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Autore: AmeliaHud    29/03/2011    1 recensioni
Ff sui Guns n' Roses (formazione dell'anno 1985: Axl, Slash, Izzy, Duff e Steven). Due ragazze sbucano a Seattle, costrette a cambiare scuola. Cosa succederà quando conosceranno i ragazzi? Storia ancora da completare ;) Spero vi piaccia il primo capitolo! :) Recensite
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Saul, Saul! Avanti Saul svegliati!”. Alison si dimenava nel tentativo di far svegliare Slash, steso accanto a lei. “Mmh…Che ore sono? Devo già alzarmi? Ola lasciami stare!” grugnì il riccio arricciando il naso e corrugando la fronte, mentre si schiacciava una mano fra i capelli. “Tesoro, sono io...Ali! Dai, dobbiamo andare! Guarda dove siamo!” Alison si girò indicando i cespugli e Slash seguì il suo sguardo. “Alison…Oh, merda!” esclamò lui quando si rese conto che erano effettivamente appartati dietro i cespugli, mezzi nudi e odoranti di alcol. “Oh, fottutissima mal di testa!” si lamentarono i due quasi in coro. “Dai, rivestiti…Andiamo da me, hai bisogno di una sistemata…” concluse Alison in fretta. “Ok, aspetta…” rispose Slash ricomponendosi. Si rivestirono tentando di aggiustarsi i capelli nel migliore dei modi e si incamminarono verso casa. Improvvisamente, il riccio avvicinò la sua mano a quella della bionda, mentre quasi correvano tra le affollate strade di Seattle. Intrecciò le dita alle sue. Alison si voltò e sorrise verso Slash che la guardava con lo sguardo perso. “Diamine, sei bellissima…” pensò lui. Ad un tratto si accorsero di essersi fermati sul marciapiede, mentre decine di persone trafficavano a qualche metro da loro. La bionda lo guardò perplessa, accorgendosi del suo sguardo vago. “Dolcezza, devi dirmi qualcosa?” chiese titubante, sorridendo leggermente. “Ehm, io? Ehm, si…Cioè, no...Dai andiamo!” rispose lui frettoloso. “Pff, i soliti maschi…” ridacchiò lei sotto voce ripensando a quanto fosse strano il suo ragazzo. Camminarono mano nella mano lungo la strada. Ogni tanto si fermavano per qualche fugace bacio, o qualche per qualche battutina squallida del riccio che faceva rimanere Alison allibita. “Ma cosa dici? Ahahah!” rideva lei ogni tanto, ascoltando quelle sottospecie di barzellette che Slash inventava sul momento. “Si, credimi! I cammelli hanno sei zampe!” rispondeva lui convinto della sua tesi. “Oh, certo! Ahahah!” rideva ancora la bionda. “E dai, smettila di prendermi in giro! E’ così!” ribattè ad un certo punto lui entrando in casa della ragazza, imitando una specie di bambino capriccioso. “Ok, va bene! Ne riparliamo più tardi, adesso datti una lavata. Il bagno è di là!” esordì Alison tra le ultime risate, soffocandone i singhiozzi. “Vado a cambiarmi in camera!” gridò la bionda dirigendosi nell’altra stanza. Stava camminando lentamente, con lo sguardo verso il basso, pensieroso. Si avvicinò alla porta e abbassò la maniglia per tentare di aprirla senza riuscirci. “Ma che diavolo…?” bisbigliò la ragazza che non capiva perché la porta fosse chiusa. “Piper, mi senti? Piper, sei tu? Avanti, rispondimi!” cominciò ad urlare la bionda battendo i pugni sulla porta. Nessuno rispondeva. Cominciò ad alzare la voce sempre di più, aveva cominciato ad agitarsi. “Piccola, cosa succede?” la interruppe Slash preoccupato, che era tornato dal bagno dopo averla sentita urlare così forte. “N…Non lo so, la porta non si apre. Credo che Piper sia lì dentro! Saul, che succede?” diceva affannosamente la ragazza. “Ei, avanti…Sta calma! Starà dormendo! Prova a chiamarla sul cellulare, magari sente la suoneria e si sveglia…” suggerì Slash, ancora calmo. “Aspetta, sta squillando. Cavolo, non risponde! Piper, sono io! Piper!” continuò allora la ragazza, ricominciando a prendere a pugni e calci la porta. “Che sta succedendo, Slash? Dimmi che succede!”. Alison si voltò verso il riccio, che le cingeva i fianchi tentando di calmarla: era nel panico, non capiva cosa stesse accadendo. Lo guardò con sguardo cupo, tremante. Aveva cominciato a sudare, la vista era annebbiata. Succedeva ogni volta che si preoccupava troppo, ogni volta che sapeva che c’era qualcosa che non andava. “Cazzo, Piper apri la porta! Pip, mi senti?!” alle urla della bionda si aggiunsero quelle del ragazzo, che capì subito che stava succedendo qualcosa di strano. “Piper, insomma…Apri questa cazzo di por…” non fece in tempo a finire la frase che qualcuno girò la chiave nella serratura ed aprì lentamente la porta. “Ei, amico…Che cazzo fai?”. Sull’uscio, c’era la sagoma di un ragazzo pallido, sghembo e apparentemente assonnato e stonato. “Izzy?! Che cazzo ci fai qui? Dov’è Piper?” cominciò Slash a parlare, arrabbiandosi ed innervosendosi leggermente. Aveva compreso che l’amico era fatto, completamente andato. Ma il problema non era questo: se era a casa di Piper, Izzy doveva aver passato la notte insieme a lei. Izzy era fatto, segno del divertimento subito quella notte. Del divertimento passato insieme alla ragazza. E lei, allora, dov’era? “Izzy, merda, ho detto dov’è Piper?” continuò lui visibilmente irritato e preoccupato. “Piper? Ah, Piper è lì, sul letto” rispose Izzy voltandosi con noncuranza per osservare la stanza e indicarne il letto. Alison e Slash non aspettarono: sorpassarono bruscamente l’amico e si diressero verso il letto. Sopra esso, giaceva il corpo inerme di una ragazza gracilina. Piper aveva gli occhi chiusi, la fronte corrugata e bagnata di sudore e la bocca semiaperta da cui usciva una leggera bava. “Piper, svegliati…Piper, mi senti? Cazzo, sembra svenuta. Slash, che succede?” Alison era confusa e guardava l’amica preoccupata. Non sapeva cosa fare. “Ascoltami, Izzy. Hai dato della roba a Pip? Eh, allora?” chiedeva il riccio all’amico tentando di restare calmo. “C…Che cosa? Piper ne era uscita da parecchio tempo, io non credo…” bisbigliò la ragazza accarezzando la fronte dell’amica, che ancora non mostrava segni di vita. “Alison, non è facile resistere…Izzy, cazzo, rispondi! Le hai dato qualcosa?” continuò il ragazzo afferrando il moro dal colletto della camicetta che indossava. “Pff, era solo un bel po’ di eroina. Tutta in vena! Ahahah!” rispose Izzy quasi vantandosene. “Da quanto dorme?” chiese teso il riccio. “Da parecchio…E non si sveglia, eh! Quella fottutissima roba era eccellente…” continuò Izzy ignorando la situazione. Piper, sul letto, aveva cominciato a tremare ed era visibilmente pallida. “Dobbiamo alzarla e portarla in ospedale…” concluse deciso il riccio, che sapeva cosa stava succedendo. Afferrarono Piper e la trascinarono in bagno sistemandola nella vasca e tentando di farla riprendere con un getto d’acqua ghiacciata. Ma la ragazza, sembrava peggiorare sempre di più. Aveva preso a vomitare ovunque e si contorceva dal dolore. Cadde in salotto e svenne nuovamente. Slash la caricò tra le braccia e uscì dall’appartamento dirigendosi verso la Mercury Comet di Izzy di cui aveva immediatamente preso le chiavi. “Forza, andiamo in ospedale…” aveva ordinato alla bionda mentre posava Piper sui sedili posteriori. In meno di un’ora, si ritrovarono seduti in un corridoio bianco e maleodorante.
  
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