“Affatto Sakura… Devi sapere che
tutti i pianeti hanno due eredi e Giove non fa eccezione” rivelò Chronos “Tutti
i pianeti hanno un elemento, Giove, essendo il più grande pianeta del sistema
solare di elementi ne ha addirittura due: il fulmine e la natura… Guarda Makoto
e Nephrite…” disse quasi a volere chiedere tacita conferma ai due ragazzi.
“Comunque dovete sapere che Makoto partorì fin dall’inizio due bimbe, solo che una sparì misteriosamente la sera stessa della sua nascita. Makoto, nonostante l’amore profondo del suo consorte, cadde in depressione, non riuscendo a darsi pace per la sparizione della figlia. La corte non le era d’aiuto, anzi molti che fin dalla sua ascesa al trono l’avevano criticata ed osteggiata, videro in questo fatto la conferma che non era lei la più indicata a regnare su un pianeta tanto vasto e potente. Giove iniziò pian piano a spegnersi. Dovete sapere che ogni sovrano alimenta il pianeta su cui regna. Io non potevo permettere che il pianeta morisse così! Senza poter far nulla!” disse l’uomo quasi gridando, cercando il loro consenso. I presenti lo guardarono stupiti: non era mai accaduto di sentirlo parlare in quel modo.
“E così presi la mia decisione:
riportai il tempo indietro e modificai gli eventi. I sovrani di Giove ebbero
un’unica figlia: Sakura. Questo non servì a placare gli animi dei cortigiani,
ma almento il pianeta era salvo” terminò lui.
“Quindi lei è sempre stata mia
sorella…” sussurrò Sakura guardando Noriko.
“Già…” rispose il custode del
tempo e dello spazio.
“Questa è la tua spilla Noriko.
Per trasformarti dovrai dire Iris Asteroid Power Make Up! E dovrete toccarvi la
mano” spiegò Chronos fissando ora Noriko ora Sakura.
“Proviamo?” chiese timidamente la
prima.
“Perché no?” le rispose la
seconda facendole l’occhiolino.
“Juno Asteroid Power Make Up!”
urlò Sakura porgendole la mano.
“Iris Asteroid Power Make Up!” le
fece eco Noriko afferrando la mano della sorella.
La luce verde illuminò le due
figure che, dopo poco apparvero trasformate.
Entrambe indossavano un sailor fuku
uguale, solo i fiocchi erano di colore diverso: quelli di Sakura erano
argentati, mentre quelli di Noriko erano verde scuro.
“Vi siete dati da fare eh?”
chiese Minako all’amica. Peccato che, nel silenzio della stanza, quelle parole
furono udite da tutti. Le due arrossirono all’istante.
“Grazie Minako!” borbottò Makoto
ancora paonazza.
“Bene… il mio compito è
terminato… devo tornare al mio posto…” ammise il custode delle porte del
tempo e dello spazio.
“Ma …” iniziò Sakura, ma la mano
di Noriko sulla spalla ed il suo cenno negativo la fermarono.
“Mi raccomando guerriere, fatevi
onore. Endimion? Ricorda quello che ti ho detto… E’ stato un piacere stare con
voi” rivelò lui, mentre un lieve sorriso ingentilì i lineamenti severi
dell’uomo.
“Grazie!” disse Sakura
abbracciandolo.
“Era il mio compito… Non far così
su…” le disse lui sorpreso da quel atteggiamento.
“Le hanno fatto il lavaggio del
cervello…” bofonchiò Aiko sbalordita.
“L’hanno rapita gli alieni…”
mormorò Karei meditabonda.
“Molto più semplicemente alla
nostra Sakura non piace esternare i suoi sentimenti più veri…” spiegò Yumi.
“Credo che Yumi abbia ragione…”
ammise Noriko guardando le sue future amiche, almeno così sperava.
“Ed io cosa dico?! Mi hai rubato
la battuta!” protestò ChibiUsa fingendosi arrabbiata, mentre un sorriso
birichino faceva capire ai presenti che scherzava.
Dopo che Sakura si fu asciugata
le lacrime che le inumidivano gli occhi e si era avvicinata alla sorella,
sciolsero la trasformazione, prendendo posto accanto hai loro futuri genitori.
Chronos lì osservò un’ultima
volta, poi, avvolto in una calda luce dorata sparì.
“Ragazzi? Manca poco più di
un’ora all’appuntamento con Damiax… Meglio prepararci…” disse Rei alzandosi in
piedi.
“Damiax vuole me soltanto…” disse
Mamoru risoluto, deciso ad evitare che i suoi amici corressero rischi inutili.
“Non ti lasciamo andare da solo!”
protestò Makoto decisa.
“Molto probabilmente neppure lui
verrà da solo…” disse Ami, dando manforte alla compagna.
“Ergo: noi non ti lasciamo andare
da solo…” concluse Zoicite abbracciando Ami.
“Ma…” cercò di protestare lui.
“Niente ma!” disse severa Minako,
mentre un dolcissimo sorriso le illuminava il viso.
“Non si discute…” le fece eco
Kunzite.
“Tutti noi vogliamo salvare
Usagi!” chiarì Jadeide.
“Mi arrendo…” ribattè Mamoru,
felice in cuor suo di avere amici così.
“Partiamo tra quarantacinque
minuti…” disse Rei guardando l’orologio appeso al muro.
“Prima mangiamo…” disse Makoto
tirando fuori un cestino da pic-nic colmo di ogni ben di Dio.
“E questo da dove salta fuori?”
domandò Nephrite curioso.
“Ieri sera ero ispirata…” ammise
la cuoca arrossendo lievemente.
“Ispirata eh?” domandò maliziosa
la ragazza bionda , mentre un vistoso gocciolone si formava sulla testa della
sempre più imbarazzata Makoto.
“Anche tu sei stata ispirata?”
chiese Ami cercando, senza successo, di non arrossire.
“Perché voi due siete state
ispirate?” domandò Rei, non capendo quello strano giro di parole.
“Credo che si riferiscano
all’ispirazione che ha colto pure noi…” dichiarò Jadeide sornione.
“Eh! Ah…” disse solo, mentre un
rossore più intenso le colorava il viso.
“Di cosa parlate?” domandò
ChibiUsa non capendo il senso di quello strano discorso.
“Di ispirazioni…” rispose Minako
sbirciando le amiche, che arrossirono ancor di più.
“Capita delle volte anche a me…”
confermò Aiko.
Tutti la fissarono con occhi più
o meno stralunati.
“Per quel tipo di ispirazione ne
parleremo più avanti…” borbottò sicuro Kunzite, non sicuro di approvare
l’entrata in scena di ragazzi nella vita della sua futura figlia.
“Meglio mangiare…” propose
ChibiUsa, fissando le varie leccornie disposte magnificamente sul tavolo.
“E’ identica ad Usagi..” ammise
Rei, vedendo la ragazza indecisa su cosa scegliere per primo.
“Mamoru avrà i suoi problemi tra
qualche anno…” bisbigliò Jadeide all’orecchio della sua amata.
“Anche tu mio caro…” ritorse lei,
sbirciando Karei, mentre un’occhiata assassina attraversava gli occhi azzurri
del ex-generale.
“Se uno solo…” borbottò rabbioso
lui, ma la voce di lui si fermò vedendo l’occhiata ridente di lei.
“Nessuno avrebbe fermato ne te ne
me allora… Perché lei dovrebbe essere diversa?” domandò guardandolo con amore.
“Ecco perché ti amo…” disse solo
baciandole la tempia.
Mangiarono tutti con gusto
l’ottimo pranzo di Makoto, senza lesinare i complimenti.
Riordinarono tutti insieme, come
se nulla fosse, anche se gli occhi di tutti erano puntati sulle lancette
dell’orologio che scorrevano lente ed inesorabili verso l’ora dell’incontro.
Venne l’ora della partenza. Il
silenzio dei presenti faceva sembrare palpabile la tensione che si respirava
all’interno del santuario.
Intanto, alla base di Damiax…
“Serenity? E’ quasi ora di
prepararsi…” disse Damiax entrando nella stanza della ragazza bionda.
“Perché vuoi combattere? E’
sciocco ed inconcludente…” dichiarò la giovane osservandolo di sottecchi.
“Sono io il più forte!” asserì
lui sicuro.
“Non si dovrebbe mai essere così
sicuri…” lo avvertì gentile lei.
“Io ho te… lui è già in
svantaggio… La vittoria non può essere che mia…” ribattè lui.
“Endimion non è uno sciocco… e
poi io ho molta fiducia in lui” rispose lei con convinzione.
“Andiamo… vedrai la sconfitta di
Endimion con i tuoi stessi occhi!” disse afferrandole un braccio e conducendola
verso la sala del trono.
“Andiamo… Noriko dov’è?” borbottò
lui rivolgendosi a Yuri e Shingo.
“Non è ancora tornata…” rispose
Shingo con un’alzata di spalle.
“Peggio per lei…” disse sparendo
in un attimo con Serenity al seguito.
I due, dopo essersi osservati di
sottecchi, seguirono Damiax verso il luogo dello scontro, lasciando la sala
vuota.
“Perché i nemici arrivano sempre
in ritardo?” domandò Sailor Venus osservando l’ambiente circostante con occhi
attenti.
“Solitamente ad arrivare in
ritardo siete tu ed Usagi…” disse Sailor Mars sbirciando l’amica.
“Non sei divertente! E poi chi va
piano non va lontano…” dichiarò risoluta.
Il silenzio avvolse i presenti.
“Veramente il proverbio dice: chi
va piano va sano e va lontano…” disse Sailor Mercury, mentre vari goccioloni
comparivano sulle teste di chi aveva udito l’oscenità di Sailor Venus.
“Resta il fatto che non va
lontano!” ribattè lei piccata.
“Ti ricordi qualcosa di quando
stavi con Damiax?” domandò Sailor Juno rivolgendosi a Sailor Iris, la sua
gemella.
“No, mi dispiace… E’ come se
tutti i miei ricordi fossero stati cancellati… Vorrei esservi più d’aiuto…”
sussurrò avvilita.
“Non ti preoccupare… Ce l’abbiamo
sempre fatta…” la rassicurò Sailor Jupiter.
“E poi così è più divertente…”
ammise Sailor Venus sorridendo birichina.
“Minako! Non cambierai mai!” la
rimproverò bonariamente Sailor Mars.
“Bene, bene… Tutti qui in mia
attesa… Deduco che abbiate fatto fuori Noriko…” disse Damiax con fare freddo e
distaccato “meglio così… era una gran seccatura…” concluse con un perfido
sorriso, mentre Sailor Iris stringeva violentemente i pugni. Sakura le afferrò
la mano e si limitò ad un cenno negativo del capo.
Era quello l’uomo che aveva
creduto potesse essere il suo papà tanto amato ed adorato? No, quello era un
mostro… e lei era stata una sciocca… quanto tempo perso ad odiare forse l’unica
persona che davvero l’aveva amata: sua madre.
Sarebbe cambiata e l’avrebbe
fatto per la nuova famiglia che ora l’attendeva.
“Non abbiamo ucciso nessuno!”
protestò Nephrite odiando Damiax come mai credeva di poter odiare qualcun altro
dopo Beryl.
“Usagi!” gridarono le sailor
vedendo la loro amica al fianco del nemico.
“Dobbiamo sistemare gli
schieramenti…” sussurrò Usagi sorridendo lievemente.
“Che cosa?!” domandò Damiax
fissando la giovane incredulo da quanto aveva sentito.
Troppo tardi: la giovane era sparita,
quasi si fosse dissolta, comparendo un attimo dopo al fianco di Tuxedo Kamen.
“Usako…” sussurrò lui dolcemente.
“Ora sono qui… Dobbiamo
sconfiggerlo…” guardando i suoi meravigliosi occhi azzurri.
“Insieme…” alitò lui.
“Insieme…” confermò lei.
“Pagherete per questo affronto!”
sibilò Damiax furioso.
I due si presero per mano e, dopo
essere stati avvolti in una tenue luce argentata, tornarono a vestiti come
Serenity ed Endimion. Lei reggeva lo scettro supremo, mentre lui l’abbracciava
fare dolce e possessivo al tempo stesso. Una corona era sulla testa della
ragazza, ma solo ChibiUsa e Damiax sembrarono notarla.
“Sciocca! Dammi quello scettro!”
urlò quest’ultimo inviperito dal gesto di Endimion.
Serenity era sua… e solo lui
poteva toccarla! Ma forse lei non era la donna giusta… forse lei era
irrimediabilmente innamorata di lui… di quell’umano inetto… dalla vita così
effimera ed inconcludente… capace, a detta di lei, di amare la sua essenza e
non il suo potere… non poteva vivere! pensò l’uomo, mentre una collera cieca
s’impadroniva di lui.
“Vuoi lo scettro? E’ tuo…” disse
calma Serenity tendendogli lo scettro.
“A saperlo prima, non mi
scomodavo tanto…” disse lui avvicinandosi alla coppia: avrebbe colpito nel
momento della loro distrazione.
Afferrò sicuro lo scettro già
pregustando la vittoria.
“Sono il signore dell’universo!”
gridò soddisfatto, non accorgendosi che lo scettro ora non brillava più come
prima.
“No… Sei uno sciocco!” gli
rispose Serenity severa “Pentiti… sei ancora in tempo!” lo esortò lei.
“Pentirmi? Mai! Vieni con me e
lascia perdere quell’umano inutile!” propose lui con gli occhi folli.
“Mai! Supremo Scettro mostra a
tutti la tua vera essenza!” gridò Serenity, mentre lo scettro spariva dalle
mani di Damiax e tornava in quelle della ragazza.
“Impossibile!” gridò furibondo.
“Luce oscura!” disse Shingo.
“Fuoco nero!” gli fece eco Yuri.
I due si posizionarono davanti a
Damiax, quasi a volerlo proteggere.
“Galaxy Power Action!” urlò
Serenity, mentre una luce accecante dai colori dell’arcobaleno andava a colpire
i nemici.
Yuri e Shingo caddero a terra
svenuti, mentre Damiax rimase ferito ad una spalla.
“Come hai fatto!?” domandò
incredulo lui osservandola con rabbia crescente.
“Finchè il legittimo possessore
dello scettro è in vita, lo scettro risponderà soltanto a lui… Siamo una cosa
sola…” rivelò lei tranquilla.
“Basterà che io ti uccida
allora…” sussurrò lui, gli occhi erano spiritati.
“Non sarà così facile!” disse
Endimion, mettendosi davanti all’amata.
“Lo vedremo…” sibilò mentre una
spada nera compariva nella sua mano destra.
Endimion sguainò la sua ed i due
iniziarono una dura battaglia.
Serenity osservò la scena con
sgomento: era stanca di combattere, stanca di dover temere per la vita delle
persone a lei care.
Una lacrima solitaria rigò il suo
bel viso.
“Sono stanca di lottare… stanca
di queste inutili battaglie… il mio nome dovrebbe significare Serenità… ma non
è così…” sussurrò lei.
“Era così prima che tu conoscessi
lui!” sbottò Damiax colpendo Endimion ad un braccio.
“Lei non ti ha mai amato! O
almeno non come ama me!” rispose Endimion sicuro.
“Ti precederà nella morte…”
sbottò caricando un colpo di energia nera e lanciandola verso la donna.
“Non lo permetterò!” disse
sparendo improvvisamente e comparendo davanti a Serenity per proteggerla, facendole
scudo con il proprio corpo, come aveva sempre fatto.
Serenity lo fissò: gli occhi
colmi di quell’amore immenso che aveva sempre provato per lui.
“Ti amo…” disse lui
abbracciandola, attendendo il colpo.
“Ti amo anch’io…” rispose lei,
ricambiando l’abbraccio di lui.
Il colpo non andò a segno: lo
scettro protesse i due uniti in quel tenero abbraccio.
“Insieme ce la faremo!” gridò
ChibiUsa, decisa a difendere i suoi genitori.
“Scettro di Marte!” invocarono
Rei e Jadeide.
“Scettro di Giove!” gridarono Makoto
e Nephrite.
“Scettro di Venere!” urlarono
Minako e Kunzite.
“Scettro di Mercurio!” fecero Ami
e Zoicite.
“Scettro della Terra!” gridò
ChibiUsa. La fronte della giovane principessa iniziava ad imperlarsi di sudore,
dovuto allo sforzo eccessivo di sopportare un tale potere.
“Amiche mie… Figlia mia… Amore
mio…” disse lei guardando il ragazzo che le era accanto.
“Galaxy Power Action!” urlò,
mentre un dolcissimo sorriso le illuminava i lineamenti delicati del viso.
Il colpo punto diritto verso
Damiax che, aspettandosi la stessa forza del colpo precedente non fece alcunché
per evitarlo.
Il colpo, carico anche del potere
degl’altri scettri distrusse Damiax all’istante: dove prima c’era l’uomo ora
rimaneva solo una pietra nera che, dopo aver toccato terra, si spezzò in due.
Era finita.
“Dev’essere la pietra di Damiax”
disse Ami osservando la pietra poco distante da loro.
“Ce l’abbiamo fatta…” sussurrò
ChibiUsa prima di svenire, mentre la trasformazione cedeva non avendo la
principessa del XXX secolo energie sufficienti.
“ChibiUsa!” gridarono le cinque
guerriere del futuro ed i due sovrani della terra avvicinandosi alla ragazzina.
Le sailor del presente e gli ex-generali si avvicinarono preoccupati per le
sorti della ragazzina che avevano imparato a conoscere e ad amare.
“E’ solo svenuta…” rassicurò Ami
dopo averle tastato il polso.
Tutti sciolsero le
trasformazioni, non volevano rischiare di dare troppo nell’occhio e poi c’erano
Shingo e Yuri che potevano svegliarsi da un momento all’altro.
“Lo abbiamo sconfitto…” disse Rei
guardandosi intorno con stupore mista a soddisfazione.
“Così sembra…” le fece eco
Makoto, mentre un leggero sorriso le illuminava il viso.
“Siamo grandi!” disse Minako,
facendo il segno della vittoria con le dita.
“E’ tutto finito?” domandò Kunzite,
sorpreso da quell’inaspettato epilogo.
“Così sembra” disse Zoicite
vedendo i due ragazzi alzarsi e guardarsi intorno stupiti.
“Cosa ci facciamo qui?” chiesero
osservando i presenti e la collina stranamente sorpresi.
“Abbiamo fatto un pic-nic, poi
voi vi siete addormentati…” spiegò loro Minako.
“Ah…” dissero i due non del tutto
convinti.
Mamoru abbracciò la sua futura
figlia, cercando di trasmetterle un po’ di forza.
“Sei stata bravissima piccola
mia…” sussurrò Usagi baciando ChibiUsa sulla fronte.
“Tutta sua madre…” le rispose
Mamoru.
“Ha il tuo stesso coraggio… Ti
amo Mamo-chan…” disse baciandolo improvvisamente, impedendo al giovane di poter
esprimere quel sentimento a parole.
Il ragazzo accettò quella dolce
irruenza da parte della sua dolcissima Odango Atama e riuscì con la semplice
passione del suo bacio a far capire alla ragazza l’immenso amore che lui
provava per lei.
“Però sono romantici…” bisbigliò
Aiko, cercando di non farsi sentire dai suoi futuri genitori.
“E’ vero!” sussurrò Sakura con
gli occhi a cuore.
Occhi ridotti a fessure fissarono
le due che, colte in fragrante chinarono il capo sconfitte, mentre allegre
risate risuonarono intorno a loro. Presto anche loro si unirono all’allegra
risata generale.
“Ragazze? Noi dobbiamo tornare
nel futuro…” disse ChibiUsa a bassa voce. Era ormai passato qualche giorno
dacchè avevano sconfitto Damiax, la loro permanenza nel XX secolo si era
conclusa.
Non essendoci più una minaccia
apparente in quel secolo dovevano tornare alle loro case per evitare di modificare
eccessivamente il passato.
“Perché?” domandarono in coro le
Inners non gradendo quella notizia.
Ora che le avevano conosciute
volevano trascorrere un po’ di tempo in loro compagnia, senza il timore di
nemici che minacciassero la tranquillità del pianeta.
“Chronos era stato chiaro in
proposito…” cercò di spiegare Sakura mogia.
“Abbiamo dei doveri…” fece
laconica Karei.
“Doveri che avete sempre
dimenticato, o voluto fingere di dimenticarvi…” dichiarò Chronos comparendo in
quel mentre.
“Non era finita la tua missione?”
domandò Noriko sorpresa da quell’arrivo inaspettato.
“Devo riportarvi a casa…” precisò
lui “E’ la mia nuova missione, principessa…” calcò sull’ultima parola, facendo
arrossire la giovane che non si sentiva ancora tale.
Si salutarono, mentre lacrime più
o meno nascoste comparivano sui visi di tutti quanti.
“Ci rivedremo…” promisero le sei
ragazzine con gli occhi ancora lucidi.
“Andate…” disse Chronos, mentre
una luce le faceva sparire.
“Ed ora veniamo a voi…” disse lui
osservando i quattro ragazzi accanto alle Inners.
Le quattro ragazze fissarono
Chronos con occhi fiammeggianti: erano pronte a dare battaglia per il loro
uomo.
“Ehi! Calme!” borbottò l’anziano
vedendole così agguerrite.
“Non ce li porterai via!” disse
Minako.
“Non puoi ora darceli ora
riprenderteli!” sbottò Rei.
“Hanno ragione!” dissero in coro
Ami e Makoto.
“Teneteveli!” scandì Chronos
“Volevo davi solo le vostre identità!” rispose lui, mentre le quattro ragazze
tiravano un sospiro di sollievo, liete per quella notizia.
“Ah! Le donne!” borbottò lui
dando ad ogni ragazzo una tessera.
“Grazie…” dissero tutti ed otto.
“Di niente!” brontolò il custode
del tempo e dello spazio sparendo.
“Che ne dite di un buon gelato?”
propose Usagi.
“Noi ci stiamo!” disse Minako
abbracciando Kunzite.
“Noi anche!” fece eco Jadeide
stringendo la mano a Rei.
“Noi pure!” fecero Ami e Zoicite
insieme. Entrambi arrossirono.
“Idem!” dissero Makoto, mentre
Nephrite l’abbracciava.
Felici s’incamminarono verso la
gelateria di Motoki.
Non sapevano cosa il futuro
avesse in serbo per loro, sicuramente altre battaglie attendevano dietro
l’angolo, ma sapevano che sarebbero stati insieme… E che l’uno avrebbe sempre
potuto contare sull’altra… Per sempre.
FINE
E qui finisce la mia ficcy… Mamma mia ho le lacrime
agli occhi… E che non si dica che durante le ferie non lavoro…
Mi sembra di veder camminare il mio pargoletto… Mi
mancherà parecchio questa ficcy…
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato (in
ordine alfabetico):
_Sofia_;
Angel_Alexandra;
Dragon85;
fra;
gaia;
Isilya;
Lore;
Selene;
Sissy;
Strega_Mogana;
Valepigia;
Valery;
Veronica85;
Wicca87;
xstellaluna;
Yuki;
Ringrazio tutti i lettori anonimi, non immaginavo che
questa ficcy potesse suscitare tante recensioni, vi ringrazio di cuore, spero
di poter preparare presto il seguito promesso, ma non voglio svelare nulla di
più.
Un bacione a tutti e grazie ancora per essere arrivati
fino a qui. Kirby