttosto tu come stai?” mi chiesero.
“Non vi preoccupate sto bene, ora è tutto passato” gli spiegai, quando girai lo sguardo verso la porta e vidi entrare i ragazzi e Giovanna.
“Ehi ma dove è finito il suo salvatore?” domandò Fabiola raggiungendo Harry.
“Aveva delle faccende da sbrigare, ma mi ha detto che verrà appena può!” spiegò Tom. Quasi in simultanea si avvicinarono al mio letto e mi chiesero nuovamente le mie condizioni, mentre Giovanna, molto gentilmente, mi porgeva un mazzo di fiori: ”Questo è per te; è un piccolo pensierino” per poi posarlo sul comodino affianco a me.
“Grazie ragazzi… davvero! Ma non penso di meritarmi tutte queste attenzioni, ormai è finito tutto per fortuna… e pensare che mi fidavo di quel deficiente!” esclamai arrabbiata.
“Non ti preoccupare, ora lo aspetta un bel posticino in carcere per spaccio di droga!” aggiunse Harry.
“In carcere? Ma allora è stato lui a drogarmi?” chiesi spaventata.
“La polizia l’ha acciuffato e pare che abbia confessato”
“Cosa ti aspettavi, che la passasse liscia?” domandò Francesca.
“No, ma non mi aspettavo nemmeno che fosse venuta la polizia e avesse rovinato anche la festa.. mi dispiace Dougie!”
“Dispiacerti di cosa?! Mi domando soprattutto come abbia fatto a entrare alla mia festa?”
“Forse perché l’hai invitato insieme a tutta la scuola?” intervenne Francesca stuzzicandolo e tirandogli un occhiataccia che venne subito ricambiata “si, però avevo espressamente detto di non far entrare certa gente e quel Johnny è proprio uno sfigato… non sarebbe mai dovuto entrare!” rispose Dougie.
Sentii sopraggiungere dei passi dal corridoio e vidi rientrare mia madre con un bicchiere di spremuta d’arancia in mano: “Ciao ragazzi! Non vi aspettavo tutti qui!” esclamò sorpresa, mi diede il bicchiere e si accomodò sulla sedia affianco al letto.
“Io direi che è ora di lasciarla riposare un po’!” esclamò Fabiola avvicinandosi per salutarmi seguita dagli altri, che dopo qualche secondo ero già fuori dalla stanza.
“Non mi aspettavo fossero tanto carini da venirti a trovare anche qui in ospedale..” ammise mia madre.
“Già! E guarda cosa mi hanno portato!” le dissi sorridente indicandole il mazzo di fiori sul comodino.
“Ma che belli! Però ora è meglio che tu riposa un po’!” aggiunse. Abbassò la serranda della finestra per far calare un po’ di buio nella stanza, mi diede un bacio affettuoso sulla fronte e pochi minuti dopo chiusi gli occhi e mi addormentai.
“DRIN DRIN” aprii gli occhi e sentii il mio cellulare squillare; lo presi da sopra il comodino ancora addormentata: “LUCA” accettai subito la chiamata: “Amore, come stai?” esclamò preoccupato.
“Bene, ora è tutto a posto!” risposi per tranquillizzarlo.
“Oddio, non sai quanto sono felice di sentire la tua voce!”
“Non ti preoccupare, è stato solo un piccolo incidente…”
“Un PICCOLO INCIDENTE? Ma ti rendi conto che stavi quasi per essere stuprata?”
“Lo so e preferisco non pensarci… ma tu stai tranquillo; anzi, i miei hanno sentito i medici e dicono che tra un paio di giorni potrò uscire senza problemi dall’ospedale!”
“… va bene però sappi che sono pronto a partire con il primo aereo e venire lì da te per starti accanto! Mi basta un tuo SI”
“Ma che dici! Hai scuola, gli allenamenti e poi io sto bene ormai… anzi, qui tutti mi trattano come una principessa!” esclamai ridacchiando.
“A me non mi importa nulla della scuola o degli allenamenti.. a me importa solo di te!”
*Quant’è dolce quando fa così!...*
“Se fai così ti direi subito di sì solo per stringerti forte a me, ma… non c’è motivo che tu venga qui non c’è nemmeno motivo di preoccuparti!”
“Va bene, amore mio, sarà che è successa questa cosa ma mi manchi ancora di più, comunque adesso riposati! Ci sentiamo…”
“Signor sì signore”
“Ti amo”
“Ti amo anch’io!” terminai la telefonata e provai a richiudere gli occhi per 5 minuti *Niente come al solito non riesco a riprendere sonno*. Riaprii gli occhi e vidi Danny appostato alla porta che mi stava fissando.
“Danny! Che ci fai qui?” esclamai sorpresa.
“Sono venuto a trovarti, ma se stavi dormendo torno dopo!”
“No, no, figurati… mi ero appena svegliata” gli dissi.
“Meno male anche perché ti avrei portato qu… ma vedo che ci hanno già pensato” esclamò tirando fuori da dietro la schiena un mazzo di fiori.
“Ma che carino! Non dovevi.. sono bellissimi!”
“È il minimo che possa fare…” affermò sedendosi sulla sedia accanto al mio letto e guardandomi negli occhi.
“È inutile che ti faccia la classica domanda “come stai?”, perché immagino te l’abbiano fatta in molti”.
“In effetti…” ed ecco cadere il silenzio nella camera, ma continuavo a fissarlo perdendomi nei suoi profondi occhi blu. Quando me ne accorsi, mi affrettai a distogliere lo sguardo da lui e a posarlo sulle mie mani che stavano iniziando a sudare.
“Danny… io ti volevo ringraziare veramente per ciò che hai fatto… se non fossi intervenuto tu non so come sarebbe potuta andare a finire..” dissi quasi sottovoce.
“Non c’è bisogno di ringraziarmi; quando ti ho visto nella mani di quel pervertito è stato istintivo… ho dovuto allontanarlo da te e dargli una lezione!” mi spiegò poggiando la sua mano sulla mia. Il mio cuore iniziò a battere più rapidamente.
“Comunque  non smetterò mai di ringraziarti..”
“Non ti preoccupare ora cerca di rimetterti perché sai, si sente la tua mancanza..” esclamò, avvicinandosi sempre più a me, facendo salire il mio battito cardiaco a mile, per poi baciarmi sulla fronte e alzarsi per dirigersi verso la porta: “Allora ci vediamo presto?” mi domandò.
“CERTO” gli risposi raggiante.
Dopo qualche giorno tornai a casa e, purtroppo, ricominciai ad andare a scuola sotto gli sguardi preoccupati e compassionevoli di tutti che non facevano altro che chiedermi come stavo. Fortunatamente i miei amici riuscivano a non farmi pensare a quello che era successo e mi facevano sentire amata, anche se mi trattavano ancora come una moribonda. Era inutile ormai ripetergli che stavo bene; ma alla fine, tutte queste attenzioni mi facevano più che piacere. Tutto tornò piano piano alla normalità ma purtroppo non potevamo ancora sapere che la felicità di una di noi sarebbe stata rovinata dopo qualche giorno…
 
***
FABIOLA’S POV
Ormai sono 3 mesi che io ed Harry stiamo insieme, eppure non sembra cambiato nulla dal primo giorno
Sono le 16.30 ed è un pomeriggio “fiacco” perchè non devo uscire né con i ragazzi né con Giulia e Francesca; perciò non sapendo cosa fare sono comodamente sdraiata sul letto in camera mia.
Ad un certo punto la mia mente inizia a navigare nei ricordi . Inizio ad avere dei flash. Io sul triciclo che pedalo in mezzo al viale… il mio primo giorno di scuola elementare… gli esami di quinta elementare…le medie, con la mia prima cotta… il primo giorno di superiori…l’amore platonico che provavo per  quel ragazzo dell’ultimo anno ,che con qualche sorriso mi rese felice ,ma allo stesso tempo il giorno in cui se ne andò mi spezzò il cuore… improvvisamente vedo tutto nero … poi una luce… la luce dell’amicizia di tutte le mie amiche che mi sono state vicine nei momenti difficili … poi il mio primo ragazzo,Daniele, troppo stupido per le mie esigenze ,ma soprattutto troppo legato al suo “gruppo”… poi la partenza da Roma, per realizzare il nostro sogno ,andare a vivere a Londra.. ed infine la notte del 21 ottobre ,una notte magica in compagnia di una persona dolce,l’unica che mi fa sentire a mio agio,ma soprattutto che mi fa sentire completa…
“DRIIINNNNN DRIIIIINNN”
Apro gli occhi e sento il telefono squillare ,perciò, ormai svegliata dai miei ricordi ,vado a rispondere.
“Pronto?”
“ buona sera è casa Spelling?”
Infuriata perché mi aveva svegliato gli rispondo maleducatamente e gli attacco il telefono in faccia.
Mi metto sul letto e ripenso al sogno, ma l’unica cose che mi viene in mente è Harry.
“BIP BIP “ un nuovo messaggio *  ma che è stasera ! mi cercano tutti* apro il telefonino e leggo “ Harry” sorpresa me ne esco con un “ ma questa è telepatia!” Apro il messaggio.
“ ciao tesoro , ti ho pensato tutto il pomeriggio non resisto senza te, domani sera dobbiamo assolutamente uscire , perché voglio vivere ogni attimo della nostra storia… Buona notte … Ti amo ..Harry”
Finito di leggere gli mando subito un messaggio
“la stessa cosa vale per me, per domani vorrei andare al cinema quindi facciamo tutto come al solito.. Buona notte , mi raccomando sognami XD Ti amo tanto fabi”
la serata si conclude velocemente.
Il mattino dopo a scuola va tutto come al solito, battibecchi tra Doug e la prof di francese , appisolamenti a filosofia e le solite gaffe di Giulia .
Il pomeriggio invece lo passo a casa di Francesca a fare i compiti, verso le sette me torno a casa per prepararmi per la serata con Harry .
“DRIIIIIN” sento  il citofono suonare . Capisco che è lui ,perciò saluto i miei genitori, scendo le scale e lo raggiungo schioccandogli un bacio sulle labbra; sento le sue mani sfiorarmi i fianchi e agganciarsi ai passanti dei miei Jeans per trascinarmi verso di lui. una volta vicini mi abbraccia forte, ma non è come al solito… mi sembra un abbraccio troppo passionale… o forse è solamente la mia impressione…
Durante la cena lo sento distante, tanti pensieri concatenati l’uno a l’altro mi balzano in mente * Mi nasconde qualcosa…ha un'altra… perciò tutti i messaggi e le cose carine che mi dice sono tutte false!!!* mi inabisso in un mondo di depressione.
Finito di cenare ci dirigiamo al cinema.
“Allora cosa vuoi vedere?” mi chiede gentilmente con un sorriso ,che con tutte le paranoie che mi sono fatta penso sia falso,perciò rispondo con un semplice “Quello che vuoi tu!” Puntiamo sul nuovo film di Jim Carrey il suo attore preferito. Presi i biglietti  entriamo nella sala 2 dove proiettano la pellicola.
Per tutto il primo tempo non riesco a seguire il film, ormai rassegnata alla fine della nostra relazione. A metà si accendono le luci  per la pausa.
“Vuoi i popcorn ?” mi chiede dolcemente Harry sapendo che ne vado pazza, dopo pochi secondo di silenzio.
“No! Voglio solo sapere cosa mi nascondi…sei così freddo con me questa sera” rispondo fissandolo.
Il suo sguardo da per terra si posa sul mio viso sgranando gli occhi.
*Ecco me lo sento ora mi dirà che ha un'altra*
“ ti prego Harry non posso continuare in questa situazione “ esclamo malinconicamente.
“Si, in effetti ti devo dire una cosa molto importante che potrebbe cambiare il nostro rapporto…”
Le luci si spengono e ricomincia il film , ma noi continuiamo a parlare.
“Ieri ho ricevuto una telefonata dal medico di mia nonna…” improvvisamente ci sbuca alle spalle un signore di mezza età “Ehi ragazzi se dovete chiacchierare andate fuori qui c’è gente che cerca di godersi il film!!!”
C’incamminiamo verso l’uscita. Una volta fuori dalla sala ci sediamo su un divanetto.
“allora…” fa un gran respiro e ricomincia” ha chiamato il medico di mia nonna, ieri sera, dicendo che mia nonna sta molto male.. e può non farcela”
“oh mi dispiace tantissimo!” lo interrompo, con un pizzico di felicità nel mio cuore, per non avermi lasciato… poco dopo, guardando la sua faccia distrutta, mi sento in colpa per quello che ho pensato.
“Si ma non è finita qui,purtroppo…” continua “ il medico che ha detto che mia nonna vorrebbe che le stessimo vicini in questo momento, e ha aggiunto anche, che sta passando un periodo molto duro di depressione che incide molto sulla malattia; perciò ci ha consigliato di partire il prima possibile, in modo tale che in compagnia dell’amore dei suoi familiari, possa superare la fase di depressione e riuscire a cavarsela…”
“Bene sono felice per te, quindi c’è qualche speranza…ma partire per dove?” chiedo.
“Ecco questa è la parte più difficile…. Mia nonna vive in Canada a Toronto. I miei genitori hanno già comprato i biglietti per l’aereo, però sono di sola andata perchè vorremo stare lì per 2 mesi, ma la faccenda si può prolungare…”
Un dolore fortissimo mi colpisce il cuore, non posso nemmeno respirare, per il male che mi fa.
Riesco a formulare solo una frase.
“ma quando dovresti partire?”
“Dopodomani mattina”
ormai sconvolta, vorrei scoppiare in lacrime, ma non ci riesco.
In queste situazioni reagisco sempre nello stesso modo… cerco di accatastare i problemi da una parte, sperando di non trovarmeli più davanti, e provando ad andare avanti con un sorriso.
“A che ora è il volo?”
“Alle 11.30 però devo stare lì 2 ore prima perché sono i voli internazionali!”
Cerco di prenderla bene ma, scossa dal duro colpo, gli confesso che preferirei tornare a casa e lui mi riaccompagna. Davanti al portico d’entrata mi bacia dolcemente.
“Vorrei rimanere qui…qui con te per sempre” e mi ribacia questa volta con passione.
La notte non chiudo occhio finché ormai straziata dal dolore decido di chiamare Giulia e Francesca dicendogli che domani gli avrei dovuto parlare di una cosa molto importante.
Il giorno dopo, come programmato, arrivano puntuali, incuriosite dalla novità, ma soprattutto dal tono di voce con cui gliel’ho detto ieri sera al telefono. Si dirigono in fretta in camera mia; dopo avergli raccontato i fatti mi guardano scioccate.
“Oh mio dio! Non ci posso credere che se ne vada!” esordisce Giulia
“neanche io” ammetto io nella più totale depressione.
“Dai, guarda il lato positivo…la distanza vi potrà far capire quanto tenete l’uno all’altro…so che sarà difficile, ma comunque ci siamo qui noi se ne avrai bisogno”mi dice Francesca abbracciandomi. Ma per quanto gentili nell’aiutarmi, tutto ciò non serve a nulla.
Rapidamente arriva la sera; i miei genitori, invitati dai Collins per cena, stanno cercando di farmi andare con loro per farmi svagare un po’, ma preferisco rimanere a casa da sola seduta sul mio letto in stato catatonico a guardare il soffitto della stanza. Non ho fame né sonno.
“BIP BIP”mi arriva un messaggio. Nel buio della mia camera riesco facilmente ad individuare il mio cellulare che lampeggia. È Harry.
“Questa sera ,essendo l’ultima, l’avrei voluta passare con te, ma mia madre mi sta costringendo a fare i bagagli, sembrano non finire mai. Non riesce proprio a capire che non ti vedrò per mesi… Ti amo da morire… ci vediamo domani mattina ti veniamo a prendere con il taxi!”
Finito di leggere il messaggio, i miei occhi si riempiono di lacrime che iniziano a scendere, come cascate, sul mio viso. Passo così l’intera serata finché non mi addormento.
Mi sveglio, sono le 8.00. Tra un’ora arriva Harry, non faccio colazione, penso solo a sistemarmi i capelli, il viso con un po’ di trucco e a vestirmi decentemente.
Alle 9.00 mi faccio trovare davanti il cancello.
Vedo sbucare il taxi, che si ferma a pochi passi da me .
Harry scende, mi bacia e mi fa salire. Insieme a noi sul taxi ci sono la madre e la sorella; non potendo fare altro, mi avvicino a lui, poggio la mia testa sulla sua spalla e gli stringo forte la mano fino all’aeroporto.
Non c’è molta fila perciò procedono velocemente con il check-in.
Presi i biglietti e imbarcati i bagagli è il momento di salutarci.
Inizio a salutare la madre e la sorella con un bacio sulla guancia e con “ Buon viaggio” classica frase che si dice quando non sai proprio cosa dire.
Poi tocca ad Harry….
“mi mancherai tantissimo” mi dice col cuore in mano, non faccio in tempo a dirgli nulla che mi abbraccia stretta a lui e mi bacia. Un bacio che speravo non finisse più, ma sento ad un certo punto le sue labbra staccarsi dalle mie e capisco che è il momento di andare.
Vedo che prende il suo zaino, apre una tasca laterale e sfila le sue bacchette che si porta sempre dietro.
“Questo è per te in modo che ti possa stare sempre vicino!”
“no! Non posso accettarle, so quanto tieni a queste bacchette!”
“ insisto! Voglio che le tenga tu…  È vero ci tengo molto, ma mai quanto tengo a te!”
dopo averle prese e riposte nella mia borsa, allo stesso modo faccio io, dandogli uno dei miei bracciali portafortuna.
Ci baciamo nuovamente. E subito dopo lo vedo andarsene e varcare il metal detector, sentendomi sempre più sola.
  
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